Parlare di un survival game si è fatto sempre più complicato: il genere, da un po' di tempo a questa parte, sembra essersi arenato, fermo sulle rovine di un concept videoludico ormai decadente, in cui gli stessi elementi si ricombinano senza mai apportare significativi cambiamenti all'impalcatura che li sostiene. C'è infatti un po' di crafting, un combat system abbozzato con cui simulare un rudimentale sistema di caccia, e un mondo ostile nel quale contrastare le avverse forze della natura. Conan Exiles, ovviamente, non fa eccezione. A prescindere dalla copertina, un po' atipica e intrigante dal punto di vista "mitologico", il cuore della produzione resta saldamente ancorato alle tradizioni del genere, finendo così per risultare a tratti stucchevole, e per stroncare sul nascere alcune interessanti soluzioni che il titolo sembrava in grado di proporre. Nell'opera del team Funcom, prevedibilmente, non manca la possibilità di giocare online, sia da soli sia cooperando con altri amici. Ma potremo altresì scegliere se gettarci a capofitto in un mondo brutale e spietato o cimentarci in una partita decisamente più rilassante, osteggiati da un mondo di gioco meno feroce e più "vivibile". Ecco, forse il vero punto di forza di Conan Exiles, qualora riuscisse finalmente a superare i suoi attuali "problemi di gioventù", potrebbe diventare proprio questo: la sua malleabilità, la capacità di adattarsi alle esigenze di tutti. Tali divisioni sono - del resto - molto nette, ben definite: si tratta di una sorta di pre-selezione, un filtro che regola nell'ombra la transizione tra la schermata principale a quella della scelta del server.
Crafting e sopravvivenza
Dopo aver provato tutte le varianti a nostra disposizione, però, dobbiamo ammettere di non aver notato differenze così marcate da rendere ciascuna tipologia di esperienza davvero unica e indimenticabile: Conan Exiles tende ad essere inflessibile e intransigente - e a volte persino fastidioso - in ogni sua declinazione. Il gioco è approdato da pochi giorni su Steam all'interno del famigerato programma di accesso anticipato, mostrando fin da subito alcuni problemi piuttosto evidenti, oltre alla presenza di qualche inevitabile bug: mancanze sì fastidiose ma, tutto sommato, abbastanza tollerabili. Il primo impatto con la produzione non è certo stato dei migliori, eppure permangono ancora ampi margini di miglioramento. Giocando online, uno dei nemici più coriacei che abbiamo incontrato è stato senza dubbio il lag, onnipresente anche nei server a noi più vicini. Tralasciando le difficoltà tecniche, ancora perfettamente risolvibili e mai invalidanti, a destare preoccupazione sono piuttosto la già citata mancanza di originalità e la scarsa audacia del progetto. Ma forse non è neanche tutta colpa degli sviluppatori: magari siamo noi ad esserci stufati di ripetere le stesse azioni mille volte, di creare gli stessi oggetti tramite un sistema di crafting piatto e poco vario. Anche la progressione è piuttosto classica, e si limiterà a fornirci, dopo aver superato ogni livello, sia alcuni alcuni punti esperienza da distribuire sulle varie statistiche, sia altri da spendere per acquisire nuove abilità di crafting , ottenendo - di conseguenza - inediti strumenti da costruire. Una soluzione schematica e meccanica, insomma, alla quale avremmo preferito un approccio più organico e meno artificiale, maggiormente basato sull'esperienza di gioco e non sulla fredda schermata di un inventario poco rifinito.
Ci vuole qualcosa di più per emergere in un mercato saturo come quello dei sandbox survival. Conan Exiles cerca allora di far presa sul pubblico sfruttando un immaginario ben preciso, e lo fa in un modo eccellente, con una direzione artistica intelligente e un'ottimizzazione ben al di sopra delle aspettative. E quindi fa ancora più rabbia vedere questa inspiegabile mancanza di inventiva, questo costante adagiarsi sugli allori, la poca voglia di sfruttare le proprie peculiarità fin da subito. Prendete ad esempio Minecraft: a renderlo così speciale è - tra le altre cose - la sua semplicità, la totale mancanza di sterminati menu con icone incomprensibili e apparentemente prive di significato; ma anche il sistema di crafting, per quanto poco raffinato esso sia, resta senza ombra di dubbio più vario, meno asettico di quello di Conan Exiles.
Da un titolo con una licenza così importante avremmo gradito vedere un approccio diverso, uno studio più approfondito delle meccaniche di crescita e di progressione; e - perché no? - magari anche qualche piccola deviazione da quel concept trito e ritrito che sta appiattendo in modo preoccupante questa tipologia di giochi. Conan Exiles cerca di compensare le proprie mancanze sbattendo in copertina la sua imponente iconografia, ma si trastulla troppo su dettagli insignificanti, fino al punto di perdere di vista alcuni aspetti che invece dovrebbero essere alla base di una simile opera videoludica. In prodotti simili, le prime ore di gioco - indubbiamente quelle più noiose - sono per forza di cose molto lente e tediose: e questo è un problema a cui difficilmente qualcuno potrà porre rimedio. Ma sarebbe forse opportuno accelerare un minimo le operazioni iniziali, evitare di farci raccogliere sette milioni di pietre prima di darci l'opportunità di costruire il nostro misero riparo. Anche perché il sistema di gestione del peso e dell'inventario non è di certo tra i più esaltanti, e pertanto finiremo spesso con l'essere praticamente impossibilitati a trasportare abbastanza materie prime: questa limitazione ci costringe a rinunciare dunque a parecchie risorse in virtù di uno pseudo-realismo che non crediamo abbia molto senso nell'economia di un gioco del genere.
Conan Exiles non è un gioco brutto, ma sembra essere giunto sulle scene nel modo sbagliato, al momento sbagliato. In un mercato saturo che non sa rinnovarsi, servono una personalità forte e tanta inventiva: due qualità che il prodotto di Funcom, per il momento, non sembra possedere. Tecnicamente parlando, comunque, il lavoro svolto dagli sviluppatori ci è parso piuttosto solido, ben più di quanto visto in buona parte dei congeneri pubblicati negli ultimi tre anni. Concludiamo con una piccola nota di speranza: nel corso di questa preliminare disamina abbiamo citato Minecraft come esempio da seguire, ma ci sembra doveroso specificare che neanche il titolo di Mojang, al momento della sua pubblicazione, era così rifinito e scattante come lo vediamo adesso. Niente panico, dunque: il tempo per sistemare ogni minimo dettaglio dell'opera non manca di certo. Allo stato attuale, però, per quanto questo survival si lasci giocare con piacere e riesca a intrattenere per diverso tempo, sembra ancora sprovvisto di quel guizzo che possa distinguerlo davvero tra la massa di produzioni similari.
CONFIGURAZIONE PC DI PROVA