Provato JoJo's Bizarre Adventure: Eyes of Heaven

Abbiamo spremuto fino all'ultima goccia la demo di JoJo's Bizarre Adventure: Eyes of Heaven, nuovo gioco dedicato ai personaggi creati da Hirohiko Araki, per presentarvi un'anteprima di quello che ci aspetta nell'atteso titolo firmato CyberConnect2.

Provato JoJo's Bizarre Adventure: Eyes of Heaven
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Disponibile per
  • PS3
  • PS4
  • La line-up europea per il 2016 di Bandai Namco dedicata ai giochi tratti da anime e manga vanta indubbiamente una vastità da record. Successivamente a Naruto Shippuden: Ultimate Ninja Storm 4 e giusto un mesetto dopo l'uscita di One Piece: Burning Blood (e in attesa di Sword Art Online: Hollow Realization e Dragon Ball Xenoverse 2), arriverà infine anche in occidente JoJo's Bizarre Adventure: Eyes of Heaven, titolo che ha già fatto la felicità dei fan nipponici della saga ideata da Hirohiko Araki, che ha proprio in Italia la sua comunità di appassionati "esteri" più agguerrita e di lunga data. Questa nuova iterazione videoludica dell'epopea della famiglia Joestar, ad opera della veterana CyberConnect2, si presenta naturalmente come un titolo che verte principalmente sul combattimento, ma a differenza del precedente All Star Battle per PlayStation 3 non avremo il classico picchiaduro a incontri 1 vs 1, quanto un singolare incrocio tra un brawler game e un adventure, in modo relativamente simile a quanto avvenne col capcomiano Le Bizzarre Avventure di GioGio: Vento Aureo per PS2.

    Yare yare daze

    JoJo's Bizarre Adventure: Eyes of Heaven uscirà in Europa il 1 luglio, ma nel frattempo abbiamo la possibilità di provarlo in versione demo tramite il Playstation Store; demo che abbiamo rigorosamente spolpato per fornirvi le nostre prime impressioni sulla nuova fatica di CyberConnect2. Due le modalità di gioco disponibili nella versione di prova (Storia e Battaglia Libera), con molte possibilità presenti ma non selezionabili, come il combattimento online, le gallery, il JoJoGlossario, lo Shop (che usa una moneta in-game: non sono presenti microtransazioni di alcun tipo) e la personalizzazione dei personaggi. Un comodo tutorial a schermate ci guida nelle nostre scelte, e se ci buttiamo subito nella mischia del VS abbiamo la possibilità di giocare contro la CPU (ma non contro un altro avversario umano, purtroppo). I personaggi disponibili, in questo caso, sono quattro, ovvero Jotaro (in versione Stardust Crusaders), Kakyoin, Josuke e Okuyasu. Scelte, chiaramente, non casuali: due coppie perfette per dare un'idea generale delle meccaniche di attacco e difesa sia ravvicinate che a distanza, e in più già in team-up per presentare le spettacolari super di coppia denominate Dual Heat Attack.
    Il primo impatto col gameplay, in verità, non è dei più pratici: i combattimenti si svolgono in aree molto ampie, dotate di ostacoli e ripari, e i comandi non si presentano molto intuitivi, con due tasti deputati all'attacco (e relative combo), uno al salto, uno alla parata, uno alla schivata laterale e l'altro alla corsa. Oltre all'utilizzo intensivo di tutti i dorsali, grazie ai quali si gestiscono mosse speciali e combo di coppia, bisogna considerare che, chiaramente, ogni personaggio ha tecniche assolutamente distintive, al di là delle varie combo di calci e pugni: il tutto dà luogo a una certa frenesia che, all'inizio, si traduce unicamente in confusione, e ci vuole un po' prima di impratichirsi usando lo stile di gioco adatto, lockando gli avversari e sfruttando gli oggetti sparsi per l'arena e l'aiuto del partner. Non è il classico brawler che si padroneggia in pochi minuti, insomma, ma non sembra neanche una formula poi così profonda, in realtà: al di là delle coreografiche cutscene, gli attacchi davvero distintivi sembrerebbero pochi, e questo vale anche per le abilità speciali e le DHA. Tuttavia, avendo a disposizione pochi personaggi nella demo, la nostra potrebbe essere solo una percezione limitata; e del resto, conoscendo il background degli oltre cinquanta character presenti nel roster completo, e avendo visto stralci di gameplay nei vari trailer presentati nei mesi scorsi, presumiamo che i nostri dubbi potrebbero essere fugati in maniera abbastanza felice.

