Paladins: Provata la Closed Beta

Un nuovo hero shooter si profila all'orizzonte. Riuscirà Paladins a distrarci da Overwatch? Ecco le nostre impressioni dopo aver provato la closed beta.

Paladins: Provata la Closed Beta
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Disponibile per
  • Pc
  • PS4
  • Xbox One
  • Dicono che l'imitazione sia la forma più sincera di adulazione. Se prendiamo per buono questo aforisma, i ragazzi di Blizzard dovrebbero essere al settimo cielo. Citiamo il colosso di Irvine semplicemente per il fatto che Overwatch, a quasi un anno dal suo debutto sul mercato, è ancora uno degli hero shooter più giocati e apprezzati. Ad ogni modo, tornando in tema, abbiamo avuto occasione di testare a fondo la closed beta di Paladins, hero shooter - appunto - free to play nato dagli sforzi creativi del team di sviluppo Hi-Rez Studios, già famoso per produzioni come SMITE e Tribes Ascend. Ci siamo trovati di fronte a un'offerta tutto sommato interessante e strutturata in modo razionale, anche se bisognosa di alcuni miglioramenti sotto il profilo tecnico.

    I nuovi paladini

    Non appena avviamo l'applicazione ed effettuiamo il log in, ci troviamo immediatamente immersi in un ambiente familiare. Paladins ci accoglie in modo abbastanza classico, con una schermata principale su cui campeggiano in primo piano le offerte e gli sconti dello store in game e le sottosezioni deputate al matchmaking e alla gestione degli eroi. Considerato il genere a cui appartiene, la nostra attenzione si concentra istantaneamente proprio sui combattenti che Hi-Rez ci propone.

    Su console il titolo risponde all'appello con ben ventidue personaggi, la maggior parte dei quali introdotti nel corso dei mesi invernali. Il numero è davvero elevato, su questo non ci sono dubbi, ma a noi interessa la sostanza. Sotto questo profilo, spulciando i vari combattenti si notano molte - forse troppe - "similitudini" con le abilità che caratterizzano gli eroi di Overwatch. Inoltre l'aspetto cartoonesco, infarcito dalle canoniche personalizzazioni cosmetiche per ogni pezzo di equipaggiamento, sembra completare la crasi tra il già citato sparatutto Blizzard e quella scommessa persa da 2K e Gearbox che va sotto il nome di Battleborn. Molti personaggi, infatti, mischiano abilità che abbiamo già imparato a conoscere altrove e le prime ore di gioco trascorrono in un costante senso di de ja vù, mitigato unicamente da una mappatura dei comandi diversa per disposizione delle combinazioni e delle skill. Aspetto, quest'ultimo, che gli utenti più esperti non avranno alcun problema a dominare dopo poche sessioni di gioco. Va detto che il team è costantemente al lavoro per ampliare il roster quindi, con tutta probabilità, in futuro potremo godere di aggiunte un po' più interessanti e fresche. Insomma, la prima impressione è che manchi quell'effetto "novità" capace di invogliarci a sperimentare, studiare la strategia migliore, capire il modo più efficace per sfruttare ogni skill. In fin dei conti, se ci pensate, proprio una parte del divertimento deriva proprio dalla fase di "preparazione" che precede i match. Senza perderci d'animo e approfondendo l'analisi, abbiamo provato a spulciare in modo certosino ogni campione grattando la patina opaca che ne ricopre la superficie scoprendo che, in realtà, Paladins gode di alcune idee davvero interessanti e azzeccate, capaci di farci riassaporare quella sensazione di cui vi abbiamo appena parlato.

    Gioca le tue carte!

    Una volta scesi sul campo di battaglia, il titolo firmato da Hi-Rez Studios inizia a mostrare quel carattere peculiare che, di primo acchito, pareva mancare del tutto. Oltre agli orpelli estetici, chiaramente necessari per far spiccare il proprio combattente sugli altri, ogni paladino può contare su loadout personalizzabili e su abilità passive acquistabili nel corso del match. Proprio come avviene in qualsiasi MOBA, durante la partita si guadagnano crediti che possono essere spesi nella safe zone per acquistare potenziamenti passivi, suddivisi in quattro categorie (defense, utility, healing, offense). Ogni ramo, dunque, è incentrato su caratteristiche specifiche che vanno ad influenzare statistiche ed efficacia dell'eroe. Inoltre, ogni singola skill può essere potenziata spendendo un quantitativo di crediti esponenziale più alto rispetto all'acquisto precedente. Ciò, ovviamente, consente di aumentare in modo deciso l'effetto dell'abilità così da renderla molto più efficace e precisa. Un sistema ibrido così congegnato ci è parso ottimo, efficiente e razionale per diverse ragioni. Anzitutto, sopperisce all'impossibilità di cambiare eroe dopo aver operato la scelta all'inizio del match e, cosa ancora più importante, consente a tutti i compagni di squadra di profilare una precisa strategia di gioco per "counterare" con efficacia le mosse degli avversari.
    Un esempio? Molti eroi (soprattutto i tank, qui chiamati "prima linea") si proteggono con fastidiosi scudi e barriere di energia; giocando con intelligenza e spendendo crediti per acquistare abilità dirette a potenziare proprio la percentuale di danno alle barriere è possibile mettere in crisi l'apparente solidità della squadra nemica.
    Le novità riguardanti il sistema di combattimento non si fermano qui: come vi abbiamo anticipato poco fa ogni paladino può contare anche su un "loadout", da selezionare all'inizio di ogni scontro.
    Quest'ultimo non è altro che una build costituita da un mazzo di carte che va a modificare le statistiche e le skill (attive e passive) dell'eroe. Gli effetti previsti sono molteplici (tra i tanti, possiamo segnalare un coefficiente di penetrazione dei proiettili più elevato, la riduzione del cooldown, un aumento della velocità di movimento e così via) e ogni personaggio gode del proprio set di carte di diversa rarità (comune, non comune, epica, leggendaria) interamente personalizzabile.

