Provato Phoenix Wright: Ace Attorney - Spirit of Justice

Abbiamo provato la demo di Phoenix Wright: Ace Attorney - Spirit of Justice, nuovo episodio della serie in uscita il prossimo 8 settembre su 3DS.

Provato Phoenix Wright: Ace Attorney - Spirit of Justice
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  • 3DS
  • Capelli ingellati, piglio spensierato e distintivo orgogliosamente sfoggiato sulla giacca blu d'ordinanza. Non c'è dubbio. È proprio lui. Phoenix Wright, imberbe avvocato con un senso della giustizia estremamente alto per la categoria. Gli strambi casi che l'intraprendente ragazzo è chiamato di volta in volta a risolvere ci accompagnano dall'inizio del millennio (fa un certo effetto detta così) espandendosi su altri media e attraversando, non senza alti, bassi e crossover, ben tre generazioni di console Nintendo. In attesa che Capcom decida di localizzare l'avventura ambientata nel periodo Meji che vede quale protagonista un illustre antenato del giovane, Ryunosuke Naruhodo,alle prese con un sistema giuridico di Common Law, l'Agenzia Wright & Co. è finalmente pronta a tornare in affari. E questa volta la nuova imprevedibile avventura ci porta a Los Angeles, con Apollo Justice e Athena Cykes (personaggi dal carisma poco esaltante), e il misterioso regno di Khura'in in compagnia, invece, del buon Phoenix e della fida assistente Maya. La curiosità, attorno a questo capitolo, è tanta ed è legata principalmente alla qualità della sceneggiatura e delle novità che dovrebbero svecchiare - pur mantenendone l'impianto classico - la struttura di gioco. Sul carisma dei protagonisti, anzi, sulla potenza del dito indice proteso sempre verso la giustizia, non dubitiamo nemmeno per un secondo.

    Un attimo!

    La nostra prova si concentra sul primo caso che saremo chiamati, volenti o nolenti, a risolvere. Il buon Phoenix è giunto, in qualità di semplice visitatore, nel lontano e misterioso regno di Khura'in e subito si trova invischiato in una storiaccia che poco ha di buono. La giovane guida turistica che l'ingellato avvocato aveva contattato per un tour alla scoperta delle meraviglie del paese, viene accusato di furto e omicidio. Non esattamente ciò che si definisce una bazzecola. Eppure, l'integerrimo difensore dei più deboli, non ci sta e giura sul suo prezioso distintivo che avrebbe fatto di tutto per dimostrare l'innocenza del proprio assistito. C'è solo un piccolo problema, anzi, due. Il primo è che per motivi ignoti, che molto probabilmente scopriremo solo nel corso dell'avventura, nel regno di Khura'in odiano gli avvocati in modo viscerale e ciò complica notevolmente gli sforzi del giovane difensore. Come se non bastasse, Phoenix si trova alle prese con un sistema giuridico del tutto particolare che non risponde ai canoni dei sistemi giuridici di Civil Law o di quelli di Common Law. Solitamente, infatti, il curioso iter che caratterizza la macchina giudiziaria dell'esotico paese non consentirebbe la difesa di un imputato. Tutto l'impianto giuridico si basa sulla divinazione di una giovane sacerdotessa che, con i suoi poteri di chiaroveggente, riesce ad entrare in contatto con l'anima del defunto, carpendo pochi brandelli di informazioni attraverso i suoi ultimi istanti di vita, rendendoli visibili alla corte. Non solo. Pare che le sensazioni percepite dalla vittima con tutti e cinque i suoi sensi vengano proiettati sotto forma di parole leggibili. Questo permetterà a Phoenix di scandagliare la visione, trovando le contraddizioni e altri indizi utili, esattamente come si è sempre fatto durante gli interrogatori e i contro esami dei teste. Impresa tutt'altro che semplice, dato che il vaticinio della sacerdotessa (e le immagini provenienti direttamente dall'anima del defunto) sono considerati come verità assolute. L'intraprendente avvocato dovrà quindi dar fondo a tutte le proprie abilità da oratore per riuscire a scardinare granitiche certezze e grevi pregiudizi, dimostrando così l'innocenza del proprio assistito. Le dinamiche di gioco, comunque, non sembrano esser cambiate poi di molto rispetto alla tradizione. Nella demo siamo stati catapultati direttamente nella fase processuale, senza aver avuto la possibilità di vedere e capire se in ciò che accade "prima", ovvero durante la fase puramente investigativa, siano intervenuti dei cambiamenti sostanziali. Troppo poco, insomma, per poterci fare un'idea precisa di quello che Phoenix Wright Ace Attorney Spirit of Justice ci riserverà. In questo senso, sarà estremamente interessante mettere le mani sul prodotto finito per poter saggiare la solidità dell'esperienza di gioco nel suo complesso, senza dimenticare il fondamentale ruolo giocato dalla sceneggiatura, la quale si trova a sostenere ben due setting differenti.

