Provato Warriors: Legend of Troy

Prime impressioni dalla prova con mano

Provato Warriors: Legend of Troy
Articolo a cura di
Disponibile per
  • Xbox 360
  • PS3
  • Che Tecmo-Koei trovi la sua migliore forma di espressione nella produzione di hack’n’slash, è cosa nota; ed altrettanto scontato è il problema che ci si pone in fase di giudizio, dove ci tocca analizzare con metro critico concept sempre uguali presentati sotto vesti differenti.
    Dopo il fortunato Dynasty Warriors, e dopo aver provato con mano le ultime cruente gesta di Ken, è il momento di rituffarci nell’antica Grecia, dove a sovrastare le speranze di pace della popolazione è il continuo fragore di spade, scudi e lance assetate di sangue.
    Parliamo delle prime impressioni emerse dalla prova giocata di Warriors: Legends of Troy.

    Achille piè veloce

    Come già vagamente accennato, le vicende di Legends of Troy ci porteranno direttamente tra le righe dell’epica di Omero, in un mondo devastato dalla guerra, in cui i combattenti più forti si innalzano quasi al livello degli dei. Nonostante la versione giocabile dell’E3 ci abbia permesso di indossare esclusivamente le vesti del biondo Achille, è accertato che nella build finale ci sarà l’opportunità di scegliere tra più personaggi mitologici, quali Ettore, Odisseo, Paride e diversi altri.
    Il gioco si presenta, a prima vista, come un hack’n’slash come tanti. All’inizio della prova ci siamo ritrovati nei panni di Achille in una vasta area collinare, su cui sterpaglie e territori più rocciosi si alternavano per dare origine ad uno sfondo piuttosto anonimo ma abbastanza gradevole, su cui portare a termine i nostri scontri. Esattamente come descritto dai canoni di ogni gioco del genere, il battle system è interamente incentrato sulla lotta del singolo contro innumerevoli avversari, qui caratterizzati con poca originalità e raffiguranti anonime figure armate delle quali disfarsi a suon di attacchi e combo concatenate. E proprio parlando del sistema offensivo, quello offerto da Legends of Troy ricorda da vicino il già citato Dynasty Warriors, apparendo però stavolta un po’ più lento e ragionato: per penetrare le difese avversarie, infatti, più che l’inclemente uso di un vorace button mashing sarà richiesta una discreta dose di strategia e di studio relativo ai sistemi difensivi dell’antagonista di turno, addobbato per l’occasione con scudi e corazze sempre più resistenti via via col proseguimento del gioco. Importante menzione, inoltre, è quella riguardante la possibilità di raccogliere ed usare le armi lasciate cadere dai nemici sconfitti, fattore che potrà inspessire - seppur lievemente - un gameplay fin troppo uguale a se stesso come quello degli hack’n’slash.
    L’azione di gioco è apparsa sempre veloce e frenetica, persino nelle sessioni in “slow-motion” (attivabili con un tasto) che anzi hanno contribuito all’acuirsi di una strategia offensiva più mirata verso i punti deboli avversari.

    Andando ora a parlare dell’impianto narrativo, sembra che Koei si sia impegnata per dare a Legends of Troy una base storica più solida che negli altri giochi del genere, così elaborata da impedire addirittura l’implementazione del multiplayer online. Se infatti, fino a qualche mese fa, le opzioni in multigiocatore erano nei piani della casa giapponese, la software house ha recentemente annunciato il suo dietrofront a riguardo, delegando la responsabilità del tutto proprio alle fila narrative su cui si regge il gioco, sembra talmente consolidate da richiedere la presenza del solo single player.
    Spostando la nostra attenzione sul lato prettamente tecnico del titolo, è innegabile che Legends of Troy si presenti come un prodotto ancora ben lungi dall’essere compiuto, soprattutto per quanto riguarda i modelli poligonali dei numerosissimi antagonisti, tutti pressoché uguali tra di loro. Buono, invece, il dettaglio del personaggio principale (nel nostro caso, Achille) e quello relativo agli ambienti di gioco, in cui l’unica stonatura può ricercarsi nella mancanza di originalità estetica. Giudizio positivo anche agli effetti di combattimento, che tra combo, parate, e colpi andati a segno con conseguenti esplosioni ematiche, riescono a dare una buona impressione di movimento e violenza.

    Warriors: Legend of Troy Per quanto questo Legends of Troy non sembri discostarsi troppo dai canoni degli hack’n’slash, la sessione di prova è riuscita a convincerci soprattutto per un motivo: il lato “strategico” dei combattimenti. A differenza degli altri prodotti del genere, in cui il battle system è confinato al colpire - anche a caso - qualsiasi cosa si muova, nella nuova produzione Koei i nemici potranno vantare di sistemi difensivi che richiederanno diversi approcci di attacco, non sempre facilmente intuibili, e che necessiteranno, di conseguenza, di una maggiore regolatezza nelle offensive. Per il resto, aspettavi i soliti crismi degli hack’n’slash, con i fiumi di sangue, le combo, le centinaia di nemici a schermo, i boss di fine livello, e tutto ciò che potrebbe venirvi in mente.

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