Provato Hardware: Rivals

Uno sparatutto su veicoli che cerca di proporre quanto di buono ha offerto Rocket League in un contesto molto differente, a base di arene nelle quali combattere in deathnatch all'ultima sgommata.

Provato Hardware: Rivals
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  • PS4
  • Due elementi importanti accomunano Rocket League, il campione di incassi di quest'estate, e Hardware: Rivals: in entrambi i titoli si guidano veicoli in maniera inusuale, senza il classico obiettivo legato al tagliare il traguardo in prima posizione, ed entrambi sono stati distribuiti gratuitamente sul PlayStation Network per gli abbonati al servizio Plus.
    Se però Rocket League è stato lanciato in forma completa, benché abbia sofferto al lancio per una serie di piccoli problemi al netcode risolti dopo alcune settimane con la pubblicazione di una patch, Hardware: Rivals è a tutti gli effetti una beta, pubblicata appositamente con un numero limitato di contenuti e con l'obiettivo di testare l'infrastruttura di rete e il gameplay direttamente sul campo. Benché disponibile da poche ore, sembra che Hardware: Rivals sia già stato preso d'assalto dagli utenti PlayStation Plus, in quanto si sono già formate code d'attesa al login sui server e saltuariamente l'accesso viene temporaneamente bloccato.
    Vale la pena aspettare il proprio turno per una partita?

    Quattro ruote e tante armi

    A tutti gli effetti Hardware: Rivals potrebbe essere catalogato alla voce third person shooter, anche se al posto del classico personaggio bipede questa volta i protagonisti sono dei veicoli corazzati, sui quali è montata una torretta girevole dotata di fuoco primario e secondario. Nella beta sono attualmente previsti due mezzi da poter scegliere, che si differenziano pesantemente per lo stile di guida e le prestazioni del motore.
    La classica dune buggy è agile, molto manovrabile ma subisce le superfici meno lisce a causa di sospensioni molto elastiche, dando però il suo meglio in salti e cambi improvvisi di direzione. Al contrario il tank è meno veloce, tende a mantenere una traiettoria una volta impostata, soprattutto ad alta velocità, ma non teme impatti o ostacoli di alcun tipo.
    Benché entrambi i mezzi siano dotati di una torretta centrale semovente, che nel carro armato occupa tutta la parte superiore, come da tradizione per questo genere di mezzi, anche il fuoco principale è differente: la buggy ha una sorta di mitragliatore mentre il tank un cannone che spara colpi d'alto calibro. Per entrambi il fuoco primario è infinito ma cambiano i tempi di ricarica, visto che il mitra ha caricatori discretamente ampi, mentre il tank è obbligato a ricaricare ad ogni colpo. Per quanto riguarda il fuoco secondario, esistono una mezza dozzina abbondante di armi, che vanno dai classici razzi che una volta sparati procedono in linea retta, fino a missili guidati, sistemi EMP e altre armi ancora più esotiche. Per utilizzarle basta raccoglierle guidando verso le icone disseminate per le mappe ed è possibile accumulare i colpi prendendone più d'una in sequenza. Ogni volta che si cambia arma, però, si perde l'uso di quella precedente, quindi un minimo di pianificazione e strategia possono fare la differenza.
    Una volta scelto il proprio mezzo, si viene subito catapultati nell'azione, con il matchmaking che divide i partecipanti in squadra azzurra e squadra gialla, organizzando il più classico dei deathmatch. Le prime partite serviranno soprattutto a prendere confidenza con il sistema di controllo, in quanto i mezzi di Hardware: Rivals si guidano a tutti gli effetti come in un qualsiasi gioco di guida. I grilletti analogici inferiori gestiscono quindi gas e freno, mentre i dorsali superiori permettono di far fuoco con le armi. Considerando che i pollici devono essere sempre pronti sugli stick analogici, per gestire lo sterzo e la rotazione della torretta, l'unico layout disponibile costringe praticamente a giocare con quattro dita sui tasti dorsali, ignorando quelli frontali. L'unico a tutti gli effetti che verrà utilizzato di tanto in tanto è il cerchio, deputato al freno a mano, ma il suo effetto è molto relativo con il tank, quindi solo chi sceglierà la buggy potrà sentire la necessità di farne uso in casi di emergenza, magari per cercare di seminare un avversario nel pieno di un inseguimento.

    È dai tempi Warhawk per PlayStation 3 che un sistema di controllo non richiede così tanta manualità da parte dell'utente, anche se c'è da dire che in quel caso i mezzi erano in grado di trasformarsi e volare, mentre in Hardware: Rivals la mira con la torretta deve diventare quasi istintiva se si spera di sopravvivere e portare a casa la vittoria. Una volta nella mischia, infatti, bisognerà cercare di avvicinarsi agli avversari, evitando il loro fuoco e sfruttando lo scenario in modo da non essere visti; una volta a tiro e in base all'arma secondaria equipaggiata in quel momento, si potrà tentare di abbatterli o almeno danneggiarli, in modo che un compagno di squadra possa poi finire il lavoro.
    A differenza di un TPS standard le regole di ingaggio cambiano profondamente, in quanto i mezzi su ruote sono in grado di muoversi in modo ben specifici, quindi spesso sarà meglio affiancare un avversario, bersagliandolo tenendo la torretta perpendicolare ma con un occhio sempre vigile sulla strada che stiamo percorrendo, in modo da evitare spiacevoli scontri o la raccolta di un'arma secondaria in quel momento sconveniente.

    Le mappe risultano discretamente varie e offrono parecchi elementi utili a creare imboscate, con sviluppi anche in verticale e passaggi sotterranei. Tali dislivelli sono da tenere in debita considerazione in quanto in maniera casuale possono apparire icone specifiche sulle piste: raccogliendole si attivano eventi catastrofici che diventeranno effettivi solo allo scadere di un conto alla rovescia. L'unico modo per evitare un attacco aereo, ad esempio, consiste nel cercare un tunnel in cui nascondersi e non sarà raro vedere un capovolgimento di punteggio dopo che uno di questi imprevisti avrà fatto terra bruciata sulla mappa.
    Tecnicamente Hardware: Rivals si presenta in maniera discreta, con uno stile che ricorda alcune delle mappe più apprezzate di Team Fortress 2, come la celebre Dustbowl. Se non fosse per il logo visibile durante il caricamento iniziale, sarebbero quindi gli effetti di lens flare e distorsione sulla camera a tradire l'engine utilizzato: Hardware: Rivals gira infatti su Unreal Engine 4, ma graficamente non fa gridare al miracolo e anche Rocket League, basato sull'ormai superata versione 3 del motore, riesce in alcuni frangenti a regalare colpi d'occhio migliori.

    Hardware: Rivals Hardware: Rivals risulta adrenalinico, discretamente complesso e con una curva di difficoltà tutta da domare. Il quantitativo di contenuti della beta è ristretto ma molto probabilmente il gioco verrà arricchito progressivamente, nel cammino che lo accompagnerà fino alla pubblicazione della versione finale. Se si dispone di un abbonamento al servizio Playstation Plus, l’invito è quindi di provarlo, magari attendendo alcuni giorni in modo che l’ondata iniziale di utenti, che sta già mettendo in crisi i server, sia passata. Un buon inizio quindi, per una produzione non del tutto originale ma realizzata discretamente, anche se rimanere in scia a Rocket League sarà tutt’altro che semplice.

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