Metal Gear Rising Revengeance: la prova della demo pubblicata su PSN e Xbox Live

Una prova della Demo appena rilasciata su Xbox Live e Playstation Network

Metal Gear Rising Revengeance: la prova della demo pubblicata su PSN e Xbox Live
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Disponibile per
  • Xbox 360
  • PS3
  • Pc
  • Dopo aver distribuito la versione demo di Metal Gear Rising: Revengeance, atteso action in sviluppo presso Platinum Games, tramite l'acquisto di Zone of the Enders HD Collection, il publisher ha finalmente deciso di rendere la versione disponibile a tutti, su Xbox Live e Playstation Network.
    A partire dal 22 Gennaio tutti i possessori di Xbox 360 e Playstation 3 potranno dunque saggiare le caratteristiche della nuova IP dai creatori di Bayonetta, nel corso di un breve playtrough dalla durata di circa mezz'ora.
    Nell’attesa dell’uscita, quindi, abbiamo avuto modo di provare la versione dimostrativa in tutta comodità, senza l’affanno delle postazioni presenti alle varie fiere di settore, mediamente sempre invase da un buon numero di fan.

    Fedeltà alla serie

    Rising non ha mai negato la sua connessione alla serie regolare di Metal Gear Solid, non solo per quanto riguarda Raiden, protagonista indiscusso e già visto in più capitoli della saga di Kojima, in particolare nel secondo e nel quarto. La collocazione nella timeline degli eventi è proprio a quattro anni dalla fine di Guns of the Patriots: Raiden si è ormai ritirato dai campi di battaglia ma continua comunque a lavorare per la Maverick Security Consulting, società che si occupa di tentare di mantenere la pace nelle zone più calde del mondo, dislocando i propri agenti per missioni di scorta e sorveglianza.
    La demo mostra uno spezzone che non corrisponde con l‘inizio del gioco vero e proprio, quindi i fatti che lo precedono vengono narrati in maniera del tutto sommaria con una schermata riassuntiva fissa: Raiden ha lavorato come guardia del primo ministro di una nazione africana in fase di sviluppo, subendo però l’attentato di una società rivale, la Desperado Enforcement, con il risultato di aver perso un occhio e il braccio sinistro.
    Potenziato grazie alle ultime tecnologie e ritornato operativo come cyborg, Raiden cercherà di farsi largo fino alla capitale, ormai nel caos a causa del golpe che ha seguito l’attentato nel quale il primo ministro è stato brutalmente ucciso.

    L’impatto è quello di un vero e proprio episodio di Metal Gear, con una trama sopra le righe ma credibile, che ben si colloca nell’immaginario creato da Kojima e che, anzi, ne riprende molti dettagli, come il Solitor Radar, che Raiden ha integrato all’interno della propria corazza e che gli permette di avere sotto controllo i dintorni in ogni momento.
    Le similitudini con la serie aumentano anche dopo aver visionato la prima scena di intermezzo, che mostra l’arrivo di Raiden sulle coste della nazione africana, a bordo di un mezzo volante invisibile ai radar che avanza rapidissimo a pochi metri dalla superficie increspata del mare, portando il protagonista senza essere individuato fino alle porte della città.
    Il taglio e lo stile estremo di Platinum Games è ben percepibile, anche se questa volta è declinato verso il realismo futurista imposto dalla saga principale con Metal Gear Solid 4, quindi il team è rimasto su quei canoni narrativi, perdendo la completa libertà creativa che aveva portato a successi quali Bayonetta, vero e proprio campione di incassi e che vanta uno stuolo di fan in grande attesa per il seguito, annunciato in esclusiva per WiiU.
    Altro dettaglio che collega Rising alla serie regolare è l’uso del Codec: anche in questo caso si potrà parlare con la squadra di supporto alla missione al gran completo, composta da un cast tutto nuovo e variegato, con una caratterizzazione che, però, sfocia verso gli stereotipi più noti, come il comandante dall’accento russo o Kevin, il sergente che si occupa dei briefing, decisamente troppo simile a Nathan Spencer, protagonista del remake di Bionic Commando prodotto dall’ormai defunto team GRIN nel 2009.

    Far danzare la spada

    Preso finalmente il controllo di Raiden si potrà decidere di partecipare al breve tutorial, tutt’altro che lungo o invasivo e che mostra solo uno degli aspetti che differenziano Rising dagli altri titoli d’azione presenti sul mercato: la modalità Blade.
    L’approccio al gameplay non è del tutto differente rispetto a Bayonetta, per rimanere in materia di titoli prodotti da Platinum: due tasti deputati agli attacchi, normali e potenziati, e l’analogico sinistro per i movimenti.
    Alla pressione di un dorsale, però, si entrerà in una modalità il cui tempo è rallentato e che inquadrerà la scena da una posizione molto vicina alle mani e alla spada del protagonista: muovendo l’analogico destro si farà ruotare un piano illuminato che mostrerà il punto in cui la lama andrà a colpire, permettendo quindi di mirare con precisione a collo, arti o altri punti vitali, smembrando quindi gli avversari senza alcuna pietà. L’uso della modalità Blade è però limitato da una barra che si ricarica colpendo gli agenti nemici.

