Sea of Thieves: l'epopea piratesca di Rare provata su Xbox One X

Nuovo contatto con Sea of Thieves, questa volta su Xbox One X: prime impressioni su gameplay e comparto tecnico dell'ultima produzione Rare.

Sea of Thieves: l'epopea piratesca di Rare provata su Xbox One X
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  • Pc
  • Xbox One
  • Xbox One X
  • PS5
  • Sea of Thieves sarà probabilmente l'esclusiva Microsoft che avrà il compito di inaugurare il 2018 di Xbox, trasportando i giocatori nel colorato mondo piratesco immaginato da Rare. Si tratta di un titolo promettente, coraggioso e -proprio per questo- dannatamente rischioso, che sembra stuzzicare allo stesso tempo la curiosità e i dubbi di una larga parte della community.
    Nonostante una versione alpha sia ormai disponibile da un po', ad alcuni giocatori non sono ancora del tutto chiare la filosofia e la struttura della produzione. Grazie all'hands-on effettuato durante uno showcase londinese cerchiamo quindi di fare un po' di chiarezza, condividendo le prime impressioni legate all'esperienza di gioco.

    La vita del bucanier!

    Sea of Thieves è un gioco di azione/avventura online (non è attualmente contemplata la possibilità di giocare senza essere connessi a internet), ambientato in un arcipelago caraibico non procedurale. Fatta eccezione per un numero ancora indefinito di npc, la cui presenza sarà limitata agli insediamenti sulla terra ferma, e della fauna più o meno aggressiva presente nel mondo di gioco, tutti i pirati di Sea of Thieves saranno la versione poligonale di un giocatore in carne ed ossa. Questo dettaglio è importante perché non sarà possibile, nella produzione Rare, giocare da soli: anche solo per gestire un vascello, issarne le vele, impostarne la rotta, sarà necessario collaborare con una "crew" di pirati.

    Il gioco, insomma, è basato integralmente sulla cooperazione: chi avrà un gruppo di amici con cui assemblare un quartetto piratesco si troverà ovviamente avvantaggiato, ma sarà anche possibile reclutare o farsi reclutare in appositi spazi "social", luoghi di ritrovo per intrepidi filibustieri che intendono appunto costruire una ciurma.
    Vista la natura corale del gameplay, gli sviluppatori hanno deciso di non vincolare il gioco a una singola linea narrativa portante, optando invece per generico viaggio per mare, nel quale troveranno collocazione avventure e quest da affrontare assieme ai nostri compagni corsari.
    In sostanza, il titolo non offrirà un obiettivo finale chiaramente identificabile, né un sistema di progressione propriamente detto: presenterà piuttosto una progressione composta da tante piccole avventure da affrontare in compagnia.
    Non mancheranno, ovviamente, dei momenti in cui l'azione rischierà di farsi più intensa: di tanto in tanto il sistema potrebbe far comparire nello stesso spazio di oceano che stiamo solcando, o sul molo dell'isola in cui siamo appena attraccati, un'altra nave di pirati, con un'altra ciurma di avventurieri.
    Non è detto che i due gruppi debbano necessariamente entrare in conflitto: potrebbero per esempio allearsi per mettere a ferro e fuoco un insediamento di scheletri redivivi o scandagliare con cura l'intera superficie dell'isola.
    Potrebbero persino intavolare una trattativa per barattare le merci che trasportano, ci conferma il team di sviluppo. Ma visto che i pirati son gente poco raccomandabile, è anche possibile che tutto finisca a cannonate.
    Arrivati a questo punto, dovreste avere ben chiaro che tipo di gioco sarà Sea of Thieves: potreste immaginarlo come una sorta di versione molto leggerà dei tanti survival game che in tempi recenti hanno spopolato su steam.

