Provato Battlefield Hardline

Un giro in anteprima sulla Beta dello sparatutto EA

Provato Battlefield Hardline
Articolo a cura di
Disponibile per
  • Xbox 360
  • PS3
  • Pc
  • PS4
  • Xbox One
  • In questi giorni in Visceral sono tutti in modalità “hai voluto la bicicletta...”. Insomma, il fardello passato loro da Dice è di quelli che ti possono far sudare freddo. Incriccare la schiena. O schiacciare senza pietà. Le 50 sfumature dell’hype poi procedono a gambe levate, pericolosamente shakerate allo scetticismo dei meno transigenti, dei meno avvezzi al “cambiamento” (seppur virgolettato) o semplicemente dei puristi di Battlefield, a cui proprio ‘sto dirottamento in salsa guardia & ladri non va giù manco a spingerlo. Insomma, dai, roba da DLC. Ecco, se siete tra quelli che non hanno lesinato critiche al team per la mancanza di contenuti della prima beta, batteteci pure un bel cinque di stima. Alcuni buoni spunti, per carità, ma un assaggino e nulla più. D’altro canto, pollice verso a chi continua a liquidare Battlefield Hardline, senza aver minimamente quantificato il reale pacchetto finale, come un banalotto contenuto aggiuntivo, un titolo dal respiro un po’ più corto del solito. Non siate così ingenerosi. Anche perché, amici, una campagna single player che sembra davvero una campagna single player c’è, c’è eccome, e le diverse prove hanno regalato buone sensazioni. Poi, il multiplayer, con sette modalità e una discreta varietà di mappe, ed una strategia di contenuti extra in digital delivery ancora da svelare. Insomma, negare lo sbattimento dei ragazzi di Visceral Games, pur al netto delle rifiniture di cui tutt’oggi il titolo necessita, è quantomeno inelegante.
    Domani però, è il giorno della seconda beta pubblica, su tutte le piattaforme e senza codici o iscrizioni a testate videoludiche sempre a caccia di nuovi utenti, tipo Everyeye. Fossetti e Porta vi mostreranno il regalino di Steve Popoutsis e soci in lungo ed in largo, mitragliandovi di Live sul nostro canale Twitch. Qui, invece, una piccola panoramica su ciò che vi aspetta, frutto del nostro viaggetto negli studi londinesi di EA.

    Linea Dura Senza Paura

    Per dirla alla maxibon, tre “S” sono meglio che one. Thad Sasser, Lead Multiplayer designer, esordisce così: speed, story, strategy. Tre paroline che in realtà descrivono molto di un prodotto figlio di un background ludico e storico ben delineato, e graniticamente sedimentato nei polpastrelli di chi si nutre di pane e FPS. Battlefield Hardline non rinnega, ci mancherebbe, il proprio passato, anche recentissimo, né però si vuole limitare ad un malinconico cambio di setting. Da qui la presenza di una modalità storia fortemente contestualizzata e di stampo moderno, con corposi innesti stealth, così come la presenza di una buona varietà di modalità multigiocatore (Conquest, Deathmatch, Blood Money, Heist, Crossair, Recue e Hotwire). Il gunplay è quello di sempre, ma ad accorciarsi sono le distanze, distribuite su mappe generalmente più contenute, capaci di veicolare un bel carico di caotica frenesia, mentre il fattore strategico, ed il coordinamento, sono sempre lì a ricordarci cosa divide un team vincente da un gruppo di dead men walking.
    Con la release fissata al 19 del prossimo mese, il tempo scivola fra le dita a velocità warp: il team, bisognoso come non mai di feedback, ha dunque optato per un pacchetto beta in grado di fornire diverse indicazioni ai giocatori. Un buon mix di aspetti positivi ed altri decisamente meno allineati, per un prodotto che dimostra un suo carattere. Tangibili i miglioramenti nel rinculo delle armi, nell’audio ambientale e posizionale, nel bilanciamento delle armi (quantunque perfezionabile), e del sistema Levolution, che amplia gli orizzonti di Battlefield 4, prevedendo non solo macrovariazioni dell’ambiente (il collasso della gru a Downtown, per esempio), ma anche diversi microcambiamenti sparsi su tutta la mappa.
    La beta, disponibile su PC e console old e current gen, si concluderà l’8 Febbraio. Il pacchetto include tre modalità (Hotwire, Conquest ed Heist) e tre mappe (Bank Job, Dust Bowl e Downtown). Non essendoci limite di livello, gli utenti più malati potrebbero anche sbloccare tutto lo sbloccabile, salvo poi vedersi resettati i risultati conseguiti al termine del periodo beta.
    Ok, giochiamo.

