Provato Dawn of War 3

Relic è pronta a riportare sui nostri schermi la serie di Dawn of War. Orks, Eldar e Space Marine se le daranno di santa ragione in un nuovo capitolo pronto a riscrivere gli standard del genere.

Dawn of War III
Anteprima: PC
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  • Pc
  • Il genere degli RTS non sta vivendo esattamente un periodo florido, con i giocatori che sembrano preferire i MOBA like quando si tratta di avvicinarsi agli strategici. Non è un mistero infatti che la community di Starcraft sia ormai ridotta all'osso e che i progetti di rilievo per questa specifica tipologia di giochi si contino sulle dita una sola mano. Il ritorno di un brand forte come quello di Dawn of War ha così colto tutti alla sprovvista, irrompendo sui nostri schermi lo scorso 3 maggio con un trailer altamente spettacolare e capace di accendere la fiamma nel cuore dei fan di Warhammer 40k. Pochi istanti di sane mazzate tra Orks, Eldar e Space Marine e la mente ha iniziato a viaggiare, cercando di carpire quante più informazioni possibili circa questo terzo capitolo della serie. Siamo dunque volati a Londra solo qualche settimana fa per scambiare quattro chiacchiere direttamente con Relic, scoprire qualcosa in più sul progetto, e valutare se Dawn of War 3 possieda tutte le carte in regola per ribaltare la situazione attuale. 

    Tre pilastri

    La serie di Dawn of War ha sempre avuto tre pilastri fondamentali: una solida campagna, eroi carismatici da comandare e un comparto tecnico davvero eccezionale, con esplosioni spettacolari e armate immense da guidare sul campo di battaglia. La presentazione a cui abbiamo assistito, seppur breve, ha messo sul piatto ognuno di questi elementi, dimostrando che lo spirito del gioco, nonostante i sette anni ormai passati, è rimasto inalterato. Possiamo quindi confermarvi che la campagna torna rinnovata sotto diversi aspetti e che questa volta, invece che concentrarsi su una sola razza o sui singoli Space Marine, vi permetterà di guidare i tre eserciti alternandoli continuamente, per una trama che mostrerà questo enorme conflitto da punti di vista differenti. Il background narrativo non ci è parso tuttavia particolarmente illuminato. La scoperta di Archeron, un misterioso pianeta ghiacciato, ha portato alla luce un antico manufatto, un'arma potentissima in grado di ribaltare completamente le sorti della guerra. Un oggetto troppo potente per non interessare le fazioni coinvolte, che ovviamente si scontreranno sul pianeta per la conquista della suddetta reliquia. Il trailer lascia presagire che ci sia qualcosa di più sotto la superficie, magari un enorme nido tiranide o qualche strana influenza caotica, ma su questi aspetti gli sviluppatori sono rimasti abbottonati, non rivelando nulla di particolarmente interessante. A guidare gli eserciti, in ogni caso, troviamo i classici Eroi che, di fatto, rappresentano unità d'elité sul campo di battaglia e che nelle missioni guadagnano punti esperienza, salgono di livello e sbloccano nuove abilità devastanti, esattamente come nelle precedenti iterazioni della serie. Nella demo mostrataci era Gabriel Angelos sotto la lente di ingrandimento, un comandante di prima linea degli Space Marine armato di martellone a due mani e in grado di lanciare attacchi orbitali su posizioni designate. Non c'è nulla di realmente nuovo sotto il sole a dire il vero e se avete giocato uno qualsiasi dei capitoli precedenti sapete già bene cosa aspettarvi. Con questo terzo capitolo arrivano comunque nuove unità e finalmente vedremo anche i Cavalieri Imperiali, enormi macchine da guerra bipedi dotate di una potenza di fuoco devastante. Relic non ha voluto però sbilanciarsi molto e la missione contro gli Eldar portata come esempio ci è parsa davvero basilare, un deja-vu piacevole ma senza alcuna reale novità al suo interno. Angelos si è limitato a farsi strada tra banshee urlanti e fragile fanteria Eldar, fino a raggiungere un portale di evocazione e raderlo al suolo con l'aiuto di un intero battaglione di Space Marine.

    Niente intramezzi o picchi narrativi per una semplicissima missione di routine. Le cose dovrebbero però complicarsi nella versione finale del gioco, quando troveremo ad attenderci nemici capaci di tenerci testa e la rosa delle unità a nostra disposizione sarà decisamente più ampia. Gli orchi ad esempio potrebbero rappresentare una sfida eccellente per Angelos, dato che il capo orco Gorgutz sarà anch'esso specializzato nel combattimento corpo a corpo, richiedendo una strategia d'approccio completamente diversa. A detta di Relic tutta la campagna e tutte le missioni, che attualmente sono disponibili solo in singleplayer - l'assenza della coop sarebbe davvero una mancanza imperdonabile visti i precedenti - restano comunque un vero e proprio tutorial per far arrivare i giocatori preparati al multiplayer, cuore di questo Dawn of War 3.

    Niente coperture per i miei ragatzi

    Uno dei più grossi cambiamenti apportati al gameplay ci ha lasciato abbastanza perplessi. Relic, nonostante gli ottimi feedback ricevuti in passato sul sistema di coperture leggero/medio/pesante dettato dai vari tipi di terreno, ha deciso di rimuovere completamente ogni tipo di parametro difensivo e lasciare invece la funzionalità di coperture a specifiche zone sulla mappa. Come se avessimo a che fare con comunissimi punti di controllo, le nostre unità potranno assediare questi luoghi e prenderne il possesso, ricevendo in cambio uno scudo capace di deflettere i proiettili avversari. Riconquistare suddetti punti non sarà per nulla semplice dato che solo le unità corpo a corpo potranno superare la barriera energetica, mentre per i combattenti dalla distanza l'unica alternativa sarà quella di far crollare i generatori e renderli inutilizzabili per tutto il resto della partita.

    E' una scelta strana da giudicare senza provarla di persona, ma il vecchio sistema di coperture ci sembrava decisamente molto più strategico e non vorremmo vedere i match appiattiti brutalmente da tattiche ripetitive, con i giocatori che cercheranno sempre di conquistare nel medesimo modo le coperture per ottenere un enorme vantaggio tattico. A questo si unisce poi ovviamente la classica gestione delle unità dei precedenti capitoli, con le risorse ottenibili tramite punti di controllo e code di costruzione che tornano invece ai fasti di un tempo, passando direttamente dal QG e dagli edifici di supporto ad esso collegati. Dal punto di vista tecnico Dawn of War 3 non ha deluso le aspettative: con sangue e violenza a tonnellate e una cura per le texture e le animazioni più che eccellente. Le esplosioni e lo smembramento dei cadaveri sono come da tradizione al top e persino i colpi laser e gli effetti di luce hanno ricevuto un lifting niente male rispetto al passato.

    Dawn of War III Dawn of War 3 è un buon progetto. Relic compie un vero e proprio atto di coraggio nel volersi buttare sul mercato con uno strategico, ma lo fa conscia di avere alle spalle due capitoli e numerose espansioni che hanno costruito un'ottima community. Ci sono anche tanti punti di domanda su questo titolo, primo fra tutti il nuovo sistema di coperture che ci sembra meno complesso rispetto al passato e, per lo stesso motivo, meno tattico. Nei prossimi mesi scopriremo sicuramente qualcosa in più sulle modalità multiplayer, sulle altre unità presenti e ovviamente anche sull'eventuale supporto ai MOD. Nel futuro che ci attende c'è ancora solo la guerra.

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