    Quando Rare si riferisce alla sua produzione come ad un "generatore di storie", pensiamo che si riferisca proprio al fatto che l'interazione umana, ovviamente imprevedibile, potrà generare situazioni ogni volta diverse. Un po' come succede, per esempio, in DayZ o in H1Z1: solo che in questo caso il focus è più spostato verso la cooperazione, e solo di tanto in tanto gli imperscrutabili meccanismi del matchmaking fanno incontrare giocatori potenzialmente ostili.
    Gran parte delle avventure che il giocatore vivrà con la sua ciurma, insomma, potrebbero focalizzarsi esplicitamente sull'esplorazione e il combattimento contro i nemici controllati dalla CPU. Nella nostra sessione di prova, ad esempio, l'obiettivo era quello di dirigersi verso un'isola misteriosa per svuotarla dei suoi tesori. Per individuare l'atollo giusto abbiamo dovuto interpretare una breve indovinello scritto come una filastrocca, guardando da vicino la mappa del mondo per capire a quale isoletta si riferissero le rime.

    Le operazioni di navigazione, successivamente, hanno messo in risalto l'anima co-op della produzione: dopo aver aiutato i compagni ad issare l'ancora, ci siamo diretti al timone, seguendo le istruzioni di un altro pirata che invece tracciava la rotta sulla carta nautica.
    Raggiunta la destinazione, abbiamo infine dovuto esplorare l'isola in lungo e in largo, scavando grazie alla nostra fidata pala nei punti indicati (ovviamente con una X) sulla mappa. La schermata principale, per garantire la massima immersività, è completamente libera: non ci sono indicatori, minimappe, indicatori. Tramite i tasti dorsali è possibile richiamare dei menù circolari per selezionare gli strumenti che vogliamo utilizzare: una bussola per orientarsi, la mappa del tesoro, gli oggetti per scavare. È anche possibile imbracciare un archibugio o una lama, per impallinare o passare a fil di spada gli scheletri che di tanto in tanto riemergono dal terreno.
    I combattimenti ci sono sembrati molto disimpegnati, da gestire senza particolari complessità, ma chissà che fra le tante avventure piratesche non compaia anche qualche boss da uccidere assieme ai propri compagni. Sarebbe a dire il vero un'idea molto interessante, dal momento che i nemici che abbiamo affrontato sono caduti facilmente sotto le nostre "schioppettate", lasciandoci quindi liberi di proseguire le operazioni di scavo.

    Dopo aver recuperato i quattro forzieri nascosti nell'isola, e averli trascinati all'interno della nave, in pratica, la nostra avventura si è conclusa, lasciandoci in fin dei conti soddisfatti solo a metà.
    Mentre le meccaniche cooperative sono interessanti, e lo stile grafico compiace senza riserve, i dubbi riguardano proprio la varietà dell'esperienza di gioco. È vero che l'avanzamento può sempre essere movimentato da incontri inattesi con altri giocatori, ma pensiamo che sulla lunga distanza mappe del tesoro ed enigmi potrebbero non bastare. Soprattutto se il level design delle aree esplorabili sarà poco ispirato come quello che abbiamo visto: rispetto all'isola vista nella demo dell'E3, con cunicoli nascosti, radure rigogliose e grotte che sfociavano sul mare, la nostra avventura si è consumata su territori decisamente meno ricchi di spunti.
    Per il successo della produzione, insomma, sarà veramente necessario che Rare riesca a proporre attività varie e diversificate, per fare in modo di scacciare una potenziale ripetitività di fondo, abbastanza problematica per una produzione del genere (in cui la componente competitiva risulta dichiaratamente marginale).
    Chiudendo brevemente con qualche nota tecnica, Xbox One X è ovviamente in grado di massimizzare l'incanto visivo della produzione, che punta su un'estetica tutta giocata sulle note di colore e su forme stilizzate e spigolose, piuttosto che sulla quantità di dettagli. Un colpo d'occhio che non definiremmo necessariamente "fiabesco", ma che risulta -piuttosto- piacevolmente sfumato, in linea con lo stile che ha sempre caratterizzato le opere di Rare.
    Al di là delle questioni visive, sarà importante seguire da vicino, nei prossimi mesi, l'evoluzione di Sea of Thieves: l'iniezione di nuovi contenuti è l'unica chiave per disinnescare i principali dubbi dei possibili acquirenti, rivelando le vere potenzialità e aspirazioni della produzione.

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