Intervista Intervista a Chris Claremont

Il più importante sceneggiatore di Xmen svela i sui segreti

Intervista Intervista a Chris Claremont
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Siamo a Napoli, dal 3 al 5 Marzo si è svolto il Comicon, la più importante fiera partenopea di comics, il cui evento di rilievo altro non è che la presentazione da parte di Activision del videogioco X MEN IL GIOCO UFFICIALE, ispirato al film anch’esso presentato in anteprima mondiale. A questa presentazione ha partecipato nientemeno che il più apprezzato sceneggiatore di fumetti , e coosceneggiatore del videogioco: Chris Claremont, nome familiare a quanti di voi sono appassionati degli ormai famigerati “Uomini-X”. Ovviamente, come accade di solito, questi eventi pubblici sono il seguito di interviste private con la stampa specializzata. Noi di Everyeye abbiamo avuto l’onore partecipare ad una di queste conferenze stampa ed eccovi quindi l’intervista a Chris Claremont.

Nota per il lettore: Nonostante Everyeye fosse arrivato per primo sul posto, le oltre 2 ore di intervista sono state molto fruttuose, quindi in questa miriade di domande ci risulta impossibile stabilire con precisione chi ha chiesto cosa, di conseguenza ci siamo limitati ad evidenziare in grassetto i quesiti. Detto questo godetevi questa intervista esclusiva di Everyeye.

Due chiacchiere con Mr Claremont

La mia prima domanda riguarda sia i videogiochi che i film ed i fumetti: dove prende ispirazione per i suoi scritti?
Ovunque, dalla vita, dai posti che ho visitato, dalle cose che mi sono successe, dalle persone che ho conosciuto, mischiando tutte questo alla mia immaginazione.

Ha trovato più difficile lavorare per i comics o per i videogames?
Semplicemente si tratta di due cose diverse. Penso che questa volta sia stato difficile lavorare per i videogames perché si tratta della mia prima volta, infatti ho dovuto lavorare con persone completamente diverse da quelle a cui sono abituato e su aspetti completamente diversi rispetto a quelli dei fumetti. Per esempio io scrivo una sceneggiatura per un fumetto così (schiocca le dita ), la sceneggiatura per un videogioco potrebbe prendermi mesi , se non anni. Questo succede perché il lavoro è differente, perché necessitano differenti abilità.

Qual è la differenza tra gli scritti dei comic e gli scritti dei videogiochi?
I fumetti si sviluppano intorno al personaggio, i videogiochi intorno all’azione. Nei fumetti la mia immaginazione può avere libero sfogo, nei videogame devo tener conto dell’interattività, devo collaborare con i designer e con i programmatori e considerare tutte le loro obiezioni. Volendo fare un esempio, per me è divertente un dialogo tra Tempesta e Wolverine, mentre per loro è meglio una scena di combattimento, che coinvolga quindi diversamente il giocatore.

Secondo lei quale sarà l’evoluzione dei fumetti, dei videogiochi e dei film nel futuro?
Secondo me c’è una sinergia tra queste tre forme d'arte. Ad esempio gli Xmen sono approdati su tutti e tre i media, modificandosi a seconda delle esigenze. Anche se per molti franchise l’elemento chiave rimane sempre il fumetto. La differenza principale è che dagli anni '60 ad oggi abbiamo prodotto tre film, una decina di videogiochi e centinaia di fumetti. I fumetti rimangono sempre più semplici da fruire e soprattutto non è necessario aspettare tanto come il 19 maggio per il videogioco, ed il 26 per il film. Il fumetto può essere letto sempre e ne escono di nuovi ogni giorno in modo da evitare questa snervante attesa da parte degli appassionati.

Chi è Chris Claremont?

Sono sicuro che molti nella nostra community vorranno sapere di più lei: chi è Claremont? Quali sono i suoi personaggi preferiti? I Film e i fumetti che ama di più?
Riguardo gli Xmen il mio film preferito è ovviamente Xmen 2, che mi sembra nettamente migliore. Per quanto riguarda i personaggi, è difficile, li amo tutti. La mia storia preferita? Beh, questo è un po’ più complicato, dopotutto sono uno scrittore ed in quanto tale non preferisco una storia in particolare, ma tutte nel loro insieme, come un'unica e grande fiction.

Ma ci dica di più di lei. Cosa l'ha spinta ad intraprendere questa carriera?
Penso che più che altro io abbia iniziato per fortuna. All’università studiavo relazioni internazionali e diplomazia, ma nel 1961 avrei voluto diventare un attore, così una cosa tira l’altra ed iniziai a scrivere.

