Provato Hawken

A poche settimane da un importante update, nuove considerazioni sullo shooter di Adhesive Games.

Provato Hawken
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Disponibile per
  • Pc
  • PS4
  • Xbox One
  • Sono passati ormai sette mesi dall'inizio della Open Beta di Hawken, l'interessante FPS online Free-to-Play sviluppato da Adhesive Games, che continua a crescere con nuovi aggiornamenti e feature interessanti. Per chi non ne avesse ancora sentito parlare, Hawken è un FPS basato sui mech, nato inizialmente come piccolo progetto indipendente curato da un team di nove persone e sviluppato sulla versione gratuita dell'Unreal Development Kit. La qualità tecnica e artistica del prototipo mostrato nei primi mesi del 2011 non ha solo stupito la comunità videoludica, ma ha anche destato l'attenzione dei fondi d'investimento Benchmark e FirstMark Capital, che successivamente hanno fornito l'esorbitante cifra di dieci milioni di dollari per fornire tutti i mezzi necessari per sviluppare al meglio il gioco e renderlo uno dei titoli Free-to-Play più promettenti di questa generazione.

    UNA QUESTIONE DI MEZZI

    In un'ambientazione post-apocalittica, in cui il misterioso virus Hawken ha coperto gran parte del pianeta con sostanze tossiche, le due fazioni Prosk e Sentium si affrontano tra città disabitate e avamposti desertici a bordo di pesanti mech da combattimento, personalizzabili secondo le preferenze dei piloti che li controllano. A differenza del concorrente Mechwarrior Online, in cui i robot arrivano a sovrastare edifici alti diversi piani però, i mech creati da Adhesive Games sono più "compatti", guadagnando in agilità e velocità di movimento. Divisi nei tre archetipi principali Leggero, Medio e Pesante, che ne indicano soprattutto la resistenza ai danni, la velocità e le riserve energetiche, i mech di Hawken offrono una varietà di allestimenti che differiscono sul tipo di arma secondaria e sull'abilità speciale utilizzabile in combattimento, che essenzialmente identificano il ruolo del "frame" sul campo di battaglia. Per fare un esempio della pluralità dei ruoli a disposizione dei piloti, vi proponiamo una selezione dei mech più rappresentativi, ovvero l'Infiltrator, il Technician, il CR-T Recruit, lo Sharpshooter, il Brawler e il Rocketeer. Grazie alla sua abilità speciale Camouflage, che lo maschera alla visione e ai radar avversari per una breve durata, l'Infiltrator (classe Leggera) è in grado di sgusciare dietro le linee nemiche e scaricare una devastante salva di fuoco con il suo fucile d'assalto iniziale, sostituibile successivamente con un cannone a medio raggio e un lancia-mine, al quale si affianca un potente lanciagranate. Introdotto con l'ultimo aggiornamento, pubblicato lo scorso Maggio, il Technician (un altro classe Leggera) è l'unico mech di Hawken in grado di curare gli alleati grazie alla sua arma secondaria o, cambiandone la modalità, danneggiare continuamente i mezzi nemici. L'aggiunta di un "guaritore" ha modificato non poco la dinamica e la tattica degli scontri di Hawken, lasciando meno tempo e spazio alla guarigione manuale (nella quale il pilota "spegne" il robot per attivare il drone riparatore, esponendosi di fatto al fuoco proditorio dei nemici), a favore di un gioco di squadra in cui i Technician offrono un ruolo importante soprattutto nelle modalità che richiedono la difesa di punti fissi come Missile Assault, di cui vi parleremo più tardi. Primo mech ricevuto dai nuovi piloti, contraddistinto dalla caratteristica cabina a forma di vecchio monitor a tubo catodico, il CR-T Recruit (classe Media) è un frame dalle caratteristiche intermedie, che vede come armi principali una mitragliatrice e un fucile d'assalto, ovviamente a misura di robot gigante, accoppiate a un lanciarazzi TOW (le cui munizioni possono essere esplose in volo) come arma secondaria. Alla "mediocrità" dell'equipaggiamento bellico tuttavia, il CR-T Recruit contrappone l'abilità speciale Weapons Coolant, che annulla la generazione di calore di entrambe le armi per alcuni secondi, permettendo così ai piloti di poter fare comunque la differenza sul campo di battaglia anche con il mech "base".

