Provato Killzone 2

Abbiamo provato la beta multigiocatore di Killzone 2, nuovo episodio della serie Guerrilla in arrivo nel 2009 in esclusiva su PlayStation 3.

Provato Killzone 2
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  • PS3
  • Dopo aver fatto timidamente capolino nelle più grandi fiere videoludiche, mostrando intensi spezzoni dell'avventura principale e prestandosi a brevi sessioni di gioco multiplayer, Killzone 2 compie il grande passo e si concede alla ristretta cerchia dei Beta Tester. Mostrando così, di riflesso, anche alla stampa specializzata quella che sarà la struttura portante definitiva del prodotto completo, il cui esordio è previsto per la primavera del prossimo anno.

    La Beta Multiplayer concede un numero di opzioni di gioco ben lontano da quello definitivo, e si concentra esclusivamente sulla modalità Warzone, creativa introduzione esclusiva della produzione Guerrilla. L'idea alla base di tale game mode è piuttosto semplice: mescolare, seguendo una sequenza non determinata, varie tipologie di match classici, variando progressivamente gli obiettivi dei due team che si danno battaglia. Il risultato finale è, al di là delle aspettative, davvero efficace. Gli schieramenti devono adattarsi ai nuovi compiti, modificare le strategie di avanzamento e scontro frontale, riorganizzarsi ora per difendere "Punti Caldi", ora per rastrellare le mappe in cerca del nemico da abbattere. Sono cinque le tipologia di incontro che si fondono assieme in Warzone: Bodycount è l'immancabile Deathmatch, Search & Retrieve il classico "Cattura la Bandiera". In aggiunta troviamo Assassinio (in cui un singolo utente è designato come bersaglio della squadra avversaria), Assalto (in cui si devono piazzare delle cariche su due oggetti da distruggere, per poi difenderle fino all'esplosione), e Zone (tre le postazioni da conquistare e difendere). La struttura, flessibile e modulare, vivacizza le partite, variando continuamente i centri d'interesse e rendendo gli scontri un poco più vividi e meno monotoni. Niente di rivoluzionario, ovviamente, ma una buona pensata, sostenuta da una serie di indicatori a schermo indispensabili per potersi orientare prontamente, nonché dalla voce del Centro Comunicazioni che informa sui nuovi "incarichi" della squadra.
    Al di là delle questioni strutturali, il gameplay di Killzone 2 appare decisamente votato alla cooperazione ed al gioco di squadra. Un team affiatato e ben gestito trova vantaggio dall'utilizzo delle prerogative di ogni membro della squadra, ed anche la varietà è fondamentale per riuscire ad avere la meglio sugli avversari. Costruire squadre eterogenee, impersonando di volta in volta classi diverse, diventa un "modus operandi" caldamente consigliato soprattutto nei match più affollati, in cui il vantaggio tattico può derivare dalla composizione dell'"organico". Avere fra le proprie fila un medico capace di rianimare i compagni caduti (eliminando i tempi morti del respawn), o un tecnico in grado di piazzare torrette difensive, diventa indispensabile affinchè la squadra possa agire con competenza ed efficacia. Il sistema di classi, dunque, stimola la collaborazione e la compattezza dei team, ma può in ogni modo adattarsi alle esigenze di chi preferisce un approccio più solitario: oltre alle categorie di supporto, quelle dell'assaltatore (che ottiene un bonus di resistenza), dell'infiltratore (capace di mimetizzarsi fra le fila nemiche) e dello scout (il cecchino) permettono ai player meno altruisti di ottenere ottimi punteggi. Da non sottovalutare anche la potenza di fuoco del soldato semplice, che può armarsi con fucili a pompa a corto raggio o addirittura con devastanti lanciarazzi. Il bagaglio ludico di Killzone 2, insomma, è piuttosto vario, mimando -se non ampliando- quello di Call of Duty (Modern warfare o World at War non fa differenza).
    Piacevolissimo però il sistema per l'acquisizione dei nuovi Badge (le classi) e dei Perks (potenziamenti di varia natura). I primi sono da ottenere salendo di grado (l'esperienza ottenuta nei match viene moltiplicata per 1.5 in caso di vittoria del team), mentre i secondi vengono attribuiti sbloccando le medaglie, onorificenze assegnate a seguito di azioni particolarmente brillanti. Dimostrando competenza in un particolare tipo di match o nell'utilizzo di un badge si otterranno col tempo vari benefici: potrebbe trattarsi dell'aumento del numero massimo di granate, dell'incremento minimo della resistenza, o addirittura della possibilità di ottenere più punti esperienza nel deathmatch. Per ottenere un soldato competente e competitivo serve dedizione ed attenzione: tanto più che i Perks avanzati permetteranno di mescolare i vari badge per ottenere classi ibride, così da avere per le mani un sistema totalmente modulabile e finemente personalizzabile, che costituisce il punto di forza della produzione.