    Il dinamismo del gameplay è assicurato: oltre a fermare lo scorrere del tempo, in modo da mettere a segno il colpo più preciso possibile, abbiamo l’opportunità quindi di concatenare lo zoom sulla lama e gli affondi ad altre tipologie di azioni, come scivolate, salti o instant kill da effettuare di soppiatto. Insomma, spettacolarità prima di tutto: grazie al suo estro distruttivo, Raiden può davvero ridurre in poltiglia i corpi dei nemici, al punto da riuscire ad estrarre la loro spina dorsale e distruggerla, recuperando istantaneamente la salute fino al massimo consentito.
    La spada di Raiden, inoltre, potrà essere utilizzata per tagliare praticamente qualsiasi cosa, infierendo sugli oggetti presenti nello scenario non solo per uno scopo semplicemente coreografico: se è divertente affettare la carcassa di un’auto abbandonata in mezzo alla strada, con i vari pezzi che, staccandosi, diventano incandescenti a causa dell’attrito con la lama e lentamente riacquistano la loro temperatura normale, molto più utile risulta abbattere le colonne che sorreggono una sezione rialzata del quartiere periferico che bisognerà attraversare, facendo crollare il marciapiede superiore e ferendo in questo modo tutte le guardie che stanno compiendo un giro di ronda.
    Particolare anche l’uso della parata: non essendoci alcun pulsante specifico per riuscire a deviare i colpi degli avversari è necessario puntarli con la leva analogica deputata al movimento, premendo poi il pulsante dell’attacco di base con il giusto tempismo.
    All’inizio il sistema risulta tutt’altro che intuitivo ed è necessario un periodo di adattamento che sarà abbastanza lungo soprattutto per chi non è solito dedicare il proprio tempo a titoli d’azione così frenetici; una volta assimilato il timing, però, il sistema si rivela funzionale e permette di contrattaccare in maniera fulminea, parando e colpendo nuovamente sempre con lo stesso tasto, dando il via a combo incredibili. Il tutto è supportato dalla grande agilità di Raiden e dalle sue mosse ai limiti della fisica, tra le quali vanno assolutamente segnalati i giochi di gambe, letali quando afferra con i piedi la spada e la fa roteare davanti a sé fino al punto di non vedere più la lama a causa della rapidità.

    Stealth action

    Per non tradire in alcun modo la serie dalla quale prende origine, Rising include all’interno del proprio gameplay l’opportunità di giocare di soppiatto: gli scenari risultano discretamente ampi ed è possibile percorrere strade differenti per arrivare all’obiettivo successivo, analizzando l’ambiente ed individuando le truppe nemiche.
    Prendendole alle spalle o dall’alto, quindi, si potrà ucciderle in silenzio, facendo scendere il loro numero in modo da avere vita più facile una volta che si verrà scoperti -evento segnalato con il classico effetto sonoro della serie.

    Alternativamente si potrà optare per attacchi frontali, nella quale verranno coinvolti molti più avversari, raggiungendo quindi il caos controllato degli scontri offerti da Bayonetta, con un sistema di lock dinamico su un nemico alla volta che funziona discretamente bene, anche se necessita di qualche ottimizzazione soprattutto quando le forze in gioco sono ben più alte del protagonista, come gli onnipresenti Gekko (che si annunciano con il loro tipico urlo).
    La demo si chiudo alla fine dello scontro con LQ-84I, un’intelligenza artificiale arrogante e pericolosa, integrata in un corpo cyborg simile ad una tigre, con una motosega montata sulla coda.
    La scena di intermezzo che apre lo scontro illustra quali sono i temi che animeranno la trama nella sua totalità: il paragone tra le IA e il cervello umano, la possibilità di scelta da parte di un’entità costruita dall’uomo e che, invece, dovrebbe solo obbedire a degli ordini, l’auto determinazione di un essere artificiale rispetto alla vita.
    Sono tematiche molto care all’animazione nipponica degli ultimi venti anni e che trovano in Ghost in the Shell l’opera che ha maggiormente esplorato in quella direzione, sollevando domande che si vanno agganciare alla fantascienza più classica, per portarla verso nuovi confini.

    Metal Gear Rising: Revengeance Metal Gear Rising: Revengeance si mostra come una nuova prova importante per Platinum Games, che cercherà di bissare il successo ottenuto con Bayonetta. L’azione è furiosa e, nuovamente, si apre a più piani di lettura, permettendo sia ai neofiti che ai veterani di avvicinarsi al gioco, grazie ai livelli di difficoltà multipli, offrendo alcune buone innovazione come il Blade mode, che si candida ad essere uno dei più crudi ed espliciti per annichilire un avversario della storia dei videogiochi. La fedeltà alla serie Metal Gear Solid, poi, appare assoluta, con l’opportunità quindi di provare a convincere anche chi non ha mai apprezzato i titoli d’azione, preferendo lo stealth ragionato ed il gioco di attese tipico della serie ideata da Kojima.

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