Provato The Settlers - Kingdoms of Anteria

La regina del fantasy e del videogame a tema storico Ubisoft, ci trasporta in una nuova avventura digitale che miscela gusti e g

Provato The Settlers - Kingdoms of Anteria
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  • Pc
  • Su PC, in un piccolo anfratto della rete tra indie game e produzioni crowfunded, c’è ancora un genere che si ritaglia un modesto spazio tra il pubblico di fedelissimi e appassionati. Stiamo parlando del videogame gestionale, un filone molto in voga negli anni novanta e primi duemila (grazie anche alle incredibili produzioni Bullfrog e Maxis), che ha però ceduto terreno a causa dell’inevitabile progresso tecnico/grafico del medium.
    In un universo videoludico dominato da titoli action e d’avventura, Ubisoft, regina del fantasy e del videogame a tema storico, ci trasporta in una nuova avventura digitale che miscela gusti e generi all’insegna del gioco manageriale. Mettendo da parte tradizione e stilemi, The Settlers: Kingdoms of Anteria porta il manageriale ad nuovo livello grazie ad una parziale fusione con elementi del gioco di ruolo e dello strategico in tempo reale.
    Abbiamo messo le mani sulla closed beta in corso, saggiando i primi due capitoli del gioco.

    DI NUOVO COLONIZZATORI

    The Settlers è uno dei franchise storici di Ubisoft, probabilmente uno dei più vecchi in assoluto insieme a Prince of Persia e Rayman. Nonostante il cambio di trend e gusto da parte del pubblico giocante, il marchio non è mai stato abbandonato definitivamente e ha anzi visto molteplici nuove incarnazioni, tra cui la più recente titolata The Settlers Online per browser internet.
    Con la nuova edizione di The Settlers, Ubisoft decide di spostare l’attenzione dal setting storico a un generico fantasy di stampo medievale, senza colossali draghi sputafuoco e potenti arcimaghi, bensì con solo un pizzico di magia, come quella che da sempre contraddistingue le fiabe popolari della tradizione. L’intento è quello di dare nuovo lustro ad un franchise che, come tanti famosi gestionali e strategici per PC, inizia a sentire il peso degli anni sulle spalle: a ciò si aggiunge la necessità di incontrare le esigenze di un pubblico giovane, nuovo e più che mai attento ai dettagli. I giocatori amanti dei manageriali chiedono a gran voce un prodotto fresco e innovativo, così Ubisoft accoglie la richiesta.
    Lo scopo del gioco è molto semplice: in qualità di coloni, siamo chiamati a fondare un prospero regno partendo con una manciata di risorse in una gigantesca landa inesplorata. All’avvio del gioco ci troviamo con un semplice castello (a dire il vero sembra più una torre) sulla cima di un monte, ai cui piedi si estendono foreste e praterie. Tra le numerose falesie si inerpicano sentieri lastricati che uniscono le varie aree edificabili alla fortezza, centro nevralgico del neo-regno. L’obiettivo è quello di dare nuova linfa vitale alla colonia, costruendo edifici, prelevando risorse e ottimizzando i processi di raffinazione delle materie prime così da arrivare il più rapidamente possibile al prodotto lavorato. Il gioco si concentra maggiormente sugli aspetti gestionali, piuttosto che su quelli bellici: una Modalità Avventura interviene tuttavia per aggiungere un pizzico di dinamismo e azione, miscelando elementi dello strategico in tempo reale e del gioco di ruolo (che ormai pare una prerogativa del fantasy videoludico). Quello che ne risulta è un curioso mash-up dalle molteplici potenzialità, che in qualità di titolo Online Only si colloca a metà strada tra un gestionale classico e uno di quelli tanto in voga oggi tra browser e mobile games.

    LA CATENA DI PRODUZIONE

    A gioco avviato un dettagliato tutorial ci aiuta a muovere i primi passi in game, suggerendoci quali edifici costruire da principio e come gestire il terreno a nostra disposizione. Lo scenario è suddiviso in lotti, ognuno dei quali richiede una sorta di pagamento così da divenire terreno edificabile. Le residenze generano nuovi nuclei famigliari creando forza lavoro e truppe per l’esercito; la capanna del taglialegna permette di raccogliere legname per stiparlo nei magazzini e quindi passare alla realizzazione del prodotto lavorato. La colonizzazione prosegue seguendo le indicazioni dell’immancabile tech tree, senza però lasciare molto spazio di manovra e obbligando il giocatore a proseguire per quell’unica strada scritta e disegnata dai developer di Blue Byte.

