Ci sono avventure grafiche che sono entrate nella storia, grazie a trame indimenticabili, personaggi folli e meccaniche di gioco che sono evolute con gli anni, andando a formare un genere che sembrava ormai orientato verso il declino ma che negli ultimi anni ha rialzato la testa.
Le produzioni di Wadjet Eye Games, la campagna multimilionaria di Broken Age ad opera di Double Fine, il ritorno di Jane Jensen con il suo Moebius dimostrano che il genere è tutt'altro che morto, e che cerca in qualche modo di rinnovarsi, per soddisfare non solo un'utenza ristretta ma appassionata, ma per tentare di convincere anche le nuove leve di videogiocatori, che probabilmente si sono avvicinati al media proprio in un periodo poco florido.
Ci sono però anche avventure che strizzano l'occhio al passato senza alcuna vergogna, e che puntano a ritrovare il successo grazie al carisma di un protagonista tanto affascinante quanto inetto: Tex Murphy.
La vecchia serie di Access torna quindi alla ribalta, dopo una campagna su Kickstarter di tutto rispetto che ha permesso al nuovo team Big Finish Games di raccogliere ben oltre il mezzo milione di dollari in finanziamenti.
Quasi due anni di duro lavoro e l'annuncio della pubblicazione da parte di un grande publisher quale Atlus, sempre più in espansione verso tipologie di titoli e generi che vanno ben oltre ai classici JRPG nipponici, pongono solide basi per un prodotto ormai imminente, il cui antipasto è stato servito sotto forma di versione demo pochi giorni fa.
Il ritorno di un mito
Chi ha affrontato una delle avventure di Tex Murphy in passato, la migliore delle quali probabilmente resta Under A Killing Moon, non può aver dimenticato Chris Jones, designer della serie e volto dello stesso Tex, investigatore svogliato e sopra le righe, alle prese con casi decisamente intricati in una Los Angeles del prossimo futuro, a metà strada tra un ritorno allo stile anni '60 e una sorta di Cyberpunk alternativo.
Il volto di Tex, nuovamente interpretato da Jones, torna quindi in Tesla Effect, sesto titolo della serie che non si differenzia troppo dalla formula classica, a base di esplorazione in soggettiva, enigmi basati sulla combinazione di oggetti con l'ambiente, una storia non lineare alterabile grazie alle scelte verbali del giocatore e, infine, tonnellate di filmati in full motion video che sprizzano "anni '90" da tutti i pixel.
Se però l'alchimia di gioco non è cambiata, la tecnica è progredita e ora gli ambienti esplorabili, solo due nella demo, sono decisamente più ricchi e rifiniti.
Alla base di Tesla Effect c'è l'ormai ben noto motore Unity 3D, strumento che ha permesso lo sviluppo in tempi discretamente rapidi, con una resa finale che non combatterà ad armi pari con i titoli di Crytek ma che comunque riesce a soddisfare gli amanti della serie, grazie ad un'atmosfera ricreata alla perfezione, che non ha perso il fascino dei titoli precedenti e che anzi ne offre un distillato che solo gli appassionati saranno in grado di gustare fino in fondo.
Oltre agli ambienti 3D, visualizzabili fino a risoluzioni che vanno ben oltre il Full HD e che offrono una resa grafica discreta, anche i video di intermezzo hanno fatto numerosi passi avanti, sia in termini di produzione pura che di regia. Si nota ormai molto meno lo stacco netto tra gli attori e gli sfondi precalcolati, con la sovrapposizione fatta tramite green screen che è ora molto meno visibile, anche se non è scomparsa del tutto: fattore che dona ancora di più un feeling anni '90 all'intera produzione.
Il cast torna in grande stile, non solo con Chris Jones ma anche con svariati altri personaggi della serie, sicuramente invecchiati e la cui età è ora tradita dalla qualità degli spezzoni video. I filmati, come sempre, spesso si fermeranno sul più bello, visualizzando un'interfaccia che permetterà di scegliere cosa dire, facendo quindi evolvere l'avventura in modi differenti.
Leggermente rivisto l'inventario, tutto gestito tramite mouse e che permette di verificare quali oggetti sono in proprio possesso, unendoli eventualmente tra loro per crearne di nuovi e per poi utilizzarli negli ambienti.
Le varie location di gioco sono da esplorare con visuale in soggettiva, sfruttando i classici tasti da FPS per muoversi. Questo elemento non è cambiato rispetto al passato, ma non deve trarre in inganno: in Tesla Effect, così come negli episodi precedenti della serie, non sarà necessario sparare e non saranno presenti scene d'azione nel senso moderno del termine. Al giocatore sarà richiesto solamente molto l'intuito, grazie al quale trovare indizi e gestire interrogatori, senza dover mai ricorrere alle armi o alla violenza.
Poco si sa della trama, e in quest'ottica la demo non fornisce troppi indizi: dovremo infiltrarci in una casa per cercare di far progredire una misteriosa indagine, nella quale sarà coinvolto anche un orribile mutante, ben truccato e folle al punto giusto, che attaccherà Tex solo se provocato e per il quale dovremo preparare una medicina, in modo da sopire le sue sofferenze dovute a una non meglio identificata infezione.
La narrazione si colloca quindi nel solco tracciato dalla serie, con l'aggiunta di un pizzico di quell'irriverenza e comicità che hanno sempre contraddistinto Tex Murphy, con la sua linguaccia pronta a cacciarlo in ogni sorta di guaio.
Mancano pochi giorni all'uscita di Tesla Effect e la demo permette di anticipare quello che a tutti gli effetti sembra un tuffo nel passato. Più che per svecchiare la formula di gioco, il team Big Finish Games ne ha voluto riprodurre ogni elemento, adeguando il comparto tecnico al 2014 ma lasciando comunque un sottofondo lo-fi in grado di ammaliare i fan della serie sin dalla sequenza introduttiva. Se Tex Murphy sembra assolutamente in forma, il successo del gioco dipenderà dalla trama, ancora non del tutto chiara ma probabilmente molto interessante, sopratutto per il legame con il celebre Tesla che compare anche nel titolo. Pochi giorni di attesa, quindi, per verificare se la serie ha ancora qualcosa da dire, in un panorama in costante evoluzione per le avventure grafiche, che sta progressivamente tagliando i ponti con il passato. Che la "zavorra" rappresentata da Tex Murphy risulti tutt'altro che fastidiosa?