WRC 7: provato il nuovo racing game con licenza World Rally Championship

Il team Kylotonn presenta a Parigi WRC 7, nuovo capitolo della saga con licenza ufficiale del World Rally Championship

WRC 7: provato il nuovo racing game con licenza World Rally Championship
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Disponibile per
  • Pc
  • PS4
  • Xbox One
  • Quella della World Rally Championship è una licenza importante, che negli ultimi anni non è mai stata sfruttata a dovere. Dal 2015, del resto, i diritti sono in mano al team francese Kylotonn, il quale, sotto la supervisione del publisher BigBen, ha realizzato gli ultimi due capitoli della serie WRC, offrendo però agli appassionati del genere prodotti non completamente all'altezza delle aspettative, manchevoli com'erano sia di un corretto equilibrio tra simulazione e spirito più "arcade", sia di un'offerta contenutistica del tutto soddisfacente. Forte dell'esperienza accumulata, però, lo studio tenta di alzare di volta in volta l'asticella dell'ambizione, proponendo un corsistico più rifinito ed elaborato in ogni sua parte, nonché finalmente degno del nome che porta. È con la consapevolezza di avere in pugno un prodotto molto superiore al suo predecessore che Alain Jarniou (game director del brand) ci ha accolti calorosamente durante l'evento parigino organizzato da BigBen Interactive per presentare la sua nuova line-up autunnale.
    Dopo averci permesso di provare per qualche minuto una versione ancora in fase pre-beta, Jarniou non ha dunque perso tempo nell'illustrarci tutte le caratteristiche di cui questo nuovo WRC 7 farà il pieno a fine settembre, ossia nel periodo in cui sfreccerà a tutta velocità sui circuiti di PC, Xbox One e PlayStation 4.

    Potenza ed aggressività

    L'edizione del 2017 scenderà in pista con un consistente carico di novità, che si accompagna ai rinnovamenti apportati al regolamento tecnico ufficiale del campionato WRC: per una serie che insegue i traguardi del realismo, alcuni cambiamenti influenzano inevitabilmente anche il gameplay stesso.

    Senza impelagarci in dettagli eccessivamente tecnici (che includono, tra l'altro, l'ampliamento della flangia del turbo da 33 a 36 mm e la diminuzione di 25 kg sul peso minimo consentito delle auto), basti sapere che i bolidi saranno dotati di una potenza molto superiore e di un maggior spazio all'aerodinamica, che si ripercuote considerevolmente in termini di performance sui tracciati. Ne consegue un feeling al volante che Alain Jarniou definisce più "potente ed aggressivo", del tutto in linea con le controparti reali: nei pochi minuti in cui abbiamo stretto il pad tra le mani, la sensazione è stata quella di un modello di guida sicuramente più veloce e scattante. Di certo è ancora prestissimo per trarre qualsiasi tipo di conclusione, e persino di avanzare qualche confronto con il driving system del precedente episodio. Quest'anno, d'altronde, le auto saranno 260, da mettere alla prova su ben 50 circuiti: occorrerà quindi testare i diversi tipi di aderenza delle vetture alle variabili condizioni climatiche, e le differenti reazioni della fisica sulla conformazione delle piste. Il game director ci assicura che i tracciati saranno resi più complessi e "verosimili": in confronto alla passata edizione, dunque, le strade verranno digitalizzate in modo più realistico e meno piatto, tentando di riprodurre persino i difetti tipici delle superfici del terreno, come crepe, dossi e ruvidezza, alle quali dovrà ovviamente adattarsi anche lo stile di guida del pilota. In tal senso, oltre ad un grado di personalizzazione più evoluto, grande importanza rivestirà anche un sistema di danni maggiormente invasivo, che inficerà in modo significativo la stabilità e la resa del veicolo su strada. A modificare le prestazioni delle quattroruote ci penserà altresì una gestione della fisica interamente riscritta, elaborata appositamente per adattarsi alla nuova maneggevolezza delle automobili: sul fronte del comportamento dei mezzi su strada, la rifinitura di una simile feature implica un'inedita leggerezza della carrozzeria, che riscrive in parte il gameplay della produzione, ora più incline ad una velocità e ad un dinamismo mai visti prima nella serie WRC.

