Hawken: la prova della Beta

A poco più di un mese dalla data di release, il free-to-play di Adhesive Games mostra i muscoli in un eccezionale beta weekend.

Hawken: la prova della Beta
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Disponibile per
  • Pc
  • PS4
  • Xbox One
  • Dopo la closed alpha di qualche settimana fa, si sono finalmente aperte le porte al test di una versione beta di Hawken, lo sparatutto in prima persona di Adhesive Games che strizza l'occhio al genere cyberpunk e alla fantascienza giapponese. Tenevamo d'occhio il gioco della software house losangelina da prima dello scorso GamesCom, e la prova con mano nel corso della fiera tedesca non ha potuto che convincerci delle grandi potenzialità insite nel prodotto. Considerando che Hawken è il primo progetto di un dev team praticamente sconosciuto, la nostra attesa per il rilascio della versione definitiva si fa ancor più trepidante e impaziente. Ma bando alle chiacchiere e vediamo cosa offre questo insolito shooter free-to-play in prima persona.

    LA GUERRA DEI ROBOT

    Ricordate quell'incredibile sequenza di Matrix Revolution ambientata a Zion, dove un drappello di coraggiosi uomini si ribellava all'invasione delle macchine, alla guida di pesanti robot da guerra? La sensazione provata in questi giorni giocando alla closed beta di Hawken ci ha fatto rivivere quei momenti, e non nascondiamo di aver sentito dei brividi correre lungo la schiena durante le partite più combattute sui fantascientifici campi di battaglia di un futuro lontano. Il genere mech simulation nasce nel lontano 1989 sotto etichetta Activision: MechWarrior si chiama, il gioco realizzato dall'ormai defunta Dynamic Inc., un titolo che a sua volta prese ispirazione da un noto boardgame di stampo futuristico. L'influenza nipponica non è meno importante naturalmente, per un genere, quello dei robottoni, che è stato certamente partorito nella terra del Sol Levante.
    Hawken raccoglie tutti questi elementi, e li inserisce in un contesto puramente action, uno shooter in prima persona, contestualizzando il tutto in un setting distopico e privo di vita.

    "Le ambientazioni sono ricchissime di dettaglio, con texture che non sfigurano nemmeno di fronte alle produzioni dei titoli tripla A e delle software house più importanti sulla piazza"

    Il primo approccio è ottimo: menù principale e interfaccia pre-partita sono di semplicissima navigazione, con i pulsanti e le voci tutte nella porzione alta di schermo, mentre immagini e schermate son visualizzate nella parte rimanente dello schermo, per una visuale che nel complesso risulta pulita e ben realizzata. La versione beta ci ha permesso di pilotare sei diversi colossi meccanici, ognuno dotato di statistiche e caratteristiche uniche. Oltre ad essere diversi in resistenza, capacità di fuoco e rapidità di movimento sul campo di battaglia, ogni robot è equipaggiato di diversi armamenti, tra machine gun, fucili e lanciamissili. A questo si aggiunge la possibilità di personalizzare l'equipaggiamento con potenziamenti di vario genere, in grado d'incrementare ulteriormente le capacità difensive ed offensive del nostro mezzo. A seconda del tipo di mappa e di approccio, possiamo quindi cambiare upgrade ed equipment. Il design di questi insoliti veicoli motorizzati è davvero stupendo, con una cura maniacale per i più piccoli dettagli, sia per quanto riguarda l'aspetto estetico, che per l'incredibile plancia visibile all'interno dell'abitacolo.
    I controlli con mouse e tastiera sono identici a quelli di qualunque altro FPS, ma dobbiamo abituarci a timing e tempi di reazione completamente diversi rispetto a quelli di un tradizionale titolo in prima persona. Di primo acchito abbiamo l'impressione che ci sia un ritardo dei comandi, ma la verità è che spostarsi in un guscio metallico spesso 50 cm non è come correre con una mimetica in mezzo ad un campo di battaglia: salti e atterraggi richiedono sempre qualche istante, così come le manovre evasive andranno anticipate di una frazione di secondo per essere pienamente efficaci. Il tasto Shift unito ad uno dei pulsanti direzionali, ci permette di eseguire rapidi strafe in ogni direzione, mentre la barra spaziatrice ci sposta verticalmente, almeno fino a quando ce lo permettono carburante e propulsori.
    Data la natura free-to-play del titolo, abbiamo avuto modo di provare anche il market e il sistema d'acquisto di robot e potenziamenti vari. Il sistema utilizza due differenti monete virtuali, gli Hawken Point, che si possono ottenere giocando partite su partite, oppure i Meteor Point, accessibili pagando direttamente con carta di credito. Ogni account beta era provvisto di 4800 punti per gli acquisti, una somma che ci ha permesso di sfogare tutte le nostre manie di shopping. Ogni oggetto del market è ottenibile con entrambe le valute, un buon motivo per sperare che Hawken non finisca con l'essere un altro dei giochi pay-to-win che da qualche tempo hanno invaso la rete.

