Provato Kingdom Hearts 3D: Dream Drop Distance

Alla scoperta delle qualità del prossimo capitolo della saga per 3DS

Provato Kingdom Hearts 3D: Dream Drop Distance
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  • 3DS
  • Storie d'amore nate da un colpo di fulmine

    Al suo esordio, Kingdom Hearts rappresentò un fulmine, un colpo di fulmine, a ciel sereno. L'improbabile fusione tra l'epicità dei mondi fantasy e ruolistici di Square, con lo stile, le tematiche e l'immaginario Disney, crearono un immediato e giustificabile scetticismo, cavalcato sia dai videogiocatori stessi, che dalla stampa specializzata. Sappiamo tutti come andò a finire: la software house nipponica seppe confezionare un titolo magnifico e superbo, dando il via a una saga che nel giro di due soli capitoli ufficiali, entrambi pubblicati su Playstation 2, seppe crearsi una foltissima e fedelissima schiera di fan.
    La storia di questa saga però, non è tutta rose e fiori. Da una parte infatti, c'è lo spettro di Kingdom Hearts 3: nuovo episodio tanto desiderato e reclamato a gran voce che si sta tramutando in una sorta di morbo isterico. Dall'altra le ambizioni portatili del brand, attualizzatesi in un considerevole numero di spin-off dalla qualità spesso, per non dire sempre, non del tutto convincente. Sebbene Birth By Sleep, premiato sulle nostre pagine con un roboante 8.8, tenderebbe a confutare questa teoria, il pur discreto 358/2 Days tormenta ancora i sogni di tanti fan delusi.
    Sempre in attesa del terzo capitolo ufficiale, Square-Enix è ormai in procinto di pubblicare anche nel nostro continente il nuovo Dream Drop Distance che rappresenta l'esordio della saga sul nintendoso 3DS. Dopo averne parlato più di un anno fa in una breve anteprima, torniamo a parlarne oggi dopo aver testato la breve, ma significativa, demo rilasciata in questi giorni sul Nintendo eShop.

    Un Kingdom Hearts molto atletico

    Kingdom Hearts 3D: Dream Drop Distance a grandi linee non cambia di una virgola il gameplay classico della saga. Anche in quest'episodio vi ritroverete ad alternare l'esplorazione di mondi 3D, naturalmente ispirati ad alcuni brand Disney, con fasi di combattimento in tempo reale. Appoggiandosi su un combat system piuttosto semplice in termini di control scheme, Square-Enix renderà il tutto più profondo contando su un'impostazione ruolistica legata a level up e nuove tecniche offensive che il vostro avatar apprenderà scontro dopo scontro.
    Questo capitolo avrà un'importanza particolare in quanto, nel sempre più intricato plot generale che sottende l'epopea, rappresenterà la premessa all'ormai sicuro, e si spera prossimo, Kingdom Hearts 3. Proprio per questo motivo sarete chiamati a guidare Sora e Riku attraverso il loro esame del Mark Of Mastery, al fine di diventare Keyblade Master: condizione irrinunciabile per affrontare al meglio il futuro ed inevitabile scontro con il malvagio Xehanort. La trama quindi si dipanerà lungo il training dei due protagonisti, ma siamo sicuri che non mancherà di concedersi qualche variazione sul percorso e di proporre un paio di spiazzanti colpi di scena.
    La demo è divisa in due parti: il tutorial e un breve livello. Grazie alla prima voce è possibile farsi un'idea di quello che sarà il control scheme e della sua effettiva attualizzazione. Da quanto visto avrete a che fare con un'impostazione assolutamente classica dei controlli. L'analogico muove l'avatar, i due dorsali gestiscono la telecamera, due pulsanti per l'attacco, di base e l'altro per le tecniche speciali, uno per il salto e uno per la parata o schivata. A bordo di una zattera di fortuna in balia della tempesta, controllando Sora e vedendocela contro i tentacoli di una gigantesca Ursula, ci siamo immediatamente sentiti a casa e non abbiamo per nulla faticato a mandare a segno le nostre offensive e a difenderci da quelle nemiche. In particolare abbiamo apprezzato la precisione nel controllo permessa dall'analogico e l'accurato lock-on sugli avversari, capace di sopperire alla mancanza di un secondo stick che avrebbe permesso una miglior gestione della telecamera.

