Intervista XCOM Declassified - Intervista a Nick Pope

Nick Pope e i misteri sugli UFO

Intervista XCOM Declassified - Intervista a Nick Pope
Articolo a cura di
Disponibile per
  • Xbox 360
  • PS3
  • Pc
  • Lo chiamano “il Fox Mulder del mondo reale”. Ma lui assomiglia più a Mister X: non sembra certo un uomo d'azione, e pare il tipo che sta nelle retrovie: spulcia, indaga, sa più di quel che dice di sapere. Nick Pope ha un inconfondibile accento inglese, un fisico ossuto, e due occhi curiosi che sembrano sviare gli sguardi diretti e posizionarsi un po' oltre l'orizzonte: in una porzione di cielo in cui -chissà?- potrebbe pure passare qualche oggetto volante (si spera “non identificato”).
    Pope ha lavorato per anni per il Ministero della Difesa britannico, indagando soprattutto sugli “X-Files”. Perlopiù avvistamenti di UFO e questioni di sicurezza nazionale. Nel 2006 ha lasciato l'incarico, criticando il MOD per aver ormai quasi del tutto tralasciato le indagini su tali questioni.
    2K Games l'ha assunto come consulente per il suo The Bureau: Xcom Declassified, e noi l'abbiamo intervistato in quel di Novato.

    The believer has only to be right once.

    Everyeye.it: La verità è la fuori?
    Nick Pope: Beh, potrebbe essere, in effetti, là fuori da qualche parte. Ma forse la domanda giusta è: “la verità è quaggiù?”. E non sono sicuro che lo sia.

    Everyeye.it: Una settimana fa è stato l'anniversario dell'incidente di Roswell. Cosa pensi che sia successo nel 47?
    Credo che ormai non ci siano più dubbi che, in effetti, qualcosa si schiantò a Roswell l'8 Luglio del 1947; ma se fosse una sonda meteorologica o un velivolo alieno, nessuno lo sa. O meglio, se il governo americano lo sa, sicuramente non l'ha detto a noi britannici. Quando ho iniziato ad indagare sugli UFO per conto del governo britannico, una delle prime cose che ho fatto è stata mettermi in contatto con l'America, attraverso le ambasciate, chiedendo se fosse possibile condividere qualche informazione. All'epoca mi dissero semplicemente che non stavano più investigando su questioni del genere, dal 1969, quando il progetto Bluebook fu chiuso.
    Al tempo pensai semplicemente che fosse un peccato e proseguii per la mia strada. Oggi, essendo a conoscenza di altri fatti e particolari, avrei insistito forse un po' di più.

    Everyeye.it: “Altri fatti e particolari”. Cos'è che sai di preciso?
    Nick Pope: Ok, forse è meglio inquadrare la questione dalla prospettiva opposta: cos'è che non so?
    Non so ad esempio se siamo stati o meno visitati dagli alieni, e non so di qualcuno che ne abbia la certezza. Da questo punto di vista non ho nessun particolare segreto che sto conservando.
    So però che i misteri riguardanti gli UFO sono molto più interessanti, attuali e significativi di quanto la gente possa pensare. E lo so perchè avendo lavorato per il Ministero della Difesa britannico, ho letto file, intervistato testimoni, tra cui personale militare e piloti. Ed anche impegnandoci al massimo per ricondurre nell'ambito della logica quotidiana gli eventi considerati meritevoli di attenzione, non abbiamo potuto chiudere tutti i file. Alle volte si tratta di oggetti ed eventi abbastanza ordinari interpretati in maniera fantasiosa. Ma altre volte non abbiamo potuto giungere ad altrettanto confortanti conclusioni.

