Provato Soul Calibur V

Provato con mano il prossimo capitolo della famosa saga di Namco-Bandai

Provato Soul Calibur V
Articolo a cura di
Disponibile per
  • Xbox 360
  • PS3
  • Il capitolo peggiore di una saga

    Senza grossi giri di parole, Soul Calibur IV è il capitolo peggiore di tutta la saga Namco-Bandai. Nonostante il nostro otto e mezzo, con cui lo premiammo all’epoca, è innegabile che sulla lunga distanza, seppur con tutti i suoi lampanti pregi, mostrava il fianco a qualche critica di troppo. Dai personaggi di Star Wars eccessivamente fuori contesto a un’innegabile sbilanciamento del roster dei lottatori, in più di un’occasione gli appassionati del genere si trovarono costretti a sollevare un sopracciglio di disapprovazione.
    Il publisher, per nulla sordo ai feedback ricevuti, sembra che si stia muovendo con tanta intelligenza e un pizzico di furbizia per aggiustare il tiro, eliminare i problemi e offrire ai fan della saga un nuovo e splendido Soul Calibur.

    Nuovi personaggi e meccaniche

    Dopo anticipazioni e una breve presentazione all’E3, Soul Calibur V nel corso della GamesCom si è mostrato nel modo migliore possibile: sotto forma di demo, pronta per essere vivisezionata match dopo match. Sfidando altri giornalisti, e ci teniamo a farvi sapere che il team di Everyeye è rimasto imbattuto, siamo riusciti a farci una prima e realistica idea di come sarà il picchiaduro Namco-Bandai. Senza tenervi ulteriormente sulle spine, possiamo tranquillizzarvi: la sensazione è che il team di sviluppo abbia capito gli errori e stia puntando verso una timida, ma salutare evoluzione del brand.
    Sebbene buona parte del roster fosse ancora oscurata, abbiamo avuto modo di provare una decina di personaggi. Tra questi molti ritorni, come l’inossidabile Voldo e la sempre splendida Ivy, e qualche volto nuovo: Z.W.E.I., faccia da bullo tenebroso e gladio corto in mano, e Patroclus, armato di scudo e spada e dotato di lineamenti angelici e quasi eterei.
    Proprio relativamente a quest’ultimo, siamo riusciti a strappare dalla bocca degli sviluppatori qualche minuscolo dettaglio sulla modalità storia che accompagnerà Soul Calibur V. L’arco narrativo ruoterà attorno a Patroclus e Pyrrha, entrambi figli di Sophitia, da cui, non a caso, hanno ereditano le armi che impugnano e parte delle tecniche che sfoggeranno. I due non sanno di essere fratelli e mentre il giovane è cresciuto seguendo giusti valori, la ragazza è stata allevata da spregevoli farabutti che le hanno inculcato precetti malefici e tutt’altro che etici. Affrontando questa modalità avrete modo di utilizzare più di un personaggio, scoprendo così l’intera vicenda vivendola attraverso diversi punti di vista.
    Parlando invece del gameplay, il lungo hands-on ha rivelato due novità principali nelle meccaniche della saga.
    La prima è relativa all’introduzione di uno scatto laterale, estremamente efficace per evitare all’ultimo secondo l’attacco del nemico. Questa tecnica, un po’ come la parata, si è rivelata utilissima per mandare fuori ritmo l’avversario e per contrattaccarlo dal fianco o, addirittura, alle spalle.
    L’altra novità riguarda invece il Critical Edge. Fondamentalmente si tratta di una barra che, relativamente ai danni inferti, andrà via via riempiendosi, dandovi poi la possibilità di attivare un attacco speciale e particolarmente potente. Ogni volta che si attiverà questa tecnica, sarà preceduta da una brevissima animazione, utile sia per aumentare la drammaticità del momento, che per dare l’opportunità all’altro lottatore di prepararsi a parare o evadere l’attacco. Questi attacchi infatti, per quanto devastanti, non sono infallibili. Inoltre, da soli, non sono capaci di capovolgere completamente l’andamento di un match per due motivi. Innanzitutto per caricarli dovrete comunque badare a non subire troppi danni, secondariamente non prosciugano in maniera così marcata la barra di salute di chi la subisce. Questa feature legata alla Critical Edge insomma, sembra ottimamente congeniata e incapace di creare eccessivi squilibri o improbabili e fastidiosi capovolgimenti.
    Per il resto Soul Calibur V funziona splendidamente come ci si aspetterebbe, grazie anche a un combat system sì pretenzioso e sfaccettato, ma generoso anche con giocatori alle prime armi. Inoltre sembrano lontani i problemi di sbilanciamento che caratterizzarono il quarto capitolo. Siegfried, ad esempio, ci è sembrato molto più lento e debole rispetto al passato, rendendo gli scontri contro di lui molto più affrontabili, anche quando affidato a mani esperte e abili.
    Sensazioni positive anche sul motore grafico, già in buona forma. Ottimi i modelli poligonali e le loro animazioni. Spettacolari e quasi ridondanti gli effetti speciali e la conseguente gestione delle luci. Maestose anche le arene, sempre piene di vita e di dettagli più o meno grandi. Inattaccabile anche il frame-rate che mai si è piegato a qualche rallentamento.

    Soul Calibur V Soul Calibur V ci ha convinti. Sebbene sia ancora presto per dare un parere definitivo, quanto abbiamo avuto modo di provare con mano, ci ha rassicurato sulla bontà delle novità introdotte e sul bilanciamento della parte di roster visionato. Questo capitolo insomma, pare avere tutte le carte in regola per farci dimenticare dei difetti che soffriva il suo predecessore.

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