Need for Speed Payback: provata la versione PC del nuovo racing Electronic Arts

Al termine dell'evento EA Play abbiamo provato con mano la versione PC di Need for Speed Payback: ecco le nostre impressioni.

Need for Speed Payback
Anteprima: Multi
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Disponibile per
  • Pc
  • PS4
  • Xbox One
  • C'è sempre bisogno di velocità, soprattutto per noi videogiocatori che viviamo ad un quarto di miglio alla volta. L'eccitazione che pulsa nelle vene, il calore dell'asfalto rovente, la soddisfazione di una derapata perfetta: Need for Speed è sempre stato tutto questo, un compendio d'emozioni a 300 km all'ora, un'iniezione di turbo di puro divertimento, un bolide videoludico dall'anima squisitamente arcade, priva dei freni inibitori solitamente imposti dalle esigenze di realismo. Payback, il nuovo capitolo della serie realizzato nuovamente dai ragazzi di Ghost Games, segue la scia dei vecchi episodi, ma accelera in curva per regalarci un Need For Speed al cardiopalma.
    Durante una conferenza un po' troppo "ingolfata" nei ritmi e nella verve comunicativa, il corsistico è stato quindi uno dei titoli sicuramente più coinvolgenti: al termine della presentazione abbiamo potuto inoltre metterci al volante dell'edizione PC per testare una build preliminare, ossia una versione estesa della medesima missione mostrata in anteprima sul palco della conference di Electronic Arts. Anche se in soli pochissimi minuti, siamo stati dunque investiti da una inusuale sensazione di adrenalina che ha finito ben presto per mandarci su di giri.

    Partenza in quarta

    Si dai primi secondi di gameplay, appare evidente come Payback penda le distanza dallo scorso Need for Speed; alle strade baciate da una notte perenne, cornice perfetta per le corse clandestine, si sostituisce la luce del giorno, che mette in risalto la vibrante spettacolarità che contraddistingue quest'ultima incarnazione del brand. Come il titolo del gioco lascia chiaramente intuire, il motivo per cui decideremo di sfrecciare lungo il suo vasto open wold sarà legato ad un feroce sentimento di vendetta. La storyline di Payback ci vedrà trascinati in una situazione problematica, nella quale dovremo controllare tre diversi personaggi, Tyler, Jess e Mac, intenti a destabilizzare l'organizzazione La Loggia, per motivi ancora non del tutto chiariti. La presenza di tre diversi protagonisti non influisce in alcun modo sulle performance delle vetture, tutte rapidissime e maneggevoli. Per quanto non manchi la possibilità di variare - a volte - l'approccio alla missione tramite l'utilizzo di svariate tipologie di vetture su altrettante tracciati dalle differenti conformazioni, il finale di Payback sarà unico ed immutabile: il Ghost Games sembra aver posto grande attenzione sula struttura della sua Story Mode, provando a delineare personaggi quanto più carismatici possibili, merito di una sceneggiatura che ambisce a presentarsi vivace e smargiassa come quella di un vero film d'azione.

