Provato Sebastien Loeb Rally EVO

Milestone è ormai pronta a uscire allo scoperto con la sua nuova simulazione di rally dedicata al nove volte campione del mondo: l'abbiamo provata a Milano, scoprendo come i lavori degli ultimi mesi abbiano portato a ottimi risultati.

Provato Sebastien Loeb Rally EVO
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Disponibile per
  • Pc
  • PS4
  • Xbox One
  • Il nostro ultimo incontro con Sebastien Loeb Rally Evo, risalente alla scorsa Gamescom 2015, si era rivelato piuttosto tiepido. A fronte di una base già allora solida, la nuova simulazione di rally targata Milestone appariva ancora molto grezza sul fronte delle rifiniture, del sistema di controllo e, più in generale, ancora priva di una chiara direzione da seguire. A fronte di queste prime impressioni, avevamo quindi compreso, e appoggiato, l'idea di rimandare la data d'uscita di qualche mese, così da valorizzare quella che già allora ci era apparsa come una base simulativa tutto sommato molto solida, che sprecare sarebbe stato un vero peccato. Qualche giorno fa abbiamo nuovamente raggiunto i ragazzi di Milestone nei loro nuovi uffici milanesi per una approfondita prova diretta del gioco, ormai sostanzialmente completo quanto a contenuti e entrato in fase di polishing. Ad attenderci abbiamo trovato un'esperienza molto più solida e stabile, che nel complesso ci ha sorpreso positivamente.

    Nuova direzione

    Il passaggio di mano della prestigiosa licenza WRC da Milestone ai ragazzi di Kylotonn Games (che hanno esordito senza troppi clamori nell'ambito delle simulazioni di guida) poteva apparire come un passo indietro per gli sviluppatori nostrani, ma una prima occhiata all'offerta ludica di Sebastien Loeb Rally EVO è sufficiente per smentire quest'impressione. Anzi, la sensazione è semmai che la maggiore libertà abbia permesso al team di proporre una simulazione di guida molto più completa, che non solo si avvicina anche ai modelli di auto storici, ma abbraccia anche due nuove categorie di gara, naturalmente prendendo ispirazione dalla carriera del nove volte campione del mondo. Fanno infatti la loro comparsa, oltre ai rally classici della stagione, anche le specialità Rally Cross e Hillclimb, quest'ultima rappresentata dall'iconica gara in salita di Pikes Peak (che magari qualcuno ricorderà di aver corso su Gran Turismo 2 a bordo della mitica Suzuki Escudo da un migliaio di cavalli). A questo si affianca la Sebastien Loeb Rally Experience, una modalità creata per ricalcare le gesta del pilota, partendo dagli esordi e arrivando sino alle sue esperienze di guida successive al ritiro dalle competizioni ufficiali, il tutto accompagnato da un documentario esclusivo, realizzato "in casa" da Milestone, dove Sebastien racconta in prima persona i retroscena della sua lunga carriera. A proposito di quest'ultima, si è anche deciso di abbandonare la classica struttura della modalità Carriera del gioco, rinunciando alla ormai consueta progressione da pilota secondario a campione, in favore di una serie di eventi accomunati da un filo conduttore, in maniera simile a quanto proposto da racing game come Forza Motorsport e Project Cars.

    Nel complesso, l'offerta messa sul piatto da Sebastien Loeb Rally EVO ci ha fatto una buona impressione: i rally ufficiali sono otto, e sebbene il numero non rispecchi quello della competizione ufficiale si trovano alcuni spunti interessanti, come la presenza di San Marino, a cui vanno aggiunti il Rally Cross e Pikes Peak, presente in diverse varianti. Se a questo si aggiungono circa sessanta auto tra contemporanee e storiche, il pacchetto appare non solo sufficientemente ricco, ma anche ben più variegato rispetto a quello proposto fino ad oggi dalla serie ufficiale WRC, confermando come il passaggio di mano della licenza sia stato sfruttato per proporre qualcosa di inedito nel contesto.