    "Il processo che trasforma le risorse in prodotto finito si chiama Chain ed è il fulcro e l’essenza di Kingdoms of Anteria."

    In qualità di gestionale fortemente incentrato sugli aspetti economici, la raccolta delle materie prime e la lavorazione delle stesse è alla base del gameplay. Il processo che trasforma le risorse in prodotto finito si chiama Chain ed è il fulcro e l’essenza di Kingdoms of Anteria. Per realizzare questa catena di produzione è sufficiente erigere gli edifici che la compongono, quindi unirli tra loro così da avviare la produzione vera e propria. La realizzazione di tavole di legno richiede per esempio un Bosco, un Capanno del Taglialegna e una Segheria; una volta in possesso di questi tre edifici li interconnettiamo con pochi e semplici click del mouse così che i lavoratori e l’IA facciano il resto. Ma non è finita qui. Per ottenere dei bonus aggiuntivi occorre edificare la filiera in modo tale da garantire la massima resa nel minor tempo possibile; ciò significa che costruire gli edifici in prossimità della strada principale ridurrà le tempistiche relative al trasporto, mentre avere tutte le costruzioni l’una accanto all’altra annullerà i tempi morti ed eviterà fastidiosi colli di bottiglia nel processo. Non è tuttavia facile come sembra, soprattutto se dipendiamo da una miniera, un bosco o un qualsiasi altro punto di estrazione inamovibile. Riuscire nell’intento significa guadagnare un punto perfezione (perfect chain), quindi una popolazione più felice, bonus, punti esperienza e sinergie varie. Qualora avessimo invece bisogno di risorse ma non possiamo ottimizzare la catena, potremo sempre ricorrere a dei palliativi, come il caffè, che riduce del 25% il tempo di raccolta/lavoro per un breve lasso di tempo. Per tenere monitorata l’intera produzione c’è il comodo pannello Economia, al quale si aggiunge quello del Magazzino.
    Lo scopo ultimo di The Settlers è quello di espandersi il più possibile, economicamente e geograficamente, creando un regno ricco e prospero.

    EROI IN MISSIONE SPECIALE

    In aggiunta alla modalità gestionale, il nuovo titolo Made in Ubisoft propone ai giocatori una serie di missioni da affrontare in solitaria o con un gruppo di giocatori online. Si tratta di un vero e proprio RPG caratterizzato da una visuale a volo d’uccello e da un personaggio giocante customizzabile in vari aspetti. In realtà la personalizzazione è ridotta i minimi termini: per esempio non sì può editare l’aspetto esteriore o il nome dell’eroe; quel che possiamo fare è invece modificare l’equipaggiamento e scegliere le abilità speciali da portare sul campo di battaglia.

    "Curioso Mix tra gestionale, strategico in tempo reale e gioco di ruolo, il nuovo The Settlers: Kingdoms of Anteria cerca di dare nuova linfa ad un genere che ha visto tempi migliori."

    Ci sono svariati paladini tra cui scegliere, come il Cavaliere e l’Arciere, ognuno dotato di caratteristiche uniche e abilità specifiche.
    Come prima cosa occorre costruire un apposito edificio che funga da base operativa per l’eroe; in seguito ci si sposta sulla world map così da selezionare una missione tra quelle disponibili (alcune sono accessibili mediante tech tree). L’azione si sposta - dopo un breve caricamento - dalla mappa gestionale a quella tattica, quest’ultima caratterizzata da una visuale ravvicinata molto gradevole e ricca di dettagli. Il sistema di combattimento è molto semplice e prevede l’utilizzo del mouse per il movimento e l’attacco e una serie di pulsanti della tastiera per l’uso pozioni, oggetti o poteri ad attivazione. È inoltre possibile usare i tasti direzionali per muovere la telecamera sul campo di battaglia. Il battle system è semplice e intuitivo, divertente, anche se palesemente inserito in qualità di “variazione sul tema” piuttosto che come modalità di gioco indipendente (le missioni del primo capitolo non si sono dimostrate granché varie).
    Completare una quest significa ottenere un premio in punti da spendere sull’albero delle tecnologie, ma anche racimolare equipaggiamento per il nostro eroe, materie prime speciali (che non si possono recuperare altrimenti), monete d’oro e altro ancora, un’ottima occasione per poter rimpinguare il forziere reale e i magazzini del regno.

