Super Mario Odyssey Provato: Mamma Mia (che goduria)!

Toccati con mano tre nuovi mondi del nuovo gioco di Mario: quantità, qualità e sorprese a non finire, in un'Odissea che già profuma di leggenda...

Super Mario Odyssey Provato: Mamma Mia (che goduria)!
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  • Switch
  • Al di là della gioiosa freschezza, del colori squillanti e della spensierata iniezione di allegria, quello che più mi è rimasto nel cuore dopo circa due ore splendidamente trascorse in compagnia di Super Mario Odyssey è la strepitosa sensazione di varietà. Quella, oltre ad un'inesauribile voglia di continuare a giocare ancora e ancora, s'intende. C'è poco da fare: Joy-Con alla mano mi sono in effetti tornate alla memoria le parole del Director Kenta Motokura, che qualche mese fa aveva dichiarato di aver costruito l'intero progetto attorno all'elemento di sorpresa tipico di Super Mario: un elemento se vogliamo assolutamente canonico per la serie, declinato però a questo giro partendo da una serie di prototipi diversissimi e inizialmente scollegati tra loro. Piccoli esperimenti ludici volti a divertire e suscitare meraviglia, creati lasciando liberi di procedere a briglie sciolte i talentuosi designer della Grande N, per poi riunire solo in un secondo momento il tutto all'interno di un'unica grande cornice sandbox.
    Un approccio assai poco convenzionale e quasi filosoficamente ai limiti del punk, che, per quel che ho avuto modo di vedere e di toccare in prima persona, si è ad ogni modo concretizzato in un risultato che ha davvero del clamoroso. Super Mario Odyssey dimostra infatti di avere un respiro, un passo ed un ritmo stupefacenti, con una varietà e una densità di gameplay ai limiti dello spiazzante. Certo, alcuni specifici passaggi - vedasi ad esempio quando mi sono ritrovato a cercare una Luna in una piccola stanzetta, affidandomi solo e soltanto all'effetto Rumble HD dei controller di Nintendo Switch, oppure quando, nei panni di un Koopa Troopa, ho dovuto distruggere a colpi di padellate interi blocchi di rocce fatte di formaggio per recuperare cinque collezionabili nascosti - ricordano un po' l'estemporanea eterogeneità dei piccoli pianetoidi di Super Mario Galaxy, anche se il senso di libertà, l'enfasi sull'esplorazione a 360° e la scala massiccia delle ambientazioni sono in tutto e per tutto quelle dell'indimenticabile Super Mario 64. L'impressione è allora quella di un mix inebriante tra due filosofie diverse, con una commistione che finisce però con l'avere un gusto tutto suo: familiare per certi versi (basti pensare a ciò che riguarda il controllo del baffuto protagonista, con una naturalezza ormai talmente istintiva da non necessitare nemmeno di spiegazioni), ma anche quantomai dirompente (se non addirittura rivoluzionario) per certi altri.

    Vulcani verdazzurri, cibi spigolosi sparsi ovunque, magma rosellino e rocce di formaggio: benvenuti nel Luncheon Kingdom, l'universo dei golosi!

    Come si evince a partire dal rapido prologo ambientato nel Cap Kingdom, uno spettrale mondo in bianco e nero che in qualche modo rimanda, almeno per tonalità ed estetica, a certi scorci di Nightmare Before Christmas, il fattore in grado di stravolgere radicalmente le carte in tavola di Super Mario Odyssey risponde al nome di Cappy, vale a dire il misterioso e inedito cappello animato attorno al quale ruota un po' tutto il gioco, a cominciare dal logo.

    Il ritorno del motion control?

    Su preciso ordine della sede giapponese di Nintendo, il mio hands-on si è svolto solo e soltanto utilizzando due Joy-Con rigorosamente separati, ovvero impiegando quella che secondo gli sviluppatori è idealmente la configurazione standard per giocare a Super Mario Odyssey (nonché una delle quattro possibili, se si contano anche il Controller Pro, la modalità portatile o l'apposito Grip "cane"). Quello che EAD voleva con tutta probabilità mettere in evidenza era infatti il rinnovato - e per certi versi inatteso - supporto al motion control: un'opzione tutt'altro che scontata, che risulta particolarmente comoda e naturale impugnando un Joy-Con per mano. Basta in effetti dare un leggero colpo con il polso per lanciare Cappy con una traiettoria circolare in stile boomerang (mossa peraltro eseguibile anche con la pressione del tasto Y), ma c'è di più: muovendo entrambi i polsi in contemporanea è possibile influenzare il percorso del nostro fidato aiutante-cappellino, con risultati diversi fra loro. Dando un colpetto in avanti, Cappy procederà in linea retta, mentre con un colpetto a destra o a sinistra Cappy eseguirà una rotazione molto più ampia in senso orario o antiorario (perfetta per attaccare più nemici insieme, oppure per proteggere meglio Mario da assalti su più fronti). Insomma, il motion control sembrerebbe essere ben più di una semplice alternativa inserita giusto per strizzare l'occhio ai casual gamer.

