Rainbow Six Siege: la prova della modalità cooperativa per 4 giocatori

All'E3 2015 abbiamo provato la modalità TerroHunt, una cooperativa per quattro giocatori che si affianca alla modalità PVP dello sparatutto Ubisoft.

Rainbow Six Siege: la prova della modalità cooperativa per 4 giocatori
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Disponibile per
  • Pc
  • PS4
  • Xbox One
  • Xbox One X
  • PS4 Pro
  • PS5
  • Xbox Series X
  • Del comparto multigiocatore di Rainbow Six: Siege conosciamo ormai molti dettagli, dato che Ubisoft è partita proprio da quello per svelare il ritorno dell'amatissima serie in grado di miscelare strategia e meccaniche da shooter realistico. Tanta attenzione al comparto online ci aveva quasi fatto dubitare che il gioco sarebbe stato dotato di una componente singolo giocatore interessante, ma un appuntamento presso l'E3 2015 ci ha dato modo di scoprire qualche nuovo dettaglio al riguardo. Chiaramente, l'idea alla base del gameplay rimane sempre quella, ma oltre alla classica modalità terroristi contro forze speciali il gioco offrirà anche una diverse modalità alternative: da una parte, c'è una vera e propria campagna singolo giocatore accompagnata da una trama, le cui missioni potranno essere svolte anche in cooperativa, ma, a detta degli sviluppatori, sono state studiate specificamente per la fruizione in solitaria. Torna poi a grande richiesta la modalità Terrorist Hunt, ora abbreviata in TerroHunt, che prevederà il completamento di specifici obbiettivi all'interno di un assortimento di mappe, perfette per cimentarsi insieme ad altri quattro giocatori contro l'intelligenza artificiale nemica.

    Caccia al terrorista

    Al fine di favorire al massimo la rigiocabilità, gli scenari proposti da TerroHunt vengono generati proceduralmente all'inizio di ogni match. In fase di caricamento, il sistema assocerà una location ad un gran numero di variabili, come la posizione dei nemici e delle fortificazioni, la collocazione degli obbiettivi e dei punti d'accesso, e altri ancora. In questo modo, nessuna partita a TerroHunt sarà uguale alla precedente, e, soprattutto, non si perderà quella tesissima fase iniziale di esplorazione che ha caratterizzato ogni frammento di gameplay visto finora. Durante il nostro appuntamento all'E3 2015 abbiamo avuto modo di provare con mano la stessa sequenza mostrata durante la conferenza Ubisoft, naturalmente con tutte le variabili del caso, al punto che persino gli sviluppatori che ci hanno guidato in missione non potevano essere sicuri della posizione degli obbiettivi e dei terroristi. La missione si ambienta all'interno di un consolato francese, e richiede ai giocatori di disattivare due bombe la cui posizione è inizialmente sconosciuta. Per farlo, un membro del team partirà dotato di un apposito dispositivo di disattivazione: per quanto vi sia la possibilità di finire atterrati, e quindi rialzabili dai compagni, in Rainbow Six: Siege la morte è permanente, e dunque in caso il giocatore che porta il prezioso dispositivo venga ucciso qualcun altro dovrà assolutamente raccoglierlo e occuparsi della disattivazione degli ordigni. Come sempre, è possibile scegliere in quale punto della mappa cominciare, e successivamente decidere che approccio prendere tra i molti disponibili. Abbiamo ripetuto la missione più volte, scoprendo come il consolato sia accessibile sia tramite le finestre, utilizzando la classica corda con rampino e delle cariche da infiltrazione, oppure dal tetto, aprendo uno dei lucernari. Gli sviluppatori ci hanno assicurato che esistono ulteriori alternative, confermando la buona varietà strutturale che caratterizza il design dei livelli. Una volta guadagnato l'accesso alla struttura, si conoscerà anche l'ubicazione delle due bombe (indicate a schermo da pratiche icone), e si arriverà ben presto al contatto con gli avversari. Mancando una qualunque forma di minimappa, la comunicazione vocale diventa assolutamente critica, così da avvisare i compagni dell'ubicazione dei nemici nel caso si sia deciso di procedere separati. Considerata la quantità di stanze, corridoi, vie di fuga e differenti piani, tenere ordine in tutto questo non è per nulla facile, e ben presto ci si accorgerà di come la stessa comunicazione andrà affinata in modo da capirsi il più velocemente possibile, anche in casi di forte stress. Durante la nostra prova, una comunicazione non sempre efficace ha infatti portato a diversi problemi, tra cui svariati casi di fuoco amico letale, flashbang tirate nella stanza sbagliata e persino ad una carica da infiltrazione esplosa allegramente in faccia a un compagno che si trovava dalla parte sbagliata della finestra, con conseguente morte istantanea.

