Tie-in multievento. Film interattivi. Incubi ricorrenti nelle suggestionabili menti dei videogiocatori, tormentate da centinaia di prodotti d'infima caratura. EA tenta però di calmierare il riposo tormentato dei players assoldando un affabulatore piuttosto inusuale: James Bond. La speranza è che almeno la favola di 007 EoN sia a lieto fine...
Struttura & Tecnica
007 EoN è un coacervo ben amalgamato di esperienze ludiche diverse. Le trenta missioni che costituiscono l'intelaiatura della modalità principale si succedono senza interdizioni di sorta, lasciando tralucere una maglia narrativa sicuramente esagerata, verosimilmente inverosimile, tangente i confini dello spy-action movie, tuttavia conforme all'impossibile universo jamesbondiano. E non potrebbe definirsi altrimenti, considerando che si passa da sanguinose sparatorie a pirotecnici inseguimenti su due/quattro ruote (o su cingoli, col godurioso tank, o in volo), intervallati da sequenze ad alto tasso adrenalinico come quella che prevede un salto nel vuoto speranzosamente appesi ad un rampino d'acciaio col caldo fiato dei nemici sul collo. Discostandosi dai due 007 precedentemente apparsi su Ps2, il team di sviluppo ostenta ulteriormente la propria propensione al mercato di massa optando per una più digeribile visuale in terza persona, una scelta che comunque si ripercuote trascurabilmente sulla struttura di gioco. Nelle sezioni appiedate, 007 EoN è semplicemente uno sparatutto in terza persona. Le intersecazioni con lo stealth-game si esauriscono con la furtiva possibilità di cogliere un nemico alle spalle e con la presenza della nanotuta mimetica capace di rendere invisibili per un lasso limitato di tempo. Non che sia necessariamente una deficienza, ma chi scrive non può non fantasticare sui livelli d'eccellenza che si sarebbero potuti raggiungere tramite, per esempio, una linearizzazione meno pronunciata dei livelli od implementando un indicatore di visibilità. La funzione ricreativa viene assicurata sia dal discreto numero di gadget di cui Bond può disporre (alcuni dei quali, tuttavia, dalla criptica utilità), che prospettano approcci parzialmente diversi alle varie situazioni di gioco, sia dalle apprezzabili ruotine comportamentali degli avversari, abituati a pattugliare in gruppo e a dileguarsi/cercare riparo qualora sono sotto tiro (sebbene a volte vengano freddati in serie quando si espongono per sincerarsi sulle condizioni di un compagno ferito). Nella pulizia dell'interfaccia di controllo (priva di sbavature nonostante si spalmi sull'intera pulsantiera del pad) spicca un sistema di lock-on che gestisce la fase di puntamento delle numerose armi, sulla cui automaticità si può intervenire per mezzo dello stick destro controllante un cursore indirizzabile alle varie parti del corpo, con le ovvie consequenzialità del caso. Un trittico di colpi della P99 agli arti inferiori è sufficiente a far quantomeno crollare un nemico. Uno diretto alla nuca è propedeutico per un eterno sonnellino. Riguardo al combattimento corpo a corpo, la parola chiave è semplificazione. Nessuna sofisticazione orientaleggiante, bensì un istantaneamente assimilabile sistema prevedente pugni, presa e schivata/contrattacco. L'impossibilità di abbracciare lo scenario tramite la visuale in prima persona è stata sopperita dall'introduzione del cosiddetto “intuito Bond”, che evidenzia ed inquadra gli oggetti importanti presenti nel quadro visivo, sottolineandone l'utilizzo. Utile, sebbene mini in modo apodittico la fase esplorativa/riflessiva. Le missioni motorizzate regalano emozioni alterne. Frenetiche e altamente concitate (rimarcabili le sequenze con la motocicletta iper-accessoriata in cui Road Rash si concilia con Burnout), vengono sacrificate sull'altare di un sistema di controllo particolarmente accondiscendente, la cui indulgenza sperequa, a medio termine, il divertimento. Per ciò che concerne l'apparato estetico, non si segnalano disfunzioni massimali. La veste grafica è senz'ombra di dubbio appagante, benché la natura multipiattaforma del prodotto non abbia consentito lo svisceramento chirurgico delle potenzialità dell'hardware Sony. Ambientazioni costruite con sapienza, fanno sfoggio d'una serie di texture scolastiche e di sorgenti luminose mediocri. Ottimi i modelli e le animazioni dei personaggi, debordanti di particolari e caratterizzati da una ricostruzione del volto (con relative espressioni) davvero eccellente. Un frame rate a tratti claudicante (nelle parti racing, soprattutto), una levigatura dell'aliasing non rifinita ed un accompagnamento sonoro incalzante cingono una cornice tecnica mediamente convincente. 007 EoN è in definitiva un film interattivo e necessita l'accorpamento di ogni sua singola componente per manifestare appieno le proprie potenzialità. Come si confà ad un lungometraggio, tuttavia, il godimento è di breve durata. “Un tranquillo week-end di videopaura” è sufficiente per poter ammirare i titoli di coda, pur selezionando il massimo livello di difficoltà. Le diverse modalità multigiocatore (cooperativa, scontro e arena) e gli extra sbloccabili rispettando determinati requisiti emulsionano parzialmente l'acidità scaturita da un ingozzamento ludico forsennato, a causa del quale il senso di completa sazietà rimane inappagato nonostante il gran susseguirsi di 30 portate prelibate.