    Sconfitta Ursula, in un'ambientazione cittadina abbiamo potuto saggiare le capacità del nuovo Flowmotion System: feature sulla quale Dream Drop Distance pone il suo discriminante principale rispetto ai precedenti capitoli della serie. In breve, si tratta di esplorare e combattere con stile e velocità. Vi sarà infatti permesso di rimbalzare da una parete all'altra, grindare sui corrimano, aggrapparvi ai pali della luce e persino di sorvolare a gran velocità il suolo. Se tutto ciò vi permetterà di raggiungere luoghi altrimenti inaccessibili e più in generale di muovervi rapidamente da un punto della mappa all'altro, contro i nemici potrete sfruttare queste abilità ginniche per incredibili e potenti attacchi, che vi permetteranno di avere la meglio anche se in pesante inferiorità numerica.
    Effettivamente, per quanto sia straniante vedere Sora muoversi con la velocità di un Super Sayan, il sistema di rivela gustoso al punto giusto. Sebbene si crei un po' di caos, unitamente a una non sempre perfetta gestione della camera, eliminare velocemente chiunque vi si pari di fronte, diverte senza appesantire o stravolgere troppo il gameplay classico di Kingdom Hearts.
    Appreso il Flowmotion System, siamo stati introdotti all'ultima parte del tutorial: quello dedicato al Reality Shift. Si tratta di un attacco speciale attivabile in particolari condizioni o quando i vostri avversari saranno storditi. Alla comparsa di una specifica icona su schermo, dovrete semplicemente premere una combinazione di tasti per dare il via all'attacco. A quanto pare Sora e Riku, entrambi controllabili nel corso dell'avventura, avranno due Reality Shift ben distinti. Nella demo era possibile testare solo quella del primo: tramite touch-screen vi sarà chiesto di selezionare l'area in cui il giovane eroe creerà un'area di impatto che causerà danni a tutti coloro che si troveranno coinvolti nell'onda d'urto. Niente di trascendentale insomma, né tanto meno si tratta di un uso innovativo dello schermo sensibile al tocco del 3DS, ma è pur sempre un ulteriore tecnica sulla quale potrete fare affidamento.

    Ritorno a Traverse Town

    Completato il tutorial, abbiamo avuto modo di testare il brevissimo livello messo a disposizione dalla demo. Nell'incapacità di stabilire a che punto dell'avventura ci trovassimo, abbiamo preso il controllo di un Sora sorpreso di ritrovarsi nuovamente nella vecchia Traverse Town: ambientazione già esplorata nel primo Kingdom Hearts. Dopo pochi passi nella piazza principale, il nostro ha incontrato Neku Sakuraba: protagonista del poco conosciuto, ma splendido, TheWorld Ends With You. Dopo un beve dialogo, il quale senso ci è rimasto ampiamente oscuro, abbiamo potuto iniziare l'esplorazione dello scenario.
    A sorprenderci immediatamente due cose. La prima è legata alla presenza di due piccoli aiutanti che vi daranno manforte in ogni battaglia. Si tratta di piccoli mostriciattoli che, controllati dalla CPU, vi aiuteranno nell'eliminazione dei nemici. Anch'essi dotati di un'autonoma barra della vita, che andrà eventualmente rimpinzata, potranno esibirsi in attacchi combinati di varia potenza, relativamente al riempimento di uno specifico indicatore. La seconda è l'effettiva preponderanza del Flowmotion nell'economia del titolo. Il design del livello, ricco di corrimano e pareti, non faceva altro che spingerci a ricorrere di continuo alle incredibili abilità ginniche di Sora. Ciò andava a tutto vantaggio del ritmo: semplicemente indiavolato, incapace di conoscere tempi morti e costantemente alternato da rapide battaglie. Così concepiti inoltre, gli scontri evitavano di scadere nel ripetitivo: nonostante una certa mancanza di profondità, dovuta più che altro all'estrema efficacia di un paio di mosse, il continuo cambiamento di setting rendeva impossibile annoiarsi.

    Qualche altra perplessità si è riscontrata al sopraggiungere del boss di fine livello. Nonostante le sue gigantesche dimensioni, nel corso della lotta, avvenuta su un tetto particolarmente ampio, abbiamo faticato a mantenere il lock-on fisso su di lui, costringendoci a ruotare febbrilmente la telecamera ed esponendoci ai suoi attacchi.
    Al di là di tutto, il gameplay di Dream Drop Distance ci ha positivamente sorpresi: pur restando ancorato alla tradizione della saga, tenta di proporre qualcosa di nuovo e adatto, grazie al ritmo più sostenuto, al contesto portatile nel quale si muoverà.
    Dal punto di vista grafico c'è ben poco di cui lamentarsi. I modelli poligonali di Sora e nemici convincono appieno, così come le loro animazioni. Buono anche il frame-rate: incapace di conoscere rallentamenti anche nei momenti più concitati. Lievemente deludenti le ambientazioni: se non mancano luci e colori un po' ovunque, spesso ci si ritrova di fronte a piazzali fin troppo spogli. Buono anche l'effetto 3D. Per quanto aggiunga ben poco in termini di gameplay, quanto meno non è fastidioso e riesce a creare un apprezzabile senso di profondità che aiuta un minimo a calcolare le distanze dai nemici.
    Discreto anche il sonoro: il main theme della Traverse Town è orecchiabile al punto giusto, mentre il doppiaggio dei personaggi, esclusivamente in inglese, è in linea con la qualità dei passati capitoli della saga.

    Kingdom Hearts 3D: Dream Drop Distance Questa breve demo di Kingdom Hearts 3D: Dream Drop Distance ci ha sicuramente fatto una buona impressione. Il prodotto nasce avendo attorno un po' di scetticismo viste le ultime apparizioni della saga sui portatili Nintendo, ma sembra avere tutte le carte in regola per farsi apprezzare dai fan e non. Tutto dipenderà sicuramente dal Flowmotion: se questa feature riuscirà davvero a creare un buon ritmo per tutto il corso dell'avventura e a inspessire ulteriormente il combat system, allora avremo indubbiamente tra le mani un ottimo spin-off difficilmente sconsigliabile. Non ci resta che aspettare poco meno di un mese: la data di pubblicazione è infatti fissata per il prossimo venti luglio. Solo in prossimità di quella data Everyeye vi fornirà il parere definitivo sull'ultima fatica targata Square-Enix.

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