Provato Gibbous: A Cthulhu Adventure

Arriva nientemeno che dalla Transilvania Gibbous: A Cthulhu Adventure, un nuovo punta e clicca, finanziato con successo su Kickstarter, che si rifà ai grandi classici del genere firmati LucasArts.

Provato Gibbous: A Cthulhu Adventure
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  • La LucasArts ha condizionato così tanto l'immaginario di un'intera generazione di videogiocatori, che le sue avventure grafiche sono diventate un vero e proprio metro di paragone per il genere. A tal punto che oggigiorno ogni nuova produzione, per spiccare nel marasma informe del mercato indie, sembra dover necessariamente annoverare tra le sue fonti d'ispirazione classici intramontabili come Monkey Island, Grim Fandango e Day of the Tentacle. Se da un lato seguire l'esempio di simili modelli di riferimento può essere garanzia di alte ambizioni qualitative, dall'altro è anche vero che il coraggio di proporre qualcosa di realmente originale, dotato di una personalità unica e prorompente, finisca per essere spesso soppiantato da un banale tentativo di imitazione. Arriva nientemeno che dalla Transilvania l'ultimo point&click che, non a caso, trae spunto per il suo umorismo e il suo stile di gioco dai capolavori anni '90 firmati LucasArts: parliamo di Gibbous - A Cthulhu Adventure, parto dello studio indipendente Stuck In Attic, finanziato con successo attraverso una remunerativa campagna Kickstarter. Grazie alla demo pubblica rilasciata dal team di sviluppo, abbiamo quindi potuto provare con mano questa nuova avventura grafica: un misto di contaminazioni di diversa natura, dalla mitologia di Lovecraft passando per l'elegante mystery à la Alfred Hitchcock, il tutto insaporito da una grande passione per gli illustri punta e clicca di una volta.

    "NESSUNO PUÒ UCCIDERE UN GATTO"

    La Transilvania, luogo di nascita degli sviluppatori, è una terra troppo fertile di suggestioni e misticismo per non essere sfruttata a dovere. E, infatti, Gibbous è ambientato proprio in questa famosa regione della Romania, teatro sul quale ha preso vita il mito del conte Dracula dalla penna di Bram Stoker. Eppure, almeno dai primi momenti di gioco, Gibbous, invece di nutrirsi della classica iconografia vampiresca, preferisce orientarsi verso influenze lovecraftiane, come il sottotitolo "A Cthulhu Adventure" fa chiaramente intuire. Nella Transilvania dei giorni nostri, quindi, il simpatico bibliotecario Buzz si trova per caso tra le mani il libro che mai avrebbe pensato di poter sfogliare: il Necronomicon. Con un simile potere, però, piuttosto che richiamare dall'oltretomba abomini indicibili, il nostro ignaro eroe ha semplicemente fornito al proprio gatto il dono della parola. E forse sarebbe stato meglio evocare la furia distruttrice di Azathoth: la micina, chiamata Kitteh, possiede una loquela talmente logorroica e fastidiosa da costringere il povero Buzz a partire per un lungo e pericoloso viaggio nella speranza di annullare l'incantesimo. Com'è ovvio che sia, la sua ricerca sarà costellata da personaggi assurdi e strampalati, tra i quali un'inquietante e saccente bambina dai capelli corvini, un improbabile stregone voodoo e un tassista poco ligio al dovere. Per elaborare al meglio il gameplay del titolo, il team ha fatto ricorso a un classicismo di maniera: tutto è esattamente come nel più tradizionale dei punta e clicca, con un mondo bidimensionale stracolmo hotspot coi quali interagire e con un capiente inventario in cui inserire quanta più cianfrusaglia possibile. Una delle particolarità di Gibbous, che rinverdisce di poco un sistema di gioco altrimenti molto canonico, consiste nelle numerose possibilità di analisi ambientale: in pratica, cliccando su un elemento più e più volte, compariranno (quasi) sempre nuove linee di dialogo, che variano a seconda degli oggetti che sceglieremo di combinare con lo scenario. In tal modo, il clicking forsennato, una scappatoia di cui si abusa molto spesso nelle avventure grafiche, soprattutto quando si rimane intrappolati in un enigma senza apparente soluzione, diviene parte integrante della progressione, perché mette in mostra i predominanti toni umoristici della sceneggiatura.

