The Long Dark: provato il survival glaciale in Early Access

Un survival glaciale in Early Access su Steam

The Long Dark: provato il survival glaciale in Early Access
Articolo a cura di
Disponibile per
  • Pc
  • PS4
  • Xbox One
  • Survival e sandbox sono due delle parole più ricorrenti che si trovano nelle descrizioni dei titoli in vetta alle classifiche di Steam, almeno al pari di roguelike e procedural generated. E' stato forse Rust a dare il via ad una generazione di prodotti nei quali l’imperativo è sopravvivere, esplorando l’ambiente, rovistando alla ricerca di cibo e risorse, combattendo fino alla morte inesorabile. The Forest ha poi preso il timone di questa nuova moda, mentre svariati altri titoli tutt'ora sgomitano per cercare di emergere dalla massa.
    C’è poi un’altra caratteristica che accomuna questo genere nascente e ancora una volta è legata alla piattaforma di distribuzione di Valve: sono tutti prodotti venduti con la formula Early Access.
    Vista la struttura di base, infatti, è più semplice per gli sviluppatori iniziare a monetizzare da subito, appena l’infrastruttura di gioco è completa, per poi aggiungere feature, nuovi elementi ed eventualmente uno story mode che faccia da spina dorsale al gameplay.
    L’ultima proposta sul genere è quella di The Long Dark, titolo sviluppato dal team canadese Hinterland che è approdato su Steam dopo una campagna di raccolta fondi su Kickstarter di discreto successo.

    Freddo e fame

    The Long Dark è un survival game puro, che fa di tutto per mettere il giocatore in una condizione estrema, e rimane a guardare mentre il freddo lo tormenta, la fame lo attanaglia e le possibilità di superare l’ennesima notte nera come il petrolio si riducono fino a spegnersi, come l’ultimo fiammifero rimasto.
    La trama del gioco è in parte oscura, in quanto la modalità storia non è ancora disponibile all’interno dell’alpha presente su Steam, ma il poco che si conosce ha a che fare con un disastro aereo sui cieli di una landa ghiacciata, caratterizzata da una distesa di alberi simili a pini, montagne imbiancate e una natura assolutamente ostile.
    L’ambientazione assomiglia lontanamente a quella di Firewatch, titolo in sviluppo presso Campo Santo che ha fatto furore all’ultimo PAX grazie ad un trailer molto riuscito, il tutto coperto però da una fitta coltre di neve e ghiaccio.
    Una volta scelto il sesso del protagonista ci si ritroverà all’imboccatura di una caverna, ipoteticamente qualche tempo dopo l’incidente.
    Da quel momento si sarà soli e l’obiettivo costante sarà quello di vedere l’alba del giorno successivo, senza cedere e lottando fino all’ultimo con un ambiente tutt’altro che ospitale.
    Il primo fattore da tenere sempre presente è il freddo: i vestiti pesanti che si indossano si consumeranno progressivamente, quindi sarà necessario cercarne di nuovi, esplorando l’ambiente e trovando costruzioni per lo più abbandonate, oppure denudando altri i corpi di chi non ce l’ha fatta, che spuntano da cumuli di neve.
    Il secondo aspetto fondamentale è la fame: non è semplice cacciare a mani nude e la natura di un posto così glaciale non offre i suoi frutti ad un essere umano che tenta di sopravvivere.

    Sarà quindi necessario inserirsi nella catena alimentare naturale, recuperando attrezzi di fortuna o armi per riuscire a catturare la selvaggina. Con un colpo di fortuna si potrà mettere in fuga un lupo che ha appena abbattuto un cervo, ma ogni volta si dovrà valutare se il rischio vale lo sforzo.
    Ogni azione farà infatti perdere calorie, la vera unità di misura della propria sopravvivenza, e non basterà trovare qualcosa da mangiare per saziarsi: le lattine di cibo andranno aperte con un apriscatole o rotte con mezzi di fortuna, rischiando di perdere parte del contenuto, e la carne andrà cotta, per evitare eventuali intossicazioni alimentari. Sarà quindi importantissimo gestire il proprio inventario in maniera oculata, cercando di razionare le scorte e prevedendo ciò che potrà accadere, diventando sempre più bravi a leggere l’ambiente, spesso pronto di scagliare contro il giocatore una nuova minaccia.

    Gelo

    Tecnicamente The Long Dark si presenta in maniera quasi minimale, con una rappresentazione delle lande ghiacciate molto "sintetica". La costruzione poligonale è volutamente limitata e lascia ampio spazio all’uso di effetti che hanno il pregio di far immedesimare ancor di più il giocatore in una situazione al limite.
    Il vento gelido è quasi una costante e svegliarsi una mattina ed uscire dal sacco a pelo scoprendo una giornata di sole farà tirare un profondo sospiro di sollievo. Molto meno riuscita la resa di elementi quali il fuoco, tanto quando si accende un falò quanto nell’uso di un semplice fiammifero, utile per esplorare una baita abbandonata a notte fonda, mentre si cerca un luogo riparato dove dormire.

    Il buio è reso invece in maniera magistrale, non tanto grazie ad un effetto specifico o ad una tecnica di rendering particolarmente raffinata: le zone oscure sono integralmente nere, e camminare di notte tra gli alberi è terrorizzante, in quanto non si vede davvero nulla ad un paio di metri dal proprio naso. Inutile dire che i predatori della foresta hanno occhi ben più abituati all’oscurità rispetto a quelli di un essere umano, quindi il pericolo è sempre dietro l’angolo.
    Una resa grafica così minimale ben si sposa con l’atmosfera generale di The Long Dark ma risulta stranamente abbastanza pesante da gestire, con le risoluzioni più alte e il classico setting Ultra dedicato alle sole schede grafiche delle ultime generazioni; dettaglio che risulta peculiare, visto che The Long Dark non è sicuramente tra i titoli più appariscenti tra quelli disponibili attualmente su Steam.

    The Long Dark La versione sandbox di The Long Dark convince e permette di assaggiare la sua proposta survival, totalmente intransigente e che pretende molto dal giocatore. Ogni scelta va ponderata attentamente e la mancanza di una mappa in gioco (che molto probabilmente verrà aggiunta, ma che comunque sarà ben poco dettagliata e pienamente in linea con il resto della produzione), obbliga ad ambientarsi, tenendo a mente i rari punti di riferimento e studiando il tempo atmosferico. Anche i predatori vanno tenuti a debita distanza, almeno finché non si pensa di essere equipaggiati per uno scontro frontale. Ma l'elemento più convincente del titolo è la sua capacitò di trasmettere la consapevolezza che ogni notte può essere l’ultima, a causa del gelo, della fame, di altri sopravvissuti senza scrupoli. Un primo passo decisamente convincente, quindi, per un titolo indie che sembra scontrarsi a viso aperto con Firewatch. Se la modalità sandbox funziona a dovere, il terreno del faccia a faccia sembra quindi essere la parte narrativa, per ora del tutto assente e che nel prodotto di Campo Santo sembra invece predominante. Nell’attesa che Firewatch mostri quindi le sue carte, The Long Dark parte di slancio, grazie ad un gameplay che tutti gli amanti dei survival “non horror” dovrebbero provare.

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