    Prova diretta

    Bastano pochi minuti per rendersi conto di come Sebastien Loeb Rally EVO si presenti caratterizzato da una deriva simulativa ben più netta e decisa rispetto a quella ben nota dei quattro capitoli di WRC curati dalla stessa Milestone. Rispetto a questi ultimi, quella che scopriamo qui è un'esperienza di guida riscritta da zero, e a colpirci è da subito quanto i controlli tramite il volante appaiano sin da subito come la scelta più indicata: per quanto il pad sia supportato, i diversi modelli Thrustmaster messi a disposizione per la prova si sono rivelati di gran lunga il modo migliore per vivere l'esperienza rallystica, confermando come il modello di guida sia orientato verso la simulazione. Quest'ultimo parte da un buon lavoro di differenziazione delle diverse superfici, che prende immediatamente le distanze da quanto visto in WRC: ghiaia, asfalto, fango, neve e ghiaccio restituiscono impressioni molto differenti, e richiedono un immediato adattamento dello stile di guida. Lo stesso dicasi per i differenti mezzi, con il passaggio dalle auto contemporanee a quelle storiche che si fa sentire in maniera molto netta. Abbiamo avuto modo di provare liberamente diverse tappe da tutti i rally disponibili (nell'ordine Monte Carlo, Svezia, Messico, Sanremo, Finlandia, Australia, Alsazia, Galles, per circa 300 km totali) e un gran numero di superfici, apprezzando non solo le differenze ma anche il buon lavoro di ricostruzione. Quest'ultimo è stato affrontato utilizzando speciali macchine dotate di GPS e telecamere a 360 gradi (pensate a delle Google Car, ma molto più precise quanto a rilevazioni in termini di altitudine e morfologia) con risultati ottimi, tanto da sfiorare una riproduzione 1:1, perlomeno in certi punti. Ognuno degli otto rally presenterà altrettante tappe speciali al suo interno, e ci sembra assicurata sin d'ora un'ottima varietà di contesti e situazioni, accompagnata da un modello dei danni che non perdonerà: guidare senza la giusta precisione porterà a dover investire sempre più tempo nelle riparazioni tra una tappa e l'altra, o a dover addirittura rinunciare a certi interventi, con conseguenze dirette sulle competizioni successive. Dalla foratura di uno pneumatico, ai danni alla trasmissione e allo sterzo, goni impatto avrà severe conseguenze. Tutto questo nell'ambito di un modello di guida che si fa padroneggiare con piacere, e, nonostante una discreta scalabilità garantita dagli aiuti di guida disattivabili a scelta, mantiene comunque un'impostazione rigorosa, che sconsiglieremmo a piloti alle prime armi.

    Completare con successo una tappa è una questione di abilità ma anche di concentrazione, riflessi e nervi, soprattutto quando si tratta di rispondere adeguatamente ad un imprevisto. Quanto alle modalità alternative, le nostre prove col Rally Cross hanno rivelato un'esperienza molto tesa e strategicamente interessante: la riproduzione della disciplina è rigorosa, con il Joker Lap (ossia il giro "più lungo" da affrontare obbligatoriamente una volta prima del traguardo) a rappresentare una mossa delicata in una partita di scacchi che non rinuncia a qualche bella sportellata di contorno, proprio come nella realtà. Da valutare resta, naturalmente, la validità dell'IA avversaria, che per il momento ci è comunque apparsa molto aggressiva. La gara di Pikes Peak è invece una totale follia, sia per la potenza esorbitante dei mezzi (oltre 600 cavalli da domare), sia per i continui cambiamenti nella pendenza e nella larghezza del tracciato. Nel complesso, l'esperienza del rally ci è sembrata molto ben riprodotta, e non è un segreto che lo stesso Sebastien Loeb abbia partecipato attivamente all'ottimizzazione del gioco, soprattutto nelle fasi finali. Durante una recente visita negli studi di Milano, il campione mondiale ha provato approfonditamente il gioco, dando agli sviluppatori una serie di consigli sul comportamento di certe vetture e in generale sulla simulazione della fisica, un feedback che sicuramente giocherà un ruolo fondamentale nel prodotto finito.
    Quanto al comparto tecnico, risulta immediatamente come uno dei punti deboli della produzione.

    Del resto, fino a quando Milestone non provvederà ad aggiornare il suo engine in via definitiva, conosciamo già grosso modo la qualità del rendering, che ormai sta iniziando a faticare a reggere il confronto con la concorrenza. Per quanto si sia cercato di fare il miglior lavoro possibile con la modellazione poligonale (le macchine paiono quantomeno piuttosto dettagliate) il comparto texture ed effettistica, unito a una draw distance tutt'altro che ampia e a un filtraggio non eccezionale, finiscono per restituire visuali datate. Le prospettive interne dei veicoli, per quanto ben differenziate quanto a cruscotti e arricchite da piccoli dettagli, non soddisfano quanto a effetti d'illuminazione e qualità delle mappe di superficie. Meglio invece per quanto riguarda l'ottimizzazione, con il frame rate che ci è apparso perlopiù solido, e nota di merito per il comparto audio, con le campionature dedicate ai propulsori e agli impatti davvero molto convincenti.

    Sebastien Loeb Rally Evo Sebastien Loeb Rally EVO è un'esperienza rallystica molto lontana dai quattro capitoli della WRC secondo Milestone. Liberi dalla licenza, i ragazzi di Milano hanno puntato tutto sulla definizione di un modello di simulazione della fisica molto più rigoroso, e hanno celebrato la disciplina corsistica aggiungendo un buon numero di modalità alternative, con Rally Cross e Hillclimb che garantiranno certamente maggiore varietà al prodotto finito. Come sempre c'è da chiudere con decisione un occhio nei confronti del comparto tecnico, che purtroppo risulta datato sotto quasi tutti i punti di vista, ma la fisica convince fino in fondo, e il modello di guida, votato alla simulazione senza troppi compromessi, richiede davvero molto impegno per essere padroneggiato, incoraggiando all'utilizzo di una periferica consona. Rassicurati da quest'ultima prova, non possiamo che consigliarvi di tenerlo d'occhio: non solo Sebastien Loeb Rally EVO rappresenta un grande omaggio ad un'icona del rally, ma potrebbe rivelarsi una simulazione impegnativa, divertente e soprattutto molto completa.

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