    Appena qualche momento per riprendere la mano con i comandi - l'immediatezza come anticipato è proprio quella di sempre, con l'inerzia, la reattività e la precisione negli input che dal 1996 in poi hanno reso la mascotte Nintendo un autentico paradigma del platforming a tre dimensioni - ed ecco subito emergere le nuove possibilità offerte proprio dallo stesso Cappy, con il berretto che può essere usato per attaccare, per raccogliere monete e più in generale per interagire a distanza con moltissimi elementi dello scenario. Un fattore che dà una spazialità tutta nuova al buon vecchio Mario, andando a rendere ancora più versatile e appagante un insieme di mosse già di per sé estremamente completo.
    È ad ogni modo nel momento in cui ci si serve per la prima volta di Cappy per impossessarsi di un'altra creatura - un'inconsapevole ranocchia, per la precisione - che Super Mario Odyssey si apre davvero, esplodendo in tutto il suo incontenibile furore creativo. Lanciando il copricapo magico sarà infatti possibile prendere il controllo di una vastissima serie di esseri viventi (e non), andando così ad acquisire abilità specifiche che senza esagerare stravolgeranno il vostro modo di giocare, consentendovi di guardare ai livelli da una prospettiva tutta nuova. Facendovi ad esempio compiere balzi fuori dall'ordinario, nei panni della rana di cui sopra. O permettendovi di respirare sott'acqua senza più preoccuparvi della tirannia dell'ossigeno, nel caso assumiate le sembianze di un pesce. O ancora, dandovi modo di vedere il mondo dall'alto con impersonando un cannocchiale panoramico (!?!) simile a quelli che si trovano nelle località turistiche in corrispondenza di panorami degni di nota. Il limite, credetemi, sembra essere quasi soltanto la fantasia, ed è letteralmente strabiliante assistere all'inaudita mole di trovate al limite dell'assurdo che i designer Nintendo sono stati in grado di inventarsi. Dopotutto si parla di un Super Mario al 100% costruito attorno al fattore sorpresa, ricordate quanto si diceva in apertura?

    In ciascun regno troverete 100 monete a tema (pomodori nel Luncheon Kingdom, conchiglie nel Seaside), da spendere per acquistare contenuti specifici di quel mondo. Un incentivo ulteriore per dedicarsi alla raccolta dei collezionabili.

    L'aspetto entusiasmante delle trasformazioni è comunque il modo in cui Cappy si dimostra in grado di ribaltare le convenzioni, smontando e rimontando i dogmi canonici di una saga con trent'anni di tradizione, per prendere in contropiede e spingere a pensare fuori dagli schemi. Come quella volta in cui, per farmi notare da una timida Goomba con trucco e fiocco rosa che se ne stava sulle sue in un angolino sopraelevato, ho dovuto prendere il controllo di un Goomba non troppo distante, saltare sopra altri tre miei simili e costruire una pila fatta di funghetti malvagi che mi consentisse di arrivare giusto giusto all'altezza dello sguardo della dolce signorina (ricevendo l'immancabile Luna come ricompensa per lo sforzo). Ma non finisce certo qui, perché i poteri mutaforma di Cappy servono anche se non soprattutto per raggiungere zone dei livelli altrimenti inaccessibili, fungendo da prodigioso meccanismo di movimento "alternativo".
    Menzione doverosa, in questo senso, per Mario-palla di fuoco, un irresistibile globo fiammeggiante - con tanto di baffoni e cappello! - che permette per la prima volta in assoluto di nuotare senza paura nell'invitante lava fucsia del Luncheon Kingdom, sfruttando pure la salsa incandescente contenuta all'interno di alcuni pomodori impazziti (!!!) per spostamenti a terra calcolati al millimetro.
    Questione di stile

