Splinter Cell Conviction: la prova della nuova avventura di Sam Fisher

Calate i visori notturni, Sam Fisher è tornato!

Splinter Cell Conviction: la prova della nuova avventura di Sam Fisher
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Disponibile per
  • Xbox 360
  • iPhone
  • iPad
  • Pc
  • In principio fu Solid Snake. Unico ed inimitabile. Un soldato scelto per missioni d’infiltrazione umanamente impossibili, dove agire nell’ombra -come un fantasma- era il solo modo per rimanere in vita.
    Una delle icone Sony più potenti di sempre venne tuttavia scalfita, seppur non profondamente, da Sam Fisher, l’anti-snake per eccellenza, il super-agente della super-segreta Third Echelon.
    E come Solid, Sam, pur presentandosi all’appello -in ritardo- anche su Playstation 2, divenne icona di Microsoft rimanendo nei cuori dei possessori di Xbox.
    Il debutto del non più giovane (ex) agente segreto nella next generation non poteva quindi che essere sotto il segno (esclusivo) di Xbox 360.
    Dopo tre anni di ritardi, ri-compilazione del codice e chi più ne ha più ne metta la nuova produzione Ubisoft è pronta, da qui a un mese, a riempire gli scaffali dei negozi europei.
    La data d’uscita di Splinter Cell: Convinction, questo il nome di battesimo della nuova creatura, è fissata per il 15 Aprile 2010 e il titolo promette, come chi ci segue ha già avuto modo di vedere, una maggiore accessibilità, personalizzazioni per l’equipaggiamento ed uno sviluppo dell’azione molto più dinamico.
    In questi giorni, grazie ad un codice non completo del titolo, noi di Everyeye siamo riusciti ad avere un primo assaggio di quel che dobbiamo aspettarci da questa nuova avventura.

    Silenzioso e letale

    Dal punto di vista narrativo Convinction promette di essere molto più maturo ed introspettivo dei suo predecessori.
    Sam è convinto di essere definitivamente uscito da Third Echelon e, recatosi a Valletta (Malta), sta tentando di riprendersi dal senso di colpa per la morte -due anni prima- della figlia Sarah, occorsa in concomitanza con la scoperta della stessa del vero “mestiere” del padre.
    Uno come Fisher, però, difficilmente può trovare pace; Grim, coordinatrice logisitca di Third Echelon, si mette telefonicamente in contatto con lui per avvisarlo del pericolo rappresentato dall’agenzia stessa -sulle sue tracce- e da una seconda fantomatica organizzazione.
    Dopo i primi minuti di tutorial, in cui saremo guidati grazie ad un’auricolare in pieno stile “The Bourne Ultimatum”, prenderemo finalmente il controllo del nostro brizzolato eroe, muovendo finalmente i primi passi nella sua nuova avventura.

