Provato ArcheAge

A distanza di tre anni dal lancio in oriente, l'MMO di XL Games fa finalmente capolino in Europa e Nord America con una closed b

Provato ArcheAge
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  • ArcheAge è un sandbox MMORPG ideato e sviluppato da Jake Song, il game designer celebre per aver regalato al mondo videoludico il primo capitolo di Lineage. Parliamo di un titolo che, seppur vicino nell’impostazione ad un masive game classico, si propone come interessante alternativa destinata a tutto quel pubblico particolarmente affine agli aspetti puramente economici dei mondi persistenti: crafting, farming, commercio e housing. In ArcheAge ognuno di questi aspetti è amplificato e portato allo stremo, tanto da avvicinare l’MMO al genere MUVE (Multi-users Virtual Enviroinment).
    Il gioco, sviluppato da XL Games, entrò in sviluppo nel 2011 e maturò grazie ad un closed beta test durato circa due anni. In questo periodo giunsero le prime immagini anche in occidente, suscitando grande interesse da parte di un pubblico appassionato che trovò però la solita e invalicabile barriera: nessun publisher sembrava infatti intenzionato a portare il titolo in Europa e Nord America. Tra gennaio e luglio 2013, il gioco venne rilasciato in Corea del Sud e Giappone, riscuotendo grandi consensi da parte di pubblico e critica. Nello stesso periodo, quando ogni speranza sembrava perduta, la californiana Trion Worlds intervenne con l'intenzione di localizzare il gioco per portarlo al pubblico occidentale.
    Nelle scorse settimane abbiamo partecipato ai primi weekend di closed beta testing, scorrazzando tra i reami di Nuia e Haranya.

    UNA STORYLINE TUTTA COREANA

    Sebbene siano molti i fan in attesa della release ufficiale - o almeno della open beta - in pochi sanno che ArcheAge è ispirato ad una nota serie di romanzi fantasi sud coreani. La storyline è piuttosto classica: migliaia di anni fa le magiche razze che popolano il mondo vivevano su un unico, grande continente altamente civilizzato conosciuto oggi come il Continente Perduto. In seguito alla Grande Guerra, durata più di 1000 anni, il grande continente venne distrutto e i popoli costretti ad un esodo in massa, come racconta anche il trailer e video introduttivo. Il gioco si ambienta duemila anni dopo, in una società spezzata in due e dilaniata da aspri conflitti.
    L’autrice Jeon Min-hee non è nuova in ambito videoludico, dato che in passato ha collaborato alla stesura del plot di Talesweaver (ispirato al romanzo Children of the Rune), MMO fantasy del 2003 che in oriente ha ancora un discreto numero di giocatori e seguaci.

    "Il mondo di ArcheAge è popolato da una moltitudine di razze e strane creature, ma in qualità di giocatori potremo vestire i panni di soli quattro ceppi razziali."

    Il mondo di ArcheAge è popolato da una moltitudine di razze e strane creature, ma in qualità di giocatori potremo vestire i panni di soli quattro ceppi razziali, divisi un due potenzi fazioni da tempo in combutta. Esattamente come nella Azeroth di World of Warcraft (in realtà è proprio un cliché del genere) le fazioni popolano continenti differenti e sono separate da una striscia di mare (tutt’altro che invalicabile, ma questo lo vedremo più avanti). I Nuian e gli Elfi vivono a ovest, nel regno di Nuia, mentre Firran e Harani risiedono su Haranya, a est dello Stretto del Naufrago. Nuia è la terra che vive in pace e armonia con la natura; Haranya è invece il dominio di coloro che la natura la plasmano a propria necessità e piacimento. A nord troviamo invece un terzo continente, Auroria, dedicato ai personaggi di livello 50 per housing e farming.
    Nonostante un setting fin troppo classico e una linea narrativa non proprio ispirata, le missioni e le quest proposte si dimostrano sufficientemente strutturate e sempre godibili. La main quest è segnalata sulla mappa da indicatori color verde fluo, ed è inframmezzata da semplici siparietti disegnati con l’ausilio di concept art e disegni.

