Provato Lego Pirati dei Caraibi

Jack Sparrow e ciurma si trasformano in mattoncini LEGO

Provato Lego Pirati dei Caraibi
Articolo a cura di
Disponibile per
  • DS
  • Xbox 360
  • Wii
  • PS3
  • 3DS
  • Pc
  • Psp
  • TT Games ci ha preso gusto, e dopo Harry Potter, Darth Vader, Indiana Jones e Batman si porta a casa l’ennesimo scalpo celebre, quello del ciondolante Jack Sparrow, per l’ultima produzione targata Lego. Infatti gli studios hanno trasferito armi, bagagli e mattoncini nei mari dei Caraibi, per ripercorrere le folli avventure dell’assurdo pirata Johnny Depp. Senza dimenticare a casa l’ironia disimpegnata che da anni seduce pubblico e critica, e che trova terreno fertile sul ponte della Perla Nera. “Disney Lego Pirati dei Caraibi: il videogioco” si diverte così ad esplorare il mondo cinematografico della saga, e ingloba, oltre ai primi tre capitoli, anche alcuni spunti del nuovo “Oltre i confini del mare”, in uscita sul grande schermo a Maggio.

    Brick Sparrow

    Nonostante la fama smisurata delle storie con cui si sono confrontati, il lavoro di TT Games non è mai stato banale, e la bontà del loro operato si riverbera sul marchio Lego: in ambito videoludico si è infatti imposto con una caratterizzazione forte che prescinde dall’opera originale “saccheggiata”, per aggiungere la propria impronta, ispirata ma devota al punto che i primi ad apprezzarla sono sempre i fan delle saghe parodiate. Il materiale certo è di qualità altissima, ma i ragazzi di Traveller’s Tales hanno saputo alzare ogni volta l’asticella, e stavolta, coadiuvati da Disney, regalano una piccola gemma rifinita in stile barocco, in cui ogni particolare è vezzeggiato e prezioso. Sì perchè Lego Disney Pirati dei Caraibi è a tutti gli effetti un videogioco Lego, dritto nella scia della classici precedenti, ma ancora una volta elude la sensazione di deja-vu grazie alla cura e all’amore per la propria parodia. Perché di amore si tratta, quando si riesce a rendere con dei mattoncini l’atmosfera gocciolante e ammuffita dell’Olandese Volante e a trasportarci a bordo, quasi a respirare il salmastro malato dei prigionieri di Davy Jones.
    Il gioco in sé mantiene il gameplay mutuato dagli episodi passati, vive quindi di platform, di enigmi ambientali e di un combat system ricamato sul mondo dei pirati, ma non dissimile nelle meccaniche a quello di Guerre Stellari. Anche stavolta però ogni aspetto si lega indissolubilmente al film parodiato ed evitare quell’indigesto senso di sovraesposizione che si comincia a paventare per il brand, tanto più che le avventure di Will, Elizabeth e Jack sono offrono buoni spunti di giocabilità. Basti pensare alla folle corsa dei pirati prigionieri in enormi bolle di corda, nel secondo episodio, puntualmente rivista in chiave Sonic, in cui all’interno della nostra tonda prigione dovremo rotolare in salvo tra marchingegni da aprire in coop, trappole e cannibali. In questa sessione abbiamo scoperto inoltre una fisica mai vista prima in un titolo Lego, realistica e funzionale, che arricchisce di molto l’esperienza nelle fasi dedicate al platform. E nel mondo dei pirati, specialmente quello Disney, di spunti platform ce ne sono parecchi, dalle corse tra cime e pennoni sugli alberi dei vascelli alle peripezie sulla ruota del mulino, altra scena caratteristica della trilogia. Queste sessioni dinamiche e sgargianti bilanciano i momenti dedicati ai puzzle ambientali, più lenti e dedicati all’interazione classica tra personaggi: in questo caso il cast supporta un massimo di 8 personaggi, ognuno con la propria capacità, richiamabili comodamente da un menù radiale. Lo switch è stato così reso più flessibile, proprio per gestire la propria numerosa crew in modo immediato, specie quando la situazione impone due azioni simultanee o l’utilizzo di personaggi lontani. Sarà così possibile sfruttare i 70 personaggi disponibili per giocare con la caratterizzazione di ognuno, da Jack con la bussola che indica luoghi segreti ai membri maledetti della perla nera, che possono viaggiare sott’acqua senza la necessità di respirare. O Bill Sputafuoco Turner (ormai “mollusco”) capace di penetrare, in osmosi con la nave, in aree inaccessibili al figlio, mentre appunto Will nelle segrete dell’Olandese Volante dovrà interagire con catene e lucchetti, vista la sua natura da fabbro. Gli enigmi ancora una volta giocano sull’interazione tra personaggi e scenario, per cui ad ogni obiettivo corrisponde una serie di azioni atte a sbloccarlo: Will dovrà cercare ossa di detenuti per attirare il cane e “addomesticarlo”, per fargli scavare il terreno (ovviamente sotto la X come nelle migliori mappe del tesoro) e permetterci di recuperare mattoncini utili per costruire vie di fuga. Oppure dovremo trovare una torcia, la cui luce farà ritirare i tentacoli di dubbia natura che infestano l’Olandese Volante, sbloccando il meccanismo che consente l’apertura al ponte della nave. Dinamiche classiche quindi, anche semplici a volte, ma capaci di restituire l’atmosfera di ogni situazione vista nella saga anche se declinata in videogames, se possibile addirittura espansa in un mondo credibile e fedele allo spirito dei bucanieri Disney.

