Super Mario Odyssey Provato: una nuova avventura per l'idraulico Nintendo

Abbiamo provato due livelli di Super Mario Odyssey, il nuovo gioco di Mario per Switch in arrivo il 27 ottobre.

Super Mario Odyssey
Anteprima: Nintendo Switch
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Disponibile per
  • Switch
  • Super Mario Odyssey ti prende così, quasi a tradimento, conquistandoti nello spazio infinitesimale di un singolo salto. Metti le mani sul pad e sei già rapito, avvinto dalla promessa di una mole inesauribile di colori, ispirazioni, di panorami e situazioni. Ci aveva pensato già il trailer mostrato durante il digital event di Nintendo, a darci l'idea di un prodotto spericolato, pronto a valorizzare la trovata estrosa e alla costante ricerca del guizzo di originalità.
    E ce l'ha confermato poi la prova diretta, effettuata sui due stage che si erano intravisti nel video: da una parte un'ambientazione urbana, chiacchieratissima fin dall'annuncio e completamente inedita per un platform di questo stampo, e dall'altra un deserto dai colori saturi, trafitto da cristalli iridescenti, tra le cui dune sorge una piccola cittadina abitata da allegri scheletri intenti a festeggiare i dias de los muertos.
    Tra cartoline metropolitane e fascinazioni mesoamericane, Super Mario Odyssey dimostra insomma una freschezza che ha pochi paragoni per il genere di appartenenza.

    A stupire è anche la diversità delle esperienze di gioco che si vivono nei due scenari. Sebbene entrambi gli stage siano costruiti come dei piccoli mondi autonomi e indipendenti, a New Donk City ci sentiamo più liberi di esplorare, andare in giro rimbalzando sul tettuccio dei taxy, e addirittura inforcando una scattante Vespa che ci permette di spostarci liberamente per la città. In questi frangenti si percepisce in maniera chiara e decisa la "rilassatezza" dell'esplorazione tipica di Super Mario 64, distesa ma curiosa, e ci si muove alla ricerca di NPC, tesori e missioni secondarie sparse per la mappa di gioco. Alle volte raggiungendo le vertiginose altezze dei grattacieli, da cui è possibile adocchiare tutta la città.
    Tra le sabbie arancioni del deserto, invece, siamo chiamati ad affrontare sequenze platform nettamente più complesse ed elaborate, che mettono alla prova riflessi e tempismo. In questi casi il level design machiavellico ricorda, per struttura e compattezza, quello dell'ultimo Super Mario World. E proprio in questo scenario ci sono anche inattese sequenze bidimensionali: Mario viene "schiacciato" sulle pareti di un edificio, neppure fossimo dentro "A Link Between Worlds", e riscopre persino una silhouette dallo stile 8-bit.

    In entrambi i livelli l'obiettivo è sempre lo stesso: cercare di raggiungere i vari punti di interesse della mappa, raccogliendo nel frattempo le classiche monete, i dobloni colorati (con cui acquistare nuovi capi d'abbigliamento per personalizzare il baffuto protagonista), e le lune che, alla stregua delle stelle dell'episodio a 64 bit, serviranno per sbloccare progressivamente i vari stage che comporranno l'avventura. La parola d'ordine resta in ogni caso "varietà", dal momento che anche l'utilizzo di Cappy, il cappello animato che seguirà Mario in questa sua odissea, spariglia le carte in tavola. Con un lancio preciso è possibile non solo sbarazzarsi dei nemici, ma anche prendere possesso di oggetti, mezzi, avversari. Così da ritrovarsi a vagare per aria nei panni di un Pallottolo Bill, o di un Goomba pronto a saltare sulla groppa di un compagno. Gli esiti di questa trovata sono stati abbondantemente esplorati proprio dall'ultimo trailer, che ha mostrato una serie di situazioni davvero fuori dagli schemi, se si pensa a quello che è il canone classico di Super Mario.
    L'obiettivo di Odyssey, insomma, sembra essere duplice: da un lato c'è la volontà di stupire costantemente il giocatore, mutando forma senza mai fermarsi; dall'altro il desiderio di assemblare un'esperienza quasi enciclopedica, che riesca insomma a far confluire in un unico prodotto tutti i canoni del platform che la saga di Mario ha esplorato negli anni. Dentro Odyssey c'è lo sperimentalismo di Sunshine, il dinamismo di Galaxy, un tocco di tradizione retrò unito al level design meccanico e quasi "artigianale" degli ultimi capitoli portatili.
    Un altro elemento che lascia estasiati è l'incredibile fluidità a cui il gioco si muove su Switch. Abbiamo alcune riserve per quel che riguarda la risoluzione, che ci è sembrata tutt'altro che elevata, e che sull'ampia diagonale della TV produce una scena più sporca di quanto ci aspettavamo; ma Odyssey schizza ancorato a 60 frame al secondo, e la differenza si sente tutta. La sensazione di controllo è integrale, la gestione della telecamera diventa naturalissima, e la simbiosi fra avatar e giocatore è totale. In barba a chi dice che i 60fps contano solo per racing game e sparatutto.

    Di Super Mario Odyssey, in ogni caso, c'è ancora tanto da scoprire. Fra trailer e video gameplay abbiamo adocchiato boss battle finalmente elaborate e stimolanti (anche queste molto simili a quelle del capitolo per Nintendo 64), altre ambientazioni di grande impatto, ed un numero soverchiante di nemici, mosse speciali, salti arditi: una gamma di soluzioni impossibile da esplorare nel ridotto spazio concesso alla prima, entusiasmante prova con mano di questa grande esclusiva Switch. Di fronte alla quale, per altro, è davvero difficile non sbilanciarsi: Super Mario Odyssey ha le carte in regola per trasformarsi in una pietra miliare del genere, ed in quella Killer App natalizia che può spingere in maniera prepotente le vendite della console.

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