Può darci qualche indiscrezione riguardo al nuovo film o al videogioco? Magari anche qualche piccola news?
Sì, ad esempio se vi può interessare io stesso avrò un ruolo nel film.
Farà il postino magari, come Stan Lee nei fantastici 4?
(Ride) No, anche se dobbiamo ancora definire bene il ruolo, sarà di poca importantza, tant'è vero che potrebbe persino essere tagliato. Infatti quando abbiamo girato abbiamo dovuto necessariamente girare in due giorni. Purtroppo il primo giorno pioveva, di conseguenza, dato che l’indomani c’era il sole, abbiamo dovuto registrare di nuovo tutto tagliando parecchi spezzoni. Ma se proprio volete sapere tutto sul film non potete fare altro che aspettare l’uscita nelle sale americane il 16 maggio. Ora posso solo dirvi che Jean Grey, come avete visto in Xmen2, non è morta. In X3 vedrete cosa è cambiato e come questo influirà sullo sviluppo della trama.

Quindi col suo ruolo in Xmen3 ha realizzato un sogno...
No, il sogno che si è realizzato con Xmen3 e con gli altri due film è piuttosto quello di vedere Xmen materializzato davanti ai miei occhi, come film e non solo come fumetto. Vedere i personaggi che ho creato o di cui ho parlato nei fumetti interpretati da Ian McKellen (Magneto), Hugh Jackman (Wolverine), Halle Berry (Tempesta), è stato meraviglioso, troppo bello da descrivere. Inoltre ho potuto vederli trasformati dall’interpretazione degli attori, potendone prendere spunto anche per i miei fumetti. Il prossimo passo sarà scrivere una mia sceneggiatura per un film.

Ha detto che il prossimo passo sarà una sceneggiatura per un film, ma cosa ci dici su una sceneggiatura originale per un videogioco?
Non saprei, il concept è diverso, così come il target a cui è rivolto un videogioco. Se l’Activision mi chiedesse se sono interessato risponderei di sì, anche se trovo complesso lavorare per il cinema e per i videogiochi, se non occasionalmente. Inoltre sono impegnato in diversi fumetti che non voglio lasciare a metà. Oltretutto, lavorare in campi così vasti e diversi mi costringerebbe a viaggiare molto più di quanto mi sia gradito.

Un pò di lavoro

Dato che lei è uno dei più stimati sceneggiatori di Xmen, avrà notato che con film e videogame il mondo di questi personaggi è cambiato. In meglio o in peggio secondo lei?
All’inizio eravamo io,i miei collaboratori ed i miei personaggi. Ora il lavoro è maggiore, il materiale su cui ci basiamo è più vasto, quindi è diverso. È cambiato tutto ma l’elemento chiave è il cambiamento e di conseguenza io, autore, cambio insieme alla serie ed insieme ai miei personaggi. Proprio per questo, non sono solo io a cambiare, ma anche i miei collaboratori, i disegnatori, e tutti coloro che lavorano nel modo dei fumetti e che col loro cambiamento contribuiscono all’evoluzione dell’universo di Xmen.

Quindi lei dice di tentare di raccordare tutto in un'unica grande storia...Ma questo lavoro quanto vi impegna e quanto vi stimola a continuare questa evoluzione?
Beh, ovviamente quando io ero l’unico sceneggiatore era tutto semplice, così come quando Stan si occupava di tutti i fumetti era facile ottenere una certa continuità. All’epoca era semplice correggere gli errori nella trama e riportare tutto all’organicità ed alla coerenza iniziali. Ma quando si iniziò ad avere molti contributi il lavoro diventò più complesso, in quanto ogni dettaglio deve essere perfetto. Un fumetto del genere è come la vita: si ricordano le cose importanti mentre molte devono essere tralasciate, ma i dettagli significativi rimangono. Sono proprio i dettagli che curiamo particolarmente per farli ricordare ai nostri lettori.

Ha lavorato negli Xmen e nei fumetti fin dalla fine degli anni '60. Pensa che sia cambiato il modo di lavorare nel mercato dei fumetti? Come?
Quando ero giovane, ed ho iniziato a lavorare nel mondo dei fumetti, molti pensavano che fosse un mondo che stava morendo, molti credevano che negli anni '80 i fumetti sarebbero spariti. Ovviamente si sbagliavano, anche se il mercato era enorme: ad esempio al di sotto delle 100000 copie un fumetto all’epoca era mediamente apprezzato, mentre oggi un fumetto da 10000 copie è sicuramente nella top five.
Paradossalmente ci troviamo nella situazione in cui, nonostante le minori vendite, il fumetto oggi è molto più accettato e diffuso. Inoltre i film tratti da fumetti, così come i videogiochi, ottengono un successo strepitoso. Esempi sono Batman Begins, il nuovo Superman, Spiderman, Smallville in televisione e tra poco il film Aquaman. Quindi DC e Marvel hanno avuto un successo incredibile e continueranno ad averlo in un mondo in continua evoluzione che, fortunatamente, rende molto più stimolante il mio lavoro.

Finalmente si parla di videogiochi

Tornando ai videogame, lei considera i videogiochi come una evoluzione dei fumetti oppure come un mezzo completamente diverso?
In verità, ritengo che i fumetti siano entrambe le cose, ma non penso che i videogiochi potranno mai sostituire i fumetti.