    CLASSICO...CON SORPRESA!

    Ad un primo sguardo, ArcheAge potrebbe sembrare l’ennesimo MMO di produzione coreana, ultimo di una lunga serie di cloni poco innovativi. Ma dietro un’impostazione classicheggiante e un battle system votato al targeting, si nasconde una serie di incredibili feature e un gameplay davvero profondo. Per la prima volta dopo anni, ci troviamo finalmente di fronte ad un MMORPG la cui offerta ludica non è solo estremamente variegata (tra PvE, PvP, WvW, crafting e housing), ma anche arricchita da piccoli elementi di contorno in grado di rendere l’esperienza più “piena” e godibile.
    La meticolosità del team di XL Games la si ritrova fin dai primi istanti di gioco, grazie a un editor del personaggio ricco e molto ben disegnato. Grazie ai molteplici strumenti offerti dal character creator, è possibile costruire un avatar a propria immagine e somiglianza o comunque sbizzarrirsi disegnando un personaggio degno del miglior romanzo fantasy. Lo strumento di editing offre la possibilità di intervenire su decine di parametri, con una componente free-to-play che non vincola in alcun modo l’utente non pagante (almeno per ora). I server per il territorio europeo sono 4 e ogni account è limitato alla creazione di 6 personaggi, 4 per server.
    L’assetto dinamico del gameplay ormai adottato da molti esponenti del genere, come Guild Wars 2, Vindictus o Tera, qui scompare del tutto a favore del buon vecchio targeting system “puro e semplice”.

    "La meticolosità del team di XL Games la si ritrova fin dai primi istanti di gioco, grazie a un editor del personaggio ricco e molto ben disegnato."

    Si seleziona quindi il nemico da colpire con il mouse (o il relativo pulsante sulla tastiera), e poi si procede attivando le skill di combattimento. Ogni movimento del personaggio interromperà l’azione dello stesso, anche si trattasse di tirare una freccia, eseguire una parata o usare una semplice abilità. Anche in ArcheAge, come in tanti altri titoli di recente produzione, il giocatore dispone di una quick bar customizzabile con poteri, abilità e oggetti da tenere a portata di mano.
    Le canoniche e riduttive classi di gioco sono sostituite da un più complesso sistema che permette di selezionare fino a 3 specializzazioni (tra le 10 disponibili), che all’atto pratico si traduce in centinaia di combinazioni uniche. La cosa ricorda molto il multiclasse di Dungeons & Dragons (o più in generale del GDR pen & paper), grazie al quale è possibile forgiare un personaggio che rispecchi il più possibile il nostro modo di approcciare il combattimento e l’esplorazione. Noi abbiamo optato per un personaggio votato al combattimento con doppia lama; ciò tuttavia non esclude un approccio dalla distanza con arco e frecce, e nemmeno un’armatura pesante per tankare nel corso di dungeon e raid. La scelta della razza non influenza in alcun modo la classe e la crescita del personaggio, ma fornisce una semplice abilità razziale che porteremo sempre con noi, dai primi minuti in game fino al level cap (fissato a 50).
    L’inventario - composto da soli 50 slot ma espandibile tramite store - è diviso per categorie così da poter mantenere sempre tutto in ordine. Naturalmente possiamo anche fare affidamento all’immancabile Banca (in ArcheAge è chiamato Warehouse, letteralmente traducibile come Magazzino, o Deposito), sebbene la feature non sia stata implementata bene come in altri recenti massive game (sotto questo aspetto Guild Wars 2 è avanti anni luce).
    Il team di XL Games ci assicura che la mappa è persino più estesa di quella di World of Warcraft, ma le 30 ore passate in compagnia di ArcheAge non hanno ancora potuto confermare il dato. In ogni caso siamo al cospetto di un mondo persistente d’ampio respiro molto divertente da esplorare, anche in virtù di una quasi totale assenza d’istanze e una comoda cavalcatura fornita prima del decimo livello. Macinando qualche livello in più, avremo infine accesso anche al Glider, una sorta di deltaplano che ci permette di planare dalle zone sopraelevate alla pianura risparmiando così molto tempo.

