DiRT 4: provato il nuovo racing game di Codemasters

Siamo andati alla Microsoft House di Milano per provare DiRT 4, nuovo episodio della serie racing targata Codemasters.

DiRT 4: provato il nuovo racing game di Codemasters
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Disponibile per
  • Pc
  • PS4
  • Xbox One
  • Sarà sporco e piuttosto cattivo.È questo quello che abbiamo pensato nel percorrere velocemente le strade di una soleggiata Milano per poi varcare la porte, eleganti ed avveniristiche, di Microsoft House, il nuovo polo meneghino del colosso di Redmond. L'occasione era di quelle ghiotte: mettere le mani su una build praticamente definitiva dell'ultima fatica targata Codemasters, quel DiRT 4 in uscita il prossimo 9 giugno su PC, PlayStation 4 e Xbox One. Un sequel che, come già la nostra prova su strada londinese aveva ben esplicato, raccoglie sì la tradizione più rilassata dei capitoli regolari della saga, ma che riesce anche a ''rubare'' parte dei tecnicismi estremi dello spin-off DiRT Rally e dell'indimenticabile - e indimenticato - Colin McRae Rally. Un sequel "sporco e cattivo", per l'appunto, ma, come andremo a vedere, adatto anche ai palati di chi si avvicina per la prima volta alle gare su sterrato.

    La doppia faccia del rally

    Pad e volante alla mano, ci siamo allora lanciati alla scoperta dell'ultima fatica del team britannico che andremo ad accogliere sugli scaffali fisici e digitali ad un passo dall'E3 2017 di Los Angeles (più precisamente il 9 giugno). DiRT 4 ha potuto esprimere gran parte delle sue bellezze, così come le inevitabili incertezze e la sua evidente natura dualistica.

    In circa un'ora e mezza di test tra le strade dell'Australia, della Spagna e delle lande più verdi dell'Inghilterra, abbiamo risvegliato i ricordi lasciatici, ormai nel lontano 2011, da DiRT 3: fatti di corse divertenti e spensierate, pennellate dai ragazzi di Codemasters con l'intento di stupire e intrattenere anche i neofiti. Allo stesso tempo, in virtù della sua sbandierata dualità, DiRT 4 mette sul piatto un'anima tecnica: precisa e punitiva, recuperata invece del già citato DiRT Rally. Il risultato è un gioco automobilistico adatto a tutti, facilmente approcciabile anche da chi non si è mai cimentato con questo nobile sport, ma anche severo.
    DiRT 4, insomma, è prima complice poi carnefice. Grazie alla presenza di una didascalica Accademia di Rally - con tanto di lezioni, sfide e prove libere -, il titolo di Codemasters ci permette di prendere familiarità con i bolidi realizzati con dovizia di particolari - diverse decine, almeno nella versione da noi provata. Di ''sentire', insomma,' il motore sotto di noi e di lanciarci a muso duro direttamente su strada, apprendendo diverse tecniche da mettere poi in pratica durante le gare. Lo stesso fa il livello di difficoltà più basso selezionabile nel menù iniziale, che permette di cimentarsi con il gioco senza dover investire ore ed ore nelle fasi di allenamento. Gli aiuti dell'intelligenza artificiale, spesso utilissimi per affrontare le curve più ostiche e i tracciati strutturalmente più complessi, non sono comunque quasi mai invasivi, riuscendo a regalare al giocatore un buon livello di soddisfazione una volta raggiunto il traguardo.
    Una scelta, questa, che il team di sviluppo si era prefissato già quando DiRT 4 era nelle sue fasi embrionali. Chiacchierando con il chief game designer Paul Coleman, uno degli sviluppatori presenti all'evento di presentazione, non abbiamo solo avuto conferma della già evidente passione della software house per le discipline rallystiche, ma anche toccato con mano l'impegno, durato due anni, per arrivare ad un equilibrio il più soddisfacente possibile.
    Equilibrio mandato letteralmente a ''correre'' quando abbiamo deciso di osare, spostando il pad di una pallida Xbox One S sul livello di difficoltà estremo, quello squisitamente simulativo.