    Alla ricerca del Paradiso

    L'impressione che dà la demo, per quanto estesa, è insomma proprio che ci venga presentato appena un assaggio del tutto, con gli aspetti più complessi lasciati da parte per la versione finale. Impressione che resta anche dopo aver provato lo Story Mode, che nella versione di prova si articola nel primo capitolo della vicenda, lasciando più dubbi che certezze. Si parte con lo storico scontro Jotaro vs Dio Brando che chiude la terza serie, e tutto sembra procedere come ben noto a chi ha letto il manga o visto la serie. Se non fosse per l'aggiunta di qualche piccolo retroscena, che vede Jotaro bruciare un misterioso ed enigmatico diario di Dio Brando e i nostri eroi spiati da loschi figuri dall'aria familiare.

    Il tutto si complica quando la linea temporale devia da quanto conosciuto, con Polnareff che perde l'aereo per la Francia venendo attaccato da misteriosi assalitori e Robert E. O. Speedwagon fare un'assurda comparsa dal passato, proprio mentre Jotaro, Joseph e Polnareff devono fare i conti prima con i redivivi (e accecati dal controllo mentale di Dio Brando) Abdul e Iggy, e poi con un irriconoscibile Kakyoin e col subdolo N'Doul. Momentaneamente sconfitte le proprie nemesi e riportato alla realtà Kakyoin tramite i taumaturgici poteri della Sacra Reliqua che Speedwagon porta con sé, questo bizzarro gruppo di combattenti parte alla ricerca delle altre parti della reliquia, in grado di compiere veri e propri miracoli come resuscitare i morti, cancellare le influenze maligne, far attraversare lo spazio e il tempo e addirittura... aprire le Porte del Paradiso. Insomma, un agile pretesto narrativo per creare gustosi "What if?" e fare incontrare personaggi presenti in contesti e periodi storici completamente differenti, oltre che presentare classici bivi e snodi narrativi inediti e divertenti, fino allo scontro finale con i due artefici del diabolico complotto che sta sconvolgendo gli equilibri dello spazio-tempo: Padre Pucci e lo stesso Dio Brando, che ha acquistato una nuova forma, più potente che mai. Dopo tre combattimenti di coppia (in cui possiamo scegliere il personaggio da controllare e quello che assiste, oltre a qualche piccola opzione aggiuntiva, come gli oggetti di supporto) abbiamo anche un assaggio della modalità esplorativa, anche se davvero troppo breve per farsi un'idea della sua eventuale profondità. Smanettando con menu e sottomenu scopriamo, tuttavia, che tramite i soldi e i punti esperienza acquisiti grazie alle nostre prestazioni in combattimento non solo sbloccheremo vestiti alternativi e frasi caratteristiche, ma potremo incrementare la sintonia tra i diversi personaggi e farci strada lungo complessi skill tree.

    JoJo's Bizarre Adventure: Eyes of Heaven JoJo's Bizarre Adventure: Eyes of Heaven è un titolo forse un po' complesso nelle meccaniche, oltre che palesemente dedicato ai fan (già ben consci delle bizzarrie e dell'accesa estrosità di questo franchise). Eppure, concedendo al gioco una prova più approfondita, si riesce ad entrare nello spirito dell'operazione, saggiandone le qualità distintive e peculiari. Tecnicamente il tutto è stiloso ma non fa gridare al miracolo (Bandai Namco e CyberConnect2 ci hanno proposto di meglio, in passato) e la cura del particolare, per ovvi motivi di stile di gioco e visualizzazione, era maggiormente notabile nel precedente All Star Battle. In sostanza, dunque, Eyes of Heaven si prefigura come un acquisto molto interessante per i fan (dato che lo Story Mode si preannuncia epocale e originalissimo) mentre i neofiti faranno meglio ad aspettare la recensione, prima di investire tempo e soldi nella crociata dei Joestar su PlayStation 4.

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