Gran Turismo Sport: le nostre impressioni dopo la prova della demo

Grazie ad una demo messa a disposizione su PS Store, abbiamo potuto provare GT Sport, il nuovo ambizioso corsistico di Polyphony.

Gran Turismo Sport
Anteprima: PlayStation 4
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  • PS4
  • A poco più di una settimana dall'uscita ufficiale, GT Sport decide di concedersi ai fan, grazie ad una demo a tempo che permette di testare le tre modalità principali che troveremo anche nel gioco finale. Disponibile dal 9 al 12 ottobre, questa versione preliminare ci dà indizi concreti su quello che potremo aspettarci dalla nuova incarnazione del brand: i suoi 40 Gigabyte lasciano pensare che sia molto vicina al prodotto finale, e sebbene non siano disponibili tutti i contenuti, sul fronte della grafica, della struttura e dell'interfaccia, le considerazioni odierne difficilmente verranno smentite fra appena una settimana.
    Una volta avviata l'applicazione ci accoglie una serie di menù per la regolazione della qualità dell'immagine. Già in questa fase GT Sport mette in chiaro la filosofia con cui è stato sviluppato dall'inossidabile Kazunori Yamauchi: per il creatore della saga, questo nuovo capitolo rappresenta lo scrupoloso perfezionamento di una visione già consolidata, votato soprattutto all'aumento puntiforme delle opzioni di gioco, delle piccole minuzie legate alla pulizia visiva e cromatica, delle impostazioni. È un po' strano che il team di sviluppo voglia concentrarsi su questi dettagli, lasciando all'utente la possibilità di regolare addirittura il contrasto e la saturazione, apparentemente tralasciando altri importanti elementi tecnici e ludici. È un po' come se, sul fronte del driving system, GT decidesse di accontentarsi, ignorando le conquiste di tanti altri colleghi e inerpicandosi invece sulla strada dell'HDR, della meraviglia cromatica, del "car porn" più esplicito.

    Non che questa attenzione tutta nipponica per la valorizzazione visiva della vettura non porti da nessuna parte: nonostante tutto, i modelli di GT Sport restano tra i più belli in circolazione (ben altro discorso, invece, per le piste), e gli scatti che si tirano fuori dal Photo Mode (sfruttando anche sfondi reali a cui le auto riescono ad amalgamarsi dignitosamente) manderanno sicuramente in visibilio i voyeuristi dell'automotive. Eppure, ad oggi, questo non basta per competere in un campionato in cui corrono avversari agguerriti.
    Allo stato attuale dei fatti, GT Sport sembra traballante da diversi punti di vista. A non convincere, ad esempio, è la struttura della "campagna". Le virgolette sono d'obbligo, dal momento che le tre tipologie di attività a disposizione assomigliano più che altro ad un tutorial esteso. In primis troviamo infatti l'Accademia di Guida, una serie di prove analoghe a quelle delle vecchie Patenti. Poi ci sono le Missioni, che ci chiedono di superare particolari sfide (di velocità, guida tecnica o derapata) in brevissime sezioni dei vari tracciati. Solo in ultimo si arriva all'Esperienza Circuito, ovvero una serie di gare complete, da vincere a bordo di particolari veicoli con assetti specifici.
    Se pensavate insomma di trovare un Single Player entusiasmante, capace di veicolare un bel senso di avanzamento, vi sbagliate di grosso: GT Sport rinuncia quasi integralmente a questa componente, lasciando che su questo fronte sia Project Cars 2 a regnare incontrastato.

    Il fulcro dell'esperienza del nuovo GT, al di là dell'ovvia presenza della modalità Arcade, resta quindi la modalità Sport. Si tratta in pratica di una serie di competizioni classificate, svolte in sequenza durante la giornata. Sono tutte molto stringenti in quanto a regole e tipologia di auto ammesse, e sono pochissime le impostazioni modificabili. Non siamo in grado di cambiare la mescola dei pneumatici, non possiamo interagire direttamente su alcuni parametri fondamentali della vettura, e - cosa ancor più importante - tutte le auto hanno una sorta di moltiplicatore (negativo o positivo a seconda della potenza del veicolo) che serve a rendere le prestazioni dei concorrenti il più uniformi possibile.
    Per fortuna le ambizioni competitive non sono l'unico stimolo per i giocatori. Gareggiando e completando gli eventi si guadagnano, oltre a crediti per acquistare nuove vetture, anche Punti Miglia (da scambiare con livree particolari, assetti migliorati per le proprie auto, altri oggetti utili per personalizzare il modello del pilota) e punti esperienza con cui incrementare il proprio livello. Per quanto il gioco si sforzi di far percepire un bel senso di progressione, la struttura di GT Sport sembra un po' "anarchica": una serie di prove, eventi e gare del tutto slegate tra loro. Ecco: forse GT Sport vuole proprio essere una sorta di Juke Boxe da cui selezionare esperienze mordi e fuggi, una galleria di elementi (sfide, tracciati, vetture) da combinare in maniera ogni volta diversa. Un approccio forse un po' troppo rischioso, che difficilmente convincerà il grande pubblico.
    Passando al modello di guida, ci tocca segnalare passi avanti molto timidi rispetto alla precedente edizione. GT ha sempre voluto rappresentare una cauta via di mezzo fra accessibilità e simulazione, proponendo un modello verosimile ma non strettamente realistico. La fisica di gioco è nel complesso piuttosto valida, sufficientemente elaborata da rendere il gioco divertente per chiunque. L'unica riserva riguarda il peso delle auto, che a nostro avviso continuano a risultare leggermente troppo leggere e maneggevoli, anche disattivando i vari aiuti. Le differenze tra un'auto e l'altra sono però innegabili, e lo stile di guida richiesto da ciascuna di esse è sicuramente molto diverso.

