Intervista The Night of the Rabbit

Aspettando la nuova avventura di Daedalic Entertainment, abbiamo intervistato il suo game designer Matt Kemple.

Intervista The Night of the Rabbit
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  • The Night of the Rabbit è la nuova avventura grafica in sviluppo presso Daedalic Entertainment, una tra le software house più attive nel mondo dei giochi punta e clicca. Dopo aver lanciato Chaos on Deponia qualche mese fa, il team tedesco è all’opera su due diversi fronti, ovvero la terza avventura con protagonista Rufus, ancora non annunciata ufficialmente, e 1954: Alcatraz.
    Dopo aver visto i primi screenshot de The Night of the Rabbit, abbiamo accolto con molto piacere la possibilità di intervistare Matt Kemple, la mente dietro questa interessante avventura ambientata in un mondo fiabesco chiamato Mousewood. Il protagonista è un ragazzo che coltiva il sogno di diventare mago e, come nei racconti più belli che ci hanno cullato durante l’infanzia, il destino gli darà modo di realizzare questo suo grande desiderio. Matt Kemple ci presenta la sua visione, facendo emergere tutta la passione per il mondo dei videogame e spiegandoci cos'è che spinge uno sviluppatore a realizzare il proprio progetto.

    INTERVISTA A MATT KEMPLE

    Everyeye.it:Ciao Matt. Parlaci un po' della tua collaborazione con Daedalic Entertainment.
    Matt Kemple: Daedalic ha un ottimo staff, realmente vicino alle sceneggiature e allo sviluppo dei videogame, ed è inoltre una delle poche compagnie che mi ha dato possibilità di proporre un mio progetto. Quando ho terminato il mio secondo gioco, What Makes You Tick: A Stitch in Time, li ho contattati perché ero davvero vicino a quel che producevano e creavano. Alla fine ho viaggiato fino ad Amburgo per presentargli il mio concept per “The Night of the Rabbit”. A loro è piaciuto e per me è stato eccitante. Dopo aver terminato gli studi, qualche mese più tardi, ho potuto iniziare a lavorare per Daedalic e, subito dopo, sul mio gioco. Un momento molto impegnativo ma gratificante per un ex sviluppatore indie come me, abituato a lavorare con appena tre persone, online, passando la maggior parte del tempo a creare i giochi da solo nella propria stanza.

    Everyeye.it: The Night of the Rabbit presenta un mondo ricco di magia e mistero: qual è stata la tua fonte d’ispirazione?
    Matt Kemple: Ho avuto un certo numero di fonti d’ispirazione per la storia ed i personaggi del nostro gioco. La parte iniziale è un chiaro riferimento ad Alice nel Paese delle Meraviglie. Il nostro personaggio principale, Jerry Hazelnut, segue un coniglio bianco in uno strano mondo - ma nella nostra storia il loro incontro non è una coincidenza: Jerry vuole diventare un mago - e, il coniglio, il Marchese de Hoto, è proprio un mago che offre a Jerry l’opportunità di diventare il suo apprendista. E questa non è certo una coincidenza. Sì, c’è una ragione sul perché il coniglio bianco vada cercare proprio Jerry, ma questo è uno dei tanti segreti della nostra storia.
    Il mondo in cui viaggiano Jerry ed il Marchese de Hoto è vagamente basato sulle fiabe classiche e moderne, come Il vento tra i salici. Nel mix c’è anche un po’ di Zelda, Studio Ghibli, Dr.Who ed altre avventure classiche come Monkey Island ma, alla fine, per il design del mondo, ho preso molta ispirazione dalle mie stesse passeggiate tra i boschi, in cui si corre tra il balbettio dei piccoli ruscelli e vecchi alberi, iniziando a chiedersi chi mai potrebbe vivere lì e quali segreti questi luoghi potrebbero avere in serbo. Anche alcuni testi di magia antica e tarocchi sono stati fonte d’ispirazione.