    Nella manciata di minuti messi a nostra disposizione abbiamo infatti notato una propensione per una resa estetica di stampo quasi cinematografico: le scene d'intermezzo si mescolano e si alternano a sequenze di puro gameplay, per una resa visiva di sicuro impatto. Sebbene la transizione tra la CGI ed il Frostbite sia fin troppo evidente ed un po' fastidiosa, l'insieme che viene a crearsi risulta comunque palpitante e travolgente.
    Le missioni della storia principale vedranno alternarsi i tre piloti suddetti senza soluzione di continuità, tramite script caratterizzati da una regia dal taglio simile a quello di action-movie. Non è un caso che gli sviluppatori ci abbiano confessato - come se l'intento non fosse già di per sé molto evidente - di essersi ispirati a produzioni del calibro di Fast & Furious per inscenare un titolo che potesse trasmettere pienamente al pubblico il brivido delle corse fuorilegge con il gusto per l'esagerazione visiva. Il feeling alla guida resta, tuttavia, piuttosto simile a quello degli episodi precedenti: l'anima fortemente arcade dell'opera ci dà l'opportunità di inscenare inseguimenti vibranti e pirotecnici, all'insegna di una frenesia inusitata. L'altissima velocità con cui s'involano le auto sull'asfalto rende comunque abbastanza complesso mantenere il pieno controllo dell'aderenza: ne consegue un frequente andirivieni di derapate e collisioni, a causa delle quali il veicolo finisce spesso per contorcersi e distruggersi: il sistema di danni è pensato qui soltanto a fini estetici, e non influenza in alcun modo le prestazioni del bolide.
    A modificare in parte la resa delle automobili invece ci pensano le differenti tipologie di tracciati sui quali correremo: l'open world di Payback è infatti strutturato in circa 5 macro-zone interconnesse, dal cuore cittadino sino ai dossi del canyon, passando per le aree suburbane. La diversa reazione delle macchine a seconda della natura della pista, insomma, permette di donare un sottostrato di maggiore strategia alle gare in cui ci cimenteremo. Questo tipo di "libertà" decisionale concessa all'utente si scontra con la notevole linearità che caratterizza alcune missioni della storyline, che fanno leva su sequenze tanto virtuosistiche quanto scriptate. In simili casi, Payback ricorda le atmosfere del mai dimenticato Burnout: ad esempio, nell'incarico che abbiamo dovuto affrontare durante la nostra breve prova, ci siamo ritrovati all'inseguimento di un camion in corsa, supportato da una copiosa scorta di macchine da mettere obbligatoriamente fuori gioco. La necessità di dosare accuratamente il turbo e di attaccare a suon di sportellate le auto avversarie crea contrasti che sfociano ben presto negli immancabili "takedown", accompagnati - come da tradizione - da eccellenti ralenti che enfatizzano l'azione a schermo.
    Ne consegue un tripudio di particellari e lamiere accartocciate, carrozzerie frantumate e motori in fiamme, che esaltano e appagano la vista del giocatore. In simili frangenti, le gare vengono inquadrate in percorsi ben definiti, che limitano, ovviamente, le meccaniche esplorative del mondo di gioco, alla ricerca di collezionabili, incarichi collaterali e rottami da scovare e trasformare in vere "super cars". Non a caso, il focus primario del titolo resta il vastissimo ventaglio di personalizzazione delle vetture, che ci dà la facoltà di cambiare letteralmente ogni minimo dettaglio.

    Al momento la customizzazione non implica una maggiore o minore potenza del bolide lungo le stradine di montagna o il grigio asfalto della cittadina: ciò non toglie che Ghost Games stia pensando di aggiungere una simile feature poco prima della release finale, seppure una dinamica di tal genere potrebbe mutare l'anima prettamente arcade del gioco, che - lo ricordiamo - si tiene ben lontano da qualsiasi ambizione di realismo. Lo stesso non si può dire - di contro - per quanto riguarda il reparto tecnico di Payback, modellato con un Frostbite in stato di grazia: su PC l'opera è un assoluto splendore, che mostra sin dalla versione Pre-Alpha da noi provata - un corredo grafico maestoso e fluido. Resta da sistemare un pop-up fin troppo invasivo e qualche sporadico calo di frame, ma in linea generale l'aspetto estetico del nuovo Need For Speed lascia davvero a bocca aperta, ed al contempo riesce a riprodurre alla perfezione un senso di adrenalinico stupore. Il prezzo di tanta bellezza sarà un frame rate settato a 30 fps su console, ed il team non ha voluto accennare minimamente alle conversione per PS4 ed Xbox Scorpio le quali - ci auguriamo - possano raggiungere l'agognata vetta dei 60 frame al secondo come su Personal Computer.

    Need for Speed Payback Inutile cercare un atto rivoluzionario in un gioco come Need For Speed. Prestando fede alla natura del franchise, Payback mantiene inalterata la forza del suo gameplay ed anzi lo valorizza per merito di un comparto grafico da capogiro. L'attesa prima della release finale (prevista per il prossimo 10 novembre) ci concederà di saggiare nelle prossime occasioni sia il comportamento dei bolidi sui diversi tracciati, sia quanto l'eccessivo uso di scipt possa diminuire il pieno controllo del volante, assoluta prerogativa di ogni action game che si rispetti. Per ora, dopo gli ultimi capitoli apprezzati dalla critica ma un po' snobbati dal pubblico, Payback, in virtù dei suoi meriti ludici e tecnici, potrebbe davvero rappresentare l'episodio della “rivalsa”.

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