    Questa varietà, però, si percepisce principalmente tra bolidi di classi diverse, mentre si affievolisce notevolmente se confrontiamo due vetture della stessa categoria. Le opzioni per modificare l'assetto delle vetture sono comunque moltissime, e con un po' di attenzione sarà possibile avvicinare l'esperienza di guida con GT Sport ai propri gusti. Resta però vero che Gran Turismo è il meno "sim" dei vari "simcade" che si possono trovare sul mercato.
    Mentre aspettiamo di poter valutare il sistema di danni estetici e meccanici, ribadiamo che GT Sport resta indietro, rispetto alla diretta concorrenza, per tanti aspetti: inaccettabile l'assenza del meteo dinamico e del ciclo giorno-notte, così come l'intelligenza artificiale davvero troppo standardizzata: gli avversari hanno un comportamento spesso molto rinunciatario, e la distanza rispetto alla varietà garantita dai Drivatar è abissale.
    Dal punto di vista tecnico, si diceva, GT Sport eccelle per quel che riguarda la modellazione dei veicoli: i dettagli e le rifiniture delle carrozzerie sono impressionanti, così come incredibilmente curati sono anche gli interni delle poche macchine che abbiamo avuto modo di provare. Ovviamente non tutte le vetture avranno lo stesso livello di cura maniacale: ci saranno 137 modelli "super premium" disponibili al lancio. Spulciando la lista ufficiale delle vetture, di poco più estesa, bisogna ammettere che pure questa non risulta allineata a quella degli altri colleghi, che possono vantare un parco auto decisamente più ampio.
    Tornando alla componente tecnica, una volta scesi in pista gli entusiasmi si placano un po'. Gli elementi a bordo pista sono spesso molto spogli, le texture dei tracciati non sempre definite, e lo spettacolo complessivo è tutto fuorché strabiliante.

    Ci sono solo alcuni tracciati che, in alcuni momenti della giornata, regalano qualche bello scorcio, ma di sicuro GT Sport non è un prodotto che spinge sul pedale della qualità grafica: sembra anzi un po' timido, da questo punto di vista, come se fosse un prodotto non del tutto allineato alle conquiste attuali. Di certo, il gioco dà il meglio di sé su televisori che supportano l'HDR, sfruttando in maniera molto convincente l'incremento della palette cromatica, vero elemento di svolta del comparto visivo.

    Gran Turismo Sport Per quello che abbiamo avuto modo di vedere, insomma, il nuovo racing game di Polyphony non ha ingranato la marcia giusta. Il titolo riesce a distinguersi su alcuni fronti, soprattutto per merito di una filosofia di sviluppo squisitamente nipponica. Questa volontà di concentrarsi sui dettagli infinitesimali, moltiplicare a dismisura il numero di opzioni, celebrare l'auto quasi come un feticcio, e glorificare l'industria dell'automotive come se fosse la forgia di sinuose divinità meccaniche, si concretizza in un approccio a tratti peculiare e affascinante. Il rispetto (anzi: la deferenza) per le linee, i modelli, i colori, i produttori, la decisione di rifiutare l'eccezionalismo tipicamente americano, rendono GT Sport un prodotto a suo modo (e come sempre) peculiare. D'altro canto, tuttavia, sono troppe le lacune, soprattutto rispetto alla concorrenza. Manca il meteo dinamico, un'IA agguerrita, una carriera ben scandita. Manca anche, nell'insieme, un colpo d'occhio che - come quello dei migliori capitoli del brand - non si accontenti delle conquiste attuali, ma guardi al futuro. Manca un parco macchine traboccante, un comparto sonoro avvolgente. Manca davvero troppo, per essere pienamente soddisfatti.

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