Provato Evolve - Mappe e Modalità

Nidi, Superstiti ed Evacuazioni

Provato Evolve - Mappe e Modalità
Articolo a cura di
Disponibile per
  • Pc
  • PS4
  • Xbox One
  • E insomma, dicevamo, tre bestie e dodici cacciatori, per un'offerta non straripante ma sicuramente polposa. Soprattutto se incasellata nell'ottimo sistema di progressione pensato dal team di sviluppo. Appena avvierete Evolve, infatti, avrete a disposizione solamente il Goliath ed il primo team di Hunter, con cui dovrete affrontare le partite iniziali. Giocando nei panni della bestia e interpretando i quattro ruoli dei cacciatori sbloccherete progressivamente tutti gli altri personaggi, componendo un roster progressivamente più variegato.
    Continuando a giocare e ad accumulare esperienza (gli XP vengono attribuiti non solo quando si vincono le partite, ma anche al completamento di azioni particolari), potrete inoltre potenziare i “perk”, le abilità e le armi degli Hunter e dei Mostri. Il team di sviluppo promette che i bonus che è possibile conquistare salendo di livello non sbilanceranno troppo le partite, ma attualmente non è possibile valutare appieno la veridicità di questa affermazione. Di sicuro, però, la progressione pensata da Turtle Rock veicola un buon senso di soddisfazione e spinge i giocatori ad utilizzare cacciatori diversi, sperimentando così tutti i personaggi inseriti. Evolve, insomma, è un titolo che va esplorato poco a poco, cercando di soppesare le caratteristiche specifiche di bestie e cacciatori, fino a sbloccare le skin speciali che testimoniano la nostra affezione ad un mostro particolare o a quel Trapper che ci sembra così affine al nostro stile di gioco.

    Abbandonare il pianeta

    Resta quindi da valutare il numero di mappe e modalità. Sul fronte dei playground, Evolve si presenta con 16 stage a disposizione del giocatore. In verità il lavoro svolto sulla caratterizzazione degli ambienti ha i suoi alti e bassi: alcune mappe, come già si era intravisto nell'alpha, si somigliano un po' troppo, ed il rischio che sopraggiunga un un po' di monotonia - anche nelle scelte cromatiche e nell'atmosfera generale - si avverte in maniera sensibile.
    Il fatto è che il pianeta ostile su cui è ambientato Evolve, il già citato Shear, è diviso in quattro macro-aree, queste sì ben differenziate e riconoscibili: le mappe inserite all'interno di questi settori, tuttavia, rischiano di sembrare poco più che variazioni su tema. Per fortuna ci sono alcuni stage invece molto “iconici”, con delle strutture che svettano al centro dello stage e che bastano a caratterizzarlo in maniera concreta. E' il caso ad esempio dell'enorme voliera in cui i coloni umani intrappolano gli uccelli, della diga che avrete sicuramente già intravisto, o delle caserme erette sul terreno rosso e polveroso delle aree più brulle del pianeta.
    Generalmente non si può dire che il map design sia troppo calcolato o attento: ma del resto lo studio dello stage e la conoscenza meticolosa della sua conformazione sembrano avere, nelle partite, un peso minore rispetto alla capacità di improvvisare e rispondere rapidamente agli attacchi (della bestia come dei cacciatori).

    Sul fronte delle modalità, oltre alla classica Hunt abbiamo giocato la discretamente interessante Nest: nella mappa di gioco sono disposte otto uova, che il mostro deve difendere dagli attacchi dei cacciatori per otto minuti. E' possibile fin dall'inizio “covare” un uovo per farlo schiudere, generando così un Goliath in miniatura che ci aiuterà a tenere a freno gli avversari. Solitamente conviene lasciare che il team di Hunter attacchi le prime uova, cercando nel frattempo di evolversi quanto basta per avere una potenza d'attacco sufficiente ad assorbire gli impatti finali.
    Sicuramente ispirata è anche Rescue: qui il compito dei cacciatori è quello di salvare una serie di sopravvissuti dispersi sulla mappa, scortandoli fino ai punti di estrazione. Ci sono 9 sopravvissuti, che compaiono in tre ondate: prima due coppie, e poi un gruppo di cinque. Per vincere il match nei panni dei cacciatori bisognerà salvarne più della metà. Questo apre una serie di strategie che è possibile utilizzare: il mostro può ad esempio ignorare le prime due ondate, cercando di potenziarsi, e poi concentrarsi integralmente sull'ultima, sapendo che ai cacciatori basterà scortare un solo sopravvissuto per vincere. Oppure, ed è questa la soluzione che ci è sembrata un po' più indovinata, tentare un assalto mordi e fuggi per uccidere almeno uno dei due NPC nelle ondate iniziali.
    Questa modalità è quella che, al di là della classica Hunt, ci ha più incuriosito. Il problema di Nest, del resto, è che rischia di essere giocata come una caccia tradizionale: per vincere, oltre che spaccare tutte le uova, i cacciatori possono anche uccidere la bestia, e solitamente un team affiatato riesce a compiere l'impresa ben prima che scada il tempo limite.
    Anche in Rescue c'è questo problema, ma qui il mostro può appunto concentrarsi sui deboli sopravvissuti e poi tornare a fuggire, e diventa quindi molto più facile perdere il match se non se ne accettano le regole e non ci si concentra sulla protezione degli NPC.
    L'ultima modalità presentata è stata Defense, sicuramente la più particolare. Viene giocata in una mappa speciale, che si divide in tre settori. Ci sono due avamposti ed un nucleo centrale che il team di cacciatori deve difendere, grazie anche all'aiuto di torrette automatizzate. Il mostro, che comincia la partita già al livello 3, di contro, viene supportato da un paio di piccolo Goliath che appaiono automaticamente e si dirigono (come i minion di un MOBA) verso l'obiettivo. Il suo compito è quello di sfondare gli avamposti e avanzare verso il nucleo centrale, per distruggerlo.
    Si tratta di una variazione sicuramente interessante, che modifica alla base le dinamiche di gioco proponendo uno scontro frontale crudo e diretto, in cui tutti devono dare il massimo fin da subito. Fra un avamposto e l'altro la bestia può nutrirsi della fauna locale per aumentare la propria corazza, ma non è in grado di rigenerare la propria energia. La possibilità di potenziare subito al massimo tutte le abilità permette però di spazzare via con più facilità gli avversari, che dovranno cercare di massimizzare il danno fra un respawn e l'altro.