    Ma al di là delle questioni strutturali, che possono essere superate dichiarando che Killzone 2 si prefigge di recuperare praticamente tutta l'eredità dei grandi titoli multiplayer (fra cui ci viene da citare anche Quake Wars, per la somiglianza delle abilità di alcune classi), il Gameplay nudo e crudo mostra precise scelte atte a caratterizzare la produzione, cercando dunque di sfuggire alla trappola del "già visto". Killzone 2 entra nel panorama degli shooter offrendo un approccio alla guerriglia diametralmente opposto a quello -frenetico e ritmato- di Halo, e dissimile persino da quello -mimetico e ragionato- di Call of Duty. Mutuando direttamente la concezione di un conflitto opprimente e pressante dal coreografico single player, il multi di Killzone 2 propone scontri brutali e complessi. I personaggi procedono incerti, traballano per il rinculo smodato di ogni colpo esploso, arrancano nella concettosità del sistema che regola la mira di precisione. Lo scheletro portante si dimostra forse non universale, ma comunque efficace nella riproduzione di una schermaglia bellica basata sulla posizione, sulla concertazione, e sempre capace di mettere in difficoltà. Le scelte operate nella distribuzione dei tasti, ad esempio, sono esplicite dichiarazioni di intenti. La necessità di premere lo stick destro per visualizzare il mirino, imbracciando il fucile e limitando i movimenti, non permette assalti precisi e veloci allo stesso tempo: in guerra si deve sacrificare qualcosa.
    Al di là di questo, alcune impostazioni possono tranquillamente essere considerate difetti di progettazione, come la necessità di premere il dorsale sinistro per accucciarsi, in un'opzione davvero scomoda e difficile da aggirare utilizzando gli altri preset disponibili.
    In ogni caso -ribadiamo una volta di più il concetto, già sostenuto in occasione delle prove Single Player- Killzone 2 si propone alla platea dei giocatori come un titolo particolare: gioca le sue carte migliori nella mimesi sfrenata della afflizione bellica. I soldati sono fragili e impacciati, ma determinati. E se è vero che non tutti potranno apprezzare i risultati di Guerrilla (chi cerca uno shooter poco impegnativo, frenetico e serrato può guardare altrove), siamo sicuri comunque che Killzone 2 saprà raccogliere una discreta platea di Fan. Il titolo ha davvero un approccio inedito al mondo degli FPS, trasversale e obliquo, raramente sperimentato.
    Concludiamo la disamina del comparto ludico citando l'ottima qualità delle tre mappe messe a disposizione nella Beta, in cui fino a 32 giocatori possono darsi battaglia. La varietà del design è sempre elevata, le locazioni alternano felicemente spazi aperti a stretti corridoi, strutture in muratura a grandi canali di connessione fra le aree di maggior interesse. Lo studio metodico della planimetria è necessario per orientarsi nelle strutture asimmetriche, e sfruttare al meglio gli innumerevoli spunti offerti. Camminamenti sopraelevati, mezzanini, passaggi sotterranei, ed in generale uno sviluppo delle arene che non si dimentica della verticalità permette di fatto di adottare molteplici strategie d'attacco, variando ad ogni assalto il percorso seguito per raggiungere la meta.
    Il design, come quello dell'intera produzione, è cupo, scuro, quasi tetro. Le zone appaiono devastate dalla guerra e dal tempo, cadenti, ammantante dalla ruggine e dalla polvere. Fin quando non si scopre, al di là dei lugubri casermoni della Radec Accademy, una piazza illuminata a giorno, quasi ridente, neoclassica. E mentre questa diventa il centro nevralgico di ogni scontro, e le sue colonne cedono di fronte all'irruenza dei colpi, si capisce che dietro ai colori tenui, smussati, opachi del colpo d'occhio, si cela una precisa scelta stilistica capace di trasmettere sensazioni uniche.