    Everyeye.it: Il personaggio principale è un ragazzo con un cappello da mago, ma tra i personaggi secondari troviamo bizzarri animali personificati, come l’elegante coniglio, la volpe col grembiule e un topo con occhialini ed ombrello. A cosa sono dovute queste scelte per il tuo magico mondo?
    Matt Kemple: In “The Night of the Rabbit” la magia è naturalistica e un mago che utilizza queste forze può viaggiare tra mondi, tempi e luoghi diversi, utilizzando antichi alberi chiamati albero portale. I maghi che riescono ad utilizzare i portali vengono chiamati Treewalkers. Il mondo che visitano Jerry e il marchese si chiama Mousewood, un luogo dove, come hai detto, gli animali vengono ritratti in versione antropomorfa. In questo mondo esistono ancora molti vecchi alberi portale - a differenza di quello di Jerry, in cui non esistono più. Per diventare un mago, un apprendista Treewalker ha il dovere di trovare alberi portale e imparare gli incantesimi da creature che li usano per viaggiare tra i propri mondi e Mousewood.
    Forse posti come Mousewood sono stati d’ispirazione per le nostre fiabe, e forse in tempi in cui le foreste erano molto, molto grandi e gli alberi più antichi, sono esistiti davvero gli alberi portale, intrecciando il nostro mondo con altri simili a Mousewood e tanti altri ancora. Forse, è per questo che la gente continua ancora oggi a raccontarci strane storie su magici mondi, parlando di animali ed altre creature. Credo che la magia, qualora esista sul serio, tragga origine dalla natura. E penso che storie, sogni e desideri meravigliosi siano posti come altri, ma diversi, segreti e nascosti, in qualche modo connessi con la nostra realtà.

    Everyeye.it: Come fa a ritrovarsi in questa situazione il personaggio principale?
    Matt Kemple: Per Jerry tutto comincia con un sogno. Come imparerete nel gioco, Jerry vuole diventare un mago. Ha lo stesso atteggiamento di tutti i bambini della sua età, quando credono ancora che tutto sia possibile - proprio come ho fatto io quando volevo diventare un conducente di autobus o un cadetto spaziale, quando ero più grandicello. Ma il sogno di Jerry sembra avverarsi quando improvvisamente, all'approssimarsi dell'ultimo giorno di vacanze estive, il Marchese de Hoto gli dà l’opportunità di imparare a padroneggiare la magia e viaggiare in luoghi sconosciuti.
    In The Night of the Rabbit, nulla sembra impossibile. Ma noi, in quanto adulti, sappiamo che tutto accade per una ragione e che talvolta queste opportunità sono molto rischiose.

    Everyeye.it: Raccontaci qualcos’altro sulla storia del gioco.
    Matt Kemple: Anche se il mondo di Mousewood e la visita di Jerry e il Marchese, ci sembrano contesti strani e magici, la maggior parte dei residenti di Mousewood non conosce molto la magia. In realtà, sembrano passati decenni dall’ultimo apprendista che il Marchese de Hoto ha portato con sé. A Mousewood incontreremo anche personaggi misteriosi e creature magiche, alcuni dei quali saranno d’aiuto a Jerry per conoscere la posizione dei portali ed imparare gli incantesimi per padroneggiarli. Inoltre, i personaggi saranno messi in pericolo dal Grande Zaroff, l’artefice degli spettrali eventi che inizieranno ad accadere ovunque.

    Everyeye.it: Pensi che il vostro gioco sia simile a Gray Matter e Simon the Sorcerer, ovvero due avventure incentrate sulla magia?
    Matt Kemple: Nel nostro gioco la magia è essenziale per la storia, e solo una volta imparati gli incantesimi sarai in grado di accedere alle altre parti del mondo o completare determinate sfide che hai dovuto abbandonare precedentemente.
    Gli incantesimi saranno disponibili dal tuo inventario per poi essere utilizzati con l’ambiente circostante. Per noi è stato importante che la magia apparisse realmente magica. Alla fine del gioco verrà utilizzata in modo molto differente, ma è una cosa della quale non posso parlare ed entrare nei dettagli. Come puoi constatare, la magia verrà utilizzata nello stile classico dei punta e clicca, ma credo inoltre che le avventure grafiche siano piuttosto differenti nel complesso.

