Gears of War 4 - Gamescom 2016

Lo sparatutto in terza persona firmato The Coalition torna a mostrare muscoli e piombo alla Gamescom 2016: la nostra prova di Gears of War 4.

Gears of War 4
Anteprima: PC
Articolo a cura di
Disponibile per
  • Pc
  • Xbox One
  • Xbox One X
  • Tocca a Microsoft inaugurare l'edizione 2016 della Gamescom di Colonia; lo showcase allestito dal colosso americano per presentare la corposa line-up Xbox One si rivela piuttosto avaro di novità, ma ci permette di provare con mano alcuni dei titoli più attesi del prossimo autunno. Tra questi spicca certamente Gears of War 4, inedito capitolo della celebre saga ideata da Mr. Cliff "Unreal" Bleszinsky, affidata al team The Coalition in questa sua nuova incarnazione. Grazie ad una lunga demo abbiamo potuto testare con mano un titolo che non sembra voler ridisegnare la fisionomia del franchise, preferendo strizzare l'occhio alla sempre attivissima e folta fanbase recuperando le atmosfere lugubri e cupe del primo, indimenticabile episodio, regalando un'esperienza a tratti eccessivamente conservatrice, eppure tratteggiata da un ritmo incalzante e sostenuto.

    Ingranaggi di guerra, carne e sangue

    La sequenza di gameplay da noi provata si apre con una folle corsa contro il tempo: il nostro compagno Oscar è stato rapito da una mostruosa creatura insettoide che fugge nella notte verso una vicina stazione ferroviaria. Nel braccare il feroce mostro, i nostri Gears, comandati da JD, figlio dell'eroico Marcus Phoenix, si ritrovano a visitare i devastati resti di Fort Reval, ospedale da campo del CGO oramai abbandonato da anni. La suggestiva location notturna non si caratterizza solo per i polverosi e umidi corridoi dei vari padiglioni, ma anche per la presenza di una strana materia organica arancione che ostruisce il cammino della nostra squadra: squarciando un enorme bacillo pulsante col nostro fido Lancer veniamo attaccati da un orribile creatura incubata al suo interno la quale scuote la notte con un urlo feroce, richiamando l'attenzione dei suoi compagni. Se la minaccia delle locuste sembra infatti essere stata sventata, saranno ora le viscide fila degli Swarm a costituire il principale nemico di questo quarto capitolo del franchise. Gli esseri umanoidi che ci attaccano sono rapidi e aggressivi, saltano le coperture in pochi istanti e sfruttano le pareti per cambiare rapidamente la direzione della loro avanzata, rendendo decisamente difficoltoso prendere la mira. La fitta pioggia che comincia a cadere comincia a limitare sensibilmente la visibilità dell'ambiente circostante, costringendoci a trovare riparo in una imponente chiesa che occupa il settore centrale del campo base. All'interno del suggestivo edificio una delle viscide creature comincia a scavare in quello che sembra essere a tutti gli effetti un nido gelatinoso: quella che riaffiora dalla melma pulsante è una versione completamente diversa del mostro che avevamo oramai imparato a conoscere, capace di prendere posizione dietro le varie coperture mentre imbraccia un'arma da fuoco. Per quanto i combattimenti non presentino novità sostanziali in quanto a dinamiche o ritmo degli scontri a fuoco, il team sembra aver lavorato duramente nel cercare di rendere il tradizionale sistema di copertura della serie molto più dinamico, introducendo un vasto numero di ripari che possono progressivamente venir distrutti dalla pioggia di proiettili e bombe che invade il campo di battaglia. Le navate confusamente disposte nella chiesa cedono sotto i colpi del nostro Gnasher, così come casse e colonne di cemento non costituiscono più un riparo sicuro dietro al quale sostare quanto più si desidera. Alcune sacche incubatrici di materia organica appiccicate al soffitto possono inoltre essere colpite e fatte cadere, ma attenzione al mostro racchiuso al loro interno, il quale non esiterà ad infastidirci. La struttura dal campo medico presenta lunghi corridoi che tendono ad alternarsi ad aree dal respiro più ampio, nelle quali verremo attaccati su tutti i lati: un' ottima occasione per poter mettere le mani su alcune delle nuove bocche da fuoco create dal team di sviluppo, grazie alle quali poter respingere anche gli assalti più brutali. Il Buzz Kill è un cannone che permette di lanciare enormi seghe circolari con le quali fare a pezzi gli incauti nemici che si posizionano gli uni troppo vicini agli altri, mentre il Dropshot permette di lanciare granate che scavano il sottosuolo ed esplodono dopo aver coperto una determinata distanza.