    PROFONDITÀ E DETTAGLIO

    Raramente ci è capitato di giocare ad un massive tanto ricco da sembrarci verosimile. Uno degli aspetti peculiari di ArcheAge è l’incredibile profondità del mondo di gioco. I MMO di recente produzione si fondano ormai tutti sui soliti elementi (PvE, PvP, World vs World, Dungeon e Raid), riciclando costantemente dinamiche di gioco già viste in passato, aggiungendo alla ricetta poco o nulla di veramente nuovo. Lungi dal voler affermare che l’ultima creatura di XL Games sia un titolo molto innovativo; tuttavia, nella closed beta recentemente testata scorgiamo un grande impegno nell’implementare tante meccaniche viste solo sporadicamente nel panorama MMO (la possibilità di volare con un mezzo di trasporto personale, per esempio).
    Una delle feature più curiose è quella che ci permette di commettere crimini, dai furti agli omicidi. Non si tratta di una banale aggiunta che abilita gli utenti del server a commettere piccole bravate, ma di un sistema complesso e molto ben strutturato. Per esempio è possibile rubare frutta e verdura dalle piantagioni degli altri giocatori; allo stesso modo è possibile introdurci nelle case degli altri player per sottrarre beni non di nostra proprietà. Con questa (allettante) opportunità data ai giocatori, non è raro cogliere in flagrante il criminale o trovare prove della sua colpevolezza. Un apposito strumento in-game ci permette di denunciare il giocatore reo dell’azione criminale, avvisando così le forze dell’ordine. Una volta che l’utente supera i 50 Punti Crimine, questo viene portato al cospetto di un giudice che avvierà un vero e proprio processo. I giurati verranno scelti a caso tra l’utenza connessa (solo personaggi di livello superiore al 30) e saranno tenuti a giudicare l’imputato colpevole o innocente su base delle prove portate in aula. Qualora il processo dovesse terminare con una condanna, allora il criminale sarà portato in prigione, dove dovrà scontare una condanna che va dalle 4 alle 20 ore di reclusione. In alternativa il giocatore potrà intraprendere una missione d’evasione (una vera e propria quest), per uscire di prigione prima del dovuto.

    Un’altra interessante feature è quella relativa al sistema di trasporto navale. I giocatori possono cioè acquistare o costruire da zero un’imbarcazione in legno per dedicarsi a navigazione, pesca e combattimento. La cosa più divertente è senza dubbio prodigarsi nella costruzione del proprio mezzo di trasporto, anche se recuperare il materiale non è sempre cosa facile e immediata, specialmente se intendiamo realizzare un grosso veliero da combattimento. Il sistema navale contempla anche il combattimento tra giocatori e relative fazioni.
    Infine è doveroso citare l’housing, un elemento recentemente saggiato anche in altri MMO come Final Fantasy XIV e Wildstar. Si tratta di un’importante aggiunta al sistema di gioco, che permette ai giocatori di edificare case o castelli nelle regioni di gioco oppure in un’istanza apposita chiamata Mirage Island. In quest’ultima ci sono dei veri e propri lotti di terreno di varie dimensioni, all’interno dei quali si possono costruire abitazioni, giardini o campi coltivati. Anche in questo caso è possibile acquistare l’edificio già completo, oppure realizzarlo da sé per poi arredarlo internamente. Non dimentichiamo il sistema di tassazione: per ogni terreno agricolo e costruzione in nostro possesso, dovremo pagare settimanalmente delle tasse adoperando il sistema postale del gioco.
    Il più grande limite del massive game di XL GAMES risiede proprio nell’housing: tale feature è infatti esclusiva assoluta degli utenti premium, cioè paganti (una limitazione posta sui soli territori europeo e russo). La sottoscrizione in abbonamento - che in ArcheAge prende il nome di Patron - trasforma di fatto l’MMORPG in un titolo con business model ibrido.

