Provato Transistor

I creatori di Bastion sfoggiano un altro titolo eccezionale

Provato Transistor
Articolo a cura di
Disponibile per
  • Pc
  • PS4
  • Generalmente celebrato da pubblico e stampa come una delle proposte più creative dello scorso anno, Bastion è quantomeno un titolo con una fortissima personalità ed una caratura artistica decisamente unica. Il prodotto firmato Supergiant Games ha saputo inquadrare il genere degli hack'n'slash da un punto di vista tutto sommato inedito, lavorando in maniera molto decisa soprattutto sulla componente narrativa. La storia è raccontata da una voce fuori campo, che commenta in “presa diretta” le imprese del protagonista, quasi come se fosse l'utente a costruire il tessuto del racconto.
    Il carattere a suo modo unico della produzione ha saputo conquistare moltissimi giocatori, ed è quindi con trepidazione che il pubblico del Pax aspettava di poter mettere le mani sul nuovo lavoro del team di sviluppo: Transistor. Annunciato qualche giorno fa e presentato per la prima volta qui a Boston, Transistor ci trascina all'interno di un mondo Sci-Fi dai tratti veramente splendidi. Mantenendo un'impostazione tecnica molto simile a quella del precedente lavoro del team, questo nuovo progetto esplora nuove soluzioni ludiche, e risveglia sensazioni forti e decise.

    Notte rossa

    Davanti a noi si estende una città di luce. Un posto dai contorni eterei, fatto di grattacieli che si proiettano verso il cielo notturno, e lampioni, e finestre accese. Lo sguardo di Red si posa su questa distesa brulicante di neon. Lei è bellissima, stretta in un vestito troppo elegante, con una chioma rossa che magnetizza gli sguardi, discreti o indiscreti che siano. Red è un'artista: una cantante di quelle che si esibiscono sui palchi fumosi di qualche locale blues, e tiene appeso il fiato delle persone con una nota tremula e tenuta. Ma adesso è tutto finito. La sua voce è andata per sempre, rubata. Dagli stessi che la cercano, e che hanno rapito centinaia di persone nelle ultime settimane. Si tratta di una piaga invisibile, legata alle operazioni non proprio trasparenti di un'organizzazione misteriosa.
    E' tutto quello che sappiamo quando cominciamo a muovere i primi passi nella città senza nome. Di fronte a noi c'è solo un cadavere, trafitto da una spada gigantesca. Una spada con un potere speciale: l'oggetto ha infatti assorbito l'anima e i ricordi dell'uomo, che adesso ci parla attraverso i circuiti luminosi che attraversano la lama. Ed è una voce in qualche modo familiare, anche se non l'abbiamo mai sentita. Ci dice tutto in poche parole: di una storia finita male, fatta di ricordi, e della necessità di fuggire, difendersi. Così Red afferra l'arma, e comincia la sua avventura.