    Dobbiamo ammettere che le novità riguardante l'arsenale dei nostri COG non ci hanno colpito più di tanto, con il Buzz Kill troppo limitato nel numero di munizioni trasportabili per poter costituire una valida alternativa al lancer, ed il Dropshot che sembra una copia spudorata del lanciagranate delle locuste utilizzabile i Gears of War 3. Mentre la radio di Oscar continua a lanciare segnali, suggerendoci di esser sempre più vicini al nostro commilitone, giungiamo finalmente alla stazione. In quello che un tempo doveva fungere da vasto parcheggio per i veicoli militari, un'ultima mostruosità si para sul nostro cammino: un agile mostro a quattro zampe si scaglia sulle auto abbandonate, lanciando aculei dalla coda. Come se non bastasse, il feroce avversario è ricoperto da un'armatura di scaglie che limita i danni inferti dai colpi del nostro lancer: ma la fiera sembra avere un punto debole sul suo ventre, che sfruttiamo per abbatterla senza pietà. La sessione giocata si conclude dopo esserci confrontati con altri due esemplari della medesima creatura corazzata, la quale di tanto in tanto si lancia sul nostro alter ego attivando un rapido quick time event che tende a ripetersi un po' troppo di frequente, proponendo in ogni occasione la stessa identica inquadratura, per un risultato finale non proprio elegante.

    La forma di un Gear

    Il comparto tecnico di Gears of War 4 appare certamente solido, grazie ad un frame rate ancorato ai 30 fotogrammi al secondo, ad una modellazione poligonale di buona fattura, e ad un comparto animazioni curato e vario. Eppure l'impatto della demo giocata non ci ha colpiti quanto avremmo sperato: se da un lato troviamo una direzione artistica capace di rievocare i fasti della "destroyed beauty" che caratterizzava il primo Gears of War, grazie ad un'ambientazione che non brilla per originalità ma che certamente ricrea un'ottima atmosfera, dall'altro troviamo un comparto texture costituito da troppi alti e bassi, con superfici alle volte poco dettagliate.

    Anche la componente effettistica non riesce a sbalordire, nonostante tutta la potenza dell'Unreal Engine 4: la pioggia bagna le armature dei nostri COG con gocce che risplendono al chiarore della luna, ma le esplosioni e gli effetti particellari non sembrano tener testa a quanto offerto da altre produzioni recenti. Grazie alle postazioni allestite nel booth Microsoft abbiamo potuto testare anche una build per Windows 10, impreziosita dal completo supporto al 4K: il risultato della controparte PC presenta certamente un livello di qualità dell'immagine superiore, non solo grazie alla risoluzione sensibilmente più elevata, ma anche ad una una maggiore cura dell'illuminazione globale e ad un elevato livello di dettaglio delle texture, per un risultato che non rivoluziona quanto visto su One ma che restituisce certamente un comparto tecnico superiore.

    Gears of War 4 Ancora una volta The Coalition dimostra di voler giocare sul sicuro con Gears of War 4: senza stravolgere la formula di una saga che ha saputo radunare attorno a sé una vasta schiera di fans, le nuove avventure del COG sembrano offrire un'esperienza piuttosto tradizionale, caratterizzata da piccole novità che non scuotono più di tanto le fondamenta di una serie che comincia ad accusare un po' di stanchezza. Le nuove unità nemiche non brillano per design, assomigliando a tratti drammaticamente a quanto offerto dall'esercito delle locuste combattuto in passato, e neanche le inedite bocche da fuoco testate sul campo risultano particolarmente ispirate. Certamente è ancora troppo presto per esprimere un giudizio completo su Gears of War 4, ma oramai sembra abbastanza chiaro che l'offerta single player dell'esclusiva Microsoft non si discosterà più di tanto rispetto alle avventure di Marcus e Cole, per una formula che riesce ancora a divertire, ma che non rapisce più come un tempo.

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