    Il sistema di controlli si rivela fin dal principio familiare e capace, con qualche accorgimento in più rispetto a prima, di renderci la vita discretamente più facile: mantenendo premuto LT, infatti, Sam si appiattirà automaticamente a ciascun ostacolo possa fungere da riparo dagli sguardi nemici.
    Per spostarsi sarà sufficiente mollare il grilletto (“liberando” il protagonista dalla copertura) o mantenerlo premuto, puntare un ostacolo adiacente e muoversi furtivamente nel più classico dei cover-to-cover.
    Questo sistema, molto più dinamico rispetto al passato, permette al nostro beniamino di sgattaiolare agevolmente alle spalle del nemico ed effettuare, grazie alla pressione del solo pulsante “B”, una spettacolare eliminazione furtiva.
    Il nuovo Sam è più brutale rispetto al passato: non ha bisogno di risparmiare vite, non vuole risparmiare vite; proprio per questo ciascuno dei letali takedown alle spalle farà guadagnare al nostro eroe la possibilità di marcare un certo numero di avversari (in relazione alle possibilità offerte dall’arma) ed ucciderli con impressionante zelo, in un’altra delle tante situazioni prese di peso dalla saga di Jason Bourne.
    Le novità, tuttavia, non sono finite qui poichè una rinnovata interattività con l’ambiente circostante, che permette al nostro beniamino di arrampicarsi ed appendersi ovunque sia umanamente possibile, fornisce al giocatore un’ampio spettro di soluzioni.
    Troviamo così un abile mix tra presente e passato che unisce il classico oscuramento della scena (sparando alle fonti d’illuminazione, distruggendo generatori e così via) ad un approccio ben più diretto che vede coinvolto un arsenale davvero molto ampio e la possibilità, in determinati punti, di date il via ad eventi scriptati che prevedono, ad esempio, il crollo di un lampadario su un gruppetto di guardie.
    Ogni scena prevede quindi almeno due soluzioni diverse (astuzia e forza bruta), coadiuvate, per quanto la progressione sia piuttosto lineare, da un’ambientazione ricca di spunti intelligenti di game desing.
    Ottima introduzione, in quest’ottica, quella delle Armerie, dei veri e propri punti di rifornimento sparsi nei vari quadri.
    Una volta recuperata un’arma dal corpo di un avversario la sbloccheremo nell’armeria e potremo, alla stregua di Bad Company 2, recuperarla o potenziarla, grazie ad un’ingegnoso sistema di punti collegato ad azioni particolari come fuggire nell’ombra per cinque volte dopo aver messo in allarme la sorveglianza.
    La personalizzazione dell’equipaggiamento è, in Convinction, un fattore davvero importante: se nel single player ci “limiteremo” ad acquistare ottiche migliorate, caricatori più capienti e canne modificate per aumentare l’efficenza dei colpi nel multiplayer (locale ed online, che tratteremo a breve in un articolo dedicato) avremo la possibilità di dotarci anche dei più sofisticati gadget da spia e di una serie di indumenti in grado di collaborare attivamente alla mimetizzazione.
    I primi livelli hanno dimostrato, infine, come il livello di sfida, a dispetto di un gameplay meno ermetico, sia rimasto invariato: già a livello “Normale”, infatti, una/due scariche portano il buon Sam Fisher ad accasciarsi irrimediabilmente al suolo.
    L’intelligenza artificiale, tuttavia, non è parsa sempre di prim’ordine (difetto che speriamo di poter attribuire alla build): sfruttando il sistema d’allerta che vede una sagoma evanescente del protagonista permanere per qualche secondo nell’ultima posizione in cui è stato avvistato, ci siamo accorti che, anche qualora questa fosse nel mezzo di un corridoio e in piena luce, l’avversario di turno, guidato evidentemente da precise routine, non smette di sparargli (ovvero sparare sul pavimento) fino alla sua completa dissoluzione, offrendosi ad una comodissima stealth kill.

    L’Unreal Engine non muore mai

    Dal punto di vista tecnico Splinter Cell: Convinction, già da questa build, ci è sembrato molto convincente.
    L’Unreal Engine 3, che muove la produzione, mostra modelli poligonali ben caratterizzati ed ottimamente particolareggiati, soprattutto durante le numerose cut scene realizzate con il motore di gioco.
    Un particolare elogio va al comparto animazioni, davvero variegato e, soprattutto, foriero di movimenti davvero realistici, in particolare nelle fasi di puntamento che coinvolgono Sam posizionato dietro una qualche copertura.
    Di buon livello anche la texturizzazione ambientale, capace assieme ad ottimi shader superficiali, di dare un tocco tangibile a quanto circonderà il nostro eroe durante le varie missioni.
    Molto interessanti anche alcune scelte artistiche del team: al classico virare al bianco-e-nero delle schermate quando saremo mimetizzati si unisce infatti una pulizia visiva molto piacevole, che vede la sparizione di qualsiasi tipo di HUD e la proiezione di indizi ed obiettivi di gioco direttamente sullo sfondo, quasi fossero pensieri e ricordi del protagonista ad essere proiettati.
    La build ha mostrato però il fianco anche ad alcune piccole problematiche che vedono in testa un fastidioso fenomeno di tearing (speriamo risolvibile) e a seguire più di qualche problema nel rilevamento delle collisioni che sfocia, in concomitanza delle proverbiali scalinate, nell’odioso pattinamento.
    Buono l’accompagnamento sonoro ma non troppo convincente il doppiaggio italiano: l’abbandono di Luca Ward non ha fatto bene alle corde vocali del buon Fisher che perde parte del suo carisma ostentando una voce da “macho” un pò forzata.
    Non troppo convincenti anche i comprimari e le semplici comparse (vedi chiacchierio delle guardie).

    Splinter Cell: Conviction L’attesa per Splinter Cell: Convinction sembra esser stata pienamente ripagata. Il titolo presenta una struttura fresca e godibile pur senza nascondere gli ottimi retaggi del passato. A dispetto di soluzioni più accessibili a tutti, poi, è con meraviglia che constatiamo un livello di sfida davvero soddisfacente (sebbene con un’IA non priva di pecche) ed un’ampio spettro di soluzioni di gioco offerto sia dalle nuove feature sia da uno studio di level design molto più accurato rispetto al passato. Il corposo multiplayer ed il comparto grafico di ottimo livello non fanno altro che aggiungere valore in più ad una produzione già molto promettente.

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