    Come potete immaginare, non tutte le carte saranno disponibili sin da subito e starà alla nostra buona sorte trovarle nei forzieri - o sbloccarle con la valuta di gioco - che guadagneremo salendo di livello. Queste meccaniche da TGC, seppur ultimamente molto abusate da molti sviluppatori, riesce ad aggiungere un pizzico di tatticismo in più all'esperienza di gioco stimolando (se mai ce ne fosse bisogno) quella parte del cervello che si nutre di collezionismo sfrenato. Paladins, in questo senso, non si tira certo indietro riproponendo intatta, come dicevamo, la dinamica dei forzieri (suddivisi anche questi per rarità e costo) contenenti carte aggiuntive e orpelli estetici, al momento decisamente meno ispirati rispetto alla concorrenza.

    Rush to Victory

    Rispetto agli esordi, Paladins si è arricchito non solo con nuovi eroi, ma anche di ulteriori mappe e modalità di gioco. Attualmente è possibile sfruttare il matchmaking casual e competitivo (per quest'ultimo, come di consueto, si devono prima soddisfare determinati requisiti) per entrare in una delle quattro modalità di gioco: Siege, Payload, Survival e PVE Challenge.
    Le prime due sono attualmente le più giocate e, saltando tra server americani ed europei, non abbiamo riscontrato alcuna difficoltà a trovare una partita, al contrario di quanto avvenuto per Survival. Questa modalità, probabilmente la meno attraente, non si discosta molto dal classico "last man stand" in cui si deve fare i conti con l'assenza del respawn. Siege e Payload, invece, si sono dimostrate estremamente frenetiche e piacevoli nonostante le regole di gioco siano molto simili a quelle già proposte dalla concorrenza. In Siege lo scontro si divide sostanzialmente in due fasi: all'inizio le due squadre devono contendersi un punto neutrale posto al centro dell'arena; una volta acquisitone il controllo, apparirà un carro che la squadra dovrà scortare sino all'altro capo della mappa.

    Payload, infine, non si distanzia dalle tipiche dinamiche di attacco e difesa: in round alternati le due squadre devono scortare il carico sino a destinazione oppure, al contrario, impedire che ciò avvenga.
    Nonostante l'originalità non sia di casa, Paladins riesce comunque a regalarci un'esperienza di gioco intensa, divertente e ricca di azioni esplosive nonché generosa nell'elargire ricompense. Il titolo, dunque, sembra avere ottime potenzialità per far breccia nel cuore degli appassionati anche se in questo momento restano alcuni interrogativi sorti durante le nostre sessioni di gioco.
    Anzitutto Hi-Rez sembra puntare molto sul fronte eSport e ciò stride con alcune dinamiche di gioco un po' troppo "assistite" (imbarazzante, ad esempio, la precisione del cecchino in auto-aim). Inoltre ci sembra che la versione del codice console risenta di problematiche di natura tecnica, da sistemare assolutamente al più presto, che vanno ad influire sull'azione di gioco.

    Paladins Nel corso della nostra prova, Paladins: Champions of the Realm si è dimostrato un titolo solido e divertente, nonostante le premesse iniziali lo presentassero come un copia/incolla di competitor più famosi. Come al solito non dobbiamo fermarci alle apparenze. Il titolo firmato dai ragazzi di Hi-Rez Studios possiede il carattere necessario per farsi strada nell'ormai sempre più affollato mercato degli hero shooter competitivi e far breccia, così, nel cuore degli appassionati grazie ad alcune ottime idee che contribuiscono a donargli un'identità distinta rispetto a quanto già esiste in commercio. Dopo aver testato il titolo in closed beta permangono comunque alcuni interrogativi legati non solo a problematiche di natura tecnica, ma anche alla forte volontà da parte del team di scommettere sul fronte eSport. Allo stato attuale, infatti, alcune meccaniche di gioco ci sono parse un po' troppo "assistite" e poco adatte a favorire una competitività basata sulle reali abilità dei giocatori.

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