Provato Ragnarok Odyssey

Le nostre mani sulla versione giapponese!

Provato Ragnarok Odyssey
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  • PSVita
  • Per decollare nel gradimento del pubblico a Playstation Vita, scrivono gli analisti, serve un Monster Hunter. Ma come, risponde Game Arts (software house celebre per la serie Grandia), dove lo mettete il nostro Ragnarok Odissey? Per una volta l'apprezzata casa nipponica si è staccata dai canoni del gioco di ruolo orientale per curare maggiormente l'aspetto action così da rendere il suo ultimo videogioco un cugino più o meno stretto della hit Capcom.
    Il pubblico nipponico sembra apprezzare il gesto, prontamente ripagato con vendite ragguardevoli (è il secondo software più venduto su Playstation Vita dopo Everybody's Golf
    World Tour Invitational), doppiando anche il più consolidato Lord of Apocalypse di Square Enix. Il titolo ci aveva già colpito al Tokyo Game Show quando seppe mostrare una brillantezza grafica senza precedenti sull'OLED della console portatile Sony, ma con la release nipponica lo scorso Febbraio siamo riusciti ad addentrarci maggiormente nei suoi dungeon facendo a pugni con orchi, quadrupedi infuocati e...una certa mole di hiragana e katakana. Il risultato è mediamente ragguardevole, anche la sovrastruttura alla Monster Hunter rischia di essere una gabbia per gli sviluppatori di Grandia.
    Al momento manca un qualsiasi intento di distribuzione occidentale: sarebbe un vero peccato se Ragnarok Odyssey rimanesse confinato in terra nipponica. Non solo la nomea del MMORPG coreano Ragnarok vanta un discreto seguito anche qui in Europa, ma anche i valori produttivi di multiplayer online e comparto grafico al momento hanno pochi rivali su Playstation Vita.
    Sempre in attesa dell'approdovertice della catena alimentare, Monster Hunter!

    Dove sono finiti gli eroi?!?

    La trama di Ragnarok Odyssey è in primis marginale. In secundis, alquanto dozzinale. Non possiede il respiro garantito dai JRPG, nè riesce a delineare con sufficiente convinzione il mondo e l'universo di gioco.
    Gli elementi narrativi si fermano all'opening in computer grafica realizzata dallo studio d'animazione Robot e coinvolgono una distruttiva guerra ai confini di un regno fantasy. Creature malvagie di ogni forma e risma, orchi tipicamente europei quanto canidi infuocati degni del feudalesimo orinetale hanno unito le forze per annientare gli umani insediatisi nel regno del Nord gelido. Così a prima vista sembrerebbe un Game of Thrones for dummies...
    Il filmato introduttivo rivela quindi una battaglia su larga scala tra un golem ghiacciato e una sorta di galeone rompighiaccio: il demone sembra avere la meglio sui cannoneggiamenti finchè non sopraggiungono quattro eroi assai eterogenei ma legati dall'inossidabile vincolo d'amicizia (cliché nipponico) i quali buttano giù le creatura minacciosa.
    Con questa clamorosa vittoria Ragnarok Odyssey dichiara conclusa la spiegazione narrativa, tant'è che ci ritroviamo immediatamente dopo all'interno di una piccola cittadina fortificata nella quale possiamo solo espandere il nostro equipaggiamento, accettare quest e contattare amici per missioni cooperative nella locanda. Monster Hunter ha avuto nel corso degli anni l'indiscutibile pregio di riequilibrare i giochi di ruolo nipponici verso una maggiore attenzione al gameplay e alla personalizzazione degli eroi, ma ciò ha comportato per numerosi team di sviluppo che rincorrevano la formula Capcom (come Game Arts) uno svilimento esponenziale della profondità narrativa. Insomma, non ci saremmo aspettati per niente una trama così banale dalla software house che aveva realizzato i tre Grandia!

    Dokuro

    Il successo di Ragnarok Odyssey ha spinto Game Arts ad intensificare lo sviluppo di due nuovi titoli per Playstation Vita, console che necessità di esclusive intriganti così da incrementare le proprie vendite. Insieme ad un programma di DLC gratuiti, la software house è impegnata nello sviluppo di due progetti inediti: uno di questi è Dokuro (ne abbiamo parlato nel podcast di Everyeye), platform puzzle dal disegno "sporco" e poroso. Il protagonista è un demone scheletrico che, in barba agli ordini del suo Lord, aiuta la principessa ad evadere dal castello...