    "In un'ambientazione post-apocalittica, in cui il misterioso virus Hawken ha coperto gran parte del pianeta con sostanze tossiche, le due fazioni Prosk e Sentium si affrontano tra città disabitate e avamposti desertici a bordo di pesanti mech da combattimento"

    Dedicato a chi predilige il combattimento su distanze estreme, lo Sharpshooter ha a disposizione una serie di armi primarie che include fucili automatici e semiautomatici, entrambi a lunga gittata, ai quali si unisce il devastante fucile Sabot, i cui pesanti proiettili, uniti all'abilità speciale Power Shot, possono facilmente ridurre in ferraglia i mech di classe inferiore, una volta raggiunti i livelli più avanzati. Armato con il devastante Flak Cannon, i cui colpi equivalgono a quelli di un fucile a pompa per un essere umano, e di un lanciarazzi TOW, il Brawler (classe Pesante) è uno dei pesi massimi del gioco, in grado di polverizzare i malcapitati piloti che si trovano troppo vicini alle sue bocche da fuoco. L'abilità speciale Fortified Turret, inoltre, aumenta esponenzialmente le abilità protettive della modalità Turret, che trasforma così il mech in una letale torretta semovente, protetta dagli enormi scudi segmentati, normalmente posizionati sulla schiena. Il Rocketeer (classe Pesante), infine, rappresenta "l'artiglieria pesante" di una classe già di per sé non leggera. Equipaggiato con un arsenale di armi esplosive come il lanciamissili a ricerca di calore, il lanciamine e il cannone HEAT, affiancato ai letali missili Hellfire, il Rocketeer è uno dei mech più potenti del gioco, e la sua abilità Mobile Turret riduce sensibilmente la penalità al movimento tipica della modalità Turret, facendolo diventare essenzialmente un enorme carro armato semovente. Per quanto riguarda le opzioni di personalizzazione, nelle prime versioni Beta queste si risolvevano in due armi principali alternative, un oggetto difensivo e uno difensivo, e la possibilità di sostituire pezzi della "scocca" del mech con quelli degli altri modelli della stessa classe, dietro pagamento di una cospicua cifra di crediti guadagnati in-game, o di una marcatamente inferiore di Meteor Points, acquistabili dal sito del gioco. Rispetto a quanto visto qualche mese fa, la personalizzazione dei mech di Hawken è stata grandemente ampliata, con l'introduzione di un vero e proprio sistema di crescita, basato su livelli di esperienza accumulabili con i punti ottenuti alla fine dei match, che a loro volta sbloccano nuovi oggetti e parti aggiuntive, da installare nel mech per ottenere bonus passivi, come un minor surriscaldamento dovuto al fuoco delle armi o maggior carburante per gli scatti e il volo, oltre a opzioni accessorie come verniciature per le scocche esterne e "provocazioni" per gli avversari, che possono essere sia fisiche (dove, per esempio, il mech esegue, con tutta la goffagine tipica di un bestione d'acciaio pesante alcune tonnellate, il gesto diffamatorio) che olografiche (in cui il mech proietta davanti a sé lo scherno). Di tutte le nuove opzioni di personalizzazione disponibili al momento, solo quelle estetiche come gli elementi della scocca aggiuntiva, le verniciature e le provocazioni devono essere acquistate obbligatoriamente con i Meteor Points, segno che lo sviluppatore non sembra, almeno al momento, intenzionato a sbilanciare il gameplay a favore degli utenti paganti. Questione diversa invece per quanto riguarda la velocità e la facilità di accesso ai contenuti più avanzati per ogni mech: sfortunatamente, la quantità di crediti ed esperienza erogati a fine partita è stata molto esigua durante la nostra prova, così come lo era durante la Closed Beta, e questo lascia presagire un periodo veramente lungo prima di poter controllare qualsiasi mech nel pieno delle sue potenzialità, un grinding che potrebbe non piacere ai giocatori alla ricerca di un passatempo più immediato.