    Via il dente, via il dolore. Hotwire, la modalità etichettata fin da subito come “qualcosa di mai visto” nella serie Battlefield, ci ha convinto poco. Rilettura libera della classica conquest, prevede inseguimenti adrenalinici su veicoli marchiati, che devono essere guidati dai criminali in punti specifici della mappa. Alle forze speciali il compito di farli desistere. Dowtown e Dust Bowl le mappe testate. Per quanto divertente sulle prime, con la necessità di schizzare letteralmente fra le strade di Hardline, i limiti strutturali emergono abbastanza in fretta. In realtà, le mappe paiono studiate per altri scopi che poco hanno da spartire con gli inseguimenti nudi e crudi. Una linearità di fondo si fonde meglio in mappe più contenute, come quella desertica, ricca di dislivelli, ed aperta a strategie alternative per tendere o scampare ad eventuali agguati. Da rivedere ed arricchire, insomma, e specificatamente con elementi che diano più pepe a spostamenti da A a B.

    Heist è una vecchia conoscenza. Questa volta, la rapina ha luogo in un teatrino ad hoc, la mappa Bank Job, al centro di Los Angeles. Due pacchetti da rubare dal caveau, che naturalmente necessita di cura esplosive per decidersi ad aprire il forziere, trasportabili necessariamente in punti di fuga specifici. Nel frattempo, la polizia ha tutto il tempo per posizionarsi e fare irruzione. Qui chiaramente Battlefield Hardline dà il suo meglio: Bank Job, nonostante le dimensioni non certo ragguardevoli, dimostra dote tentacolari particolarmente gradite, in grado di offrire via di fuga diverse e aprire le porte a tattiche conservative o da veri tank decisamente variegate. Un’oretta di gioco è bastata per assistere a ribaltamenti strategici divertenti, con particolari attenzioni alla verticalità della mappa, capace di fornire un senso compiuto ai rampini in dotazione, e ai gadget a disposizione: fra maschere antigas e scudi protettivi per gli scontri in strada lo studio del loadout fa la differenza. Timing e appositi “imbuti” nel design della mappa, facilitano il fuoco ravvicinato, con un senso di urgenza che ben ricalca i ritmi di un classico da sala come Heat di Micheal Mann, anche grazie a coperture appositamente blande. Interessante, poi, l’introduzione ulteriore dell’elicottero in azione di recupero.
    Conquest, senza varianti, ce la siamo sparata su Dust Bowl. La mappa, ambientata in una cittadina desertica alla mercé di loschi traffici, è chiaramente il terreno naturale per uno scontro tattico. Edifici di al massimo due piani e scantinati “naturali” fanno il paio la necessità di arrivare preparati sul campo di battaglia. Nel mentre abbiamo incontrato una simpatica tempesta di sabbia che ha stravolto le tattiche base, per via di una visibilità ridotta al lumicino. Conquest è un classico che ha pone il gancio però per alcuni considerazioni di massima, fra cui: hitbox decisamente migliorabile, impossibilità di sparare dai veicoli (anche dalle motociclette), specificità dei singoli mezzi da rivedere, soprattutto sul fronte fisico (saranno 27 in tutto, divisi fra auto delle polizia e civili, motociclette, elicotteri). Pur largamente attese, ci saremmo aspettati qualcosa di diverso anche sul fronte classi: Operator, Mechanic, Professional e Enforcer costituiscono il classico humus di Battlefield, qui però è declinato su esigenze differenti. Un’occasione persa per allargare ulteriormente gli orizzonti.
    Soddisfacente invece il sistema di procacciamento dell’arsenale, comprabile come ribadito nei mesi scorsi in game, che però non dimenticherà i player che giocano tanto, così come quelli che giocano bene. Un’ibridazione interessante che troverà conferma nel prodotto completo.
    A livello tecnico la beta fa il suo dovere: 60 frame al secondo senza incertezze, genuina profondità di campo, polycount generoso, mentre l’effettistica fa decisamente il suo senza scossoni. Diverse invece le densità di dettaglio per la varie mappe, con una Downtown forse un po’ troppo spoglia, che fa da contraltare alla ricchezza di Bank Job.


    Battlefield Hardline Quello che proverete domani, è un pezzetto (corposo) di Battlefield Hardline. Uno stuzzichino giocoforza più invitante di quanto offerto l’estate scorsa, e probabilmente più sicuro delle proprie carte. Hotwire, esaurito l’effetto novità, rappresenta probabilmente l’anello più debole dell’offerta, mentre Conquest e Heist sanno decisamente il fatto loro. Hardline è un Battlefield diverso, più intimista nelle dimensioni, eppure caciarone e caotico. Un gioco, anche a giudicare da questa beta, che saprà dire qualcosa di suo, soprattutto quando a sorreggerlo ci sarà anche uno story mode ben caratterizzato, e tutte le altre modalità multigiocatore. Ci si vede domani su Twitch.

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