    Già nei sessanta minuti di gioco messi a disposizione nella demo, del resto, A Cthulhu Adventure ironizza con molta frequenza su se stesso, sulla sua natura di point&click e, di conseguenza, sugli stilemi tipici del genere. Questo stimolo a provare tante diverse combinazioni dipende anche dalle tipologie di puzzle che dovremo risolvere, legate a una logica un po' deviata, che prova a mantenersi coerente con la surreale ironia che permea la produzione. Fortunatamente, come compagno di viaggio, avremo sempre accanto il nostro petulante gatto nero, il quale, sebbene pieno di quella boria e quella presunzione tipiche del temperamento felino, ci sarà utile per recuperare oggetti che Buzz non può raggiungere. Nella build di prova, l'uso combinato dei due protagonisti si limitava a una sola occasione, ma è evidente sin da ora che l'intento del team sia quello di sfruttare le abilità di Kitteh per superare ostacoli altrimenti insormontabili. Oltre a Buzz e alla sua "adorata" micina, nel gioco completo potremo controllare anche un terzo personaggio, l'investigatore privato Don R. Ketype, a sua volta alla ricerca del malefico volume: la sua presenza da detective d'altri tempi spruzza l'atmosfera con un pizzico di mistero (e qui riaffiora palesemente l'insegnamento hitchcockiano, così come nella scelta narrativa di porre un uomo comune - un semplice bibliotecario - dinanzi ad un intrigo molto più grande di lui).

    Giallo e fantasy si uniscono insomma per un'avventura dai toni pregni di uno spiccato humor nero, il quale sembra essere l'aspetto su cui gli sviluppatori hanno deciso di concentrarsi maggiormente, ponendo persino in secondo piano la componente enigmistica. In circa un'ora di gioco, infatti, abbiamo incontrato un solo semplicissimo rompicapo, mentre abbiamo trascorso il resto del tempo a chiacchierare con i NPC e a sperimentare le conseguenze delle risposte multiple. L'ironia che scandisce il ritmo dello script è sì vivace e spigliata, ma anche un po' prolissa, con dialoghi molto elaborati che ci hanno dato l'impressione di volerci far ridere ad ogni costo. Alternare quindi con più omogeneità il puzzle solving ed il frizzante scambio battute equilibrerebbe di certo l'andamento dell'avventura e pertanto gioverebbe non poco all'efficacia del suo umorismo. Artisticamente, infine, Gibbous è un gioco davvero affascinante. L'atmosfera gotica della Transilvania è stata resa con un tocco cartoonesco che denota non poca esperienza nel settore dell'animazione. Gli sviluppatori, prima di dedicarsi al gaming, hanno realizzato dei piccoli cortometraggi animati, e la loro abilità non passa certo inosservata: gli sfondi sono disegnati a mano con uno stile "deformed" che inquieta e diverte allo stesso tempo e le movenze dei personaggi sono gestite con la tradizionale ed efficacissima tecnica del "frame-by-frame". Alcuni scorci reali della terra transilvanica sono stati inoltre riprodotti in game e rielaborati con piglio grottesco e caricaturale: se si esclude il character design del protagonista, forse un po' troppo anonimo, la direzione artistica di Gibbous già da queste prime fasi di gioco lascia dunque ben sperare per la bellezza dei quadri che comporranno la versione completa, rigorosamente sormontati dalla costante presenza di una gigantesca e luminosa luna.

    Gibbous: A Cthulhu Adventure Gibbous è l’ennesima lettera d’amore digitale rivolta alle avventure grafiche targate LucasArts. Ma rimane una missiva che, al momento, sembra scritta come tante altre: con una grafia semplice e pulita, ricca di citazioni e riferimenti, eppure priva di un tratto forte e riconoscibile. Tra un umorismo un po’ stiracchiato e una componente enigmistica ancora tutta da scoprire, a stuzzicare il nostro interesse è soprattutto un comparto visivo elaborato con gusto. Gli sfondi e le animazioni dei personaggi (di Kitteh in particolare) si lasciano ammirare che è un piacere, e quantomeno dal punto di vista artistico, A Cthulhu Adventure potrebbe quindi riservare non poche sorprese. In ogni caso, le suggestioni di matrice lovecraftiana, l’ironia pungente e la granitica solidità di un gameplay “vecchia scuola” fanno di Gibbous un point&click da tenere attentamente sott’occhio.

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