In uscita il prossimo 7 Giugno, Remember Me è l'action-game con cui Capcom lancia il team francese Dontnod, proseguendo nella sua curiosa esplorazione dei mercati occidentali. Come tante altre aziende giapponesi (Square Enix in primis), Capcom ha cominciato da qualche anno ad espandere in Nord America ed Europa il proprio vivaio di team e produzioni; ma mentre i canadesi di Six Slant Games e Blue Castle hanno lavorato su franchise ben noti e senza investire troppe energie creative, lo studio parigino esordisce addirittura con una nuova IP, tanto forte ed iconica che monopolizzò le attenzioni di pubblico e stampa nel corso della conferenza tenuta dal publisher all'ultima GDC.
Remember Me è una di quelle produzioni sostenute da un lavoro concettuale ed artistico fuori dal comune, concentrata massimamente sulla creazione di un contesto narrativo solido e credibile. L'universo costruito dal team di sviluppo ha una sua splendida autonomia: vorace ed estesa, l'ambientazione di Remember Me raccoglie influenze letterarie, visive, cinematografiche, e le rimescola così come Nilin rimescola i ricordi. Ne esce un mondo distopico, contorto e terribile: un cupo futuro dalla moralità incerta, un pasticcio sociale colmo di contraddizioni etiche.
L'anno è il 2084, ed il centro di tutto è Neo Paris, metropoli in cui si ambienta per intero la storia del gioco. In attesa della recensione, che potrete leggere lunedì 3 giugno su queste pagine, facciamo un giro per i vicoli dello Slum 404, o nelle strade lastricate della Confortezza di Saint-Michel.
Amnesie sociali
Il segreto di un'ambientazione di successo sta anche nella sua estensione. Ci sono troppi universi che “esistono” solo fin dove si estende lo sguardo del giocatore, e restano tristemente costretti nei confini della narrazione. Un lavoro di qualità sa invece andare oltre, sbirciando al di là degli eventi, nella consapevolezza che ogni città esiste nella storia e nel mondo.
Sono sempre di più i team che l'hanno capito: gran parte del fascino di Dunwall (Dishonored) non sta proprio nel fatto che Arkhane Studio ha delineato minuziosamente usi, costumi, racconti e leggende di un regno intero? Poco male se questo regno resta tratteggiato solo nei libri e nelle parole degli NPC, mentre lo sguardo del giocatore si posa solo sulle strade della capitale: l'importante è l'idea di coesione che testi e sottotesti riescono a trasmettere.
Anche Neo Paris è un esempio perfetto dei benefici che un approccio del genere può portare. L'avventura di Nilin comincia in medias res, con la nostra eroina senza più memoria, chiusa in un carcere di massima sicurezza. Basta poco però per capire antefatti e protagonisti della storia. La Parigi del 2084 è sostanzialmente dominata da Memorize, un'azienda che ha sviluppato una tecnologia per il controllo, la creazione e la conservazione dei ricordi.
L'idea rivoluzionaria del magnate Charles Cartier-Wells si è rivelata ovviamente una risorsa economica incredibile, tanto da aver salvato la città dal tracollo. Leggendo fra le pagine dei Mnesist (i documenti attraverso cui sono tratteggiati i lineamenti della città e delle sue personalità), si viene a scoprire che nel 2047 Parigi fu letteralmente dilaniata dagli esiti della “guerra civile europea”. Devastata dalle bombe sismiche “Tremora”, la città era irriconoscibile, distrutta, e persino le istituzioni pensarono di abbandonarla come un relitto inutile. Fu nel 2052 che il sindaco riuscì a convincere Cartier-Wells a trasferire la sede centrale di Memorize nella città. Fu l'inizio di un processo di bonifica delle aree urbane e di un enorme processo di ristrutturazione della capitale, che fu appunto ribattezzata Neo-Paris.
Come dice Edge, capo della resistenza degli erroristi, non è tanto la disparità economica che sottolinea la distanza fra il popolo eletto e gli scarti dello Slum, quanto la presunzione. La colpa dei nuovi ricchi che nascono lontani dalla “Parigi Profonda” è quella di voler dimenticare l'esistenza di tutto ciò che è scomodo, sgradito, sbagliato. Grazie al Sensen, infatti, Memorize opera una rimozione selettiva di ogni ricordo spiacevole, lasciando i benpensanti immersi nella loro eterna età dell'oro: ignari e felici.
E' facile ritrovare in Remember Me molte influenze del Matrix dei fratelli Wachowski. Ma qui non si perde la dimensione fisica e reale del mondo, mentre la gestione del ricordo e della memoria diventa una vera e propria ossessione sociale. La vita dei cittadini ruota costantemente intorno alle reminiscenze, oscillando pericolosamente fra presenza e oblio. I modi di fare, la spiritualità: tutto è piegato a questa nuova logica. Le persone si saluta con un informale “ci ricordiamo dopo”, e persino Dio è visto come “memoria collettiva del mondo”: colui che conserva la nostra vera essenza, dopo che Memorize l'ha contaminata coi ricordi digitali. I profeti ai margini dei vicoli, quindi, esortano ad “allenare la memoria”, perchè il Salvatore si rivelerà a chi è puro.
Il distretto di Saint-Michel, illuminato, esibisce i suoi grattacieli e la sua urbanizzazione verticale di fronte alla "Parigi Profonda": un dedalo buio di quartieri inabitabili, distrutti dalle bombe sismiche della guerra civile europea. Attorno alla città, l'enorme diga costruita per regolare i traffici commerciali.
La purezza sembra tuttavia qualcosa di totalmente estraneo, in questa civiltà degli eccessi. Agli angoli delle strade si trovano ad esempio i distributori “Cash for Memories”, in cui è possibile acquistare nuovi ricordi felici. Persino i giovani spendono lì i loro risparmi, per farsi impiantare il falso ricordo di un “bacio in bocca”.
E' così che il cervello cede. Inneschi di memorie esterne, rimozioni, vuoti e lacerazioni: il rischio è quello di diventare pazzi, risucchiati nelle falle di un continuum che la mente non riesce a ricostruire. I più deboli, o quelli che esagerano, si trasformano lentamente in Prawler, dopo i terribili giorni della dipendenza. Completamente impazziti, ossessionati da ricordi terribili, diventano aggressivi, violenti, pericolosi. Si impongono un esilio terribile nelle fogne dello slum, in quella Parigi sommersa che i ricchi vogliono dimenticare, alimentando quindi un circolo vizioso che sembra non aver fine.
Remember Me ci conduce in una metropoli solcata da tremende contraddizioni etiche e sociali, e ci fa conoscere un mondo corrotto, in cui la memoria non ha più significato e la sincerità dei ricordi è perduta per sempre. Nella Neo Paris di Dontnod si accumulano influenze e spunti da una serie interminabile di fonti: le suggestioni visive di Blade Runner, le tematiche di Matrix, gli scorci di Arancia Meccanica. E' un nuovo modello di città anti-utopica, costruito con precisione preziosa. Il team di sviluppo ha lavorato in maniera davvero perfetta sull'ambientazione di gioco, costruendo un immaginario visivo fortissimo, a supporto del lavoro concettuale che ha scolpito storia, usi e costumi degli abitanti della nuova Parigi. Al di là di quelli che saranno i risultati ludici di Remember Me, il titolo Capcom si propone quindi come un progetto narrativamente maturo, esemplare, in grado di immergere il giocatore in un mondo bellissimo e terribile al contempo.