Provato Mass Effect 3: alla scoperta della modalità cooperativa

Provata la modalità Cooperativa del'RPG Sci-Fi firmato Bioware

Provato Mass Effect 3: alla scoperta della modalità cooperativa
Articolo a cura di
Disponibile per
  • Xbox 360
  • PS3
  • Wii U
  • Pc
  • Mass Effect 3 è uno dei titoli più attesi del prossimo anno. In uscita a Marzo 2012, il capitolo conclusivo della trilogia di Shepard vuole rappresentare il vertice di una delle esperienze ruolistiche più affascinanti di questa generazione. Ambientato in un universo Sci-Fi complesso come pochi, Mass Effect 3 punterà tutto sulla caratterizzazione dei personaggi, sull'intensità del plot, sulla varietà delle quest. Capirete anche voi, dunque, che trovarsi di fronte ad una raffazzonata modalità multiplayer cooperativa è stata di fatto una mezza delusione. Sappiamo benissimo che il focus del prodotto non sarà l'online, ma dopo le ottime presentazioni dell'E3 e di Colonia, in questo showcase restiamo con un palmo di naso, costretti a giocare una mappa poco intrigante per saggiare le scarse possibilità di un'opzione che non ha mai convinto nessun Fan.

    Horda Sci-Fi

    La “scusa” per inserire il Multiplayer cooperativo in un titolo come Mass Effect 3 è quella di una guerra su scala galattica, che coinvolge vari settori dell'universo creato da Bioware. Per liberare i popoli uniti dalla minaccia di Razziatori e Geth, le squadre d'assalto di soldati elite dovranno radunarsi e combattere nei teatri di guerra di tutta la galassia.
    Se la “giustificazione” per trovarsi con un massimo di altri 3 amici e massacrare qualche alieno ostile potrebbe sembrare tutto sommato azzeccata, la realizzazione globale del game mode lo è molto meno. Sostanzialmente la modalità cooperativa si focalizza sull'anima da Third Person Shooter del prodotto, ben avvertibile nell'economia di gioco. Il fatto che le dinamiche “action” non fossero il punto di forza del titolo Bioware sembrava chiaro ai fan ed al team, e la scelta non solo di valorizzarla, ma di impostarci attorno un'opzione così “vistosa” non pare del tutto azzeccata.
    Nella mappa presentata il quartetto di giocatori veniva catapultato all'interno di una base spaziale un po' anonima, divisa in grandi aree d'attracco esterne e corridoi leggermente più stretti all'interno.
    Il compito principale del gruppo è quello di sopravvivere a diverse “ondate” di avversari. Dapprima arrivano dei soldati Geth, facilissimi da abbattere, e per sopravvivere non è necessario neppure troppo supporto reciproco. Nel corso della seconda ondata il ritmo di gioco si intensifica, dal momento che il quartetto deve disattivare quattro bombe entro un tempo limite. Gli assalti dei nemici si fanno più intensi, e mentre uno dei soldati lavora sugli ordigni, gli altri devono almeno coprirgli le spalle. L'arrivo dei nemici dotati di scudi o armatura apre la strada all'utilizzo delle varie abilità. Ogni personaggio ha a disposizione, come nel titolo principale, tre slot per le abilità attive, da utilizzare con il tasto Y o con uno dei due dorsali. Ci sono ovviamente abilità di supporto (scudi aggiuntivi) e altre d'attacco, che bloccano gli avversari, friggono i circuiti dei nemici sintetici, stordiscono quelli biologici, o più semplicemente fanno danni ad area o aggiungono effetti ai proiettili. L'uso delle abilità, come sempre, è regolato dal cooldown.
    Il problema vero di questa modalità è rappresentato dalla generale monotonia dell'azione di gioco. Senza l'entusiasmo dell'esplorazione, il quartetto si ritrova a massacrare nemici su nemici, senza dover imbastire tattiche troppo elaborate, vista l'imbarazzante intelligenza artificiale. I Geth si posizionano sulle linee di tiro, non rispondono con attacchi da mischia quando ci si avvicina per finirli con il calcio del fucile, si accatastano dietro le coperture.
    Il design della mappa -piatto e poco convincente- e spawn point dei nemici posizionati in locazioni molto prevedibili, permettono addirittura di “far quadrato” e passare una decina di minuti con il polpastrello piantato sul trigger destro, a sparare senza curarsi di munizionamento e altro.
    Nel corso di questa prova è spuntato anche qualche Bug ed evidenti problemi di ottimizzazione (si veda il framerate non certo costante).
    La possibilità di salire di livello con il proprio personaggio, incrementando l'efficacia dei poteri speciali, non basta a mettere una pezza. Anche perchè nella confusione generale della mischia è difficile poter utilizzare i poteri in modo tattico (come invece accade, avendo a disposizione anche due compagni opportunamente selezionati, nell'avventura in Single Player).

    Mass Effect 3 Se le premesse sono queste, il multiplayer cooperativo di Mass Effect 3 sarà una delle modalità più trascurate dalla fanbase. Il team di sviluppo avrebbe potuto strutturare le missioni co-op in maniera più creativa, proponendo delle side quest da affrontare in gruppo. Ed invece mette in piedi una sorta di arena che si focalizza sulla compontente da Third Person Shooter del suo progetto: un aspetto che, senza il tatticismo legato alla possibilità di controllare autonomamente la propria squadra, risulta troppo standardizzato, poco preciso e non certo entusiasmante. Assolutamente da rivedere. Nella consapevolezza, ovviamente, che la grandezza di questa saga Sci-Fi non verrà certo messa in discussione da una modalità che vuole essere un riempitivo. Indipendentemente da questo marginale passo falso, Mass Effect 3 resta un titolo da attendere con fermento. La qualità del plot, della recitazione digitale, e la profondità delle scelte morali sono aspetti di cui si è discusso abbondantemente, e che restano a monito dell'enormità dei valori produttivi del titolo Bioware.

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