Starhawk: provata la nuova produzione Lightbox

Starhawk: provata la nuova produzione Lightbox
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  • PS3
  • Dopo l'annuncio avvenuto qualche settimana fa, Starhawk, lo sparatutto in terza persona in sviluppo presso LightBox Interactive in esclusiva per Playstation 3, si è materializzato per una prova a margine della press conference di Sony all'E3 2011.
    La demo prevedeva una sola mappa, intitolata Acid Sea in cui poter giocare ad un match nella tipica modalità capture the flag, in quattro contro quattro.

    Subito all’attacco

    Lo spawn sulla mappa viene gestito con il lancio di un pod dall'orbita che, atterrando violentemente sul terreno, permette il raggiungimento del campo di battaglia.
    Nella modalità capture the flag si potrà comparire solamente in un'area vicina alla propria base, organizzando subito l'offensiva o la difesa del territorio, per evitare che le forze nemiche possano rubare la bandiera, portandola al loro quartier generale e segnando un punto.
    Dopo pochi secondi di gioco saltano all'occhio due fattori importanti: i controlli e la possibilità di costruire delle strutture.
    Il sistema di controllo è sicuramente più fluido e reattivo rispetto a quello di Warhawk, rendendo la vita più facile soprattutto ai neofiti, grazie ad una mappatura e all'uso di un numero di tasti inferiore rispetto al passato, soprattutto per le battaglie in volo a bordo dei nuovi mezzi, a metà strada tra un mech bipede e i Valkyrie di Macross.
    L'inedita funzionalità Build & Battle, invece, permette di accumulare risorse combattendo, per poi convertirle nella costruzione di edifici dagli scopi differenti: dalla difesa della propria base alla fornitura di mezzi offensivi, utili per cercare di sferrare attacchi combinati, grazie alla buggy dotata di mitragliatore posteriore che può ospitare fino a due compagni oltre al pilota o a carri armati di diversa stazza.

    Un nuovo stile

    Lo stile grafico di Starhawk si discosta in parte da quello del capitolo precedente, in quanto viene meno il design particolare che mixava mezzi e armi della seconda guerra mondiale con tecnologia futuristica, dando una propria impronta personale.
    Starhawk propone due fazioni in lotta: quella umana non ha tratti particolarmente distintivi, mentre gli alieni hanno un design che riporta alla mente le locuste di Gears of War, con arti stilizzati e vesti che si muovono ampiamente in base alla presenza del vento.
    Anche i mezzi sono cambiati, soprattutto quelli volanti dallo stile più affusolato e tagliente, a dispetto di quello classico degli aerei che hanno dato il nome al capitolo precedente della serie.
    La mappa utilizzata nella demo offre invece un'atmosfera in linea con quanto già visto in passato, anche se i colori sono più carichi, mentre le aree rocciose assomigliano a molte mappe desertiche presenti in Warhawk.
    La fluidità di gioco è buona anche se decade in presenza di esplosioni e zone troppo affollate, con una perdita di frame consistente. Sicuramente, visto lo stadio ancora poco maturo dello sviluppo, il motore grafico verrà ottimizzato in modo da garantire prestazioni costanti per l'intera esperienza di gioco.

    Più importanza alla fanteria

    La possibilità di costruire strutture di supporto o veri e propri hangar che forniscono mezzi da trasporto o da combattimento sposta decisamente l'attenzione, dando meno spazio ai combattimenti nei cieli che hanno caratterizzato Warhawk e riportando gli scontri a terra, tra carri armati e mezzi simili ai Warthog di Halo.
    Molto interessante la possibilità di costruire muri per bloccare il passaggio in alcune aree strette; o torrette difensive che attaccano automaticamente il nemico quando viene allo scoperto, inserendo quindi nuove meccaniche di gioco basate sulla pianificazione tattica, che fanno deviare Starhawk dal classico paradigma degli sparatutto in terza persona.

    Starhawk Starhawk si discosta solo in parte da ciò che è stato Warhawk, cambiando il bilanciamento del gioco e riportando gli scontri aerei allo stesso livello di importanza di quelli a terra. Tecnicamente non sono stati fatti moltissimi passi avanti e anche lo stile, benché differente, non riesce ad appassionare al primo sguardo. Interessante la promessa dell’inclusione di una campagna single player che potrebbe risultare appetibile anche per chi non è abituato a giocare online contro avversari umani, benché non sia stato fornito alcun altro dettaglio, nemmeno relativo alla durata o al numero di missioni, nella speranza che tale modalità non si riduca ad essere un semplice tutorial per imparare a combattere per poi lanciarsi sui server online per le modalità multigiocatore.

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