    Personaggi di plastica in un mondo reale

    L’impressione migliore che ci regala questo titolo alla prima prova riguarda proprio il mondo dei Pirati dei Caraibi, che chi ha amato i film non può non aver voglia di esplorare. Le distese di acqua cristallina fanno brillare gli occhi di chi si vede sulla tolda della Perla Nera, le isole del governatorato Britannico si ergono massicce, l’Olandese Volante vibra della propria muschiosa vita, tramite effetti grafici realistici prima ancora che plasticosi. E’ un mondo vero quello in cui possiamo immergere gli omini o far galleggiare i nostri modellini di navi, e la sensazione è tanto ingenua quanto meravigliosa. Senza dimenticare la ricchezza di particolari, che riempie ogni quadro di elementi giocabili o semplici rimandi, pur mantenendo l’affresco pulito e mai in affanno. Lo splendido comparto grafico trova poi un ottima conversione su 3DS, anch’essa dettagliata e definita, e giocoforza perfetta nell’impostazione tridimensionale visto l’elemento strutturale protagonista, il mattoncino Lego. Proprio la natura intrinseca delle forme su schermo guadagna molto dal 3d, che benchè non invasivo dona ai pezzi di plastica la loro corposità reale, quella con cui siamo soliti giocare nei classici set da costruzione.
    La versione 3DS si fregia inoltre della modalità Pirate Duel, che permette ai possessori della console di far sfidare i propri personaggi tramite il sistema Street Pass: Una volta costruito il proprio bucaniere, dai vestiti ai pattern d’attacco e difesa, potremo così scontrarci con pirati rivali ogni volta che incrociamo un altro 3DS, per guadagnare play coins da spendere nel gioco.

    Lego Pirati dei Caraibi Lego Disney Pirati dei Caraibi: il Videogioco regala una nuova avventura al brand creato da TT Games, e a guadagnarne è anche il gameplay, che mutua gli spunti delle avventure di Jack Sparrow per rinfrescare le meccaniche classiche, pur senza operare rivoluzioni copernicane. Potremmo chiederci fino a quando la formula Lego potrà rimanere vincente, e quanto sia merito del materiale originale di prim’ordine piuttosto che della parodia, ma ancora una volta la prova con mano ci lascia sorridenti e pronti a regredire all’infanzia felice che fu, nella speranza che la freschezza delle fasi testate si mantenga per tutta l’avventura. Non mancherà invece la consueta verve umoristica, su questo non ci sono dubbi, visto l’incontro tra gli assurdi pirati capitanati da Johnny Depp e gli altrettanto divertenti personaggi Lego, ormai una certezza da questo punto di vista.

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