    Everyeye.it: Le abilità del personaggio avranno effetti sul gameplay? Che tipo di enigmi conterrà l’avventura?
    Matt Kemple: Gli incantesimi di magia apriranno nuovi percorsi aiutando il giocatore a progredire nella storia. Il nostro gioco si appoggia su una vasta area liberamente esplorabile nella parte principale della storia, dove puoi anche alternare il giorno e la notte ogni volta che lo desideri. Ciò permetterà un’esplorazione divertente di Mousewood, nonché la possibilità di risolvere i problemi del protagonista in ordine differente. Per gli enigmi, stiamo cercando di evitare pixel-hunting o soluzioni troppo illogiche. Per me è importante che gli enigmi siano divertenti e connessi ai personaggi ed al mondo di gioco. Il titolo è un classico punta e clicca, ma dispone di inventario “moderno”, e un sistema di controllo rivisto e migliorato: l’utente ha bisogno di un solo click per interagire con il mondo, e gli oggetti all’interno dello zaino saranno visibili nell’inventario. Abbiamo anche inserito un sistema di aiuti sugli incantesimi, così è possibile ottenere informazioni sull’obiettivo corrente, ed anche un diario nel quale Jerry annoterà gli enigmi che sta affrontando e cosa è successo fino a quel momento. In questo modo, i videogiocatori più giovani o dotati di minor esperienza col genere, quando ricaricheranno un salvataggio a distanza di una settimana, otterranno un sommario degli eventi utile a fargli godere il gioco tanto quanto gli avventurieri più esperti. Il gioco ha anche un sacco di contenuti bonus sparsi un po' ovunque: carte da gioco magiche da utilizzare e collezionare, storie e leggende di Mousewood e molto altro ancora.

    Everyeye.it: Daedalic ci ha abituati a personaggi decisamente divertenti, come Rufus della saga Deponia, ma anche Edna ed il pazzo mondo de Edna&Harvey. Cosa ha da offrire emotivamente The Night of the Rabbit? Credi che il vostro videogame abbia una sua formula vincente come le altre avventure Daedalic?
    Matt Kemple: The Night of the Rabbit ha un sacco di umorismo; è un gioco un po’ dolce, ma a volte molto stravagante. Ma nella nostra storia ci sono anche scene tristi, rabbiose, misteriose e spaventose. Abbiamo voluto realizzare un mondo incantato e tranquillo, alcune volte pericoloso - dunque non troppo pazzo.
    I giochi di Jan “Poki” Müller-Michaelis, co-fondatore di Daedalic, sono dotati di quel folle umorismo che apprezzo molto e che mi hanno attratto verso le avventure Daedalic prima di tutto come videogiocatore. Con A New Beginning e The Chains of Satinav, la società ha sviluppato anche ottimi titoli più seri, focalizzandosi su deliziosi story-telling. Dunque, il nostro mix si adatta bene ai prodotti Daedalic, anche se ha un proprio mondo, un insieme di personaggi, una propria storia, un preciso tipo di enigmi ed emozioni che è in grado di trasmettere.