    Dal punto di vista tecnico, Killzone 2 riesce a suscitare un sensato entusiasmo, nonostante il necessario (ma lieve) downgrade grafico collochi la resa visiva del multiplayer su un gradino più basso rispetto a quella del Solo Mode. E' scomparsa buona parte delle mappe superficiali, ma vengono mantenute le texture in alta definizione, che contribuiscono a creare un colpo d'occhio che, in movimento, ha poco da invidiare ai concorrenti. Sostanziosa la modellazione poligonale, e decisamente efficace la resa degli effetti speciali (gli schizzi di sangue sono fra i migliori mai visti, e trasmettono una brutalità unica). Moderatissimo l'uso del blur, attenuata, rispetto ai primi livelli della campagna, anche la distribuzione ed il risalto degli shader. In generale il processo di ottimizzazione ha portato ad un livello tecnico efficace, senza esagerare per quantità di dettagli e fluidità (30 Fps costanti se il numero di esplosioni visualizzate contemporaneamente non è eccessivo). Gran parte del fascino di Killzone 2 risiede comunque nella sua componente artistica, nella selezione di tonalità e nella selezione di ambienti. Il pieno apprezzamento resta dunque particolarmente soggettivo. L'applicazione di filtri grafici particolari (un effetto a grana grossa che si stende morbidamente su molte visuali) contribuisce, a nostro modo di vedere, a creare un'atmosfera "polverosa", "sporca", di sicuro impatto. Non ci pare che il suo utilizzo sia necessario per nascondere eventuali defaillance del motore grafico, che di fatto si comporta egregiamente.
    A livello sonoro, colpiscono ovviamente i temi di ampio respiro, e la bellissima traccia principale. Le campionature sono efficaci e pulite, mentre davvero perfette (per tono, recitazione, linee di testo) le poche battute che accompagnano l'inizio del match e il cambiamento di obiettivi.

    Killzone 2 La beta multiplayer di Killzone 2 rimarca ancora una volta la bontà del titolo Guerrilla. L'idea alla base del gioco online è quella di offrire un sistema che non si faccia mancare niente, utilizzando il “patrimonio” comune a molti altri FPS, ma trasformandolo in un impianto modulare e finemente integrato con il sistema di progressione del personaggio. Di fatto, questo rende l'esperienza di Killzone 2 molto completa. Resta ferma però la volontà precisa di creare un titolo insolito, fuori dagli schemi classici dello shooter moderno, capace di riprodurre l'angoscia e l'affanno della guerra, sia a livello visivo (con tonalità cromatiche scure, ambientazioni cadenti e logore), che a livello ludico (con un ritmo particolare, con un set di animazioni che trasmettano l'impaccio del soldato, con strane soluzioni nella distribuzione dei tasti). Il percorso di Guerrilla aveva intrapreso questa direzione già con il primo, storico Killzone, e trova pieno compimento in questo grande progetto. Si rivolge non certo a tutta l'utenza, con un FPS che non vuole certo essere uno scacciapensieri, ma un'esperienza globale e atipica. Un approccio coinvolgente, avvolgente, raramente sperimentato.

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