    AD OGNUNO IL PROPRIO GIOCO

    Le modalità di gioco sono rimaste essenzialmente le stesse osservate nel corso delle precedenti fasi beta e includono le solite Deathmatch in singolo e a squadre, ormai familiari a tutti i giocatori di FPS, alle quali si affiancano le più interessanti Siege e la già citata Missile Assault. Laddove Missile Assault richiede la semplice cattura e mantenimento di tre postazioni lanciamissili, che successivamente bombarderanno, a intervalli regolari, la base avversaria, Siege è una modalità più strutturata, divisa in due fasi: la prima vede le due fazioni impegnate a raccogliere energia da apposite postazioni fisse ai lati della mappa, con l’obiettivo di riportarla alla base e depositarla nell'accumulatore preposto al lancio di una nave da battaglia, che a sua volta attraverserà i cieli del campo di battaglia fino alla base avversaria, bombardandola fino alla distruzione; la seconda fase scatta con il lancio della nave, e pone ai difensori il compito di abbattere la nave avversaria, ottenibile colpendone i punti deboli come i motori antigravità (molto resistenti, ma che garantiscono la distruzione completa del mezzo in caso di successo) e le torrette che attaccano automaticamente le unità al suolo, oppure conquistando e mantenendo il controllo sulla postazione antiaerea posizionata al centro della mappa, operazione generalmente abbastanza ardua da completare con successo. A disposizione dei piloti di Hawken, al momento, esistono sei mappe di gioco (Origin, Bazaar, Prosk, Uptown, Facility e Front Line) che, come già descritto nelle anteprime precedenti, sono caratterizzate dalla vastità dell’area esplorabile e da uno sviluppo verticale per quelle urbane. Origin, per esempio, è una mappa ambientata nel monumentale centro di ricerca in cui è stato inventato il virus Hawken, disseminato di corridoi stretti e pedane di salto, con cui i mech possono catapultarsi rapidamente fino alla piattaforma più alta, posizionata idealmente al centro del complesso, da cui i cecchini più esperti possono offrire un’utile copertura sulle zone in cui, durante le modalità Siege e Missile Assault, il sistema posiziona i lancia missili “laterali” e i distributori di energia per le navi da battaglia.

    "A disposizione dei piloti di Hawken, al momento, esistono sei mappe di gioco (Origin, Bazaar, Prosk, Uptown, Facility e Front Line) che, come già descritto nelle anteprime precedenti, sono caratterizzate dalla vastità dell’area esplorabile e da uno sviluppo verticale per quelle urbane."

    Prosk, al contrario, è una mappa cittadina relativamente piatta, in cui l’unico vero dislivello è rappresentato dalla strada sopraelevata che delinea il territorio delle due fazioni; questa sopraelevata costituisce anche un importante punto di vantaggio dal quale bersagliare i piloti nemici, specialmente quelli che si rifugiano nel grosso canale per effettuare delle riparazioni d’emergenza. Introdotta con l’aggiornamento dello scorso maggio, Front Line è una mappa urbana abbastanza innovativa, che presenta numerosi percorsi e, soprattutto, numerose postazioni elevate non protette, da cui i cecchini possono scagliare qualche colpo di precisione prima di darsi alla fuga. Il centro della mappa presenta numerosi punti d’accesso e nessuna copertura particolarmente efficace, cosa che rende la disputa per il controllo dell’eventuale postazione lanciamissili/AA ancora più serrata che nelle altre mappe presenti nel gioco. Dal punto di vista artistico, le mappe di Hawken sembrano essere evidentemente ispirate ai canoni del cyberpunk, che fonde grandi agglomerati urbani, fatti di altissimi grattacieli costruiti pressappoco uno addosso all'altro, con strutture e oggetti familiari come le auto civili e i lampioni di segnalazione, che inesorabilmente si spezzano e vengono distrutti al passaggio dei nostri mech. Gli artisti di Adhesive Games hanno creato anche uno stile distintivo per le due fazioni, dove i Sentium vengono rappresentati con strutture più futuristiche e da ambienti generalmente più puliti, mentre le zone controllate dai Prosk presentano uno sviluppo urbano incontrollato e architetturalmente confuso, dove le strade risultano sporche e disseminate di cavi volanti. Questa differenza stilistica nelle mappe è particolarmente presente nell'ultima mappa, Front Line, il che lascia presagire una maggiore importanza delle due fazioni nelle prossime iterazioni del gioco, probabilmente anche a livello del design dei mech che, al momento, non presentano segni d’appartenenza distintivi alle singole ideologie.