    Action pastello

    La forza di Ragnarok Odyssey risiede nel suo sistema di combattimento. A fronte di un'esplorazione praticamente nulla e di una ripetitività delle situazioni, Game Arts si è impegnata nel migliorare il battle system sino a renderlo flessibile quanto un action. Nel nostro playtest abbiamo creato una leggiadra fanciulla armata di due spade corte abituata a colpire in velocità e con grazia estrema (siamo dei romanticoni in fondo!), ma stando alle altre classi di gioco (clerico, assassino, ranger, mago, guerriero e fabbro) i personaggi in media sembrano poco interessati all'impiego della forza bruta. Nè potrebbe essere altrimenti vista la mappatura dei tasti con quadrato e croce prontissimi nell'esprimere rispettivamente uno scatto in avanti e un salto verso l'alto, mentre i restanti cerchio e triangolo vanno alternati forsennatamente per realizzare le combo. Certo questa meccanica può apparire altrettanto ripetitiva, quasi da button mashing, ma il livello di sfida è tale da costringere il giocatore ad intervallare manovre offensive e schivate così da astrarsi dalla mischia per evitare di soccombere lì in mezzo (per la cronaca: scudi e armature sembrano estranei alla logica del gioco). La trovata più originale (assente nei vari Monster Hunter e consanguinei) risiede nel lanciare verso l'alto l'avversario esattamente come si fa in Devil May Cry così da riservargli un pestaggio esclusivo e ritrovarselo poi a terra già stecchito. Oltretutto l'ampio campionario di animazioni regala una certa libertà di movimento legando tra loro diverse soluzioni offensive: talvolta addirittura abbiamo visto la nostra assassina dalla lunga chioma infilzare le lame nel petto di un coniglio mannaro (!!) pur voltandogli le spalle.
    Insomma il sistema di combattimento nonostante un carattere semplicistico regala notevoli soddisfazioni e rende piacevole ogni sfida. Quando le cose si fanno difficili è sufficiente attivare la modalità berserk resa disponibile a seguito di prolungati meriti sul campo di battaglia: in questo status i vostri attacchi saranno più incisivi, le vostre movenze leggermente più veloci così da snellire la durata del combattimento e far fuori in pochi secondi più orchi o chi per loro...
    Nella versione nipponica a dare i maggiori problemi è la telecamera. Sebbene l'inquadratura sia gestibile a 360° grazie all'analogico di destra, orientabile di poco via touch screen e posizionabile dietro le spalle dietro pressione del dorsale L, essa tende a rimanere fissa una volta impostata dal giocatore creando non poche situazioni spiacevoli. Ad esempio combattendo troppo vicino al bordo inferiore dello schermo dove è idealmente posta la nostra macchina da presa, l'avatar scompare finchè non rioccupa una posizione centrale. In generale la telecamera non si scosta mai dal luogo dove è stata "montata", mancando di quel pizzico di dinamismo richiesto in certe situazioni tale da evitare al giocatore di correggere il posizionamento con eccessiva frequenza.

    Dal punto di vista grafico Ragnarok Odyssey ha pochi eguali attualmente su Playstation Vita. Non spinge l'hardware in maniera significativa in quanto manca del clamoroso dettaglio visto in Uncharted Golden Abyss, tanto meno del frame rate iperfluido di Wipeout 2048, ma la tavolozza impiegata dagli artisti in Game Arts è degna di ogni lode. I colori sono pulitissimi e ricchi di sfumature pastello, gli ambienti disegnati in maniera convincente e il parco animazioni superlativo; finalmente il chip grafico della console portatile comincia a valorizzare tinte diverse dal nero, dal blu, dal verde e si apre a tonalità più calde come il rosso, il giallo, l'arancione, di cui rimane un purtroppo pallido ricordo dell'era Gamecube vista la corsa al fotorealismo degli ultimi anni.
    Ragnarok Odyssey va inoltre ad inserire le funzionalità legate allo schermo tattile, anche se l'utilizzo è contingente. La mappa dell'area è presente in piccolo nella parte alta della schermata e basta toccarla per ottenere un ingrandimento che va a sovrapporsi all'azione di gioco, inoltre nella parte inferiore sono allineati tre strumenti come pozioni, potenziamenti e cure di stato (gli attacchi di certi nemici avvelenano o procurano dolorose scottature) dei cui effetti si può godere semplicemente sfiorando l'icona. Sullo schermo compaiono altre due immaginette che consentono di attivare la modalità berserk o dialogare con i partner in multiplayer mediante baloon o animazioni istantanee proprio come se ci si trovasse in un MMORPG.
    A proposito di MMORPG, proprio come la saga Monster Hunter Ragnarok Odyssey trae il massimo del divertimento dalla cooperazione tra più giocatori. D'altronde la difficoltà è tarata verso l'alto proprio per incentivare la fruizione multiplayer, capace tra le altre cose di abbassare la ripetitività dell'azione grazie alla presenza di eroi appartenenti ad altre classi e delle loro rispettive peculiarità in combattimento. Il titolo non contempla una modalità online via wi-fi nella scheda di gioco, ma i solerti ragazzi del team di sviluppo hanno rilasciato una patch gratuita a fine Marzo che oltre ad attivare la co-op via etere (almeno in versione beta, dato che per Aprile è già stato annunciato un bug fix), aggiungeva la compatibilità con Near, nuovi equipaggiamenti e quest inedite. Un regalo che altri publisher avrebbero prezzato a peso d'oro...

    Ragnarok Odyssey Ragnarok Odyssey è un videogioco da tenere d'occhio. In Giappone è stato assai apprezzato specie per la sua ottima veste grafica, eppure una volta provato con mano la creatura firmata Game Arts (Grandia) e ispirata all'universo del gioco di ruolo online coreano ha saputo farsi valere grazie ad un sistema di combattimento reattivo e flessibile. La preponderante componente action non nasconde più di un debito nei confronti della vendutissima serie Monster Hunter, dalla quale eredita pregi (la natura cooperativa online) e difetti (l'assenza di un intreccio narrativo degno del curriculum della software house, una certa ripetitività delle quest). A quest'ultimi si somma una deficitaria gestione della telecamera, che speriamo sia sistemata in tempo per la pubblicazione occidentale al momento non ancora confermata in via ufficiale.

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