Tomb Raider The Dagger of Xian: il fan remake di TR2 basato sull'Unreal Engine 4

Tomb Raider The Dagger of Xian è un fan remake di Tomb Raider II sviluppato con l'Unreal Engine 4: abbiamo provato la demo.

Tomb Raider The Dagger of Xian: il fan remake di TR2 basato sull'Unreal Engine 4
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  • Il personaggio di Lara Croft è un mostro sacro del mondo dei videogiochi, conosciuto, come pochi altri, anche da chi non ha mai impugnato un joypad in vita sua. Parte del merito è dovuto ai dimenticabilissimi adattamenti cinematografici con Angelina Jolie - ci duole ammetterlo - ma fortunatamente il germe del successo si sviluppò in casa di Core Design, che nella seconda metà degli anni ‘90 coniugò la spacconeria di Indiana Jones con una struttura da action adventure in tre dimensioni.
    Il personaggio di Lara Croft condivideva con la sua "controparte maschile" una serie di dettagli, dalla passione per l'archeologia, ad una particolare propensione per finire nei guai, ma aveva una cosa che il professore col borsalino non annoverava tra i suoi talenti: delle curve mozzafiato.
    Proprio per il suo fondoschiena scolpito e i suoi seni puntuti, la bella Lara conquistò drappelli di maschiacci pronti ad immaginarla in contesti lievemente imbarazzanti, e in cui la speleologia assumeva tutt'altro significato.
    Non spingiamoci oltre, perché avrete sicuramente capito la situazione: l'archeologa britannica è stata (e lo è tuttora) un sex symbol dal fascino poderoso e dal fare provocante, acuito da un abbigliamento che lasciava ben poco all'immaginazione.
    I primi tre giochi della serie (rilasciati nel ‘96,'97 e ‘98) sono forse i capitoli più venerati in assoluto, quelli che lanciarono il mito di Lara Croft gettandola in una serie di situazioni tra sogno e realtà. Anche se la tecnologia dell'epoca non permetteva la creazione di luoghi immensi e dettagliati, gli sviluppatori riuscirono a traghettare l'archeologa fino ai quattro angoli del mondo, interpretando al meglio alcune tematiche proposte nei cinema dai film di Spielberg (Indiana Jones, Jurassic Park) e in letteratura dagli scritti di Jules Verne.

    Col tempo Lara crebbe, Core Design passò il testimone a Crystal Dynamics che si cimentò nello sviluppo di una serie più recente (Legend, Anniversary, Underworld) piuttosto fedele all'impostazione originale. Nel 2013 il franchise, che ormai era passato nelle mani di Square Enix, andò incontro ad una sorte inevitabile: i tempi erano cambiati e la "vecchia" Lara Croft era un personaggio di un'altra epoca, non più adatto a calamitare le attenzioni del pubblico. Così venne pubblicato Tomb Raider, senza numero né sottotitoli, a rappresentare la rinascita di una saga che aveva bisogno di rinnovarsi.
    Dei vecchi capitoli era rimasto ben poco: il gioco aveva una componente di enigmi molto risicata ed un focus maggiore sugli scontri a fuoco, la stessa Lara, inoltre, era una ragazza spaventata ed inesperta, nulla a che vedere con la supereroina ammiccante delle origini. Com'era pronosticabile il reboot diede vita ad una serie di voci, tra chi era felice della nuova impostazione e chi, invece, riteneva che l'alchimia originale fosse di gran lunga superiore. In questo mormorio quasi assordante, alcuni appassionati decisero di mettersi all'opera e disseppellire dalle polveri del tempo Tomb Raider II. In questo modo i più nostalgici avrebbero potuto rivivere, in una versione più al passo con i tempi, le emozioni che avevano segnato la loro infanzia, mentre i più giovani avrebbero avuto l'opportunità di assaporare l'essenza della "vera" Lara Croft. Il remake del secondo capitolo costruito con l'Unreal Engine 4 si chiama The Dagger of Xian ed ha già avuto il benestare di Crystal Dynamics (purché il prodotto finale venga distribuito gratuitamente).

    Dalla Cina col pugnale

    Cominciamo subito con un dettaglio essenziale: The Dagger of Xian non è un remake fedele. Gli sviluppatori si sono presi molte libertà, hanno aggiunto zone, oggetti e modificato i controlli e le abilità di Lara. Tutto ciò non è necessariamente un male, poiché il gioco del 1997 (e ve lo diciamo dopo una recente "riesumazione") soffre moltissimo i vent'anni sul groppone. Tomb Raider II è semplicemente un titolo d'altri tempi, con sezioni platform tediose per colpa di un sistema di controllo obsoleto e una telecamera ingestibile.