    Chi ha giocato a Bastion troverà molto familiare l'impostazione globale di Transistor: la telecamera a tre quarti, la grafica completamente bidimensionale, le ambientazioni disegnate con un tratto tenue e delicato. Anche le dinamiche di gioco, apparentemente, sembrano simili a quelle della precedente produzione: con un tasto si compie un attacco corpo a corpo, con un altro si scaglia un proiettile che colpisce i nemici a distanza. Anche Transistor è quindi un Hack'n'Slash molto basilare nelle meccaniche di gioco, che basa tutta la sua efficacia sulla direzione artistica impeccabile?
    Assolutamente no: il team di sviluppo propone stavolta un combat system che mescola il dinamismo del genere di Bastion con la profondità strategica di un Rpg Tattico.
    Red ha infatti la capacità di fermare il tempo (alla pressione del trigger destro) per preparare un “piano d'azione”. Entrata in modalità tattica, la protagonista avrà a disposizione una barra che si consumerà progressivamente ad ogni azione che compierà. Sarà possibile muoversi (l'indicatore scenderà progressivamente a seconda della distanza percorsa) e attaccare, per poi vedere la sequenza d'azioni impostata svolgersi d'un colpo. Una volta terminata la catena di attacchi, Red dovrà aspettare che la barra si riempia nuovamente: dovrà quindi cercare di schivare gli attacchi nemici utilizzando le coperture, muovendosi quindi in tempo reale sul terreno di scontro. Sarà anche possibile attaccare in tempo reale, ma visto che le arene tendono a riempirsi presto di avversari, l'opzione tattica è sicuramente indispensabile. Mentre il tempo è fermo, infatti, possiamo posizionarci attentamente sul terreno, per fare in modo che i nostri proiettili colpiscano contemporaneamente più nemici. Proprio la gestione delle linee di tiro e del posizionamento è uno degli aspetti fondamentali del gameplay di Transistor, che si preannuncia decisamente originale.
    La demo presentata al Pax era piuttosto breve, ma ci ha permesso di notare una buona profondità strategica. Oltre agli attacchi di base, nel corso del playthrough abbiamo acquisito altre due abilità, dopo che la spada ha assorbito l'anima di due vittime dei misteriosi nemici che stanno attaccando la città. Un attacco ad area e la possibilità di teletrasportarsi velocemente in una precisa zona del campo di battaglia ci permettono quindi di moltiplicare le opzioni strategiche.
    Gli scontri sono fin da subito interessanti: avvengono contro esseri meccanici che spuntano dal nulla, come gli strani cristalli che emergono all'improvviso dal terreno. Si tratta di una strana piaga cibernetica che si diffonde come un morbo fra le strade della città.

    Le specificità dei nemici sono pensate per mettere in difficoltà il giocatore: incontriamo ad esempio una “White Lady” che si sdoppia ogni volta che Red attiva l'opzione tattica. D'altro canto visto il rateo di fuoco dei suoi cannoni, è impossibile tentare uno scontro diretto. Bisogna quindi cercare di massimizzare il danno, eventualmente posizionandosi in modo da allineare i (deboli) doppioni con l'avversario principale. Nella manciata di minuti che passiamo in compagnia di Transistor, gli scontri sono tutti stimolanti, e quando la demo volge al termine non possiamo far altro che ritenerci soddisfatti e incuriositi dalla struttura messa in piedi da Supergiant Games.
    Il titolo dimostra anche un deciso dinamismo visivo, che alla visuale classica alterna sezioni a scorrimento bidimensionale, spezzoni con inquadrature ardite, splendidi artwork che prendono possesso dello schermo, mentre Red si ferma - ad esempio - ad ammirare gli enormi cartelloni che testimoniano la sua fama ormai svanita. In questi momenti i suoi ricordi si fanno più invadenti: il tessuto musicale, solitamente composto da splendide tracce “sintetiche” e sonorità molto delicate, si arricchisce quindi con le note dei brani blues cantati - un tempo- direttamente dalla protagonista. E l'atmosfera già avvolgente di una città immersa in una notte eterna si amplifica, fino a diventare perfetta. Un noire d'altri tempi proiettato in un futuro alla Blade Runner, per una caratura artistica davvero inarrivabile.

    Transistor Bastion era un titolo solido nelle dinamiche e coraggioso nelle scelte artistiche, che ha lanciato Supergiant Games confermando il talento dei suoi creativi. Transistor sembra superare in tutto e per tutto il suo predecessore. Lo stile complessivo è lo stesso, le modalità di narrazione molto simili: la storia di una protagonista muta e bellissima si dipana grazie ai commenti della spada, che ha assorbito l'anima di un vecchio amico. E mentre il tono suadente e caldo della voce narrante racconta il viaggio di Red, i sintetizzatori e le note blues si adoperano per costruire un tessuto musicale praticamente perfetto, che amplifica l'atmosfera impeccabile della produzione. Il gameplay mescola il dinamismo dell'hanck'n'slash con la profondità tattica di scontri “a turni”, basati sul posizionamento e sull'ottimizzazione delle proprie risorse d'attacco. Il combat system, insomma, è profondo e interessante fin dalle prime battute. In uscita nel 2014, Transistor sarà senza ombra di dubbio un'altra di quelle perle con cui il mercato indie riscalda il cuore di tanti giocatori.

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