Provato Assassin's Creed Syndicate: provato il nuovo capitolo ambientato a Londra

Alla Gamescom di Colonia abbiamo avuto un nuovo contatto ravvicinato con il prossimo titolo della popolarissima serie Ubisoft: ecco le nostre impressioni sul gioco dalla fiera tedesca.

Assassin's Creed Syndicate
Anteprima: PlayStation 4
Articolo a cura di
Disponibile per
  • Pc
  • PS4
  • Xbox One
  • Se ci avete seguito nel corso della trasferta losangelina, saprete sicuramente che i primi incontri con Assassin's Creed: Syndicate hanno sollevato qualche dubbio. Al netto di una ricostruzione storico/architettonica come sempre curatissima, le fasi free-roaming ambientate nella fumosa Londra vittoriana ci hanno lasciato un retrogusto amaro. Sarà che le corse a bordo delle carrozze non sembrano molto rifinite, o che l'utilizzo del rampino è pronto a disinnescare una delle componenti ludiche che da sempre hanno caratterizzato la saga, ma le scorribande di Jacob Frye ai tempi della rivoluzione industriale non hanno sortito quell'effetto-meraviglia che solitamente accompagnava i migliori capitoli della serie Ubisoft. Qui alla Gamescom, tuttavia, il colosso francese ci prende in contropiede e presenta una demo meglio approntata, focalizzata finalmente sulla componente stealth. Nei panni della letale Evie, spietata e calcolatrice, ci siamo infiltrati nella torre di Londra per mettere fine alla patetica vita di un capitano templare. E' qui che tutte le novità del gameplay sembrano trovare una perfetta collocazione nell'economia di gioco, supportate per altro da una libertà interpretativa finalmente esplicita e messa sotto il naso dell'utente. Pur senza grossi stravolgimenti (l'IA resta quella di sempre e limita fortemente eventuali raffinatezze), quella di Assassin's Creed Syndicate è una visione molto vicina a quella del capitolo originale: gli assassinii richiedono infatti una buona pianificazione, un approccio discreto, e la prontezza nel cogliere le occasioni favorevoli per avvicinarsi al bersaglio.

    Il tocco femminile

    La demo di Colonia comincia su un battello che solca le placide acque del Tamigi. Evie Frye, la sorella maggiore di Jacob, scende sul pontile d'attracco e si avvicina alla fortezza, guardata a vista da un manipolo di uomini. Nel corso dell'avventura, ci racconta il team di sviluppo, sarà possibile alternarsi liberamente al controllo dei due gemelli, decidendo così se sfruttare l'irruenza un po' barbara di Jacob o le camaleontiche doti di Evie. La nostra assassina, acquattandosi dietro un riparo, ha infatti la possibilità di mimetizzarsi con l'ambiente circostante, sparendo alla vista dei nemici. Ad onor del vero vederla "sparire" come se indossasse una "camo suit" degna del miglior Solid Snake non aiuta la sospensione dell'incredulità, ed a livello visivo questa soluzione ci è parsa poco elegante. Le capacità mimetiche di Evie sono però funzionali nel corso delle missioni di infiltrazione, e permettono un avanzamento molto più tattico e finalmente indipendente dal level design. Una volta penetrate le mura di protezione della Tower of London, infatti, non c'è più bisogno di guardarsi intorno alla ricerca di covoni di fieno e vegetazione: è possibile nascondersi sfruttando altri ripari, procedendo quindi senza sentirsi "guidati" dal posizionamento degli elementi architettonici. Anche il rampino permette di muoversi con più libertà: scagliato da un tetto all'altro, funziona come una sorta di zipline ante litteram, riducendo i tempi morti ma soprattutto permettendoci di osservare dall'alto i percorsi delle ronde. All'interno di un ambiente più circoscritto ma comunque non lineare, insomma, il gameplay di Assassin's Creed Syndicate si trova a proprio agio, attento a valorizzare una dimensione stealth finalmente più curata. Un altro aspetto che ci ha colpito positivamente è la possibilità di avvicinarsi al bersaglio usando una serie ben diversificata di approcci. Raggiungendo un'area soprelevata il gioco ci informa delle opportunità di infiltrazione che abbiamo: possiamo borseggiare un NPC per rubare le chiavi che aprono porte altrimenti sbagliate, oppure metterci in contatto con una guardia che si sente vicina alla causa degli assassini, per capire se può aiutarci in qualche modo.

    Ancora, potremmo liberare un prigioniero pronto a far un po' di confusione in giro, così da confondere le guardie e agire indisturbati. Nonostante un sistema similare fosse già presente in Unity il team di sviluppo ha lavorato al meglio per rendere più esplicite e visibili tutte le varie possibilità, spiegando al giocatore quali sono i vantaggi dell'uno o l'altro approccio e comunicandogli quando uno di essi può condurre ad un' uccisione speciale. In questa maniera la discreta varietà propria delle missioni Black Box viene messa di fronte agli occhi del giocatore, che la percepisce con piacere e sceglie più consapevolmente quale strada preferisce seguire. Noi abbiamo deciso di avvicinarci alla guardia dissidente e, dopo aver fatto fuori un paio di colleghi che avrebbero potuto identificarlo come traditore, l'abbiamo convinto a scortarci proprio di fronte al suo capitano, facendo finta di essere caduti prigionieri. La missione si è conclusa di lì a poco, lasciandoci quindi ben più soddisfatti rispetto a quanto non avesse fatto la demo dell'E3. Resta vero che, a livello tecnico, Syndicate non è certo un titolo miracoloso, ed anzi l'engine si porta dietro tutti i difetti storici della serie. Rispetto alle build precedenti, tuttavia, abbiano notato qualche miglioramento sul fronte della stabilità, del post processing, e della gestione delle collisioni. Ubisoft ha già dichiarato che l'obiettivo è quello di consegnare al pubblico un titolo "pulito", senza bug, e se i lavori di ottimizzazione continueranno a questi ritmi l'impresa potrebbe certamente riuscire. Ovviamente non sarà Syndicate a scacciare quella sensazione di stanca che una saga a cadenza annuale inevitabilmente si porta dietro. Per farlo servirebbe probabilmente una riscrittura integrale del combat system (sul quale questa demo ha opportunamente glissato) e dell'intelligenza artificiale nemica, sempre legata ad un sistema di allerte abbastanza regolare e non proprio entusiasmante.

    Assassin's Creed: Syndicate Due protagonisti, due anime. Assassin's Creed Syndicate sembra diviso fra una componente free-roaming che non ha molto da dire ed attività principali meglio costruite, valorizzate da importanti interventi di design e capaci di tirare fuori il lato migliore delle innovazioni apportate al gameplay. Il capitolo londinese sembra insomma acuire ulteriormente quella duplicità che già caratterizzava Unity: da una parte una componente sandbox troppo leggera e indistinta, dall'altra tutta la varietà e la densità delle Storie di Parigi e della trama principale. Siamo convinti, insomma, che il successo della produzione dipenderà dal numero, dalla qualità e dalla connotazione degli incarichi principali e secondari: nonostante la ricostruzione storica sia sempre al top, del resto, Assassin's Creed non può reggersi solo su di essa. Considerando come sempre che Syndicate aderisce ad un canone ben preciso e definito, e non riuscirà a convincere i detrattori storici della saga Ubisoft, i fan della rodata formula di gioco potrebbero invece trovare momenti ispirati e ottimamente congegnati: l'importante è che Ubisoft abbia il coraggio di darci più Evie e meno Jacob.

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