Provato Splatterhouse

Consigli per dipingere le pareti di casa? Il rosso quest’anno va di moda

Provato Splatterhouse
Articolo a cura di
Disponibile per
  • Xbox 360
  • PS3
  • Benvenuti nella patria videoludica dello splatter

    Quanti di voi hanno avuto il piacere di giocare l’originale Splatterhouse uscito nel 1988 in versione arcade o in quella uscita nel 1990 su Turbo Grafx-16? Siamo sicuri che ben pochi possano rispondere positivamente a questa domanda, ma per descriverlo brevemente vi basterà sapere che fu il primissimo gioco della storia a uscire con un parental advisory grande come una casa sulla cover. Il motivo? Nei lontani giorni che furono, dove GTA e Manhunt non esistevano ancora, questo beat’em up in 2D sconvolgeva per il suo altissimo tasso di violenza.
    All’E3 da poco conclusosi abbiamo avuto il piacere di scambiare due chiacchiere con Dan Tovar, producer di questo reboot di Splatterhouse, che incalzato dalle nostre domande ha esordito proprio ricordando lo spirito del capitolo originale.

    Sangue, sangue, sangue!

    Già, perché la nuova vita di Splatterhouse riparte esattamente dallo stesso punto. Ancora una volta sarete costretti nei nerdissimi e sfigatissimi panni di Rick, studente universitario che ha avuto la splendida idea di portarsi dietro la bella fidanzata Jessica nell’esplorazione di una magione inquietante e misteriosa. Il rapimento di quest’ultima e l’uccisione del giovane ragazzo per mano del pazzoide Dr. West avvengono contemporaneamente e con una puntualità degna del miglior B-Movie. Tutto finito? Neanche per sogno: il paranormale ci mette del suo quando una maschera entra in contatto con il sangue di Rick, unendosi a lui in modo indissolubile. Il magro, debole e poco atletico studente si trasforma istantaneamente in un gigantesco ammasso di muscoli assetato di sangue, pronto a tutto pur di riprendersi con la forza la sua amata Jessica. Se siete tra i pochi che già conoscevano Splatterhouse, sì: non è cambiato assolutamente nulla nella trama. Questa tra l’altro verterà quasi esclusivamente sui dialoghi tra la Maschera e Rick, mentre l'esoterica reliquia sarà impegnata a spingere il protagonista al peccato e alla violenza più efferata, e quest'ultimo si vedrà costretto a sottostare alle circostanze per un compito superiore: salvare la donna che ama. Tuttavia non aspettatevi grandi cose dal punto di vista narrativo. Lo stesso Dan, che a ben vedere incarna perfettamente lo spirito pazzoide del gioco, lo ammette tranquillamente: la sceneggiatura è l’ultimo dei problemi di questo titolo, che punta tutto sull’azione e sull’amore per il gore.
    E sia allora: Dan continua a parlare mentre ci offre un pad che non possiamo rifiutare. A conti fatti il genere di appartenenza è sempre quello: beat’em up in terza persona e in tre dimensioni, per quanto abbonderanno anche sezioni a scorrimento bidimensionale. Si corre da una stanza all’altra picchiando qualsiasi cosa ci capiti a tiro. Là dove il gioco punta tutto è, come già detto, sull’esasperazione della violenza. Ogni colpo ricevuto e inferto apre ferite, fa volare pezzi di carne e causa profonde mutilazioni. Il sangue viene lanciato a secchiate, mentre Dan ci spiega che questo non è solo un orpello grafico. Esso infatti servirà per due compiti ben precisi: aumentare la nostra esperienza, imparando così nuove mosse e poteri, e riempire la barra della salute. A ben vedere infatti, il povero Rick dopo qualche orda di non-morti rispediti là dove dovrebbero stare, non pare avere una bella cera: ha un’evidente buco sulla schiena e ha praticamente tutte le costole di fuori. Ancora una volta è Dan a darci la giusta dritta: basta la pressione di un tasto e le costole si tramutano in veri e propri tubi trasfusionali, che piantandosi nei corpi dei nemici ci restituiscono vigore e centimetri di epidermide con cui coprire le ferite.
    La demo continua imperterrita nonostante diversi avvertimenti del producer: se il frame rate è così ballerino e se qualche texture si carica con eccessivo ritardo è colpa della versione di prova messa a disposizione. Ogni difetto grafico, ci assicura Dan, verrà eliminato prima dell’uscita del gioco prevista per halloween 2010. Noi gli crediamo sulla fiducia e intanto ci prendiamo gioco dei nostri avversari che uno dopo l’altro cadono sotto i nostri colpi. Il combat system non ci è sembrato particolarmente raffinato, ma il divertimento non manca: tra ettolitri di sangue e arti da usare come armi c’è poco tempo per accorgersi dei dettagli. Discorso simile per il level design. Pur non sorprendendo, puntando forte sullo stile grafico e sull’esagerazione dei dettagli gore, gli sviluppatori sono riusciti a donare carattere a ciascuna ambientazione.
    La sensazione che si ha giocando a Splatterhouse insomma è quella di un gioco grezzo, rozzo, ma estremamente spensierato e divertente. Le porte si aprono con un sonoro calcio e la bassa presenza di QTE lascia molta più libertà e controllo al videogiocatore. Questo tuttavia deve apprezzare lo splatter e, soprattutto, non deve cercare il tecnicismo di un Ninja Gaiden a caso. Conclusa la demo e restituito il pad a Dan, ci siamo trovati d’accordo con lui: lo stile dell’originale è intatto.