    Everyeye.it: So che sei un ragazzo molto creativo, ed i tuoi interessi coprono numerose aree, fino ad arrivare alla cultura giapponese ed africana! Quante di queste conoscenze hai messo nel gioco?
    Matt Kemple: Grazie, detto così suona troppo lusinghiero! Beh, mi prende davvero molto conoscere le tradizioni e le caratteristiche culturali delle civiltà, ovvero come ha vissuto la gente in posti differenti dando un proprio senso del mondo e di tutto ciò che li circondava. In questo modo, possiamo imparare molto sulla loro cultura e cosa ha in comune la gente da ogni angolo del globo. Le storie giocano un ruolo davvero importante in tutto ciò. Per dare un senso alle cose, per suggerire possibilità e lasciare spazio alle interpretazioni, le storie migliori sono quelle che toccano il lettore nel profondo.
    Ma a parte lavorare con le storie, amo creare piccoli mondi con il loro racconti e significato. Il mondo deve essere comprensibile per il videogiocatore, ma deve anche avere una propria coerenza, con elementi che suggeriscono più di quel che sembra perché non tutto dev’essere spiegato. In tal modo, si lascia spazio ad interpretazioni sperando che il videogiocatore voglia impegnarsi a conoscere i dettagli nascosti dietro l’angolo.

    Everyeye.it: Qual è il target d’utenza a cui vi riferite per The Night of the Rabbit?
    Matt Kemple: Il nostro target d’utenza è rappresentato da chiunque ami una bella storia esplorando mondi fantastici. Abbiamo qualcosa in serbo per i fan di avventure e fiabe, ma The Night of the Rabbit è anche un gioco adatto ai videogiocatori che si avvicinano al genere per la prima volta, sperando che risulti più semplice di altre avventure grafiche, grazie a controlli intuitivi e funzioni opzionali di aiuto.
    Il mio obiettivo personale era creare un videogame in cui adulti e giovani potessero divertirsi e giocare assieme, come una famiglia. Da piccolo, ho sempre amato giocare ai punta e clicca con mio fratello. Ed oggi, gli avventurieri degli anni ’90 cominciano a crearsi una famiglia propria. Sarebbe fantastico se si mettessero a giocare insieme a The Night of the Rabbit per un paio di sere.

    Everyeye.it: The Night of the Rabbit mostra splendide locations: boschi, montagne innevate ed interni di edifice. Cos’altro dobbiamo aspettarci dal level design?
    Matt Kemple: Oltre che il poter switchare tra il giorno e la notte esplorando la vasta area disponibile nella parte principale del gioco, ci sono un sacco di informazioni ed avventure sparse per la mappa. Dopo aver conosciuto Mousewood ed i suoi abitanti, e dopo aver imparato qualche incantesimo, incontreremo posti e creature che ci soddisferanno. Visiteremo l’Irlanda e l’antico Giappone, fino ad oltrepassare i confini della realtà approdando in un regno fatto di sogni ed idee.

    Everyeye.it: Analizzando gli screenshots del gioco, ritroviamo una certa somiglianza stilistica con Edna&Harvey. Puoi dirci qualcosa circa lo stile grafico e come avete impiegato il motore di gioco?
    Matt Kemple: Come le tradizionali avventure grafiche di LucasArts eDaedalic, anche noi contiamo su background disegnati a mano e personaggi animati. Lo stile grafico deriva da un lato dai miei sfondi a matita - animati dai colori di Simone Kesterton - e dall’altro dal design dei personaggi a cura di Olga Adriyenko. Mi piace descrivere lo stile della nostra avventura un po’ come se The Course of Monkey Island incontrasse Il vento tra i salici, raccontato in stile Daedalic con un disegno à la Studio Ghibli.

    Everyeye.it: Qual è stata la difficoltà maggiore che avete incontrato durante lo sviluppo?
    Matt Kemple: The Night of the Rabbit è un gioco piuttosto grande e vasto per appartenere a questo genere, e ci ha portato via un sacco di tempo ed energie. È un lavoro duro, ma può essere tremendamente divertente. Ciò che conta veramente è aver imbarcato Jerry in questo viaggio, quindi farlo tornare indietro in tutto sicurezza. Ci sarà un sacco di divertimento per i videogiocatori che lo accompagneranno.

    Everyeye.it: Grazie per l’intervista Matt, non vediamo l’ora di provare il tuo nuovo gioco.
    Matt Kemple: Grazie Angelo, è stato sicuramente un piacere! Grazie per il vostro interesse.

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