    Everyeye.it: Mettiamo che la Terra sia stata effettivamente visitata dagli alieni, e che i governi ne siano a conoscenza. Capisco come mai fosse necessario tenerlo segreto ai tempi di Roswell, cosa ci fosse in ballo e il panico che la notizia avrebbe potuto generare. Ma oggi? Ha ancora senso tenere il segreto?
    Nick Pope: Questa è una delle domande a cui 2K mi ha chiesto di rispondere quando ho cominciato a fare da consulente per The Bureau.
    Intanto c'è da dire che nel 1962, anno in cui il gioco è ambientato, sarebbe stato più facile tenere il segreto. Non c'era internet, non c'erano i cellulari, niente Wikileakes. E la gente fidava degli organi governativi. Non in tutti i casi, ma in generale più di quanto non lo faccia oggi.
    Per altro nell'universo di The Bureau l'invasione è ancora localizata, e non su scala globale come poi sarà in Enemy Unknown. Quindi sì: sarebbe stato possibile tenere il segreto. E i governi avrebbero in effetti optato per la segretezza, non solo per ragioni di sicurezza.
    Il primo motivo per mantenere la riservatezza sarebbe stato probabilmente il desiderio di essere la prima nazione ad impossessarsi e studiare la tecnologia aliena.
    Penso che uno degli aspetti più interessanti del gioco sia proprio l'attenzione sull'ingegneria inversa: nel caso di un'invasione ostile il modo migliore per opporsi sarebbe quello di impossessarsi della tecnologia e usarla contro gli invasori.
    Per quanto riguarda oggi: anche in una società radicalmente diversa, penso che sarebbe possibile tenere segrete certe attività. Anzi: già succede. Il governo americano ha dei file e delle informazioni -non necessariamente su questioni ufologiche- che restano classificati nonostante molte persone abbiano accesso a quelle informazioni. Il punto è che la divulgazione porta con sé dei rischi. Le persone fedeli al governo, ma anche i dissidenti, devono andarci cauti.
    Per il resto penso che sì: anche oggi sarebbe importante la segretezza. Non tanto per questioni legate al panico o alla sicurezza. Ormai ci sono così tante persone che credono che l'esistenza degli alieni sia reale, che nessuno andrebbe nel panico. Più della metà delle persone che conosco, che ho incontrato o intervistato, è convinta dell'esistenza degli alieni. Ma il problema della tecnologia è ancora attuale. Avere accesso per primi a tecnologie aliene potrebbe significare diventare la forza preminente del prossimo futuro, da un punto di vista politico, militare, industriale, economico.

    Everyeye.it: Il caso più strano di cui ti sei occupato?
    Nick Pope: Nel 1993 ho indagato sull'avvistamento di un oggetto volante di forma triangolare, che sorvolava una base militare. Da un testimone della base è stato descritto come un triangolo piatto, che si muoveva molto lentamente, a circa 35Km/h, una sessantina di metri sopra la base. La dimensione era più o meno quella di un C130 o di un Boeing 747, ed emetteva un suono regolare, che poteva essere distintamente avvertito anche fisicamente, come quando ci si avvicina troppo ad una cassa. Emetteva un raggio di luce che si muoveva avanti e indietro, con regolarità. Ad un certo punto la luce si è spenta e l'oggetto ha accelerato, in pochi secondi, sparendo all'orizzonte.
    Non sappiamo cosa fosse. Siamo rimasti per giorni imbrigliati in un dibattito sulla natura dell'oggetto. Alcuni pensavano che fosse semmai un prototipo segreto di qualche altro paese, ma i ragazzi dell'intelligence non ne sembravano convinti (e loro sono hanno una chiara idea di quale sia la tecnologia in possesso delle varie nazioni).
    A dire la verità non sappiamo neanche se sia possibile, con lo sviluppo tecnologico attuale, raggiungere certe velocità, anche considerando la buona dose di approssimazione legata all'osservazione casuale e non scientifica. Magari si trattava solo di uno strano fenomeno atmosferico non ancora catalogato. Oppure...
    Qualcuno di noi è persino arrivato a pensare quello che nessuno voleva pensare. E in fondo: perchè no? A colui che crede basta aver ragione una sola volta.

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