Provato Lost Horizon

Provato il primo capitolo della nuova avventura dai creatori di Secret Files

Provato Lost Horizon
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  • L’anno che sta per terminare ha regalato a tutti gli amanti del mondo video ludico molti titoli di spessore, un po’ per tutte le varie tipologie.
    Anche i patiti delle classiche avventure punta & clicca potranno ritenersi soddisfatti, grazie soprattutto al buon ritorno di Monkey Island e a quella piccola perla di design che prende il nome di Machinarium.
    Gli anni passati ci avevano infatti regalato molto poco a livello di avventure grafiche, e uno dei tentativi sicuramente più riusciti fù quello della serie Secret Files, che tra il 2006 e il 2007 vide l’uscita di entrambi i capitoli della serie, che ottennero un discreto consenso sia a livello di vendite che di approvazioni.
    Dopo circa tre anni gli stessi sviluppatori, gli Animation Arts, si apprestano a tornare prepotentemente in campo con una nuova avventura grafica, che promette di portare una ventata di aria fresca nel genere, grazie ad un sistema di gioco mai banale e ripetitivo; stiamo parlando di Lost Horizon, titolo previsto per il 2010 e che abbiamo avuto la possibilità di provare in anteprima per saggiarne le effettive capacità ludiche e artistiche.

    Classico ma originale

    Lost Horizon sviluppa la sua trama negli anni ’30, dove vestiremo i panni di Fenton Paddock, ex-militare inglese, ora dedito al contrabbando, in una hong kong dove la triade detta legge e nessuno, nemmeno il nostro nuovo eroe, può sfuggire alle sue regole.
    La versione giocabile arrivata in redazione conteneva, purtroppo, solo il primo capitolo dell’avventura, ma già da quel poco che abbiamo potuto provare, si nota una certa vena artistica che punta fortemente all’avventura e alla risoluzione, ancora una volta, di uno dei più grandi misteri dell’umanità.
    Fenton diverrà quindi, suo malgrado, una sorta di Indiana Jones, e si troverà presto invischiato in una faccenda dai contorni misteriosi, rischiando la vita almeno tre volte solo nel primo capitolo del gioco.
    Eredità della serie Secret Files sarà l’interfaccia di gioco, molto semplificata come è ormai consuetudine per i titoli del genere di ultima generazione.
    Basteranno infatti i due tasti del mouse per interagire con il mondo circostante, laddove il tasto destro fungerà da funzione “esamina”, mentre il sinistro ci permetterà di interagire direttamente con l’oggetto in questione.
    Il nostro inventario sarà sempre visibile nella parte bassa dello schermo, tramite la quale potremo scegliere velocemente quale oggetto usare, quando la situazione lo richiederà, così come avere la possibilità di combinare i nostri averi per creare qualcosa di più utile, cosa che nel primo capitolo si rivela fondamentale più di una volta.
    Tutto ciò potrebbe sembrare come qualcosa di assolutamente classico del genere, ed è assolutamente così: le particolarità del titolo sono infatti altre, che andremo ora ad analizzare.
    Già dopo qualche minuto di gioco, infatti, si nota la possibilità di poter proseguire la nostra avventura in almeno due modi diversi: non andando a rivelare nulla di particolare, vi basterà sapere che lo charme del nostro Fenton verso una bellissima cantante, ci permetterà di uscire da una situazione alquanto pericolosa in maniera del tutto diversa dalla classica fuga alla Indiana Jones, con tanto di vassoio infuocato a fungere da diversivo, che ci capiterà di dover escogitare nel caso in cui ricevessimo il comune “due di picche” dall’incantevole signorina.
    In parole povere, a seconda della riuscita o meno di determinati dialoghi, il gioco permetterà di risolvere intricate situazioni in diversi modi, donando un discreto fattore di rigiocabilità, anche solo per pura curiosità.
    Altro fattore determinante per il proseguio della nostra avventura sarà la cooperazione.
    Dopo qualche minuto di gioco si unirà a noi infatti una bellissima ragazza, Kim, con la quale dovremo partire alla volta del Tibet alla ricerca di un nostro caro ex-compagno d’armi.
    Dopo una serie di sfortunati eventi (cit.) ci troveremo in fuga a bordo di un camion, in una situazione del tutto imprevista dove la cooperazione e lo scambio di oggetti tra i due personaggi sarà al tempo stesso fondamentale nel raggiungimento del nostro traguardo, e del tutto appagante a livello di gameplay.
    Tirando le somme, Lost Horizon si presenta come un titolo assolutamente da seguire, che promette di affascinare tutti gli affezionati del genere con il suo mix di situazioni che vanno dal classico al più innovativo, con una trama che, sebbene non sia il massimo a livello di originalità, sembra ben strutturata e capace di lasciarci con molti interrogativi che non vediamo l’ora di risolvere, una volta che il titolo sarà rilasciato.

    Un mondo disegnato a mano

    Tecnicamente Lost Horizon affianca una raffigurazione in 3d dei personaggi con tutta una serie di sfondi e schermate interamente disegnati a mano.
    Il prodotto finale risulta gradevole e ben caratterizzato, grazie anche ad una scelta di colori che, almeno nelle prime fasi, sembra del tutto azzeccata e ben realizzata.
    Qualche perplessità è emersa solo a livello di animazioni, ma niente che possa minare un comparto tecnico discreto, che avrà dalla sua una buona scalabilità, permettendo anche ai possessori di configurazioni un po’ più vecchie, di poter giocare senza troppi problemi.
    La versione da noi testata era completamente doppiata e sottotitolata in inglese, ma non dovrebbero esserci problemi per la traduzione, dei soli sottotitoli, nella nostra lingua, come avvenuto per la serie Secret Files.
    Il doppiaggio in inglese risulta comunque di buon livello, così come gli effetti sonori e le musiche che accompagneranno il gioco in tutta la sua durata.
    A conti fatti la nostra prova, seppur da considerarsi solo come un piccolo assaggio, pone Lost Horizon come un titolo che promette molto bene, sperando che tutto il buono presente nei primi capitoli del gioco abbia una prosecuzione e, perché no, un eventuale miglioramento nella fasi più “calde” dell’avventura di Fenton Paddock.

    Lost Horizon Lost Horizon è senza dubbio un titolo che, speriamo, potrà elargire una buona dose di divertimento a tutti coloro che sentono la mancanza di un’avventura grafica che sia al tempo stesso immersiva e adrenalinica. La versione di prova da noi testata ci ha permesso di appurare la bontà del lavoro fatto dai ragazzi di Animation Arts, con un gioco che avrà nei dialoghi e nella cooperazione i suoi principali punti di forza. Poter risolvere determinate situazioni in modi diversi, o solamente con l’aiuto del nostro compagno, potrà donare quella diversificazione delle situazioni che ogni amante dei classici punta & clicca apprezza in particolar modo. Molto curato anche a livello tecnico, Lost Horizon è in definitiva un prodotto che promette molto bene, sperando che tutto ciò di buono da noi provato nelle prime parti del gioco, potrà mantenere poi poi questo standard per tutta la durata della nostra avventura. Non ci resta che attenderne il rilascio ufficiale, fissato per il 2010, per capire se il titolo di Animation Arts riuscirà a donare nuova linfa vitale nel genere delle avventure grafiche.

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