Provato Medal of Honor

Abbiamo provato la beta multiplayer di Medal of Honor, reboot della serie in arrivo su PC, PS3 e Xbox 360 a ottobre.

Provato Medal of Honor
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Disponibile per
  • Xbox 360
  • PS3
  • Pc
  • In una generazione più che mai ricca di First Person Shooter non poteva certamente mancare una vecchia gloria come Medal Of Honor, che ritorna in grande stile abbracciando setting moderni (la guerra in Afghanistan) e mettendo sullo schermo inediti protagonisti: i Tier 1, corpo d'elite statunitense specializzato in missioni estreme.
    Dopo la presentazione e la prova durante l'Electronic Enterteinment Expo appena terminata in quel di Los Angeles è giunto il momento di un più comodo ed approfondito hands on, grazie alla beta multiplayer, disponibile per Playstation 3 e PC a partire dal 21 Giugno (fino al 17 Luglio).
    Per quel che riguarda la versione Xbox 360 non si sanno ancora date precise ma il dev team ha assicurato che entro questa settimana verrà anch'essa rilasciata.

    Modern Company 2,5

    Avviata la beta il tocco di DICE, responsabile unicamente del multiplayer, si vede subito: ognuna delle due fazioni (Marines e Miliza afghana) avrà a disposizione tre classi tra le quali scegliere il proprio alter ego.
    Il Soldato, armato di fucile d'assalto equipaggiato con lanciagranate e pistola, il Guastatore, dotato di mitragliatrice leggera e lanciarazzi e il Cecchino, forte del fedelissimo fucile di precisione e del proverbiale C4, declinato in forme diverse a seconda dell'allineamento bellico.
    Ogni classe prevederà, alla stregua di Bad Company 2, un percorso diverso, fatto di punti esperienza, traguardi da raggiungere ed accessori da sbloccare per personalizzare la dotazione: il Soldato, ad esempio, al secondo livello d'esperienza otterrà il Red Dot (il mirino a punto rosso), disponibile già dall'inizio per il Cecchino che, allo stesso punto, potrà beneficiare di un'ottica telescopica decisamente più avanzata.
    Prima di proseguire, tra le altre schermate notiamo anche la classica sezione dedicata alle ricompense, dove medaglie e gradi militari risultano inizialmente oscurati dandoci comunque l'idea di quanto dovremo impegnarci per poter essere annoverati tra i migliori, di cui, poco più in là, possiamo già osservare -grazie alle classifiche- le statistiche.
    Anche le modalità, almeno per quanto concerne la beta, ricalcano, seppur non in maniera pedissequa, quanto visto nell'ultimo episodio di Battlefield: troviamo infatti Mission, nella quale verremo divisi in team d'attacco e difesa per distruggere/preservare le proverbiali casse ai punti chiave della mappa e Team Assault, un deatmatch a squadre con l'unico limite fissato nell'intervallo di tempo.
    Come da tradizione DICE, infine, troviamo due sole mappe ad attenderci in quest'interessante pre-gustazione di quel che sarà a tutti gli effetti Medal of Honor, entrambe, naturalmente, ambientate in Afghanistan.
    La prima, "Helmand Valley", è ambientata sulle colline Afghane e presenta un setting semi-desertico nel quale si staglia, proprio sul colle più alto, la fortezza della milizia, obiettivo finale della missione.
    L'intera mappa, di dimensioni medio-grandi, è costellata da ammassi rocciosi, inframezzati da sparuti arbusti e costruzioni oramai in rovina: l'ideale nascondiglio per i tiratori scelti nonchè per proteggersi dal fuoco delle torrette piazzate sul sovrastante colle.
    Il level design risulta insomma molto interessante poichè, da una parte e dall'altra, permette l'attuazione di diverse strategie basate perlopiù sull'attacco di squadra; particolarmente efficace è risultato, ad esempio, l'aggiramento della suddetta costruzione sfruttando, come riparo, la conformazione naturale della zona.
    Tale conformazione ha poi il beneficio di non permettere al carro armato, unico mezzo presente, di raggiungere ogni zona, costringendo dunque gli attaccanti ad abbandonare il mezzo a favore dello scontro diretto almeno per minare le ultime casse.
    La seconda location "Kabul City Ruins", come suggerisce il nome stesso, è ambientata in un distretto di Kabul dissestato da un bombardamento.
    Edifici semi distrutti, rottami e macerie la fanno dunque da padrone in questa seconda location dalle dimensioni decisamente più contenute, dedicata -almeno nella beta- solamente al deatmatch e priva di mezzi in quanto costituita prevalentemente da strade e passaggi molto stretti.
    Nonostante le dimensioni ridotte il level design risulta anche più complesso ed articolato rispetto alla precedente, annoverando numerosi edifici completamente esplorabili ed un'intricato labirinto di strade costellate, appunto, da detriti e rottami che non permettono una comoda visione dell'orizzonte, lasciando dunque parzialmente al riparo chi le percorresse.
    Il setting è sembrato insomma ideale per il puro scontro a fuoco, adatto sia ai più schivi cecchini, grazie alle postazioni coperte da macerie e finestre semi-intatte, che ai feroci mercenari assetati di sangue, il cui turpinio d'uccisioni si è consumato nelle desolate strade di Kabul.