    UNA DESERTICA REALTÀ

    Il realismo di Hawken non può che lasciarci a bocca aperta (clicca l'immagine per ingrandire).


    Il beta weekend appena conclusosi ci ha dato accesso a tre mappe, complete e da giocare in 4 modalità differenti: deathmatch, team deathmatch, siege e missile. Le prime due modalità si strutturano in maniera identica ai normali shooter in prima persona, Battlefield & Co, mentre Missile ricalca in pieno la struttura di una mappa conquista, con tre punti di controllo da dominare e difendere per contrastare la squadra avversaria. La modalità Siege è indubbiamente una delle più interessanti provata in questi giorni di beta. Una partita Siege si divide in 4 fasi distinte che portano la squadra alla vittoria.: collect, deliver, defend e repeat to destroy. Dobbiamo recarci alle fonti d'energia e caricare le batterie, portare l'energia così acquisita alla nostra base operativa e una volta caricato completamente l'accumulatore, difendere la base missilistica in attesa che il razzo venga lanciato contro la base avversaria: ripetendo l'operazione per tre volte, porteremo a casa la vittoria.
    La caratterizzazione degli ambienti è davvero stupenda. La mappa Sahara trova ambientazione nei pressi di una struttura d'estrazione del deserto africano, dove gli scorci delle infinite distese di sabbia si fondono ad edifici in grigio metallo corroso dal vento e dalla sabbia. Alleys è forse la mappa più evocativa e complessa, localizzata in una città verticale distrutta dall'implacabile guerra dei meccan. Infine c'è Titan, la mappa che meglio racconta le ambientazioni di Hawken, tra altissime strutture in rugginoso metallo, in quello che sembra essere un futuro in cui riporre poche speranze. Notiamo sfortunatamente una certa immobilità degli ambienti, privi di elementi in dinamici o di oggetti e strutture con le quali interagire. La distruttibilità ambientale è quasi inesistente, mentre gli unici movimenti sulla mappa sono quelli creati da colonne di vapore e scarichi di fumo, fortunatamente realizzati alla perfezione.
    La versione completa dovrebbe giungere in data di release con diverse mappe in più, restiamo quindi con la speranza di poter godere d'una varietà ambientale più vasta, per ora unico neo di un titolo che si dimostra veramente superbo sepppur poco vario. L'assenza di un certo coinvolgimento con l'ambiente circostante non toglie assolutamente nulla ad un titolo che fa dei titani metallici i protagonisti indiscussi della situazione.