    CRAFT, CLAIM, CONQUER

    Il sistema di crafting è l’essenza stessa di ArcheAge. Niente di nuovo, penseranno alcuni di voi, dato che già in titoli come World of Warcraft e Guild Wars 2 ci si può prodigare nella realizzazione di pozioni, armature, ricette di cucina e altro ancora. In ArcheAge, tuttavia, le lavorative e il sistema di crafting ricoprono un ruolo di primaria importanza, anche per via di un sistema economico plasmato dalla stessa community di giocatori.
    Il farming, per esempio, è particolarmente complesso. Come prima cosa ci viene chiesto di delimitare una piccola porzione di terreno così da poterla utilizzare per una modesta coltivazione o per qualche animale da cortile: per fare questo dobbiamo costruire uno spaventapasseri che ci autorizza a riservare 8 metri quadrati di spazio a nostro personale ed esclusivo utilizzo. Una volta preso possesso del terreno, acquistiamo le semenze e gli animali, collocandoli poi entro i limiti dell’area. Per ottenere frutta, verdura e carne dobbiamo però aspettare che le piante e gli animali maturino e crescano, temporeggiando qualche ora oppure dei giorni. In assenza di uno spazio apposito si rischia d’esser vittime di ladri e fuorilegge. Il farming è l’attività più semplice, e la prima che avremo modo di approcciare insieme alla raccolta di metalli e minerali.

    "Il sistema di crafting è l’essenza stessa di ArcheAge."

    Le lavorative di ArcheAge sono 21: si passa dalle attività classiche come la realizzazione di armi e armatura, fino ai mestieri più insoliti e particolari. Con Handicraft si realizzano piccoli oggetti complessi o delicati, come canne da pesca, strumenti musicali o decorazioni per la casa (dipinti e bonsai per esempio). Composition permette di comporre della vera musica da suonare con flauto, chitarra o altro. Machining, invece, è la lavorativa per costruire mezzi di trasporto o macchinari. Ogni mestiere è suddiviso in 5 gradi di competenza - da Amatore a Maestro - per un gioco che incita l’utente a specializzare il proprio personaggio in una o due attività al massimo.
    Per partecipare ad ogni singola attività lavorativa ci verrà chiesto di investire una piccola quantità di Labor Point in nostro possesso (letteramente Punti Lavoro), che simboleggiano lo sforzo compiuto dal personaggio per costruire un oggetto, replicare un arma, cucire un vestito, edificare una casa o qualsiasi altra cosa contemplata dal sistema di crafting: la spesa è ovviamente commisurata al tipo di lavoro e all’oggetto finale, quindi si passa dalla manciata di punti per il semplice lavoretto, fino a cento o mille punti lavoro in caso di qualcosa di particolarmente elaborato. Si tratta di una sorta di credito virtuale che si rigenera automaticamente e lentamente con il tempo; e qui entra in gioco il business model free-to-play che ancora non avevamo chiamato in causa. I normali giocatori rigenerano 5 punti ogni 5 minuti, solo ed esclusivamente quando sono connessi al server; i premium player (cioè con sottoscrizione) guadagnano invece 10 labor point mentre sono online, e 5 quando offline, sempre con un timing di 5 minuti. Si tratta di un divario netto, che però limita il giocatore di fronte allo schermo solo se parliamo di crafting. Certo è sempre possibile compensare a dei piccoli difettucci di design con qualche accorgimento e un po’ d’ingegno. Per esempio si può approfittare dei lunghi tempi d’attesa che anticipano raid e dungeon per accumulare un po’ di labor point da sfruttare poi alla prima occasione utile. Inoltre abbiamo notato che il server permette di rimanere loggati anche se inattivi, quindi sarà sufficiente lasciare il software attivo anche mentre siamo lontani dalla nostra postazione PC, così da accumulare qualche centinaio di punti in maniera semplice e indolore (occhio alla bolletta però).