    UNA QUESTIONE DI HARDWARE

    Come già detto nell'introduzione, il gioco di Adhesive Games è stato sviluppato grazie all'Unreal Development Kit, l’utile suite software messa a disposizione da Epic Games per la creazione di videogiochi. Gli sviluppatori hanno lavorato ben nove mesi con l’UDK, studiando attentamente la documentazione ufficiale e i tutorial online, prima di riuscire a produrre il prototipo di Hawken che ha stupito il mondo videoludico già dal suo trailer di debutto. Basato sulla terza incarnazione dell'Unreal Engine, Hawken è sufficientemente scalabile da risultare fruibile su un grande numero di macchine da gioco, dai sistemi con diversi anni di “anzianità” fino alle nuovissime macchine mosse da mostri computazionali come le GeForce GTX Titan. Chi scrive, ha utilizzato per la sua prova un vetusto sistema dotato di processore Intel Q6600, 4GB di ram operativi a 1066Mhz e una scheda video Nvidia GTS 250 con 1GB di RAM GDDR3: nonostante i componenti datati, il gioco è risultato più che fluido tecnicamente e visivamente impressionante, a patto di scendere a compromessi con impostazioni come la risoluzione, le ombre, il filtro anisotropico, l’anti-aliasing e, ovviamente, gli effetti più avanzati come il PhysX e la 3D Vision di Nvidia, che rendono ancora più avvincenti gli scontri fra piloti di mech. L'altra prova l'abbiamo effettuata con un sistema top di gamma, equipaggiato con i7 3770K, 16 GB di memoria RAM a 1600 MHz e una GeForce GTX 780 OC di MSi, una configurazione che ci ha permesso di godere appieno di un gioco dotato di una grafica ed uno stile a dir poco sensazionali. Come se non bastasse, Adhesive Games ha recentemente annunciato una collaborazione con gli sviluppatori del visore Oculus Rift che, da quanto visto nei trailer pubblicati online, permetterà di osservare liberamente l’interno dell’abitacolo del mech, effetto che, seppure marginale ai fini del gameplay, aumenterà ancora di più la sensazione di immersione nel mondo di gioco.
    Hawken dispone sia di un sistema di matchmaking automatico che di un server browser; entrambi permettono di cercare partite in particolari modalità e filtrare i server in base alle differenti zone geografiche, ovvero il Regno Unito (nelle veci dell’intero territorio Europeo), la Costa Est e la Costa Ovest degli Stati Uniti, l’Oceania, l’Asia del Nord e l’Asia del Sud. Nonostante la varietà e la complessità delle modalità di gioco aggiuntive e la presenza di server dedicati per più zone continentali, Hawken non sembra vantare un supporto adeguato nell’ambito server. Nel corso della Closed Beta, e anche oggi, sette mesi dopo l’inizio della Open Beta, i server di gioco accessibili sono ancora pochi e concentrati soprattutto nelle due zone dedicate agli Stati Uniti (West Coast ed East Coast); in Europa la situazione è ancora peggiore, con una quindicina scarsa di server a disposizione e tutti quasi sempre pieni. Una situazione come questa indica una buona salute del gioco e della sua community, complice anche una buona qualità del netcode, che rende possibile giocare dignitosamente anche sui server americani, ma pensiamo che sarebbe opportuno aprirne qualcun altro nel nostro territorio in vista del lancio ufficiale del prodotto.
    Concludiamo questo hands-on citando il prossimo grande aggiornamento in vista per Hawken, che verrà ufficialmente mostrato in anteprima alla prossima Gamescom: Meteor Entertainment ha dichiarato che l’update, il più grande dall'inizio della Open Beta, “ridefinirà il gioco in diversi aspetti fondamentali”, senza però scendere in ulteriori dettagli. Non ci resta quindi che attendere il mese prossimo, per sapere cosa ha in serbo per noi Adhesive Games.


    Hawken A sette mesi dalla partenza della Open Beta, Hawken è un titolo in continua crescita, con la progressiva aggiunta di nuove caratteristiche di gameplay, un nuovo sistema di progressione e personalizzazione dei singoli mech, nuove mappe e addirittura un mech healer, che di per sé ha aggiunto una nuova dimensione tattica agli scontri in tutte le modalità di gioco a squadra. L’attuale versione del client è molto stabile, il netcode regge bene pure quando si gioca sui server di altri continenti e può contare anche sugli effetti PhysX di NVIDIA, per le schede video in grado di supportarli, che rendono ancora più stupefacente la già esaltante veste grafica del gioco. I server, soprattutto quelli europei, sono ancora pochi, e capita a volte di trovarsi ad attendere minuti prima di trovare posto in una partita. Speriamo che, in vista del lancio del prossimo mega-aggiornamento, il publisher allestirà qualche infrastruttura aggiuntiva per il vecchio continente.

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