    ALL SYSTEMS ONLINE

    Hawken si basa sull'Unreal Engine 3, anche se, grazie a ottimizzazioni e miglioramenti, difficilmente si attribuirebbe la paternità al celebre motore grafico. Stilisticamente parlando, uno degli elementi che ci ha destato maggior interesse è il tono cinematografico che è stato dato all'immagine. Così come avveniva nella recente trilogia di Mass Effect, un particolare filtro creato ad hoc, ci dà l'impressione di vedere una proiezione cinematografica, con la “grana” che da sempre caratterizza la vecchia e cara pellicola in cellulosa. E' come avere di fronte una sorta di patina in grado di amalgamare gli elementi a schermo, che non vengono quindi più percepiti come delle strutture poligonali fini a sé stesse - come solitamente avviene quando osserviamo i personaggi o l'ambientazione di un videogame - ma come un'immagine unica e davvero credibile. L'impressione è quella di trovarsi di fronte a qualcosa di ancora più vero e realistico, grazie ad un inevitabile accostamento con l'esperienza cinematografica, un medium che rispetto al videogame gode naturalmente di maggior realismo.
    Le ambientazioni sono ricchissime di dettaglio, con texture che non sfigurano nemmeno di fronte alle produzioni dei titoli tripla A e delle software house più importanti sulla piazza. Animare dei robot è certo più facile rispetto a muovere un modello umano o uno animale, ma rendere credibile un mech non è comunque cosa semplice da mettere in pratica. Il dev team di Hawken ci è riuscito egregiamente, grazie ad animazioni e movenze che ci fanno sentire a bordo di un gigante metallico da decine di tonnellate. Vedere gli altri robot muoversi e decollare sul campo di battaglia è stupendo, ma ancora meglio è osservare la visuale che ondeggia e dondola dall'abitacolo del nostro pesante mezzo di trasporto corazzato. Abbiamo provato il gioco anche in altre occasioni, ma questa beta ci ha dato prova dell'incredibile design e dell'ottima struttura del gioco realizzato da Adhesive Games.
    Abbiamo testato il gioco su di un PC equipaggiato di NVIDIA GTX580, 8 GB di RAM e processore Quad Core a 2,3 GHz, e dobbiamo ammettere che siamo dovuti scendere a parecchi compromessi per poter ottenere una buona fluidità, ovvero un framerate di almeno 45/50 fps. Puntare ai 60 frame ci avrebbe costretto a diminuire ulteriormente le impostazioni grafiche. L'engine è comunque scalabile, anche se avvertiamo il rischio che gli utenti dotati di terminali più vecchi o di fascia bassa, si troveranno tagliati fuori. Il menù principale per le impostazioni grafiche ci permettono di selezionare risoluzione, definizione delle textures, qualità grafica complessiva e sincronia verticale. Il pannello delle opzioni avanzate invece, presenta le voci motion blur, profondità di campo, effetto PhysX, post-process MLAA e filtro anisotropo, dei parametri indubbiamente in grado di spremere anche i migliori hardware sul mercato.
    Assente la colonna sonora, una scelta di produzione che sembra essere in linea con il mood del gioco e che non toglie nulla all'esperienza ludica.

    Hawken Gli appassionati di fantascienza ameranno alla follia questo sparatutto multiplayer, che finalmente porta sugli schermi dei nostri computer un genere fin troppo bistrattato, quello del mech sim, che da troppo tempo manca di allietare le giornate videoludiche. I fan del genere potranno invece godere di un ottimo sparatutto che esce dagli schemi e svecchia notevolmente un genere troppo ancorato a dei canoni che non funzioneranno certo in eterno. A tutto questo si aggiunge un business model free-to-play che permetterà a chiunque di approcciare il gioco. Ci azzarderemmo addirittura a dire che Hawken potrebbe tranquillamente rivelarsi il free-to-play dell'anno, per non dire una nuova svolta in ambito PC, probabilmente un nuovo punto di riferimento per quanto riguarda la competizione online. Solo il tempo potrà confermare queste nostre convizioni e le risposte, ormai, non tarderanno ad arrivare. Meteor sembra pronta a dare una lezione ai grandi produttori, e se le promesse verranno mantenute siamo sicuri che riusciranno a fare dei numeri incredibili.

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