Provato Destiny: Il Crogiolo

Dopo diverse ore spese nelle modalità PVP, ecco le nostre prime impressioni

Provato Destiny: Il Crogiolo
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Disponibile per
  • Xbox 360
  • PS3
  • PS4
  • Xbox One
  • Le lunghe sessioni di gioco che ci stanno portando verso la recensione di Destiny, in parte condivise con voi tramite le dirette Twitch, hanno compreso anche un esteso test delle quattro modalità multigiocatore competitivo disponibili al lancio, tutte racchiuse in una regione nota come Crogiolo. Se già in altri comparti l'impronta del team di sviluppo che ha dato i natali alla saga di Halo era evidente, in quello del multigiocatore competitivo le reminiscenze sono chiaramente molto forti, ma è bene non farsi ingannare dalle apparenze. Il fatto che nei campi multigiocatore si portino i medesimi personaggi utilizzati nella modalità storia e negli Assalti, con abilità e armi sbloccate, ne fa un terreno di scontro che diventa davvero piacevole affrontare solo una volta raggiunti gli ultimi cinque livelli prima del cap (al momento fissato a 20, escludendo la successiva possibilità di aumento statistiche fino al 30), ossia con Guardiani ormai evoluti e in grado di utilizzare le proprie skill al massimo dell'efficacia, o quasi. Racchiudendo il tutto in mappe di dimensioni medio-piccole, il risultato è un comparto PVP anche più frenetico del previsto, e dotato di una discreta profondità, sebbene la scelta di modalità rimanga molto sul classico.

    Crogiolo

    Tutto parte dal Crogiolo, una regione della mappa di gioco la quale, una volta aperta, permette di selezionare la modalità nella quale si vuole competere e partecipare a un rapido matchmaking. Le diverse tipologie di partita si sbloccheranno progressivamente, e finora, raggiunto il livello 16 e dopo diverse ore spese nel Crogiolo, ne abbiamo sbloccate quattro. Si comincia con Controllo, che pone sulla mappa i tre classici punti da mantenere sotto il proprio dominio, continuando con Scontro, classico deathmatch a squadre sei contro sei, Rissa, ossia un tutti contro tutti per sei giocatori e infine Schermaglia, ossia un deathmatch a squadre tre contro tre. Evidentemente, i ragazzi di Bungie hanno deciso di giocare molto sul sicuro relativamente alle modalità, sebbene ci restino ancora da vedere quelle che - stando alle dichiarazioni pre rilascio degli sviluppatori - dovrebbero sbloccarsi una volta raggiunto il livello 20 con il proprio personaggio. A fare davvero la differenza rispetto ad uno sparatutto tradizionale, sono in Desitny proprio le abilità speciali dei personaggi, ossia il colpo corpo a corpo potenziato, le granate e la Super Caricata, ossia l'abilità speciale (presente in due versioni) unica per ogni classe. Nel caso del nostro Titano, quest'ultima si sviluppa in un caso come un'onda d'urto, preceduta da un'animazione di salto mostrata in terza persona, in grado di danneggiare (o, più spesso, oneshottare) gli avversari nel raggio d'azione.

    Proprio come nelle fasi PVE, la barra di caricamento legata a questa abilità si ricarica in un certo lasso di tempo, che può essere accorciato sia eliminando altri giocatori, sia raccogliendo delle particolari sfere luminose rilasciate dai compagni quando a loro volta utilizzano una Super Caricata con successo. Per quanto i loro tempi di ricarica scongiurino un utilizzo eccessivamente frequente, le mosse speciali sono comunque estremamente potenti, e, se ben usate, possono davvero ribaltare le sorti di uno scontro. Grande importanza, come già accennato, ha anche un utilizzo intelligente delle granate, che possono rivelarsi risorse notevolissime contro gli avversari. Da quelle accecanti a quelle in grado di danneggiare ad area per diversi secondi prima di esaurirsi, e considerata anche la possibilità di lanciare a grandissime distanze in combinazione con il doppio salto, va da sé che un buon tiro può aiutare molto nella liberazione di un punto di controllo in mano al nemico, o costituire un ottimo diversivo per tagliare vie di fuga agli avversari. Da inserire nell'equazione c'è anche il colpo in corpo a corpo, che si presenta in due versioni: una potenziata, e soggetta a cooldown, e le successive invece normali. La prima, contro bersagli sprovvisti di armature di alto livello, può essere più che sufficiente per togliere di mezzo un avversario, e soprattutto il suo raggio d'azione può essere aumentato con specifici potenziamenti.

    Dal punto di vista delle modalità, quella ad averci convinto maggiormente è Schermaglia, ossia il deathmatch per piccole squadre da tre. Se da una parte il ritmo di gioco risulta mitigato, dall'altra la componente strategica risulta nettamente enfatizzata. Se mantenere unita una squadra da sei giocatori, soprattutto qualora manchi la comunicazione diretta, può risultare quasi impossibile, in tre le cose si fanno molto più semplici. In questa modalità, si tende quindi a schierarsi naturalmente ai due antipodi della mappa, aspettando che sia la squadra avversaria a fare la prima mossa. Quello che ne scaturisce è un interessante gioco di nervi, dove a vincere sarà il team in grado di bilanciare al meglio rapidi assalti e fasi difensive. Sulle altre modalità, come era prevedibile, non c'è moltissimo da dire: si tratta di tipologie di partita che avete senza dubbio provato in molti ambiti, e a fare davvero la differenza può essere solamente il buon gunplay e l'interessante utilizzo delle abilità speciali offerto da Destiny.

    Per quanto riguarda le mappe, queste si rivelano ambientate sui diversi pianeti già visitati nella modalità storia: la Terra, Marte, la Luna e Venere ospitano ambientazioni, come accennavamo, di dimensioni contenute, anche per la necessità di accogliere adeguatamente un massimo di 12 giocatori, e al tempo stesso ospitare anche modalità caratterizzate da un numero inferiore di partecipanti. Pur senza mai stupire per design tattico e concettualizzazione, le mappe si sono rivelate tutte molto solide strategicamente, e soprattutto disegnate per sfruttare al meglio la verticalizzazione di cui dispongono i Guardiani, essenziale per avere la meglio. Dal punto di vista strettamente funzionale, per il momento il comparto PVP ci ha soddisfatto. In assenza di episodi di evidente lag, e supportato da un matchmaking piuttosto rapido, non c'è molto di cui lamentarsi, se non l'attuale tendenza ad affiancare giocatori di livelli anche molto distanti tra loro. Resta da capire se si tratta semplicemente di una debolezza di questi primi giorni, o di problema da risolvere.

    Destiny Considerato che ancora non abbiamo raggiunto il livello 20, occasione nella quale dovrebbero sbloccarsi modalità esclusive per giocatori di alto rank, per il momento il PVP di Destiny ci ha soddisfatto in parte, sebbene la limitata varietà di mappe e modalità non ne faccia di fatto una colonna portante dell'offerta ludica proposta da Bungie. Piacevole invece come il comparto competitivo si intersechi senza soluzione di continuità all'esplorazione e alla modalità storia, permettendo di proseguire con la crescita del proprio personaggio accumulando esperienza, condividendo il medesimo equipaggiamento del PVE, e, soprattutto, offrendo equipaggiamenti d'alto livello sbloccabili solamente in modalità competitive. A questo, bisogna aggiungere l'utilizzo delle abilità speciali dei Guardiani. La loro estrema potenza può creare dei problemi di bilanciamento, ma guardando alla nostra esperienza nel complesso non possiamo dire di aver trovato dei momenti davvero frustranti nel corso delle partite online disputate.

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