The Inpatient per PS VR: provato il nuovo gioco degli autori di Until Dawn

The Inpatient è il nuovo gioco di Supermassive Games per PlayStation VR: lo abbiamo provato all'E3 di Los Angeles.

The Inpatient per PS VR: provato il nuovo gioco degli autori di Until Dawn
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  • PS4
  • Dopo la calorosa accoglienza che il pubblico ha riservato ad Until Dawn, molti si aspettavano che Supermassive Games si mettesse di buona lena al lavoro su un seguito: magari con un piglio "antologico" -e quindi con nuovi protagonisti ed un setting inedito- ma sostenuto dalla stessa struttura ludica e narrativa dell'avventura horror uscita due anni fa.
    Sony ha invece preferito impiegare il team di Guildford per rimpolpare l'offerta esclusiva di titoli per PlayStation VR. E così, dopo Rush of Blood, lo studio si appresta a lanciare due nuove proposte per la realtà virtuale: Bravo Team e The Inpatient, entrambe presentate in forma giocabile all'E3 losangelino.

    Proprio in The Inpatient ritroveremo tematiche e atmosfere di Until Dawn, dal momento che si tratta proprio di uno spin-off della produzione principale, ambientato nello stesso universo narrativo. L'operazione è molto diversa rispetto a quella di Rush of Blood, che dal titolo originale recuperava solo le suggestioni orrorifiche, risultando poi un on-rail shooter piuttosto fantasioso in quanto a situazioni. La storia di The Inpatient, invece, sarà collocata nella continuity di Until Dawn, e potrebbe anzi rivelarsi a tutti gli effetti un prequel delle vicende avvenute nella tenuta degli Washington.
    Il gioco sarà ambientato nel Sanatorio di Blackwood, una delle location più inquietanti tra quelle esplorate nell'avventura principale. Ci troveremo a metà degli anni '50, nel periodo in cui la struttura avrà già assunto la funzione di ricovero per pazienti dalle condizioni mentali non proprio stabili. In Until Dawn i primi indizi sulla presenza degli Wendigo e le testimonianze relative agli episodi di cannibalismo risalgono proprio al 1952, quando nel Sanatorio finirono alcuni minatori feriti dopo un terribile incidente. In verità la storia di The Inpatient sembra inseguire tematiche un po' più nebulose e oscure, presentandosi come un disturbante thriller psicologico. La demo dell'E3 metteva il giocatore nei panni di un paziente, sottoposto alle inquietanti attenzioni del direttore Jefferson Bragg.

    La scena inaugurale basta a sottolineare l'ottimo lavoro svolto sul fronte tecnico: grazie anche alle dimensioni contenuti degli ambienti di gioco il team ha potuto lavorare in maniera davvero eccellente sul dettaglio grafico, per costruire una scena molto avvolgente, con un'atmosfera tesa e densa. L'esperienza accumulata nel motion capture durante lo sviluppo di Until Dawn ha dato i suoi frutti: i personaggi si muovono in maniera convincente, si avvicinano al giocatore fin quasi a metterlo a disagio, mostrando un'ottima espressività, e superando di diverse lunghezze i risultati ottenuti dalle (ottime) scene non interattive di The London Heist (l'esperienza contenuta in PSRV Worlds).
    Braggs, in ogni caso, ci spiega che ci troviamo nel Sanatorio perché, a seguito di un misterioso incidente, abbiamo perso la memoria: lo staff della fatiscente clinica ci aiuterà a ricostruirla. Da qui la narrazione inizia a prendere una piega abbastanza stravagante. Ci troviamo infatti alle prese con sequenze oniriche in cui siamo braccati da esseri senza volto, ed altre in cui navighiamo per i fantasmatici corridoi del Sanatorio, accompagnati da strane creature umanoidi: forse il presagio di una sconfortante malattia mentale, oppure il prodotto cerebrale delle droghe con cui continuiamo ad essere sedati.
    L'alternanza di sequenze allucinate e angoscianti interrogatori riesce a calare l'utente in un contesto opprimente, anche grazie ad una sceneggiatura che gioca sulla duplicità dei personaggi: proprio come il misterioso psichiatra che scandiva la narrazione di Until Dawn, Braggs è un personaggio nebuloso, le cui parole non sono mai completamente rassicuranti.
    A livello ludico, The Inpatient si presenta come un'avventura (scarsamente) interattiva, una storia i cui esiti sono pilotati dalle scelte del giocatore. Rispondendo alle domande di Braggs e della sua schiera di medici possiamo esplorare varie ramificazioni del racconto. Nella demo attuale, per scegliere le risposte si premono i tasti frontali del pad, ma il team di sviluppo sta pensando di implementare anche dei comandi vocali, per massimizzare l'immersività.

    In certi momenti saremo chiamati a spostarci nelle stanze o tra i labirintici corridoi della struttura, ma la progressione resta sempre molto lineare, e gli ambienti per nulla interattivi. The Inpatient sembra insomma un prodotto quasi interamente focalizzato sulla narrazione. A giudicare da quello che abbiamo visto, qualche elemento legato alla risoluzione di enigmi ambientali potrebbe non stonare in questo contesto, e anzi aiuterebbe molto a vivacizzare la progressione nel corso delle quattro/cinque di gioco promesse.
    Complessivamente The Inpatient si presenta comunque come un progetto interessante, esperimento narrativo pensato per allargare i confini dell'immaginario di Until Dawn, lavorando in maniera intelligente sulle caratteristiche specifiche e sul linguaggio della realtà virtuale. Oltre ad una sceneggiatura d'impatto e ad un colpo d'occhio avvolgente ci sarà bisogno di una buona varietà di situazioni. L'uscita è prevista entro l'anno, assieme all'altra produzione di Supermassive (quel Bravo Team che invece sacrifica l'atmosfera per l'azione). Continuate a seguirci per scoprire quali segreti si nascondono nel Sanatorio di Blackwood.

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