    Futuri, sanguinosi DLC e verdure sfracellate

    Concedendoci altre domande, Dan ci ha confermato un succosissimo extra che sarà disponibile nel DVD (o Blu Ray) di Splatterhouse: saranno infatti inclusi gli episodi originali tra i quali la versione integrale del primo capitolo, che purtroppo non ha mai avuto una release in Europa. Inoltre, affianco allo story mode, la cui longevità sarà intorno alle 10 ore, sarà presente un Challenge Mode che vi richiederà di superare alcune missioni, come uccidere un tot di nemici in un certo modo o entro un tempo limite. Sempre in termini di gamelife, Dan ha confermato l’assenza del multiplayer, ma ha parzialmente bilanciato la delusione confermando la futura uscita di DLC che amplieranno trama e non solo.
    Prima di salutare e ringraziare Dan per il tempo concessoci, il producer ha voluto soffermarsi un attimo sulle musiche che accompagneranno le nostre carneficine. Contando sia su pezzi originali che su licenza, la soundtrack completamente heavy metal, giocherà una parte importante nel tentativo di indiavolare ulteriormente l’utente. Gli effetti sonori, infine, molto curati e impattanti, sono stati ottenuti sfracellando manichini e verdura. Un particolare certamente poco importante, ma fa sempre piacere scoprire qualche dettaglio sul lavoro che svolgono gli sviluppatori.

    Splatterhouse Splatterhouse non sarà certamente un gioco per tutti. Il suo eccesso di violenza, per quanto caricaturale e surreale, renderà il titolo sconsigliato ai videogiocatori più giovani, mentre il combat system farà sicuramente storcere il naso ai puristi dei picchiaduro a scorrimento. Tuttavia non ci sono dubbi che il gioco sia curato e troverà una larga fetta di fan. Tra gli amanti dei vecchi capitoli e coloro che cercano un gioco immediato, divertente e spiccatamente gore, in molti devono aspettare con una certa impazienza questo reboot di Splatterhouse. Sicuramente non ci troveremo di fronte al gioco dell’anno, ma quanto visto fin’ora ci fa attendere trepidanti il momento in cui potremo dipingere di rosso sangue le pareti della magione del Dr. West.

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