ESWC 2017: Jay Puryear di Activision parla di eSports e CWL

All'ESWC 2017 abbiamo intervistato Jay Puryear, Brand Management responsabile del settore eSports di Activision e della Call of Duty World League.

ESWC 2017: Jay Puryear di Activision parla di eSports e CWL
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  • Xbox One
  • All'ESWC di Parigi c'era anche Jay Puryear, Director of Brand Management and Esports di Activision, uno degli uomini chiave della CWL. Approfittando dell'intervallo tra un girone e l'altro, Puryear ci ha offerto il suo punto di vista sull'attuale scena competitiva internazionale, che ritiene avere tutte le potenzialità per raggiungere, in un futuro prossimo, il "peso" dei più grandi eventi sportivi "tradizionali".

    Everyeye.it: Credi che gli eSport raggiungeranno mai il livello di rilevanza e di partecipazione degli sport tradizionali?

    Jay Puryear: "È difficile da dire. Credo abbiamo avuto una grande crescita per quel che riguarda i partecipanti. Se diamo un'occhiata ai dati sui giocatori coinvolti nella CWL, vediamo come negli ultimi anni ci sia stata una crescita notevole nel numero dei team in gara. Parlando del rapporto con gli sport tradizionali, si tratta di un panorama completamente diverso, manca ad esempio quello scenario in cui i fan crescono seguendo una particolare squadra locale. Eppure credo che quando prendiamo in considerazione la consapevolezza del pubblico rispetto agli eSport e il numero dei partecipanti ai vari eventi, da una prospettiva globale che comprende tutti i titoli giocati, appare chiaro che parliamo di un fenomeno che comincia ad avvicinarsi ai numeri degli sport tradizionali. L'attuale generazione di giocatori è cresciuta in un mondo dove i videogames erano già un fenomeno di massa, quindi non mi stupirei se nel prossimo futuro alcuni eventi arrivassero ad avere, per il pubblico mondiale, la rilevanza di eventi come le Olimpiadi".

    Everyeye.it: In che modo la crescita della scena esportiva influenza lo sviluppo dei titoli del franchise Call of Duty?

    Jay Puryear: "Call of Duty è già un franchise intrinsecamente competitivo, ma è chiaro che l'ottica esportiva esercita un qualche genere di influenza. Per noi, quando un team di sviluppo lavora a un titolo, la priorità numero uno è quella rendere il gioco accessibile per tutti i tipi di giocatori. Ci sono comunque funzionalità, come la CODcaster mode, che gli sviluppatori hanno introdotto proprio per supportare l'ottica esportiva, sebbene, lo ribadisco, per per noi la cosa più importante è che i nostri titoli siano il più possibile inclusivi, che si adattino alle esigenze di tutta la community e non solo di una sua parte. In ogni caso, ritengo che avere pro player che giocano a livelli così alti porti vantaggi a tutti, perché il loro contributo permette di rendere tutte le modalità più bilanciate, anche per i giocatori non competitivi".

    Everyeye.it: In Italia risulta ancora difficile conciliare, anche concettualmente, la figura del giocatore e quella dello sportivo professionista, pensi che le cose cambieranno nel prossimo futuro?

    Jay Puryear: "Le caratteristiche dei pro players sono grande abilità, impegno, capacità di comunicazione, praticamente le stesse cose che caratterizzano gli sportivi ‘tradizionali'. Ci sono un sacco di somiglianze. Anche in America la precedente generazione ha subito ogni genere di pregiudizio legato alla passione per i videogiochi. I videogiocatori erano visti come quelli che abitavano negli scantinati dei genitori, senza alcuna possibilità di rapporti con l'altro sesso. Per fortuna si tratta di convinzioni che stanno progressivamente sparendo, ed è probabile che anche in paesi come l'Italia si tratti solo di una questione di tempo".

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