    Su quanto questa rivisitazione della tenuta su pista impatta sul sistema di controllo resta tutto da verificare: quel che è certo è che questo episodio spinge sul pedale simulativo più di quanto avessero fatto i vecchi capitoli, mirando a divenire uno delle rappresentazioni più concrete e fedeli del World Rally Championship mai apparse sul mercato. Per farlo, il team ha ben pensato di strutturare una modalità Carriera più approfondita e finalmente dotata di tutti i crismi: uno dei punti più deboli delle passate incarnazioni riguardava infatti proprio la progressione del nostro pilota virtuale, invero piuttosto basilare e schematica.
    Ora l'insieme, stando a quanto rivelatoci da Jarniou, dovrebbe garantire una varietà ed una ricchezza ben più ricercata: partendo sempre dalla Junior WRC allo scopo di raggiungere i vertici della categoria, saremo chiamati a completare i cosiddetti "systemic events", ossia obiettivi primari e secondari che ci verranno forniti dalla nostra squadra, dalle mail della community, dai tweet della stampa o da un altro pilota. Sarà quindi l'interazione con la rete massmediale a tirare le fila della nostra carriera, offrendoci punteggi e prestigio sempre più elevati a seconda del completamento di simili incarichi, che spaziano dalla richiesta di qualificarsi al primo posto in una gara all'obbligo di non danneggiare la vettura durante le corse, per un totale di circa venti ore di gioco. Anche in questo caso, sarà necessaria una lunga prova sul campo per constatare la diversificazione e la frequenza delle attività collaterali, nonché il loro peso sull'avanzamento, forse meno lineare ed inquadrato in confronto a quello degli scorsi episodi della serie. L'ultimo upgrade di WRC 7 è tutto concentrato sul versante tecnico: al pari della fisica delle vetture, anche il sistema di illuminazione è stato, in apparenza, ricostruito dal nulla: allo stesso modo, gli elementi dello sfondo hanno subito a loro volta sostanziose variazioni, contornando i tracciati con una vegetazione più rigogliosa e viva. Sebbene la build testata fosse ancora in una fase piuttosto grezza, i passi in avanti ci sono parsi sufficientemente palesi, a partire dalla rifrazione della luce sull'intelaiatura delle macchine per arrivare ai modelli poligonali dei bolidi stessi, lievemente più dettagliati in rapporto ai trascorsi del franchise.

    Da rivedere la qualità generale degli oggetti a bordo pista e la raffigurazione visiva dei danni sulla carrozzeria, nonché la pulizia del colpo d'occhio, ancora un po' spoglia e polverosa.
    Di tempo ne rimane ancora in quantità industriale per poter limare al meglio ogni singolo aspetto del comparto tecnico, con la speranza che l'opera rifletta anche sul fronte visivo lo stesso realismo cui ambisce per quanto concerne il gameplay.
    L'intento del team di sviluppo, infine, è di mantenere assolutamente stabili e granitici i 30 fps su console, e di "sbloccare" il frame rate del corsistico su PlayStation 4 PRO, promettendo una fluidità più elevata pur senza agguantare il traguardo dei sessanta fotogrammi al secondo. In sostanza, in virtù di una serie cospicua di miglioramenti ed aggiornamenti al modello di guida, alla manovrabilità dei veicoli, alla carriera più stratificata e variegata, WRC 7 sembra - almeno su carta - aver imparato dagli errori commessi nelle prime edizioni: Kylotonn ambisce quindi a sviluppare il simulatore definitivo del World Rally Championship, ripresentandosi ai nastri di partenza con un capitolo più solido e maturo, pienamente conscio delle esigenze di una fanbase sempre più difficile da appagare. Soltanto tra qualche mese, tuttavia, potremo scoprire se la licenza ufficiale del mondiale Rally sia stata utilizzata, questa volta, con tutta l'accuratezza e la passione che meriterebbe.

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