    La prova con mano, al di là di classi, location e quant'altro, ha dimostrato sin dall'inizio quello che sarà probabilmente un ideal mix tra Bad Company 2 e Modern Warfare 2.
    Il ritmo di gioco, pare assurdo dirlo, è infatti più veloce ma meno frenetico, dato il leggero taglio ai mezzi di trasporto presenti nonchè -finalmente- la limitazione del loro raggio d'azione.
    In questa beta, vista anche la vastità non esagerata delle ambientazioni, sono sembrati molto più simili a Modern Warfare 2 anche per quanto riguarda immediatezza ed accessibilità, con tutti i giocatori (dai veterani ai novellini) immediatamente- o quasi- efficaci al centro dell'azione, senza conoscere ogni angolo ed orni remoto spot d'appostamento.
    Ingegnosa, da questo punto di vista, anche l'iniziale limitazione per i cecchini, che dovranno sudare in semi-mischia almeno qualche livello d'esperienza prima di potersi appostare comodamente a chilometri dal fulcro dell'azione.
    Tiratori scelti depotenziati anche per quel che concerne la dotazione bellica con l'epurazione del mortaio finito tra le ricompense per la serie di uccisioni.
    Alla stregua di Call of Duty, infatti, Medal of Honor consentirà, dopo tre uccisioni in fila, di attivare l'intelligence (ovvero la ricognizione UAV) o il bombardamento tramite mortai: nel primo caso noteremo sul radar a schermo, per un determinato raggio attorno alla nostra posizione, indicatori lampeggianti raffiguranti posizione e movimenti avversari; nel secondo, attraverso il classico binocolo, potremo puntare una determinata zona e scaricarvici tutta la potenza di fuoco dei mortai.
    Il gameplay, insomma, pare voler incoraggiare e premiare l'attacco frontale, scoraggiando in maniera decisa il cosiddetto "camping"; il titolo, almeno per quanto concerne il multiplayer, si rivela dunque più arcade ma anche più divertente ed immediato rispetto a Bad Company 2.
    Dal punto di vista tecnico eccelsa, al solito, la componente sonora che, se accompagnata da un impianto 5.1 dona all'ambiente casalingo un tocco di coinvolgimento davvero strabiliante con un'adeguata distribuzione su tutti i canali ed una massiccia presenza delle basse frequenze.
    Leggermente diverso il discorso grafico: visivamente, infatti, non vi sono grosse differenze rispetto a Bad Company 2, con modelli poligonali di discreta fattura ed enfasi sopratutto nella realizzazione degli effetti particellari, davvero spettacolari.
    Una nota a margine piuttosto importante, in conclusione, per puntualizzare che non vi saranno le stesse possibilità di distruzione ambientale ammirate nella serie Battlefield: la demolizione sarà infatti limitata ad alcuni elementi e, in ogni caso, non sarà possibile radere al suolo interi edifici.
    Dal nostro personalissimo punto di vista l'insieme di calo della distruttibilità e dei mezzi presenti in ciascuna mappa rende il titolo più appetibile per tutti, evitando di scontrarsi con giocatori intenti solo ad accaparrarsi il carro di turno per demolire l'intera mappa o cecchini fare lo stesso mediante mortaio.

    Medal of Honor La beta multiplayer, per quanto striminzita, mostra esattamente le caratteristiche che ci saremmo aspettati: maggior enfasi al gioco d’attacco ed una decisa apertura ad ogni tipologia di giocatore, che ha previsto l’eliminazione di molti elementi di stanzialità presenti in Bad Company 2. Da questa prima prova, insomma, si può chiaramente desumere che la finalità principale della componente competitiva di Medal of Honor sarà quella di allungare l'esperienza di gioco, collocandosi in una posizione più marginale rispetto a quella del single player da tripla A. Insomma, non siamo certo di fronte alla vera e propria rivoluzione veicolata dai due Bad Company, piuttosto ad un'aggiunta quasi doverosa per un First Person Shooter, che brilla per la qualità e la sostanza, ma senza esaltare.

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