    ANCHE L’OCCHIO VUOLE LA SUA PARTE

    Sebbene l’aspetto grafico sia generalmente di secondaria importanza ai fini ludici, parliamo comunque di un elemento che, oggigiorno, può decretare il successo o il fallimento di un gioco. In tal senso, ArcheAge si piazza nella top five dei massive game più belli di sempre, pronto a rubare il trono ai più recenti titoli giunti sul mercato. Il gioco di XL Games si racconta attraverso uno stile tipicamente orientale, con personaggi baroccamente vestiti e creature bizzarre ma sempre molto ben disegnate.
    L’interfaccia di gioco è essenziale e pulita, disegnata con uno stile minimale squisitamente decorato. Le tonalità predominanti sono quelle naturali, come il verde della natura e l’ocra della terra, con particolare predilezione per le tinte pastello. I modelli poligonali sono ben realizzati - secondi solo a quelli di Black Desert - mentre le animazioni non invidiano nulla alle più recenti produzioni tripla A. Gli scenari sono magnifici da percorrere ed esplorare, senza fastidiosi caricamenti a interrompere il divertimento.
    La bontà del comparto tecnico la si deve non solo alla bravura del team di sviluppo, capace di dare il giusto peso ai più piccoli dettagli, ma anche ad un engine di tutto rispetto, ovvero il CryEngine 3 di Crytek. ArcheAge mette così in mostra effetti di tessellation e ambient occlusion particolarmente complessi e di grande impatto visivo, come dimostra peraltro l’intervento diretto di NVIDIA all’ottimizzazione. Il gioco contempla inoltre la collisione tra giocatori, un’interessante feature generalmente omessa negli MMO. Qualche effetto pop-up e sporadiche texture poco definite sono gli unici difetti fino ad ora riscontrati nei nostri test.
    Seppur in presenza di un comparto tecnico graficamente superiore alla media, l’impatto su CPU e GPU è nettamente inferiore alle aspettative, con carichi di lavoro sempre accettabili e temperature dell’hardware al di sotto della soglia massima.
    Decisamente positivo anche il giudizio relativo all’audio, sebbene l’ottimo accompagnamento musicale tenda a diventare ripetitivo dopo alcune ore di gioco.


    Archeage ArcheAge si rivela una graditissima sorpresa da un distributore, Trion Worlds, che negli scorsi anni commise più di un errore in termini di investimenti e release. Il nuovo gioco giunge in un momento contraddistinto da scarsa innovazione, con la promessa di dare ulteriore spinta a un genere sempre apprezzato dall’utenza PC. Il punto di forza della produzione XL Games è l’elevatissima quantità di contenuti, per un titolo che si adatta così ad ogni tipo di giocatore e approccio. Qualora preferiste il PvE, è possibile dedicarsi a Dungeon, Raid o all’esplorazione dell’enorme mappa di gioco; se il PvP è la vostra passione, allora ci sono sempre il WvW e il combattimento navale. Il sistema economico è il migliore visto finora in un massive game, questo grazie al grande numero di lavorative e alle possibilità commerciali offerte dalle stesse. A tutto questo si aggiungono una serie di chicche capaci di donare ulteriore profondità al titolo, in particolare abbiamo apprezzato il sistema di giustizia e la tassazione delle proprietà e degli immobili. Il gameplay è classico e il sistema di combattimento privo di particolari novità; nonostante ciò, l’approccio risulta sempre godibile e privo di particolari difetti. Grazie al CryEngine 3, un ottimo comparto tecnico corona il tutto. In territorio russo il gioco è già entrato in fase open beta, mentre sul territorio europeo potrebbero essere necessari altri test a porte chiuse (che vengono effettuati a cadenza di 15 giorni). La beta aperta è prevista per la fine di settembre e i primi di ottobre, con una release ufficiale che cadrebbe per l’ultimo mese dell’anno. Le informazioni da Trion Worlds non dovrebbero tardare ad arrivare.

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