    L'offerta di modalità, in definitiva, ci pare appropriata al gameplay asimmetrico pensato per Evolve, anche se non tutte le opzioni convincono alla stessa maniera. I quattro game mode, in ogni caso, confluiscono in Extraction, una sorta di mini-campagna che rappresenta, nelle intenzioni del team di sviluppo, la summa dell'esperienza di gioco e pure una proposta allettante per quei pochi che vogliono giocare in single player.
    Extraction è in buona sostanza una serie di cinque match che racconta della lotta per salvare o distruggere la popolazione dei coloni di Shear. Il pianeta è irrimediabilmente compromesso, e il compito dei cacciatori è quello di evacuare la popolazione prima che le bestie banchettino coi corpi martoriati dei coloni.
    Si è detto che i match di questa “micro-stagione” sono cinque: si parte con una caccia classica, poi si procede scegliendo altre mappe e modalità, e si culmina con una partita nella modalità “defense”. Ogni incontro influisce in maniera sensibile sul successivo: la fazione che lo vincerà, infatti, si troverà avvantaggiata nella mappa seguente. Esemplificando, se il mostro riuscirà a distruggere una stazione di controllo meteorologico in uno stage, nel successivo la pioggia incessante potrebbe far crescere piante velenose aggressive e dannose per i giocatori. Liberando invece la summenzionata voliera dalla presenza della bestia, il team di cacciatori troverà nella partita seguente molti più stormi di uccelli disposti sulla mappa, e sarà quindi molto più facile scoprire la posizione del mostro, che li spaventerà al suo passaggio.
    Extraction è una modalità ottimamente strutturata e parecchio divertente, che permette non solo di accumulare un discreto quantitativo di esperienza, ma riesce anche ad incasellare l'esperienza di gioco in una cornice più strutturata. Un problema non da poco sono i potenziali “ragequitter”, che potrebbero abbandonare la “campagna” nel caso in cui vedano, dopo i primi due o tre match, che proprio non c'è storia.
    Idealmente la modalità Extraction viene considerata dal team di sviluppo anche una buona opzione per chi vuole giocare in solitaria. E' possibile infatti giocarla nei panni della bestia (ad ogni match ci è data la possibilità di scegliere quale mostro interpretare) o nei panni dei cacciatori, passando alternativamente al controllo di uno dei quattro membri del team.
    In effetti si tratta di un game mode più piacevole da affrontare in solitaria di quanto non siano i singoli match, e addirittura l'intelligenza artificiale non è da sottovalutare. Sicuramente più consapevole quando controlla il Goliath, la CPU fa un buon lavoro anche nei panni dei cacciatori, che più di una volta ci hanno massacrato per via di qualche avventatezza. C'è comunque da dire che il senso di sfida e l'appagamento della vittoria, giocando offline, non hanno paragoni rispetto a quelli che si provano schiacciando avversari umani, e quindi è bene liquidare subito la questione e scoraggiare chi proprio non vede di buon occhio l'agonismo online: pur registrando la presenza di qualche linea di dialogo e di qualche filmato che provano a scandire la progressione di Extraction, e al netto di un'IA dignitosa, Evolve è un titolo pensato per il gioco in rete. Lo sapevamo già, ma è bene ribadirlo una volta di più.
    Extraction, assieme alle altre quattro modalità presentate, sottolinea una volta di più l'approccio creativo del team di sviluppo, che vuole proporre un titolo fuori dagli schemi in tutto e per tutto, cercando di comporre un'offerta densa e diversa da quella degli altri FPS online. Resta da valutare la tenuta dei game mode, il bilanciamento del sistema di progressione e -soprattutto- la tenuta dei server e dell'infrastruttura online (mai dare nulla per scontato, in tempi di The Crew, Driveclub e Halo): ma almeno in termini quantitativi, Evolve dimostra di potersela cavare alla grande.

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