Recensione 007: Everything or Nothing
Leggi la nostra recensione e le opinioni sul videogioco 007: Everything or Nothing - 1130
Tie-in multievento. Film
interattivi. Incubi ricorrenti nelle suggestionabili menti dei videogiocatori,
tormentate da centinaia di prodotti d'infima caratura. EA tenta però di
calmierare il riposo tormentato dei players assoldando un affabulatore piuttosto
inusuale: James Bond. La speranza è che almeno la favola di 007 EoN sia a lieto
fine...
Struttura &
007 EoN è un coacervo ben amalgamato di esperienze ludiche diverse. LeTecnica
trenta missioni che costituiscono l'intelaiatura della modalità principale si
succedono senza interdizioni di sorta, lasciando tralucere una maglia narrativa
sicuramente esagerata, verosimilmente inverosimile, tangente i confini dello
spy-action movie, tuttavia conforme all'impossibile universo jamesbondiano. E
non potrebbe definirsi altrimenti, considerando che si passa da sanguinose
sparatorie a pirotecnici inseguimenti su due/quattro ruote (o su cingoli, col
godurioso tank, o in volo), intervallati da sequenze ad alto tasso adrenalinico
come quella che prevede un salto nel vuoto speranzosamente appesi ad un rampino
d'acciaio col caldo fiato dei nemici sul collo. Discostandosi dai due 007
precedentemente apparsi su Ps2, il team di sviluppo ostenta ulteriormente la
propria propensione al mercato di massa optando per una più digeribile visuale
in terza persona, una scelta che comunque si ripercuote trascurabilmente sulla
struttura di gioco. Nelle sezioni appiedate, 007 EoN è semplicemente uno
sparatutto in terza persona. Le intersecazioni con lo stealth-game si
esauriscono con la furtiva possibilità di cogliere un nemico alle spalle e con
la presenza della nanotuta mimetica capace di rendere invisibili per un lasso
limitato di tempo. Non che sia necessariamente una deficienza, ma chi scrive non
può non fantasticare sui livelli d'eccellenza che si sarebbero potuti
raggiungere tramite, per esempio, una linearizzazione meno pronunciata dei
livelli od implementando un indicatore di visibilità. La funzione ricreativa
viene assicurata sia dal discreto numero di gadget di cui Bond può disporre
(alcuni dei quali, tuttavia, dalla criptica utilità), che prospettano approcci
parzialmente diversi alle varie situazioni di gioco, sia dalle apprezzabili
ruotine comportamentali degli avversari, abituati a pattugliare in gruppo e a
dileguarsi/cercare riparo qualora sono sotto tiro (sebbene a volte vengano
freddati in serie quando si espongono per sincerarsi sulle condizioni di un
compagno ferito). Nella pulizia dell'interfaccia di controllo (priva di
sbavature nonostante si spalmi sull'intera pulsantiera del pad) spicca un
sistema di lock-on che gestisce la fase di puntamento delle numerose armi, sulla
cui automaticità si può intervenire per mezzo dello stick destro controllante un
cursore indirizzabile alle varie parti del corpo, con le ovvie consequenzialità
del caso. Un trittico di colpi della P99 agli arti inferiori è sufficiente a far
quantomeno crollare un nemico. Uno diretto alla nuca è propedeutico per un
eterno sonnellino. Riguardo al combattimento corpo a corpo, la parola chiave è
semplificazione. Nessuna sofisticazione orientaleggiante, bensì un
istantaneamente assimilabile sistema prevedente pugni, presa e
schivata/contrattacco. L'impossibilità di abbracciare lo scenario tramite la
visuale in prima persona è stata sopperita dall'introduzione del cosiddetto
“intuito Bond”, che evidenzia ed inquadra gli oggetti importanti presenti nel
quadro visivo, sottolineandone l'utilizzo. Utile, sebbene mini in modo
apodittico la fase esplorativa/riflessiva. Le missioni motorizzate regalano
emozioni alterne. Frenetiche e altamente concitate (rimarcabili le sequenze con
la motocicletta iper-accessoriata in cui Road Rash si concilia con Burnout),
vengono sacrificate sull'altare di un sistema di controllo particolarmente
accondiscendente, la cui indulgenza sperequa, a medio termine, il divertimento.
Per ciò che concerne l'apparato estetico, non si segnalano disfunzioni
massimali. La veste grafica è senz'ombra di dubbio appagante, benché la natura
multipiattaforma del prodotto non abbia consentito lo svisceramento chirurgico
delle potenzialità dell'hardware Sony. Ambientazioni costruite con sapienza,
fanno sfoggio d'una serie di texture scolastiche e di sorgenti luminose
mediocri. Ottimi i modelli e le animazioni dei personaggi, debordanti di
particolari e caratterizzati da una ricostruzione del volto (con relative
espressioni) davvero eccellente. Un frame rate a tratti claudicante (nelle parti
racing, soprattutto), una levigatura dell'aliasing non rifinita ed un
accompagnamento sonoro incalzante cingono una cornice tecnica mediamente
convincente. 007 EoN è in definitiva un film interattivo e necessita
l'accorpamento di ogni sua singola componente per manifestare appieno le
proprie potenzialità. Come si confà ad un lungometraggio, tuttavia, il godimento
è di breve durata. “Un tranquillo week-end di videopaura” è sufficiente per
poter ammirare i titoli di coda, pur selezionando il massimo livello di
difficoltà. Le diverse modalità multigiocatore (cooperativa, scontro e arena) e
gli extra sbloccabili rispettando determinati requisiti emulsionano parzialmente
l'acidità scaturita da un ingozzamento ludico forsennato, a causa del quale il
senso di completa sazietà rimane inappagato nonostante il gran susseguirsi di 30
portate prelibate.
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