    Casi come questo saranno indubbiamente frequenti, e fanno parte dell'esperienza in maniera anche tutto sommato piacevole, generando inaspettati momenti di ilarità. Per quanto ci si trovi a scontrarsi con l'intelligenza artificiale, lo svolgimento dei match è in ogni caso molto simile a quello visto in PVP, con scontri a fuoco brevi e secchi alternati a un avanzamento necessariamente lento e controllato. Gli sviluppatori hanno deciso di farci testare la qualità dell'intelligenza artificiale, impostando da subito la partita a livello difficile, e gli effetti si sono visti subito. Al terzo tentativo fallito, il miglior risultato che abbiamo ottenuto è stata la disattivazione di una bomba su due, dimostrando come la sfida sia davvero di tutto rispetto. Al netto di alcune perplessità, la modalità ci ha convinto, riproponendo lo stesso brivido del PVP con una modalità ad obbiettivi destinata a variare leggermente le carte in tavola. I punti di forza del gameplay risiedono soprattutto nella necessità di costante cooperazione con i compagni, nella grande libertà d'azione concessa e nella totale distruttibilità degli scenari: giocando a Rainbow Six: Siege imparerete che sparare qualche raffica preventiva in direzione di pareti non troppo spesse potrà aiutarvi molto nell'individuazione dei nemici, a patto sempre che siate ben consapevoli della posizione dei vostri compagni.

    Note positive anche per i gadget a disposizione dei giocatore, che in fase di pre partita possono essere selezionati partendo da loadout predefiniti. Dopo aver testato le flashbang e il piccolo robot da riconginzione dotato di telecamera, siamo rimasti colpiti dalla sensazione di realismo comunicata da ogni singolo strumento. Lo stesso vale per la corda con rampino, che, se utilizzata in discesa, permette di sparare da una posizione a testa in giù vista in tanti film e video d'esercitazione delle squadre SWAT. I dubbi al momento sono relativi semplicemente al grande quantitativo di danni che i nemici sono in grado di assorbire prima di finire al tappeto, che stride un po' troppo con il realismo che permea tutta la produzione, al feedback stesso delle armi, a volte troppo leggero, e a certi comportamenti dell'intelligenza artificiale, che, per quanto indubbiamente letale, alle volte sembra avere qualche momento di black out. Più di una volta ci è capitato di vedere gli avversari ignorare completamente un bersaglio ravvicinato e continuare a sparare in altre direzioni, oppure muoversi in maniera non proprio consapevole.

    Rainbow Six Siege Complessivamente, la modalità cooperativa TerroHunt ci sembra un elemento di buon valore all'interno dell'offerta ludica proposta da Rainbow Six: Siege. La generazione casuale di un certo numero di elementi le garantisce un'ottima rigiocabilità, e la difficoltà mediamente alta porta i livelli di impegno richiesto a quelli già riscontrati in PVP. Ancora non conosciamo alcun dettaglio relativo alla modalità trama vera e propria, ma siamo fiduciosi: se gli sviluppatori riusciranno a sfruttare il tempo che ancora ci separa dall'uscita per limare alcuni difetti, e magari a donare un maggior feedback ai colpi a segno nei confronti dei nemici, il grande ritorno di una delle saghe militari più blasonate di sempre potrà dirsi pienamente compiuto.

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