    Oltre all'indiscusso protagonista della serie e a nuovi innesti, infatti, tornano anche vecchie conoscenze come l'imberbe Apollo Justice, a cui non affideremmo nemmeno la lista della spesa, e Athena Cykes. Insomma, siamo curiosi di scoprire se Capcom è riuscita a proporre la medesima varietà di situazioni vista, ad esempio, in Dual Destinies senza inciampare negli errori del passato. Sotto il profilo puramente tecnico, invece, il titolo si presenta estremamente curato, con la rimodellazione poligonale dei personaggi e l'inconfondibile stile anime che caratterizza da sempre la serie. Il filmato di intermezzo (un semplice assaggio), invece, ci ha ricordato la tecnica utilizzata per l'adattamento animato - curato anch'esso da A-1 Pictures - attualmente in onda in Giappone (e comodamente fruibile in streaming con i sottotitoli, se volete passare il tempo in attesa dell'uscita). Ecco, questione localizzazione: dobbiamo segnalare sin d'ora la mancata localizzazione nella nostra lingua, come purtroppo già accaduto in precedenza. Servirà, dunque, una buona conoscenza dell'idioma anglosassone (fortunatamente non invischiato nell'eccessivo tecnicismo giuridico) per poter cogliere appieno le sfumature, le sottigliezze, le terminologie e i giochi di parole utilizzati in un titolo che, per forza di cose, rimane testuale.

    Phoenix Wright: Ace Attorney - Spirit of Justice L'intraprendente Phoenix Wright, in potenza, ha le carte in regola per poter tornare a fare la voce grossa in aula. Nella breve demo messa a disposizione da Capcom siamo stati catapultati direttamente in tribunale, saltando in toto la parte investigativa, per cui non è stato possibile saggiare la tenuta della sceneggiatura (e il taglio dato dal team di sviluppo), ne capire se sono intervenuti altri cambiamenti rispetto alla collaudata formula originale a parte quelli visti durante la risoluzione del primo caso di cui vi abbiamo parlato. Siamo estremamente curiosi di scoprire cosa ci riserverà questa nuova declinazione della serie in termini di storia ed esperienza di gioco. Sotto il profilo tecnico, invece, il titolo si presenta sin d'ora curato e carismatico. Peccato, però, per l'ennesima mancata localizzazione che potrebbe scoraggiare coloro che non masticano troppo bene la lingua d'Albione. Fortunatamente il linguaggio utilizzato non risulta eccessivamente "giuridichese" (che metterebbe in difficoltà anche un operatore del diritto ben più scafato) anche se così si rischia di perdere la maggior parte delle sfumature su cui si fonda un titolo prettamente testuale. Ad ogni modo, l'udienza è fissata per l'otto settembre; non ci resta che darvi appuntamento in tribunale per il verdetto definitivo.

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