    Durante il corso dell'avventura, Mario avrà modo di cambiarsi frequentemente d'abito, abbandonando per la prima volta l'iconico completo rosso e blu in favore di soluzioni molto più estrose. Sarà infatti possibile intervenire sia sui vestiti che sul copricapo da indossare, acquistando presso uno dei tanti negozi Crazy Cap sparsi per i livelli travestimenti in stile eschimese, messicano, esploratore, cuoco, carpentiere, giocatore di football americano, gangster e molto altro ancora (spesso e volentieri con rimandi più o meno oscuri ad altri videogiochi della Grande N).
    Cambiamenti che coinvolgeranno inevitabilmente anche gli amiibo, con vestiti speciali sbloccabili solo e soltanto attraverso le ambite action figure Nintendo. Importante sottolineare come, ad ogni modo, le modifiche al protagonista - effettuabili per la cronaca in qualsiasi momento dall'interno dell'astronave Odyssey - non avranno alcuna implicazione di gameplay, limitandosi di fatto a semplici personalizzazioni estetiche. Ma, come si suol dire, anche l'occhio vuole la sua parte, no?

    Questa è tuttavia solo una delle adorabili follie del Luncheon Kingdom, il regno a tema cibo che mi è stato concesso di esplorare come seconda tappa di viaggio. Una cornice che, con i suoi spunti brillanti, i suoi personaggi bizzarri (uomini-forchetta ossessionati da un vulcano usato come fornello per un colossale stufato custodito da un uccellaccio strabico!) e l'alternanza godereccia fra aree aperte e anfratti chiusi, confesso mi è rimasta nel cuore. Perché particolarmente originale, ispirata, appagante da visitare e da guardare, alla luce di una squillante anima cartoon fatta di colori brillanti ed enormi ortaggi modellati in stile low-poly ammucchiati alla rinfusa. Intendiamoci, non che il Seaside Kingdom, meta finale della mia gioiosa prova su strada nonché grande rivelazione dell'ultimo Nintendo Direct, mi abbia in qualche misura deluso, anzi: solo si tratta se vogliamo di un'ambientazione meno di rottura, sviluppata attorno al classico concetto del paradiso tropicale, con un level design almeno superficialmente un filo più leggibile e simmetrico. Resta ad ogni modo il fascino di un mondo per metà sommerso, con grotte subacquee ricche di tesori ma soprattutto popolate dalla diretta evoluzione datata 2017 della mostruosa anguillona di Super Mario 64 (un vero e proprio incubo che ancora tormenta le menti di tantissimi, ve la ricordate?).
    Alla fine, tra una partita a beach volley contro una lumachina di mare dall'aria altezzosamente snob, un elaborato passaggio bidimensionale con grafica 8-bit giocato sul fondo del mare e un intenso testa a testa con un boss di cui sarei disposto a comprare un peluche prima di subito (un meraviglioso polipone bluastro con boccoli e temperamento fumantino, golosissimo di acqua frizzante...), il tempo a mia disposizione si è purtroppo volatilizzato senza che nemmeno me ne rendessi conto. Lasciandomi estasiato e profondamente soddisfatto - onestamente in misura ancora maggiore rispetto a quanto visto allo scorso E3, che pure mi aveva convinto eccome - ma anche un pochino abbacchiato, solo e soltanto in virtù di una data di lancio non esattamente prossima (l'appuntamento, ricordiamolo, è fissato per il prossimo 27 ottobre). So che sembra ingeneroso dirlo visto il privilegio che mi è stato concesso, ma cinque settimane di astinenza forzata saranno complicate da gestire, dopo aver assaggiato una simile delizia.

    Super Mario Odyssey Super Mario Odyssey si preannuncia essere un'avventura letteralmente mozzafiato, un episodio in grado di segnare una direzione tutta nuova all'interno di una saga gloriosa. Recuperando certo elementi già apprezzati in passato - dalla fasi old school prese di peso dall'epoca NES, spalmate però su superfici 3D come in The Legend of Zelda: A Link Between Worlds, al piacere per l'esplorazione libera tipico di Super Mario 64 - ma rimescolandoli con un gusto per la citazione ed un'ispirazione assolutamente fuori dal comune. Senza contare poi la massiccia dose di novità travolgenti legate all'impiego di Cappy, il berretto animato che fa da fulcro a un viaggio che già appare memorabile. Preparatevi insomma a venire sommersi da un trionfo di piccoli e grandi esperimenti sandbox, con un carico sbalorditivo di sorprese a non finire sbattute in faccia ad un ritmo galvanizzante. La meraviglia vi aspetta nascosta dietro ad ogni angolo, in una moltitudine di stili e di situazioni da far girare la testa. Come direbbe lo stesso Mario, "Mamma mia!".

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