    Lo stesso Paul si è lanciato con noi in un irto tracciato spagnolo, mostrandoci concretamente quanto DiRT 4 abbia attinto a piene mani da DiRT Rally, portandone il realismo ad un nuovo livello evolutivo. È proprio qui, come facilmente intuibile, che la bestia metallica viene liberata, sbattendoci in faccia un livello di sfida elevatissimo e il corrispettivo appagameto, soprattutto sfruttando l'accoppiata pedali-volante messaci gentilmente a disposizione dalla divisione italiana di Microsoft.

    Polvere negli occhi

    Restando in ambito simulativo, la più grande novità di DiRT 4 è, come molti di voi già sapranno, l'introduzione dei circuiti generati proceduralmente. Un sistema, quello confezionato da Codemasters, che conferisce una grande varietà al gioco, permettendoci di creare diverse centinaia di piste - variando lunghezza, difficoltà, luogo geografico e condizioni climatiche - sempre rispettando la coerenza territoriale di partenza. Una feature sicuramente gradita, ma che forse impoverisce la caratterizzazione delle piste stesse, anche a livello strettamente grafico. Non solo, a nostro modo di vedere, l'aggiunta di questa opzione è sì appetibile dal punto di vista della longevità, ma in parte tradisce lo spirto stesso del rallly, in cui lo studio maniacale dei tracciati è uno dei cardini fondamentali. Non mancano ovviamente i tracciati realmente esistenti, ad onor di cronaca molto ben costruiti e caratterizzati.

    Se aggiungiamo a questa variegata personalità tutta una serie di tipologie di gare differenti nella modalità Carriera - tra cui abbiamo contato Rally, Rally Cross, Land Rush e Historic Rally, con le affascinanti e solidissime livree Michelin e Peugeot dal passato -, capirete come DiRT 4 si presenti già da ora come un titolo assai longevo e capace di farsi assaporare a diversi livelli, spingendoci a migliorarci e a sfidare il piccolo pilota virtuale che risiede nel nostro cuoricino nerd.
    Gettate nella mischia le gare a tempo, le sfide di tecnica e la modalità multiplayer, e provate ad immaginare la grandissima mole di contenuti che vi si presenteranno davanti una volta avviato il gioco.
    Parlando proprio del comparto online, purtroppo la versione da noi testata non aveva ancora nessuna funzionalità attiva. Il solito - buon - Paul ci ha comunque assicurato che le leaderboard andranno a poggiarsi su server indipendenti e crossplatfom, permettendoci di confrontare i nostri risultati con molti più giocatori rispetto alla precedenti iterazioni del franchise.

    Curve troppo strette

    A chiudere questa ''polverosa'' anteprima, un accenno di tecnicismi. Se il comparto sonoro di DiRT 4 è riuscito fin da subito a catturarci con ricampionameti dei motori particolarmente puliti e realistici, lo stesso non si può dire di quello visivo.

    Non fraintendeteci: molti degli scorci del titolo realizzati con il versatile Ego Engine offrono spettacolo su strada senza precedenti per il brand di Codemasters, ma l'età inizia a farsi sentire, soprattutto nell'aggiornamento delle texture e in alcuni sporadici rallentamenti, lasciandoci la sensazione che il motore grafico stia ormai un po' stretto all'ambizione del team. Il senso di velocità è invece davvero molto convincente, soprattutto con la visuale fissata all'interno dell'abitacolo. In ogni caso le premesse sono più che eccellenti: DiRT 4 potrebbe imporsi non solo come il miglior esponente dell'intera saga, ma anche come uno dei titoli corsistici dalla natura ibrida meglio riusciti di sempre. Le sensazioni che è in grado di regalare sono molto diverse a seconda della configurazione scelta, in onore di un riuscitissimo mix tra divertimento e simulazione.

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