Hidden Agenda per PS4: provato il nuovo gioco della serie PlayLink

Dagli autori di Until Dawn nasce un nuovo thriller a metà tra l'adventure story-driven e il party game, pensato per la tecnologia PlayLink di PS4.

Hidden Agenda per PS4: provato il nuovo gioco della serie PlayLink
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  • PS4
  • PS4 Pro
  • Qui su Everyeye avrete sicuramente già letto qualche articolo incentrato su PlayLink, la nuova raccolta di videogiochi per PlayStation 4 che prevede l'uso dei dispositivi mobile in sostituzione dei classici controller. Ne abbiamo sempre scritto, però, in merito a prodotti appartenenti a generi tradizionalmente ideali per il social gaming: di That's You: Dimmi Chi Sei! trovate già la nostra recensione completa, mentre su Sapere è Potere, quiz game provato la scorsa settimana, torneremo entro il 25 ottobre, giorno in cui verrà distribuito. C'è poi Hidden Agenda, che dell'atteggiamento da titolo per il multiplayer, invece, non sembrerebbe avere alcun tratto. Anzi, diremmo che i presupposti ne sono esattamente agli antipodi. Si parla infatti di un thriller che per stile e atmosfere strizza l'occhio a Heavy Rain, e che, non a caso, è sviluppato da Supermassive Games, la cui opera più significativa, Until Dawn, doveva a sua volta parecchio al capolavoro di David Cage e Quantic Dream. Eppure, testata a Milano assieme ad altri tre colleghi giornalisti, la sua demo -brevissima- ci ha posto di fronte a un esperimento che, un po' attingendo alla filosofia dei libri-gioco, un po' rifacendosi alle meccaniche dei party game, dimostra di sapersi destreggiare nella dimensione del PlayLink con una certa disinvoltura. Forse, persino di spiccare sui suoi compagni di collana.

    Questione di fiducia

    Dovessimo basarci sulle sue sole sequenze introduttive, saremmo portati a credere che Hidden Agenda non ambisca al premio per la miglior sceneggiatura videoludica originale. La trama, nei contorni, è quanto mai canonica: in città c'è un serial killer conosciuto col nome di The Trapper, e va fermato prima che faccia ancora del male a qualcuno. Il giocatore segue da vicino le gesta di Becky Marnie, agente a capo del caso, e di Felicity Graves, che lavora invece come procuratrice distrettuale. Il racconto è di quelli story-driven fino al midollo e, proprio come in Until Dawn, il destino di protagonisti e comprimari dipenderà in buona sostanza dalle scelte compiute strada facendo da chi gioca.
    Le dinamiche tipiche delle esperienze PlayLink subentrano proprio qui, nelle svariate possibilità di scelta sottoposte dal software agli utenti; i quali possono essere fino a quattro, e tutti concorrono a definire il prosieguo effettivo della storia.
    Il "come" è presto detto: ciascuno, dallo schermo del proprio smartphone o tablet, deve trascinare il cursore del suo colore verso una delle opzioni apparse in TV, laddove è quasi sempre la maggioranza ad avere l'ultima parola. In caso di pareggio a decidere è il cosiddetto "coolest one", quel giocatore che, di fase in fase, viene insignito dal gruppo del ruolo di caposquadra, sempre democraticamente. Tra parentesi, egli ha anche unica voce in capitolo in determinati frangenti della narrazione, che forse si riveleranno cruciali più in là nella vicenda.
    Nel corso della demo siamo stati messi dinanzi a bivi per lo più dedicati all'atteggiamento che i personaggi dovevano assumere in relazione al contesto. Tutta la sequenza di apertura, per esempio, vedeva Becky scandagliare l'abitazione di una donna presa in ostaggio dal presunto assassino. È stato quindi necessario decidere in che modo introdursi nelle varie stanze di un luogo mai così silenzioso e inquietante, se con prudenza o in maniera più istintiva, e in seguito, individuata l'ubicazione dell'indiziato, se invitarlo alla resa con le parole oppure con la pistola ben puntata verso il bersaglio. L'alternanza di momenti di scelta meno pressanti con lampi di selezione a bruciapelo ci è parsa creare un ritmo narrativo ben dosato, che tuttavia bisognerà soppesare quando avremo sottocchio tutte le informazioni di un racconto ancora in attesa di svelarsi come si deve.
    Al di là della tensione emotiva che la direzione registica pare ben in grado di restituire, costruendo inquadrature sempre molto fredde ed ansiogene, del thriller targato Supermassive ci ha molto incuriosito proprio l'impiego del secondo schermo "smart" a sostegno dell'azione su televisore.

    Oltre ad essere indispensabile per immettere gli input, lo strumento si configura altresì come una sorta di piccolo diario personale, dove i partecipanti al gioco, ad esempio, possono esaminare in qualsiasi momento le biografie di tutti gli attori introdotti fino a quel punto della storia. Soprattutto, il touchscreen è il veicolo per i messaggi privati che, di tanto in tanto nell'arco del racconto, il software elargisce ai videogiocatori singoli.
    La meccanica, che dà anche il titolo alla produzione, è appunto quella che in originale prende il nome di "hidden agenda", e prevede l'assegnazione segreta, a un solo giocatore alla volta, di un obiettivo specifico da conquistare in un preciso istante di gioco, ovviamente senza comunicarlo agli amici.
    Obiettivo che, nel nostro caso, era di fare agire Felicity in un determinato modo, condizionando gli altri concorrenti al fine di "votare" la preferenza corrispondente all'azione. In un secondo momento, il software chiede a tutti di segnalare l'ipotetico detentore dell'hidden agenda, intuendo il quale ognuno otterrà un maggior numero di punti a suo favore, proprio come si trattasse di un gioco a premi. Sotto il suo abito formale, insomma, Hidden Agenda cela un mix di generi ben variegato, cooperativo ma anche competitivo, che potrebbe facilmente rivelarsi una sorpresa se corroborato da un intreccio sufficientemente appassionante.

    Il titolo prevedrà anche la fruizione in single player, che tuttavia non abbiamo avuto modo di mettere alla prova, ma che temiamo snaturi un po' troppo l'essenza del prodotto. Il 25 ottobre ne sapremo senz'altro di più. Perché no, magari anche qualche giorno prima: ricordatevi di passare da queste parti per leggere il nostro giudizio finale.

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