    UN REGNO BAROCCO

    Il nuovo Settlers si racconta al fortunato pubblico partecipante alla beta attraverso un impianto grafico completamente rinnovato, tridimensionale, sebbene caratterizzato dalla solita visuale a volo d’uccello (eredità di un’isometria impossibile da abbandonare). Gli scenari sono splendidamente raccontati non solo grazie al gran lavoro di modellazione, ma anche per via di una grande attenzione per i più piccoli dettagli. Il design degli edifici e dei personaggi ci ricordano un altro recente lavoro di Ubisoft, il free-to-play The Mighty Quest for Epic Loot, per via del tratto caricaturale e fumettoso che lo contraddistingue. La palette è accesa e caratterizzata da vividi contrasti cromatici, forti ma mai fastidiosi.
    Pur consapevoli che si tratta di un prodotto ancora in fase beta, non possiamo esimerci dal menzionare alcune fastidiose problematiche che affliggono l’attuale build, in particolare dei difetti di design che impediscono di superare alcune tra le primissime quest proposte dal gioco, nonché le prime fasi di tutorial. Per esempio, siamo rimasti bloccati per un’ora buona con una quest che ci chiedeva di selezionare alcune impostazioni tramite un menù a finestra, senza però specificare come accedervi e quale procedura fosse opportuno e meglio seguire. A questo si aggiunge un tutorial prolisso ed eccessivo, che vincola il giocatore e lo costringe a procedere seguendo le istruzioni a schermo; un tech tree estremamente lineare non migliora certo le cose, limitando la fantasia e la creatività del player. Infine scorgiamo un engine grafico davvero pesante, con caricamenti molto lenti anche su sistemi molto performanti (noi abbiamo testato su un PC desktop con Intel i7 3770K @4.2GHz OC e unità SSD, attendendo anche due o tre minuti per la chiusura del software). Passando dal settaggio “High” a “Ultra” il framerate passa da 60 fps circa a 30, specialmente a causa di un massiccio uso di filtri capaci di caricare anche le schede grafiche più performanti (NVIDIA GeForce GTX 680). La speranza è quella di poter vedere un buon processo di ottimizzazione dell’engine già con il passaggio alla fase open della beta, magari passando attraverso una profondo e ben studiata fase di debug.

    The Settlers - Kingdoms of Anteria Curioso Mix tra gestionale, strategico in tempo reale e gioco di ruolo, il nuovo The Settlers: Kingdoms of Anteria cerca di dare nuova linfa ad un genere che ha visto tempi migliori. In realtà il filone non ha assolutamente perso di attrattiva - come dimostrano innumerevoli esempi degli ultimi anni tra browser e mobile games - ma piuttosto ha mutato (piatta)forma. Proporre un titolo di questo genere su PC (con base multiplayer per giunta) senza però adeguarsi all’attuale standard del free-to-play, rischia di trasformarsi in un vero e proprio suicidio. Il Chain System è intelligente e diverte molto; la modalità RPG si rivela un ottimo diversivo in grado di spezzare la monotonia del gioco manageriale puro; il discreto impianto ludico è tuttavia sporcato da una disarmante linearità del tech tree, che obbliga il giocatore a percorrere una sola e ben precisa strada per giungere al traguardo. Ma il più grande interrogativo circa il nuovo titolo di Blue Byte Studios riguarda l’online, dato che la beta in corso pare dimostrare che l’interazione tra player sia davvero ridotta ai minimi termini, pressoché assente in modalità gestionale e piuttosto semplice quando si parla della parte RPG. Riserviamo ulteriori e più completi giudizi per la prossima fase di beta testing.

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