    Il fan remake prende l'anima e il plot dell'originale, inserendoli in un'ambientazione più sgargiante e ricca di dettagli. Lara è molto simile alla versione presente nella seconda serie: porta sempre la classica coda di cavallo, la canotta blu, i pantaloncini cortissimi e un paio di fondine stette intorno alle sue cosce. Il sistema di controllo, infine, è stato totalmente rivisto e migliorato. Sono stati tagliati i salti direzionali (con tanto di animazioni fantastiche, per l'epoca) in favore di un movimento più fluido a trecentosessanta gradi. La capriola può essere usata anche per schivare, ci si può abbassare ed è possibile sferrare calci. Insomma, tutta un'altra cosa.
    Magari qualcuno potrebbe rimanere deluso, eppure dopo aver terminato la demo noi abbiamo una certezza: ne vogliamo di più. Basta dare un'occhiata alla zona iniziale, quella caverna spoglia nella versione di vent'anni fa, che ora è diventata una grotta intricata, ricoperta da vegetazione e ricca di salti e sequenze platform più elaborate (ma meno impegnative). Oppure spingere lo sguardo oltre i confini dell'orizzonte, ammirando lo sconfinato panorama rigoglioso che circonda l'imponente muraglia cinese. Grazie all'Unreal Engine 4 i luoghi esotici di Tomb Raider II risplendono e si appropriano di nuova linfa vitale, rinascendo in forma differente ma decisamente più affascinante. Tanta è l'abilità dei ragazzi dietro questo fan remake, che a tratti la beltà visiva ha quasi raggiunto quella dei più recenti titoli di Crystal Dynamics, ed è tutto dire. Grazie ai benefici della modernità, inoltre, The Dagger of Xian riesce ad inscenare sequenze scriptate più spettacolari, e persino enigmi inediti, aggiunti di sana pianta oppure modificati profondamente rispetto al passato. Oltre a medikit e flare distribuiti in quantità più generosa, negli ambienti possono anche essere reperite delle note che ci raccontano storie non presenti nel titolo di Core Design.

    Se dovessimo fare un appunto a questa sorprendente opera di ricostruzione e di ammodernamento, lo faremmo alle sezioni di arrampicata, un po' troppo lunghe e non eccessivamente avvincenti. Inoltre l'apprezzabile scelta di non segnalare la strada da percorrere con della vernice bianca porta con sé dei problemi di leggibilità: non sempre sarà chiaro, infatti, quali zone saranno percorribili e quali no (anche se un occhio attento potrà scorgere degli indizi): dovremo presto abituarci, quindi, ad una sinfonia di urla di dolore e alla vista del corpo esanime di Lara.

    Tomb Raider The Dagger of Xian The Dagger of Xian è il frutto dell’incontro tra la passione e la perizia, tra una vecchia gloria dei tempi andati e la modernità. È un assaggio di un vero e proprio tributo ad un’opera che ha scritto l’infanzia di molti e ha plasmato il leggendario personaggio di Lara Croft. Un tributo che si prende molte libertà, ricostruendo e aggiungendo elementi completamente nuovi, senza sacrificare la gloriosa miscela di puzzle, platform e combattimenti presente in Tomb Raider II. Ma alla fine si tratta di una scelta comprensibile: onorare il vecchio gioco del ‘97 riproponendo pedissequamente ogni suo elemento non sarebbe stata una mossa così saggia, visto che il tempo non è stato molto generoso con il titolo originale. Tanto meglio, invece, provare ad immaginare quei luoghi antichi com’erano stati concepiti dagli sviluppatori, donargli un aspetto inebriante grazie ai muscoli dell’Unreal Engine 4 e - perché no? - inserire anche qualche tocco personale.
Non vediamo l’ora di poter agguantare una versione definitiva di The Dagger of Xian, anche se sospettiamo ci vorrà ancora un po’ di tempo (la demo si interrompe quasi alla fine del primo livello). Nell'augurare buona fortuna agli sviluppatori gli facciamo solo una piccola richiesta: dateci di nuovo la possibilità di rinchiudere quell'inquietante maggiordomo nella cella frigorifera di villa Croft. Ci basta solo quello per esser felici.

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