Essendo lei uno sceneggiatore e tenendo quindi particolarmente alla caratterizzazione dei personaggi, pensa che i videogiochi sugli Xmen ed in particolare i film, aggiungano qualcosa a quello che scrive?
Sì, ovviamente. Penso che quando tu scrivi, hai un immagine nella tua mente che devi descrivere mettendola su carta. Queste immagini, in particolar modo dei personaggi, le devi poi trasmetter al disegnatore, quindi vi è comunque un enorme cambiamento dalla mia immagine mentale. I fumetti sono una sinergia tra due menti, una collaborazione tra due artisti. Ovviamente questi cambiamenti modificano il modo di pensare dei personaggi. Per esempio, Wolverine nei fumetti è molto basso, Hugh Jackman non è basso, Tempesta parla molto nei fumetti, Halle Berry non parla affatto. Quando ho pensato per la prima volta a chi dovesse interpretare Xavier, Magneto e gli altri Xmen, avevo in mente tutt’altra cosa, in particolare per Magneto; ma ora non riesco più a non immaginare Wolverine come Hugh Jackman, e così anche per tutti gli altri personaggi.

Un videogioco deve essere necessariamente incentrato sull’azione, secondo il proprio gameplay. Come pensa che i fumetti, di solito incentrati sul dialogo, siano influenzati da questo?
Dipende naturalmente dal tipo di fumetto trattato. Per esempio in Xmen i personaggi sono molto importanti,ma i videogame, come ha giustamente detto, non permettono un' elaborazione del personaggio tanto profonda, e quindi ci sono limitazioni in tutti e due i campi. Ovviamente si influenzano entrambi a vicenda, ma ritengo che il concept rimanga e debba rimanere così diverso. Uno degli aspetti positivi dei fumetti è infatti la possibilità di immaginare il movimento del personaggio, movimento che deve essere necessariamente programmato in un videogioco. Quindi i due campi sono entrambi limitati ed i gamers vogliono, e ricevono, cose diverse da quelle chieste dagli appassionati di comics.
Penso che siano migliori i fumetti, comunque, perché non hai bisogno di altri mezzi: apri il fumetto, lo leggi lo chiudi. Non hai bisogno di lettori o console, solo del fumetto che può essere fruito in qualunque momento. È un' interfaccia molto più comoda.

Ma la tecnologia si sta evolvendo per diventare molto più comoda, molto più portatile
Sì, ma spesso la tecnologia non funziona, ha dei difetti e comunque i pochi centesimi dei ragazzini posso essere spesi meglio in un fumetto che è più economico e quindi alla portata di tutti. Inoltre, nel fumetto l’immediatezza è impagabile, mentre con i videogiochi bisogna mettere molte più cose in gioco. Inoltre io sono un po’ sentimentale sotto questo aspetto: preferisco leggere un buon libro, piuttosto che giocare con un videogioco.

Secondo lei, un videogioco cosa dovrebbe trasmettere?
Penso eccitazione, un certo senso di thrilling, come le montagne russe. Deve essere come una grande corsa, e questa corsa deve divertire. Purtroppo i videogiochi non sempre riescono nell’intento e risultano spesso poco divertenti.

Non crede che Xmen sia anche un dei primi fumetti sensuali? Che difficoltà prova a scrivere riguardo a personaggi femminili?
Beh è vero, Xmen ha molti personaggi femminili, più o meno sensuali, anche se io ho tentato di scrivere tutti i personaggi in modo tale da renderli come delle persone che io avrei veramente voluto conoscere. In particolare i cattivi: chi non vorrebbe conoscere Darth Vader? Ma spesso io ho inserito tratti delle persone a cui tengo molto, per esempio mia madre e i miei amici.

I personaggi del nuovo videogioco Xmen3 hanno delle caratteristiche peculiari che accrescono le varianti di gioco. Crede che i videogiocatori siano soddisfatti di questo?
No, non saranno mai soddisfatti, vorranno sempre di più e vorranno costanti migliorie. Ma è anche questo che ci spinge ad andare avanti.

Intervista a Chris Claremont Dopo una piacevolissima chiacchierata, ci siamo congedati da Mr. Claremont per assistere alla proiezione del trailer del film in anteprima (rintracciabile a questo indirizzo: http://www.x-menthelaststand.com/ ), e del trailer del videogioco, da cui non si evince nulla di più che la partecipazione di Iceman, Wolverine e NightCrawler e l’inserimento di questi personaggi in una struttura da picchiaduro a scorrimento. Fidandoci del giudizio di Clermont, ci sentiamo di consigliare a tutti gli appassionati la visione del Film, che si preannuncia come il migliore della saga. Si ringraziano per la collaborazione: Chris Claremont, Francesca Carotti (Activision), Michelangelo (Ufficio Stampa Comicon), Salvatore Corselli (nostro collaboratore).

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